Secondo un rapporto del Washington Post, i criminali stanno penetrando sempre più in profondità in Messico, infiltrandosi nelle comunità, nelle forze di polizia e nelle amministrazioni cittadine.
Secondo i media statunitensi, oggi esiste una grande varietà di gruppi armati - fino a 200 - che si sono diversificati "in una gamma crescente di attività".
"Non solo trasportano droga, ma rapiscono anche messicani, contrabbandano migranti ed estorcono attività che vanno dai produttori di limoni alle compagnie minerarie".
Il rapporto evidenzia che le organizzazioni criminali hanno superato i 14 anni di operazioni militari e 3 miliardi di dollari in aiuti antidroga dagli Stati Uniti.
Secondo i media, questo è il panorama attuale del Messico: i gruppi di trafficanti di droga hanno "controllo effettivo" di circa il 20 per cento del Paese, secondo gli analisti della CIA. Negli ultimi due anni, gli omicidi sono saliti al livello più alto in sei decenni e potrebbero essere anche più alti nel 2020. Il tasso di omicidi è più di quattro volte quello degli Stati Uniti.
Nel rapporto si sottolinea inoltre che più di 77mila persone sono scomparse quest'anno, secondo i dati delle stesse autorità.
"È la più grande crisi del suo genere in America Latina dalle 'guerre sporche' degli anni '70 e '80", si legge nel testo.
E si ricorda che il Dipartimento di Stato americano ha chiesto agli americani di evitare di viaggiare in metà degli stati del Paese, cinque dei quali hanno lo stesso livello di pericolo di Siria, Afghanistan e Iraq.
"Il presidente Andrés Manuel López Obrador ha creato una Guardia Nazionale di 100.000 membri per bonificare le aree con poca presenza dello Stato. Non c'è certezza se  qusto porterà ad una differenza significativa", dice il Post.
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