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 USA - USA - Polizia scambia miele per metamfetamine. Tre mesi in galera in attesa delle analisi
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Notizia 
23 agosto 2019 18:06
 
Un uomo è stato detenuto per quasi tre mesi negli Stati Uniti dopo aver riportato dalla Giamaica tre bottiglie di miele fatto in casa che la polizia americana aveva scambiato per metanfetamina liquida. Come ogni Natale da quando si è trasferito nello stato del Maryland dieci anni fa, Leon Haughton è andato a trovare la sua famiglia giamaicana lo scorso inverno, riferisce il Washington Post in un articolo che racconta l'assurda vicenda.
Il calvario kafkiano di Haugthon inizia il 29 dicembre, all'aeroporto di Baltimora, quando un cane della dogana inizia ad annusare la sua borsa. All'interno: tre grandi bottiglie di miele artigianale adeguatamente etichettate, con le quali l'uomo ama aromatizzare il suo tè. Ma i funzionari doganali lo sospettano, secondo l'accusa, di trasportare metanfetamine liquide e lo arrestano. I risultati di un laboratorio del Maryland richiedono più di due settimane per arrivare: sono negativi. Leon Haughton pensa di essere fuori dai guai. Ha torto. Innanzitutto, il laboratorio utilizzato per i primi test non è sufficientemente attrezzato per analizzare i liquidi. Le bottiglie devono essere inviate a un secondo laboratorio nello stato della Georgia. L'arresto del giamaicano, titolare di una carta verde che gli consente di risiedere legalmente negli Stati Uniti, ha quindi innescato una procedura con i servizi di immigrazione, che il suo avvocato aveva immediatamente contattoto.
Il guaio è che tutto accade in concomintanza con lo shutdown, E la paralisi dei servizi pubblici - causata dalla contrapposizione tra Donald Trump e l'opposizione democratica sul finanziamento del muro che il presidente vuole erigere al confine con Messico. Le analisi condotte in Georgia confermano infine che Leon Haughton trasportava proprio del miele. L'uomo quindi viene rilasciato il 21 marzo, 82 giorni dopo il ritorno dalle vacanze. Quasi tre mesi dietro le sbarre, lontano dalla compagna e dai figli, e per di più anche col risultao di perdere i suoi due posti di lavoro. Al Washington Post non ha molto da aggiungere: "Mi hanno rovinato la vita".
 
 
 
 
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