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 ITALIA - ITALIA - Cocaina legale contro le mafie. Saviano al Festival di Venezia
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Notizia 
6 settembre 2019 10:35
 
La cocaina "andrebbe legalizzata, solo cosi' si bloccherebbero i pozzi di petrolio delle organizzazioni criminali. La legalizzazione trasformerebbe l'economia mondiale: il narcotraffico di cocaina attraversa il mondo legale, gli da' forza, liquidita', rendere la sostanza legale cambierebbe le cose": ha detto Roberto Saviano presentando a Venezia 76 'Zerozerozero' la serie tv kolossal con la regia di Stefano Sollima, tratta dal suo romanzo-inchiesta uscito nel 2013, prodotta da Cattleya e Bartlebyfilm per Sky Studios, CANAL+ e Amazon Prime Video. La cocaina e' "l'unica materia comparabile al petrolio, la facilita' con cui puo' essere venduta non ha eguali. Se io le dessi ora un sacchetto di cocaina - ha detto Saviano rivolgendosi ad una giornalista - lei la venderebbe prima ancora di lasciare il Palazzo del Cinema, al contrario ad esempio di un sacchetto di diamanti. E perche' la cocaina regna? Perche' la vita e' una merda, ti fa sentire sempre troppo brutto, troppo povero, troppo grasso, ti fa lavorare sempre di piu' e infatti la prendono operai edili, tassisti, chirurghi, la cocaina ti attiva con il mondo al contrario dell'eroina che ti disattiva. Ecco perche' muove l'economia".

A seguire le reazioni di alcuni esponenti sociali e politici
(varie agenzie stampa)

D'accordo ma con riserva. Ad esprimere il giudizio il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza che, commentando la proposta di Roberto Saviano, lanciata dal Festival del Cinema di Venezia di ripensare alla legalizzazione di sostanze stupefacenti sottolinea come "senza un piano di prevenzione basilare, senza un ragionamento forte di investimento serio e importante sul grande traffico, senza una depenalizzazione dei consumatori, il rischio è che anche il grande tema della legalizzazione, affrontato da un grande scrittore ed intellettuale come Saviano, diventi pura ideologia". Secondo il presidente del Cnca, Riccardo De Facci, infatti, "si dovrebbe partire da una revisione seria che depenalizza i consumatori e attivare servizi di riduzione del danno in tutte le Asl italiane. Siamo - commenta al'Adnkronos - uno dei pochi paesi europei che non ha un piano salute organico sulle DROGhe nelle scuole che parli di sostanze ma anche di altre dipendenze" continua De Facci. " Un elemento sul quale Saviano ci ha fatto ragionale - sottolinea - è che forse gli organi di polizia dovrebbero concentrarsi sui grandi traffici. Come lui stesso dice, attualmente si riesce ad individuare un decimo delle quantità davvero distribuite". "L'anno prossimo la legge italiana sulle DROGhe, la 309, compirà 30 anni e in questa occasione attiveremo una serie di iniziative che partono da alcuni presupposti, che vanno al di là della legalizzazione che, in questo momento appare un processo puramente ideologico; sicuramente uno dei presupposti è il discorso sulla depenalizzazione dei consumatori o del piccolo possessore, soprattutto in questo momento di diffusa cultura del consumo. Il primo rischio dei grandi traffici - evidenzia De Facci - è che non lasciano fuori dal mercato i minori che, invece, in una situazione di legalità non potrebbero accedervi. In secondo luogo - conclude De Facci - si rischierebbe di lasciare intatte le organizzazioni criminali che non si occupano più della vendita in strada, dato il grosso vantaggio di importare dall'Ecuador o dalla Colombia, ad esempio, dove il guadagno viene raddoppiato o triplicato". 

Si dichiara sconcertato Luciano Squillace, presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche, commentando la proposta di Roberto SAVIANO di ripensare la legalizzazione delle sostanze stupefacenti. ''Pensavo e speravo si trattasse di una provocazione ma, ahimé, sembra che per l'ennesima volta temi di una complessità enorme vengano trattati con una superficialità altrettanto grande'', commenta all'AdnKronos. ''Le vittime bisogna tutelarle. Paradossalmente, è come se per combattere l'aumento del numero di omicidi si legalizzasse l'omicidio stesso - sottolinea Squillace rispetto quanto detto dallo scrittore durante il Festival del Cinema di Venezia- In un paese come l'Italia dove, di fatto, abbiamo ancora una media di un decesso ogni due giorni a causa di droga, non si può immaginare di passare un messaggio educativo così devastante come quello della liberalizzazione della cocaina''. ''Pensiamo sia estremamente importante il contrasto al narco traffico, come il contrasto a tutti i tipi di mafie, ma non possiamo farlo sulla pelle dei nostri ragazzi, non possiamo farlo sulla pelle delle vittime. Per contrastare il traffico, lo spaccio, gli affari, è necessario ridurre la domanda; per ridurre la domanda ci vogliono investimenti seri nel campo educativo. In Italia, da 10 anni a questa parte, non si investe più nella prevenzione o in educazione- conclude Squillace- Non è colpa di SAVIANO in sé, ma c'è troppa superficialità su questi temi e si rischia di affrontarli senza considerare le conseguenze devastanti''. 

