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 MESSICO - MESSICO - Guerra alla droga. Forza speciale a Città del Messico
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18 luglio 2018 15:53
 
Il governo di Citta' del Messico si appresta a insediare un gruppo specializzato nel contrasto al traffico di stupefacenti, che si occupera' da intercettare la produzione e la distribuzione di droghe, quanto le aggressioni e gli altri reati collegati allo spaccio. Un corpo d'e'lite, spiega il capo del governo della capitale, Jose' Ramon Amieva, che "lavorera' su due assi: da una parte, la presenza, l'interazione con la comunita', l'accompagnamento quotidiano alle persone, e dall'altro il focus sulla vendita al dettaglio delle droghe", fenomeno avvertito come pervasivo e che porta con se' una piccola criminalita' legata all'estorsione e al controllo del territorio. Il responsabile non ha chiarito di quanti agenti sara' composto il gruppo, ma ha assicurato che quotidianamente la capitale puo' contare fino a piu' di 47 mila elementi di Sicurezza pubblica al giorno".
Il paese nordamericano soffre di pesanti problemi legati alla criminalita'. Nei primi quattro mesi del 2018, 5.332 persone sono state uccise in Messico a seguito di azioni legate alla criminalita' organizzata. Il dato, riportato dal quotidiano "Milenio" mettendo assieme i dati compilati ogni mese, traduce in termini allarmanti il peggiorare della situazione della sicurezza nel paese nordamericano. Le morti violente registrate a tutto aprile sono gia' oltre la meta' di quelle contate in tutto il 2013 e due terzi di quelle del 2014. Il numero di omicidi per il primo quadrimestre e' il piu' alto dall'analogo periodo del 2013. il mese piu' violento e' stato gennaio con 1.562 omicidi, seguito da aprile con 1.295 morti violente. L'ondata di violenza ha portato sin qui alla poco rassicurante media di 44,4 morti al giorno. Nel 2010, anno considerato tra i piu' violenti della storia recente del Messico, la media era di 34,7 persone uccise al giorno.
Nel 2017 il paese ha registrato uno tra i piu' alti livelli di violenza degli ultimi anni. Lo scorso dicembre il Sistema nazionale della sicurezza pubblica (Snsp) messicano censiva il numero record di 23.101 denunce per omicidi dolosi nei primi 11 mesi del 2017, 692 in piu' delle 22.409 morti violente registrate nel 2011. Si tratta della cifra piu' alta degli ultimi venti anni e fissa la media di omicidi al giorno a quota di 69. Su questo fronte, il 2017 si e' chiuso con numerosi altri primati negativi: sono stati battuti per tre volte i record mensili di omicidi e in 21 stati della federazione il tasso registrato a novembre e' superiore a quello di tutto il 2011. Il 66 per cento degli omicidi, 15.353 casi, sono stati compiuti con arma da fuoco, l'11 per cento (2.638) con "armi bianche" mentre del restante 22 per cento non esistono indicazioni precise.
Il tema e' entrato da subito nell'agenda di Andres Manuel Lopez Obrador, che dal 1 dicembre del 2018 assumera' la presidenza del paese. Olga Sanchez Cordero, indicata come futuro ministro dell'Interno del Messico nel governo ha ribadito l'intenzione di promuovere una depenalizzazione della marijuana anche per scopi ricreativi. "Lo ha gia' fatto il Canada e la maggioranza degli stati degli Stati Uniti. A cosa stiamo pensando noi? Ci continueremo a uccidere mentre tutta l'America del nord sta depenalizzando?", ha detto Sanchez Cordero in un'intervista a un'emittente radiofonica locale. La ministro in pectore, gia' magistrato della Corte suprema tra il 1995 e il 2015, ha detto che portera' la sua proposta all'attenzione del vincitore delle elezioni presidenziali, Andres Manuel Lopez Obrador, quando questi assumera' ufficialmente l'incarico, il 1 luglio. Una proposta che si completa con un piano di "prevenzione e riabilitazione delle dipendenze", da sanzioni pesanti a chi fornisce sostanze ai minori, e verso cui Lopez Obrador "non sarebbe ostile".
Dal 7 agosto inoltre, tre commissioni costituite ad hoc si metteranno al lavoro per elaborare una strategia di pacificazione del paese. "Un tavolo sara' dei cittadini scelti attraverso uno specifico bando, una delle vittime e uno da esperti internazionali", ha detto. Un processo che dovrebbe coinvolgere tra gli altri anche leader religiosi e dirigenti sociali che hanno partecipato a processi di riconciliazione per l'uscita dalle guerre, ma non - come riferivano nei giorni scorsi da Citta' del Messico - il papa. L'intero processo dovrebbe portare ad elaborare tra le altre cose anche a una legge per una amnistia che verra' presentata al Congresso, dove il partito di "Amlo", il Movimento di rigenerazione nazionale (Morena), ha la maggioranza relativa.
L'idea di un provvedimento di clemenza come strumento di pacificazione aveva gia' acceso il dibattito nel corso della campagna elettorale. "Occorre parlare con i messicani e spiegare che abbiamo bisogno della pace e che tutti possiamo contribuire perche' ci sia pace nel paese", aveva detto Lopez Obrador scatenando non poche polemiche tra i suoi detrattori. Il leader di Morena aveva spiegato che la guerra contro il crimine organizzato e' un errore, e che nonostante le severe sanzioni messe in campo, l'uso inadeguato delle forze armate ha solo aumentato il numero di morti. "Faremo tutto quanto possibile per raggiungere la pace nel paese, perche' si interrompa la violenza. Si deve perdonare se c'e' di mezzo la pace e la tranquillita' del popolo", ha detto spiegando che la misura potrebbe riguardare anche i leader dei cartelli: e' un tema "che sto esaminando. Cio' che posso dire e' che nessuna questione sara' tralasciata se si parla di pace e tranquillita'".
(agenzia stampa Nova)
 
 
 
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