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 SINGAPORE - SINGAPORE - Stiamo vincendo la guerra alle droghe. Ambasciatore in Usa
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Notizia 
13 marzo 2018 10:58
 
Singapore sta vincendo la guerra contro il narcotraffico. Lo ha dichiarato l'ambasciatore della citta'-Stato negli Usa, Ashok Kumar Mirpuri, difendendo le politiche del suo Paese contro la droga, inclusa la pena di morte per gli spacciatori, in una lettera al quotidiano "Washington Post". "Singapore non applica la pena di morte con gioia", ha scritto l'ambasciatore, "ma i cittadini di Singapore ne comprendono la necessita' e la sostengono con convinzione". L'ambasciatore ha risposto cosi' alle recenti indiscrezioni del quotidiano Usa secondo cui il presidente statunitense Donald Trump avrebbe espresso apprezzamento per le draconiane politiche di Singapore, Filippine e Cina contro il narcotraffico.  Nel suo articolo, la "Washington Post" contestava anche l'efficacia di questo genere di politiche. Ashok ha replicato nella sua lettera che Singapore e' uno dei pochi Paesi che dimostra di poter tenere sotto controllo la piaga dell'abuso di sostanze stupefacenti, e lo fa, oltre che con la repressione, attraverso programmi di sensibilizzazione dei piu' giovani e recupero per tossicodipendenti. L'ambasciatore ha rivolto una frecciata al quotidiano Usa, sottolineando che a Singapore i dipendenti da oppiacei sono 30 ogni 100 mila, contro i 600 degli Stati Uniti. Negli anni Novanta, ha ricordato Ashok, Singapore ha arrestato oltre 6mila spacciatori l'anno, ma entro il 2016 tale cifra si e' dimezzata. Di contro, ha sottolineato l'ambasciatore, negli Usa le droghe sono responsabili di una vera e propria strage ignorata per anni dai media, che nel solo 2016 ha causato 64mila vittime per overdose. 
Billy Agbozo, trafficante di droga 39enne originario del Ghana, e' stato impiccato lo scorso fine settimana a Singapore, dopo che le autorita' giudiziarie di quel paese hanno respinto la sua richiesta di clemenza. L'uomo era stato riconosciuto colpevole e condannato a morte il 4 luglio 2016 per aver trafficato 1,63 chilogrammi di metanfetamina nel 2013. L'Ufficio centrale per i narcotici, che ha dato notizia dell'esecuzione della sentenza, ha ricordato che 1,63 chilogrammi di metanfetamina sono sufficienti ad alimentare la dipendenza di 1.210 tossicodipendenti per una settimana. A Singapore vige la pena di morte per i trafficanti di droga, anche se alcune riforme introdotte nel 2013 hanno ridotto significativamente il numero delle esecuzioni; negli ultimi tre anni ne sono state eseguite 10 ed emesse 17, tutte per reati di droga. 
La scorsa settimana il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbe elogiato privatamente Singapore, la citta' Stato nota un tempo per il piu' alto tasso di esecuzioni capitali pro-capite, oltre alla Cina e alle Filippine, per i drastici metodi adottati da quei Paesi nella lotta al narcotraffico. E' quanto emerge da indiscrezioni pubblicate da "Axios", secondo cui da mesi il presidente dichiara ai suoi piu' stretti collaboratori che la piaga del narcotraffico andrebbe combattuta negli Usa imponendo la pena di morte ai trafficanti di droga, proprio come in quei Paesi asiatici. Axios cita non meglio precisate figure vicine al presidente Usa, secondo cui Trump paragona spesso i trafficanti di droga agli assassini seriali, e lamenta l'assenza di una legge che consenta di imporre loro la pena di morte senza eccezioni.
Fonti citate da "Axios" affermano che Trump ha affrontato la questione delle esecuzioni in Cina, Filippine e Singapore non soltanto con i suoi confidenti alla Casa Bianca, ma anche con membri del Congresso e alcuni leader stranieri. La Casa Bianca, per ora, non ha commentato le indiscrezioni. Durante e dopo la campagna presidenziale del 2016, del resto, Trump aveva elogiato pubblicamente il presidente filippino Rodrigo Duterte per la sua sanguinosa guerra al narcotraffico, che nel corso degli ultimi anni ha causato migliaia di vittime, pur godendo di un forte sostegno da parte dell'opinione pubblica di quel paese. Anche le drastiche misure in vigore a Singapore contro il traffico di droga sono oggetto di periodiche denunce da parte delle ong per i diritti umani, secondo cui alle persone accusate di essere trafficanti e' negato un processo equo e trasparente. 
(agenzia Nova)
 
 
 
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