Non prende posizione Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini, Agenzia Nazionale per le tossicodipendenze della Croce Rossa Italiana, rispetto la proposta avanzata da Roberto Saviano di ripensare la legalizzazione della cocaina se non sottolineando il suo personale interesse verso ''le persone che soffrono e che sono malate di droga delle quali sembra che non gliene freghi niente a nessuno''. ''Mi piacerebbe che la gente discutesse seriamente su come curare i tossicomani perché c'è ancora molto da fare nel nostro paese. La gente non si droga perché la droga è legale o illegale ma lo fa perché da piacere e gli uomini, come tutti gli animali, seguono il principio di piacere, sfuggendo il dolore- commenta all'AdnKronos - Sogno un'Italia in cui i centri antidroga stendono un tappeto rosso ai tossicomani che chiedono aiuto. Se non lo fanno loro, sogno che li vadano a cercare e che li trattino bene. In Italia abbiamo ancora le guardie armate davanti l'ingresso dei centri, i pazienti vengono ancora selezionati in base a futili criteri quali, ad esempio, l'appartenenza territoriale''. ''Gli spacciatori di cocaina, qualora venisse legalizzata, si metterebbero a vendere fentanyl o eroina, non diventerebbero certamente delle crocerossine. Chi è abituato a guadagnare in maniera illegale troverebbe altri sistemi per farlo - conclude Barra- Sembra che l'unico interesse in tema di droga nel nostro paese sia la guerra tra proibizionisti e anti proibizionisti''. 

"Legalizzare la cocaina come lotta alle mafie e' una soluzione da 'dilettanti di criminologia'. Usiamo le parole di Paolo Borsellino per rispondere all'ipotesi ventilata ieri da Roberto Saviano". San Patrignano, la comunita' di recupero dalle dipendenze fondata da Vincenzo Muccioli sulle colline riminesi, replica cosi' alle parole dello scrittore, ieri al festival di Venezia. "Una dichiarazione - dice Antonio Boschini, responsabile terapeutico della Comunita' - che ci fa male perche' queste parole non fanno altro che alimentare quel clima di normalizzazione dell'uso di sostanze che si respira sempre piu' forte nel nostro Paese. Significa minimizzare la sua pericolosita', mettendo ancor piu' in difficolta', se possibile, le famiglie e tutte quelle comunita' che ogni giorno lottano per il recupero e la prevenzione fra i giovani". A Sanpa "pare assurdo che per una persona del livello di Saviano sia necessaria un'affermazione del genere per promuovere un suo prodotto". Legalizzare la vendita di cocaina "significherebbe solo aumentarne il consumo e per rendersene conto e' sufficiente pensare a quanto e' avvenuto con il gioco d'azzardo, con schiere di ludopatici che oggi non sanno a chi chiedere aiuto. Il problema e' gia' abbastanza grande cosi', non ci si metta anche Saviano ad aggravare la situazione".

"La cocaina riduce le sinapsi, logora la considerazione di se, altera i rapporti personali, uccide la vita. Caro SAVIANO, da ragazzino credevo nelle formule magiche, nel tutto e subito oggi a cinquant'anni non posso più'....ho visto troppe persone rovinarsi con la cocaina per dare torto a Paolo Borsellino che, al contrario di te, diceva no alla legalizzazione. La cocaina e' una pianta tossica che va estirpata. Non ci sono altre soluzioni". Lo scrive su Facebook il giornalista, saggista e conduttore televisivo Gianluigi Nuzzi, in riferimento alle posizioni di Roberto SAVIANO in tema di liberalizzazione della cocaina. 

"Non possiamo abbassare la guardia, le dichiarazioni dello scrittore Saviano a favore della legalizzazione droga aumentano e incentivano il consumo vanificando tutte le iniziative di prevenzione verso i nostri ragazzi. Sono parole gravi ed irresponsabili che offrono un appoggio ideologico al suo consumo sociale. A nostro parere, esprimono inoltre disprezzo nei confronti di migliaia di famiglie con figli che vivono nella morsa della droga. Saviano si scusi con loro". Lo afferma il direttore generale del Moige, Antonio Affinita. "La dichiarazioni 'choc' cui fanno eco, con termini e modalita' diverse nella forma ma non nella sostanza, quelle dei tanti rapper che inneggiano all'uso di droga, dovrebbero invece stimolare le istituzioni governative ad attivarsi concretamente. Purtroppo da oltre 10 anni aspettiamo dal governo la conferenza nazionale contro le droga, che per legge va organizzata ogni tre anni", conclude Affinita.

