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America Latina. Marijuana transgenica inodore e con piu' Thc
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Articolo di Javier Flores
8 febbraio 2007 8:42
 
Qualche giorno fa, a Sao Paulo le autorita' basiliane hanno sequestrato 1,2 tonnellate di marijuana transgenica. Una noticina dell'agenzia di stampa Afp del 28 gennaio informava che la manipolazione genetica della pianta accresce la reddivita' per i trafficanti. La stampa latinoamericana aveva gia' dato conto dell'apparizione di una nuova varieta' di cannabis. Il quotidiano El Observador di Montevideo la descrive come una specie che si puo' fumare con facilita' nei luoghi aperti poiche' non ha l'odore caratteristico dell'erba tradizionale, ma un aroma alla menta. Secondo le fonti giornalistiche citate, la marijuana transgenica avrebbe una concentrazione molto elevata del principio attivo Thc, tanto da renderla cinque volte piu' potente. Sembra che provenga dal Paraguay, e da li' distribuita nelle nazioni vicine, come Argentina, Brasile e Uruguay, dove e' stata scoperta e sequestrata -un'indicazione che il consumo e' gia' cominciato. Ma l'America del Sud non e' l'unico luogo dove nuove varieta' genetiche di marijuana iniziano a essere prodotte e diffuse. Alla fine dell'anno scorso, dal Messico e' arrivata una notizia passata quasi inosservata, per lo meno nel Paese, malgrado che la fonte fosse assolutamente degna di credito: il generale di divisione Manuel Garcia, incaricato delle operazioni militari contro il narcotraffico nel Michoacan, comunicava al mondo che i trafficanti messicani avevano creato una cannabis geneticamente modificata. Secondo il generale Garcia, si tratta di una varieta' resistente agli erbicidi, per cui e' molto difficile distruggerla con le fumigazioni dall'alto. E' una pianta piccola, che arriva appena a un metro e mezzo d'altezza (quella tradizionale raggiunge i tre metri). La sua dimensione consente un maggior rendimento, giacche' la superficie necessaria per coltivarla e' minore: anziche' quattro o cinque ettari, basta una superficie equivalente a un campo di calcio. Anche il ciclo della pianta (dalla semina al raccolto) e' inferiore, cio' che indica una capacita' di produzione notevole. Persino la potenza dei suoi effetti e' maggiore (stando alle dichiarazioni del generale Garcia diffuse da un dispaccio della Afp, datato 21 dicembre 2006).
Non sappiamo se la marijuana messicana sia della stessa varieta' "transgenica" di quella di altri Paesi sudamericani, ma sara' facile verificarlo; basta chiedere ai soldati e ai generali che assistono senza nessuna protezione all'incenerimento dell'erba sequestrata; se la nuova pianta messicana odora di menta... Anche presumendo che si tratti di varieta' differenti, se ne potrebbe dedurre che esiste una concorrenza tra i cartelli della droga sul piano scientifico. Questo e' un punto importante, considerato che secondo il generale Garcia per produrla occorre personale qualificato, chimici e biologi. Se uso le virgolette quando mi riferisco alla "marijuana transgenica" e' perche' la modificazione genetica di una pianta puo' essere il risultato di molteplici incroci tra varieta' naturali. Ma quello che intendiamo oggi per piante transgeniche (senza virgolette) si basa sulla modificazione di un organismo vegetale attraverso l'inserimento di geni che lo dotano di caratteristiche particolari. Se le proprieta' delle nuove varieta' di cannabis sono il risultato dell'introduzione deliberata di geni, allora saremmo di fronte a una modernizzazione del narcotraffico, il quale destinerebbe una parte delle sue ingenti risorse alla ricerca, visto che il generale Garcia ha parlato di sequestro di laboratori e di personale altamente specializzato. Curiosamente, per risolvere il dubbio ci vuole la scienza che aiuterebbe a determinare l'origine delle nuove varieta'. Ma, tranne le note d'agenzia, non ho trovato, per l'elaborazione di questo testo, nessun articolo scientifico che dimostri l'esistenza di una marijuana transgenica. Quindi e' probabile che non esista e che sia solo un mito. Tuttavia, trattandosi di una sostanza proibita come il Thc, e' difficile sperare che qualche gruppo scientifico s'attribuisca il merito di una scoperta di tale importanza. Se si confermasse l'esistenza di una cannabis geneticamente modificata, il narcotraffico apportrebbe, involontariamente, nuovi strumenti alla ricerca. Basti pensare alle possibilita' del Thc nel trattamento di numerose malattie.
Una marijuana transgenica entrerebbe in un altro dibattito. Non sono chiari gli effetti nocivi degli organismi geneticamente modificati sull'ambiente e la salute. I geni introdotti nella cannabis possono contaminare altre specie vegetali con risultati imprevedibili. E con il narcotraffico non c'e' alcuna possibilita' di controllo. Nell'ambito della salute, gia' di per se' alcuni settori (ma non tutti) ritengono che la marijuana sia nociva. Dato il divieto, sarebbe ingenuo pensare che si possa contare su una droga etichettata, come avviene per le patate o i pomodori. Non sappiamo nulla degli effetti sull'organismo di una marijuana transgenica. La soluzione sarebbe la legalizzazione delle droghe; si otterrebbe cosi', simultaneamente, la fine del narcotraffico e la regolamentazione di produzione e distribuzione di sostanze che garantiscono la tutela della salute e dell'ambiente.

Traduzione di Rosa a Marca
 
 
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