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 ITALIA - ITALIA - Lotta alle droghe. Antigone versus ministro dell'Interno
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13 dicembre 2019 10:59
 
 "Le pene piu' severe sono una ricetta che, anche in tempi recenti, ha dimostrato il suo fallimento". È quanto dichiara Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone rispondendo al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese che "invoca pene piu' severe per i pusher", spiega una nota dell'associazione. "Pur comprendendo le preoccupazioni espresse dal ministro, Antigone chiede di evitare l'ennesimo intervento di solo inasprimento delle pene per riaprire un dibattito sulle DROGhe piu' equilibrato ed efficace", continua la nota di Antigone. Per Gonnella, "la legalizzazione delle DROGhe leggere restituirebbe piu' sicurezza ai cittadini eliminando alla radice lo spaccio di strada contro cui il ministro cerca un rimedio efficace - spiega il presidente di Antigone -. Legalizzare significa sferrare un duro colpo al narcotraffico e sfoltire le aule dei tribunali". Secondo l'associazione i benefici della legalizzazione "sarebbero evidenti per il nostro paese - continua la nota -: lotta e contrasto alla criminalita' organizzata, alla microcriminalita' che vedrebbe drasticamente diminuire reati direttamente collegati al consumo di sostanze, tutela della salute ed introiti per le casse dello Stato (diretti, provenienti dalla tassazione, e indiretti provenienti dal recupero delle risorse attualmente spese per operazioni di polizia, per i tribunali e per i costi del sistema penitenziario, questi ultimi quantificabili in circa 1 miliardo di euro l'anno)". La guerra alle DROGhe "e' fallita", chiosa la nota dell'associazione, e l'Italia, sul solco delle esperienze di altri paesi, "deve cambiare nettamente rotta. C'e' bisogno di una rivoluzione pragmatica che lasci la morale fuori dal diritto". Secondo Gonnella, infatti, "in Italia ben conosciamo i risultati che porta l'inasprimento delle pene come politica di prevenzione del crimine - sostiene Gonnella -. Dal 2006 al 2014 e' stata in vigore la Fini-Giovanardi che non porto' nessun beneficio in termini di riduzione del traffico e del consumo di DROGhe ed ha invece riempi' le carceri. Le persone detenute per violazione delle leggi sugli stupefacenti, storicamente negli ultimi anni sono intorno al 32-33% del totale della popolazione ristretta, erano arrivate ad essere il 41% del totale, cosa che aveva inciso sul sovraffollamento penitenziario, da cui era scaturita la condanna della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per trattamenti inumani e degradanti. La soluzione non va ricercata in pene piu' severe, ma in un cambio radicale di politiche, come hanno fatto alcuni stati americani, il Canada, il Portogallo e come anche altri stati europei stanno pensando di fare".
(Dire, redattore sociale)
 
 
 
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