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 ITALIA - ITALIA - Mafie e droga. Il primato del porto di LIvorno
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11 dicembre 2019 7:20
 
 Le quattro mafie storiche continuano a non avere insediamenti stabili in Toscana ma sono sempre piu' riconoscibili tracce di una crescita di gruppi di criminalita' organizzata nel territorio. E' quanto emerge dal terzo rapporto sui fenomeni di criminalita' organizzata e corruzione curato dalla Scuola Normale di Pisa su incarico della Regione. "Piu' che sostituirsi al mercato - si legge in una nota -, ricercando forme di oligopolio criminale nell'economia legale, pare che la strada battuta sia 'mettersi al servizio' del mercato attraverso l'esercizio abusivo del credito, l'erogazione di servizi illeciti finalizzati a reati tributari e economici o all'abbattimento dei costi di impresa attraverso attivita' illecite di intermediazione del lavoro o nel ciclo dei rifiuti". Grosseto, Livorno, Prato e Massa si confermano province col piu' elevato rischio di penetrazione criminale. Prato rimane al primo posto in Italia per denunciati per riciclaggio mentre Livorno continua a registrare il tasso medio annuo piu' elevato per traffico e spaccio di stupefacenti.
Il porto di Livorno guadagna il primato nazionale per cocaina sequestrata nel 2018: 530 chili, che e' una parte considerevole dei 589 recuperati in tutta la regione che catapultano la Toscana al terzo posto in Italia dopo Veneto e Lazio. Prato conquista invece il primo posto nella regione per produzione, con 17 mila piante di marijuana sequestrate negli ultimi dieci anni. I beni confiscati alla criminalita' organizzata in Toscana sono anch'essi in aumento: tolti i provvedimenti dall'esito ancora incerto, si tratta di 572 beni immobili, distribuiti in 67 comuni, ovvero il 23% del territorio regionale. Di questi 145 sono quelli gia' destinati, come ad esempio la tenuta di Suvignano assegnata alla Regione Toscana. La matrice camorristica e' la piu' ricorrente, con quasi il 40% dei beni, seguiti da Cosa nostra (11,5%) e 'ndrangheta (6,2%). Quanto ai fenomeni di corruzione, le statistiche comparate prese in esame dal rapporto segnano un aumento percentuale, tra il 2016 e 2017, anche dei cosiddetti 'crimini dei colletti bianchi'. Crescono del 150% le malversazioni, raddoppiano i reati di concussione, sono in crescita del 67% gli abusi di ufficio e del 37% i reati societari. Il coinvolgimento di manager pubblici in vicende di corruzione risulta in Toscana ancora piu' marcato che nel resto d'Italia. Nell'analisi degli episodi che si sono succeduti nel 2018 emerge come, accanto ad imprenditori (29 casi) e funzionari o dirigenti pubblici (21 casi), in 17 casi su 38 siano coinvolti professionisti come avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti, geometri, ragionieri, medici, ma anche intermediari e faccendieri.

 
 
 
 
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