Il governo del Messico ha intensificato la lotta contro il traffico di fentanyl, l'oppioide sintetico considerato responsabile della morte di decine di migliaia di persone, soprattutto negli Stati Uniti. Da quando, a ottobre, Claudia Sheinbaum e' divenuta presidente sono state sequestrati 1.168 chilogrammi della sostanza, il 12,5 per cento di quanto era stato sequestrato in tutto il sessennio di Andres Manuel Lopez Obrador.
I dati diffusi mercoledi' dalle autorita' rivelano una media quotidiana di 15,3 chili di fentanyl al giorno, ben oltre i 4,4 chili di media sottratti alle bande criminali tra gennaio del 2019 e settembre del 2024. Numeri alimentati anche da maxi operazioni sferrate grazie all'azione rafforzata dell'intelligence negli stati settentrionali di Sinaloa, Sonora e Bassa California, considerati cruciali per il traffico di sostanze.
Tra queste azioni, ricordano i media, c'e' quella contro il Cartello di Sinaloa che ha portato, il 5 dicembre, al sequestro di 1.100 chili di fentanyl, oltre 20 milioni di dosi, per un valore di mercato stimato in quasi 400 milioni di dollari.
L'azione di contrasto al fentanyl e' iniziata nel 2015, con la prima comparsa della sostanza sulla scena continentale. Un fenomeno che e' cresciuto nel corso degli anni in modo esponenziale: nel 2017 le autorita' hanno erano stati sequestrati 20 chili dell'oppioide, diventi 341 nel 2018. Nel primo anno di governo di Lopez Obrador, 2019, le forze di sicurezza hanno intercettato 491 chili, numero che non rivela pero' l'ampiezza del fenomeno: in quello stesso anno l'abuso della sostanza veniva riconosciuto come responsabile della morte di oltre centomila persone negli Usa. Una crisi che ha portato l'allora presidente, Donald Trump, ad esigere dal Messico un maggiore impegno nel contrasto al traffico illegale. Gli accordi tra i due governi, che impegnavano anche gli Usa a controllare il traffico di armi verso il vicino del sud, hanno portato a un progressivo incremento dei sequestri, accelerati con l'arrivo di Sheinbaum.
L'emergenza appare pero' ben lungi dal rientrare, non solo quanto alla crescita del mercato ilegale, ma anche per le conseguenze politiche bilaterali. Vinte le presidenziali di novembre, Trump ha annunciato che se il Messico non intensifichera' l'azione di contrasto anche al fentanyl, l'amministrazione Usa aumentera' del 25 per cento i dazi sui prodotti in entrata. Dichiarazioni che rilanciano una polemica tutt'altro che inedita.
Diversi analisti segnalano che i cartelli messicani sono entrati nel mercato, altamente redditizio, del fentanyl quando gli Stati Uniti hanno iniziato a incalzare la Cina, considerata il principale esportatore della sostanza, attivando un maggior controllo da Pechino e sui porti sul continente americano.
(agenzia Nova del 19/12/2024)
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