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 USA - USA - Farmacisti e cannabis legale. Quanto i farmacisti ne parlano coi loro pazienti?
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Notizia 
2 settembre 2020 19:56
 
I farmacisti svolgono un ruolo maggiore nel sistema sanitario globale di quanto molte persone potrebbero pensare.
In genere, quando si pensa agli operatori sanitari, si pensa a medici, infermieri e altro personale ospedaliero.
Tuttavia, dopo che una persona lascia un ospedale o uno studio medico, il luogo successivo in cui si reca spesso è una farmacia per ritirare un farmaco. E caso per caso, il paziente potrebbe uscire da una farmacia con una quantità significativa di farmaci.
E’ importante il modo in cui questi farmaci interagiscono con altre cose che il paziente consuma, inclusa la cannabis.
Uno studio recente mette in evidenza che i farmacisti non parlano di questo con i pazienti.

Farmacisti e domande sulla cannabis
Quando un paziente si reca in farmacia, l'esperienza tipica è che prima paga le prescrizioni, poi si consulta con il farmacista di turno.
Il farmacista fornirà una breve panoramica sulla frequenza con cui assumere il medicinale e dei potenziali effetti collaterali, nonché ricordando alcune cose che potrebbero non interagire bene con le prescrizioni.
Recentemente è stato condotto uno studio in cui i ricercatori hanno esaminato, tra le altre cose, la frequenza con cui i farmacisti parlano ai pazienti dell'uso di cannabis.
Un totale di 51 farmacisti hanno partecipato allo studio compilando le domande del sondaggio.
"Dei 51 farmacisti che vi hanno partecipato, il 20% ha ricevuto domande sulla marijuana medica giornalmente o settimanalmente, il 57% mensilmente e il 22% mai, mentre il 16% ha ricevuto domande sulla marijuana ricreativa settimanalmente, il 41% mensilmente e il 43% mai".
“Inoltre, il 53% si sentiva a proprio agio nel rispondere a domande sulla marijuana medica, mentre il 41% si sentiva a proprio agio nel rispondere a domande sulla marijuana ricreativa.Le domande più comuni ricevute erano relative a indicazioni, usi ed efficacia (33%), seguite dalle interazioni farmacologiche (30%)".
La cannabis è decisamente più sicura della maggior parte dei farmaci, ma ciò non significa che farmacisti e pazienti non dovrebbero parlarne.

Le poche ricerche condizionano
La ricerca sulla cannabis è esplosa negli ultimi anni grazie alle vittorie delle riforme in un numero crescente di regioni in tutto il mondo. Ma, in linea di massima, è ancora limitata.
Nonostante il numero crescente di studi sulla cannabis, la maggior parte dei farmacisti non è ben informata perché non aggiornata coi risultati degli studi.
Si spera che, col passare del tempo, e con più pazienti che continuano a chiedere informazioni sulla cannabis, i farmacisti saranno più attenti alla ricerca di informazioni e quindi meglio preparati per rispondere alle domande che vengono poste.
In un mondo perfetto, il divieto della cannabis non esisterebbe e le persone si sentirebbero a loro agio a parlare con i farmacisti della cannabis. Ma molti non lo fanno per paura di ripercussioni legali.
Questo è uno dei tanti motivi per cui la comunità della cannabis deve continuare a lottare per la legalizzazione.

(Johnny Green su Cannabis&Tech Today del 28/08/2020)
 
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