testata ADUC
Afghanistan. Aumento della tossicodipendenza per donne e bambini
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Katia Moscano
22 luglio 2003 10:42
 
Il ministero per gli Affari delle Donne si trova ad affrontare una nuova sfida: l'aumento delle donne tossicodipendenti. Per il ministero molte sono ex-rifugiate, di ritorno dall'Iran o dal Pakistan, speranzose che la vita nel Paese di origine sia migliore.
RFE/RL (Radio Free Europe/Radio Liberty) riporta la testimonianza di Nafisa tessitrice di tappeti, vedova con quattro figli, la quale inizio' a consumare l'eroina in Iran; gliela offrirono, in polvere, inizialmente degli amici per curare la depressione, diventandone ben presto dipendente. Dopo essere tornata a Kabul, un anno fa, si e' ritrovata troppo debole per continuare il suo lavoro, rivolgendosi cosi' al Najat Rehabilitation Center, una organizzazione non governativa per la cura delle tossicodipendenze, che ha aperto una sede anche a Kabul lo scorso anno proprio per coloro che, dopo la caduta del regime talebano, sono ritornati in patria.
Il Najat e' stato anche il primo organo a porre l'attenzione su questa nuova categoria di drogati. Mohammad Agha Stanakzai, a capo del centro di Kabul, riferisce che il consumo esiste da tempo, ma che le donne erano solite nasconderlo per paura della riprovazione e per il conseguente isolamento sociale o perche' non sapevano dove rivolgersi. Ricerche condotte dal centro mostrano che la maggioranza vive nel quartiere Shurbazar, uno dei piu' vecchi e poveri della citta'. Negli ultimi 12 mesi piu' di 250 donne sono state disintossicate: prima sottoponendole a cure per i disturbi psichiatrici e poi disintossicandole.
I bambini, come le donne, sono una categoria in crescente ascesa come consumatori di droga. I medici specificano che le donne sono solite, come rimedio tradizionale, assumere l'oppio per curare il mal di testa e l'insonnia, e somministrarlo ai bambini per aiutarli a dormire. Un'altra paziente, Shikeba anche lei vedova e tessitrice, riferisce che inizio' a fornire la droga al figlio per calmarne il pianto e poter continuare a lavorare, rendendolo di conseguenza dipendente. Ora sono entrambi in trattamento.
Amina Faizzad, del ministero, ritiene che la societa' afgana cosi' conservatrice ha sempre cercato di ignorare il problema, facendo finta che non esistesse, ma in una recente riunione ogni rappresentante delle province ne ha ammesso l'esistenza. "Dobbiamo conoscere il numero esatto delle tossicodipendenti e cercare di risolvere il problema".
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS