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 ITALIA - ITALIA - Droga nel carcere minorile di Casal del marmo (Roma)
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Notizia 
6 agosto 2018 7:18
 
"Venerdì, nel corso di un colloquio con i propri familiari, un detenuto maggiorenne ristretto nel carcere minorile di Casal del Marmo ha insospettito con il suo comportamento il personale di Polizia Penitenziaria: la perquisizione personale non accertava nulla di irregolare, ma gli Agenti aveva percepito l'anomalia del suo comportamento e lo hanno accompagnato in ospedale. Sottoposto a raggi, è stata accertata la presenza di un corpo estraneo nel retto, che dopo l'evacuazione è risultato essere sostanza stupefacente. Bravissimi, dunque, sono stati i poliziotti penitenziari di Casal del Marmo, che con la loto attenzione hanno impedito ingresso di droga nel carcere minorile". A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce del Segretario Nazionale del Lazio Maurizio Somma. Donato CAPECE, segretario generale del Sappe, commenta: "Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall'alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri di Casal del Marmo, a cui vanno le nostre attestazioni di stima e apprezzamento per l'alta professionalità dimostrata, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere. Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l'alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti". "L'hashish, la cocaina, l'eroina, la marijuana e il subutex - una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il SERT per chi è in trattamento - sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri. Ovvio che l'azione di contrasto, diffusione e consumo di droga in carcere vede l'impegno prezioso della Polizia penitenziaria, che per questo si avvale anche delle proprie Unità Cinofile. Questo fa comprendere come l'attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Questo deve convincere sempre più sull'importanza da dedicare all'aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all'uso ed al commercio di stupefacenti". "La situazione delle carceri si è notevolmente aggravata rispetto agli anni precedenti", continua Capece. "I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre nel primo semestre del 2018 sono inquietanti: 5.157 atti di autolesionismo, 585 tentati suicidi, 3.545 colluttazioni, 571 ferimenti, 5 tentati omicidi. I decessi per cause naturali sono stati 46 ed i suicidi 24. Le evasioni sono state 2 da istituto, 27 da permessi premio, 7 da lavoro all'esterno, 7 da semilibertà, 17 da licenze concesse a internati. E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario 'aperto', ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria". Per il SAPPE "lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti - lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività - è controproducente perché lascia i detenuti nell'apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti".
 
 
 
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