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Argentina. Cammino parlamentare per una legge sulla droga
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Articolo di Rosa a Marca
10 ottobre 2006 11:38
 
Il Parlamento argentino inizia ad esaminare vari progetti di una nuova legge sulla droga, che vanno dalla legalizzazione alla depenalizzazione. La tossicodipendenza e' un fenomeno considerato da molti come "la madre della delinquenza", ma gli esperti avvertono che fin quando la droga restara' illegale, nulla si potra' fare per ridurre il fenomeno: i drogati non se la sentono di parlare del proprio problema.
Alcuni punti da tenere presente: non tutte le droghe sono nocive allo stesso modo; non tutte le sostanze ammesse (alcol, tabacco, psicofarmaci) fanno bene; le droghe illegali non sono sinonimo di criminalita'; altre sostanze legali -in particolare l'alcol- possono generare un livello di violenza domestica e sociale altrettanto elevato.
Domande: le droghe devono continuare ad essere illegali? e' possibile depenalizzare il consumo di alcune sostanze? quale politica di fondo conviene adottare? Nel Congreso si sono accumulate iniziative dell'uno e dell'altro fronte. L'Esecutivo aveva gia' preparato un progetto di legge sulla depenalizzazione del consumo di determinate sostanze, ma l'ultima presa di posizione di Blumberg e la pressione sociale contro la tossicodipendenza hanno frenato ogni iniziativa in quella direzione. Alcuni giorni fa, alla Camera bassa si e' tenuta la IV Conferencia Nacional sobre Politicas de Drogadiccion, organizzata da Asociacion Civil Intercambios. Dal dibattito sono emerse cose interssanti, ad esempio la riflessione che non e' la stessa cosa parlare di "droga" e di "dipendenza" giacche' esistono altre "droghe", accettate dalla societa', che fanno altrettanto male, o anche peggio, di quelle illegali. L'incontro e' stato aperto da Andrés Leibovich, del ministero della Sanita', che dal 2002 cerca di "gerarchizzare i temi" legati alla tossicodipendenza e ha affrontato una politica di "riduzione del danno"; finora i suoi tentativi non hanno avuto fortuna essendo stati molto criticati dalle piccole comunita' e da settori della societa' civile che non comprendono come mai il ministero debba distribuire siringhe ai drogati. La presidente della Commissione che si occupa di droga alla Camera bassa, Lucia Garin de Tula ha riferito che sta preparando una nuova legge sugli stupefacenti. "La legge attuale e' repressiva, e non include la prevenzione". Ha parlato dell'importanza di sanzionare il tabacco e l'alcol, droghe legali che provocano problemi di salute e la morte, e di quanto sarebbe importante migliorare "la qualita' della vita della societa' per ridurre le ansieta'".Graciela Touzé, presidente di Intercambios, ha spiegato che non esiste un prototipo di consumatore o di sostanza, bensi' una "pluralita' di consumatori". Ha indicato la necessita' di dirimere il conflitto tra "la logica sanitaria e la logica del controllo", e ha aggiunto che finora non si sono ottenuti i risultati sperati: l'obiettivo e' trovare un'alternativa al punizionismo. Il piu' duro e' stato Mariano Ciafardini, direttore della Politica criminale del ministero della Giustizia e dei Diritti Umani. "La droga e' un grande affare e il pretesto di fondo per esercitare la repressione. Si creano organizzazioni di "intelligence", si occupano territori, si organizza la caccia alle streghe, si trascura la salute pubblica". Molti gli interventi, molti i progetti presentati, molti gli aspetti affrontati, inclusa una possibile riforma del Codice Penale. Alla fine sara' il Parlamento a dover decidere quale strada imboccare: quella della giustizia o quella della salute? Attualmente il Codice Penale tratta i drogati come delinquenti comuni. Emiliano Galende -medico psichiatra- si e' espresso in questo modo: se si affronta il tema delle droghe biosgna farlo integralmente; la droga e' in noi e fa parte della cultura e dei modi con cui ci relazioniamo con gli altri; non esiste altra alternativa che conviverci. Se le cose stanno cosi', bisogna pensare a meccanismi che -anziche' reprimere- partano dalla prevenzione.
 
 
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