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Afghanistan. "Non vogliamo essere un narcostato"
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Articolo di Katia Moscano
8 marzo 2005 9:41
 
Le Nazioni Unite ammoniscono che i dieci piu' potenti signori della droga afghani potrebbero riunirsi in un cartello, sul modello di quello colombiano, facendo diventare il Paese un "narcostato". "Sono 10 i principali gruppi con l'obbiettivo comune di controllare il commercio dell'oppio. Commercio che e' una delle attivita' che accomuna i diversi gruppi etnici afgani," ha dichiarato Antonio Maria Costa, capo dell'Unodc (ufficio dell'Onu per la lotta ai crimini e alle droghe) in un'intervista concessa a seguito della riunione di esperti antidroghe internazionali, che si e' tenuta a Vienna.
Il generale Mohammad Daud, vice ministro dell'Interno incaricato della lotta agli stupefacenti, che si occupa anche di eseguire gli ambiziosi piani del Counter Narcotics Implementation Plan, intervistato al termine della riunione ha elencato 8 punti all'interno di un piano decennale. Piano che non ha esitato a definire "una guerra santa", dichiarando inoltre: "Dovremmo vergognarci se il nostro Stato venisse identificato come un narcostato. Come combattente ho imbracciato le armi per 16 anni contro l'occupazione sovietica e successivamente contro i talebani. Ora sono pronto a combattere le droghe. E' un'altra guerra santa. Sono orgoglioso di affrontarla con l'ausilio della comunita' internazionale".
Comunque, per quanto duro possa sembrare l'ex soldato, la prova che sta per affrontare e' seria, non fosse altro perche' la quantita' di terra coltivata a papavero e' sempre piu' vasta e controllata da bande criminali che si stanno organizzando in cartelli.
"Le coltivazioni di papavero sono salite, lo scorso anno, del 64% rispetto all'anno precedente, ossia da 80 mila a 131 mila ettari. La maggiore preoccupazione deriva dal numero sempre maggiore di famiglie che sono coinvolte in questa produzione: lo scorso anno erano 356 mila persone, ora 2,3 milioni di persone su una popolazione di 23 milioni".
Daud riporta che il valore dell'oppio venduto ai Paesi vicini e' stato di 2,8 miliardi di Usd nel 2004, pari al 60% dell'intero PIL. Questo spiega il pericolo e la preoccupazione, reale, che lo Stato si trasformi in un narcostato.
Per Costa, i signori della droga vorrebbero controllare le quattro fasi connesse alle droghe: la coltivazione e la raffinazione, il controllo del traffico e la vendita, sorvegliando, per ora, solo le prime due. "Dieci anni fa, il 20% dell'eroina veniva prodotta all'interno del Paese e l'80% fuori. Ora, l'80% e' raffinato in Afghanistan".
Daud a nome del Governo ha dichiarato che questi, sostenuto dalla Gran Bretagna a capo della coalizione internazionale insieme agli Stati Uniti, intende migliorare il Counter Narcotics Implementation Plan: "Tutto deve essere connesso nella lotta alle droghe. Cio' significa creare stili di vita alternativi e campagne informative antidroghe contro le coltivazioni. E' necessaria la cooperazione dei vari ministeri cosi' come delle forze dell'ordine e dei capi religiosi".
 
 
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