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 ITALIA - ITALIA - Cannabis light. Produttori: a rischio mercato da 150 milioni di euro
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4 giugno 2019 12:13
 
Secondo i produttori di cannabis light la "poca chiarezza" della recente sentenza della Cassazione sulla illegalità della vendita di un prodotto con "effetto drogante", starebbe mettendo a rischio un giro d'affari da 150 milioni di euro l'anno e la sopravvivenza di numerose società e startup del settore, nate negli ultimi anni. Le imprese della cannabis light sostengono che ad oggi hanno tolto milioni di euro dal mercato nero. Pur non essendo una droga, precisano, questi prodotti presentano un alto livello di CBD, Cannabinoide proveniente dalla canapa che non ha effetti "stupefacenti" ed è ampiamente utilizzato, all'estero, per i suoi benefici sulla salute e le sue capacità di apportare relax, con bassissimi livelli di THC, psicotropo che provoca lo "sballo". "Il vero problema è il limbo formatosi con la sentenza. Non è chiaro infatti se l'effetto drogante sia da intendere come THC nullo oppure, come da tossicologia forense lo 0,5%" dichiara Francesco Albano, ceo di Cannabeasy.it, una realtà che opera nel settore della vendita e della consegna a domicilio di Cannabis sativa 100% legale, con consegne in tutta Milano. Cannabeasy.it ad oggi, dopo la sentenza, ha dovuto interrompere il servizio fino a nuovi chiarimenti, per non rischiare ritorsioni penali. E così come la startup milanese oggi l'intero settore, con centinaia di negozi e migliaia di posti di lavoro in tutta Italia, è paralizzato, in attesa di capire le motivazioni dietro alla sentenza. Molti negozi ad oggi, in una Italia che ha bisogno di lavorare e produrre Pil, hanno purtroppo abbassato le saracinesche e restano in attesa di capire se la sentenza spazza via un intero un intero settore in florida espansione oppure se sostanzialmente resta tutto invariato, con la soglia dello 0,5% di THC come legale.

Mary Moonlight, Legal Weed e Cbweed, le tre principali aziende di cannabis light operanti del settore italiano, si uniscono per lanciare un appello alle istituzioni per tutelare il settore. "Quello che chiediamo - si legge nel comunicato delle tre aziende - è una regolamentazione del settore perché la legge (la 242 del 2016, ndr) parla chiaro, dunque vogliamo essere tutelati in quanto professionisti che svolgono nella legalità il proprio lavoro. Una tutela che non riguarda solo le nostre attività imprenditoriali ma anche i consumatori, perché lo stato deve tutelare innanzitutto i diritti dei cittadini. Una regolamentazione del settore infatti gioverebbe non solo alle aziende operanti nel settore della cannabis ma anche ai migliaia di consumatori che ogni giorno acquistano i prodotti che vengono utilizzati anche a scopo alimentare, quindi dovrebbero essere prodotti rispettando i più alti standard alimentari, cosa che noi già facciamo indipendentemente da quando siamo nati".

"Con un mercato non regolamentato i consumatori non sono tutelati e il rischio è che possa essere immessa nel mercato merce poco salubre - proseguono -. Siamo una realtà viva nel nostro paese, con milioni di fatturato e con centinaia di migliaia di consumatori che ogni giorno acquistano e apprezzano i nostri prodotti, che rispettano da sempre la legge sugli stupefacenti (la 309 del 1990, ndr). Abbiamo appreso che nei giorni scorsi il senatore del Movimento 5 Stelle Ciampolillo ha fatto appello alle forze politiche sane del Parlamento per votare 'subito una legge che consenta anche la commercializzazione della cannabis light, delle infiorescenze e dei prodotti derivati da piante sviluppate con semi certificati', appello che anche noi sottoscriviamo e siamo pronti anche noi ad aprire un dialogo con le istituzioni affinché si trovi al più presto una soluzione a salvaguardia dell'interno settore della canapa".
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