"Ha fatto benissimo la Comunita' di San Patrignano a rispondere a tono alle esternazioni deliranti di Roberto Saviano che vorrebbe legalizzare la cocaina. Sono dichiarazioni gravi, che sottovalutano e ignorano il dramma della dipendenza che non e' solo personale, ma coinvolge le famiglie, gli amici, la societa' intera. San Patrignano lo sa bene perche', nella sua lunga opera di lotta e contrasto alla tossicodipendenza, ha salvato e salva migliaia di giovani restituendo loro la vita. Cedere a simili provocazioni, come quelle lanciate da Saviano, o anche solo recepirle in silenzio, significherebbe alimentare il messaggio della 'normalita'' rispetto all'utilizzo di sostanze dannose e nocive, tradendo il principio prioritario della tutela della salute che uno Stato deve sempre perseguire. A Saviano consigliamo vivamente di promuovere i suoi prodotti televisivi con altre argomentazioni". Lo afferma Anna Maria Bernini, presidente dei senatori FI. 

"SAVIANO dice che bisogna legalizzare la cocaina...io sto sempre dalla parte della vita, la droga è morte. Vorrei che SAVIANO andasse a dormire alla Comunità incontro, come si fa parlare con faciloneria". Lo dice Matteo Salvini in un comizio a San Gemini, dopo aver visitato la comunita di don Pierino Gelmini. "La droga è morte -insiste il leader della Lega-, altro che venderla come fosse patatine fritte".

"Raccontare che “camionisti, chirurghi, operai edili, tassisti” usino cocaina, ci pare una irresponsabile generalizzazione, soprattutto per il messaggio che dà ai più giovani.Un’affermazione, quella di Roberto Saviano che trasforma patologie iper-minoritarie in modello. Come padri e madri di famiglia, aborriamo un simile messaggio. Può forse giovare accodarsi (e superare) a cosiddetti “filantropi” come lo speculatore George Soros, che promuove da anni a livello internazionale una campagna per la legalizzazione di alcune droghe, o all’Unione Europea che dal 2014 conteggia le attività illegali come prostituzione, contrabbando e appunto traffico di droga nel Pil, “drogando” la produttività reale dei vari Stati membri, e irresponsabilmente creando una forma di disincentivo alla lotta di queste pratiche illegali ed immorali, da parte degli stessi. Ma tutto ciò non fa bene alla nostra società". Lo dice Claudio Giudici, Presidente nazionale Uritaxi.
"Preferiamo, per la verità insita in esse, le parole del compianto Paolo Borsellino: “No, la legalizzazione degli stupefacenti non può rappresentare un momento per combattere la mafia” - che continuava dicendo - “la legalizzazione del traffico di droga non elimina affatto il mercato clandestino”, conclude Giudici.

"Le parole di Saviano sono pericolose e minacciano gravemente la sicurezza di tutti.Offendono il duro lavoro di chi, ogni giorno, nelle comunità terapeutiche cerca di dare un aiuto, un futuro, una vita più dignitosa e una speranza ai tanti ragazzi e ragazze, uomini e donne, che sono entrati nel giro della dipendenza da sostanze.Si tratta di percorsi difficili da attuare, che coinvolgono le famiglie, le istituzioni, che diventerebbero ancora meno realizzabili se proposte come quella di Saviano dovessero avere un seguito.Sono disgustata da chi si permette di trovare soluzioni senza regole, mi preoccupa la gente che campa illudendo i cittadini con qualche frase, raccontando qualche storia, e che alla fine non riesce nemmeno a comprendere la realtà della vita!". Lo dichiara la deputata della Lega Alessandra Locatelli. 

 "Siamo ormai al vaneggiamento. Forse incoraggiato dalla nascita antidemocratica del governo più di sinistra della storia italiana, Saviano propone di legalizzare la cocaina. Una tesi folle e devastante". Lo ha dichiarato in una nota il senatore Maurizio Gasparri (FI). "Questi apologeti della droga - ha aggiunto - avvelenano le coscienze. Bisogna combattere sia la diffusione delle droghe che le cosche del narcotraffico mondiale. La balla della lotta al crimine con le droghe legali è farneticazione pura. Coca legale in tutto il mondo poi, perché farlo in un solo paese a cosa servirebbe? E chi glielo spiega al mondo? Saviano? E poi le mafie, se si facesse mai questa follia, spaccerebbero altre droghe. E allora Saviano proporrebbe di legalizzare ogni droga presente e futura. Basta con questo delirio". Per Gasparri "le droghe e il crimine vanno combattute di pari passo. Saviano è un pericoloso sostenitore di tesi aberranti. E ricordiamo ancora sbigottiti gli infortuni nel casting di alcuni film. Il concetto di legalità per alcuni è interpretabile. Per noi no. Comunque sappia Saviano che il suo delirio non prevarrà mai. Si rassegni".
 
 
 
 
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