Mi scuso, sugli oppioidi aggiungo qualche ulteriore
precisazione, forse utile per qualcuno.
Come ho scritto, gli oppioidi sono farmaci molto ben
conosciuti e molto sicuri se usati correttamente.
Ma il punto-chiave è il “correttamente”, che significa
“oppioidi puri, di farmacia, in dosi precise e corrette,
in preparazioni sterili se li si inietta, ecc. ecc.”
Invece, gli oppioidi del mercato nero sono estremamente
pericolosi. Sono le droghe con cui è più facile morire,
per dose eccessiva (overdose) ma anche per altri meccanismi
che non cerco di descrivere qui.
E sottolineo che questa tragedia e questi morti sono una
delle conseguenze più maligne del cosiddetto proibizionismo
(che in realtà vuol solo dire che ogni genere di droghe è
sempre e ovunque in libera vendita 24/7).
Già in passato l’eroina uccideva, ma oggi – anche come
conseguenza della riduzione della produzione di oppio in
Afghanistan – sono stati immessi sul mercato nero
oppioidi sintetici, che a differenza dell’eroina non hanno
bisogno di partire dall’oppio e che sono estremamente
potenti. In particolare il fentanyl (e il suo derivato
carfentanyl), ma di recente anche i “nuovi” e non meno
pericolosi nitazeni.
Il fentanyl è circa 50 volte più “potente”
dell’eroina, nel senso che ne basta una dose 50 volte
inferiore per avere lo stesso effetto, incluso l’effetto
morte.
In medicina, il fentanyl è di uso comune, ma deve essere
dosato a microgrammi (milionesimi di grammo), e ovviamente,
una precisione a questo livello è impossibile sul mercato
nero.
E infatti in USA, dopo la comparsa del fentanyl illegale
(intorno al 2013) il numero di morti/anno legati all’uso
di oppioidi è schizzato verso l’alto, e nel 2023 è stato
di oltre 81.000 (di cui 74.000 legati al fentanyl)
(https://www.cdc.gov/nchs/pressroom/nchs_press_releases/2024
/20240515.htm).
Sottolineo anche che in USA, spesso si trova a sorpresa (e
senza potersene accorgere in anticipo) fentanyl non solo
mescolato all’eroina, ma anche ad altre sostanze, come
cocaina, o pillole e farmaci fasulli (es. Xanax) comprati su
internet. E anche per questo ci sono già stati molti
morti.
In Europa e in Italia il fentanyl sembra ancora poco
presente, ma il pericolo per il prossimo futuro è grave e
non deve essere sottovalutato.
10 luglio 2024 11:32 - Claudio Cappuccino
Se posso, vorrei esprimere la mia opinione:
1. l'umanità ha sempre e ovunque usato tutte le "droghe"
disponibili, in genere in modo socialmente controllato con
regole + o – strette.
2. l'oppio ha almeno 5000 anni di storia. La morfina è
stata isolata nel 1805. L'eroina è entrata in commercio nel
1898. Il fentanyl nel 1960. La cocaina è diventata famosa
con Paolo Mantegazza (1859), il Vin Coca Mariani (1862),
Sigmund Freud (1884) e la Coca Cola (1886).
3. il proibizionismo nella sua forma attuale (prima
proposta, L'Aja 1912, per 4 sostanze: oppio, morfina,
eroina, cocaina; prime leggi: USA 1914, “narcotici”, e
USA 1919, alcol) ha stravolto tutto.
4. A parte far nascere dal nulla la grande criminalità
organizzata, con tutto quello che ne consegue, da un lato ha
creato il "frutto proibito" (cosa che ha progressivamente
attratto verso le droghe soprattutto i più giovani, e nei
tempi recenti anche i giovanissimi). Dall'altro ha cambiato
– cosa secondo me fondamentale – il "significato"
socialmente e individualmente attribuito alle droghe. Una
controproducente propaganda negativa e una pessima
informazione hanno fatto il resto.
5. Prima della proibizione gli oppioidi (oppio, morfina,
eroina) erano essenzialmente farmaci, usati più o meno
bene, ma in generale soprattutto da adulti e anziani più o
meno malati. Poi, sono diventati un modo alternativo di
vivere e, specie negli ambienti più disagiati, un tentativo
di cancellare farmacologicamente i "problemi della vita".
La cocaina è stata un caso a sé: poco usata come
"farmaco", ma molto come energizzante e euforizzante. A
cavallo fra ‘800 e ‘900 è stata la droga del mondo
dello spettacolo e dei ricchi gaudenti della Belle Époque
(vedi D'Annunzio & C.). Dopo la proibizione, diciamo dagli
anni ‘920, è stata per un po’ sostituita dalle
amfetamine, rimaste a lungo in libera vendita. Dopo la
“proibizione” anche di queste (inizio anni ‘970), la
cocaina è tornata di moda e oggi ha raggiunto livelli
altissimi di diffusione.
Per non dimenticare l’altra grande droga, la Cannabis,
dirò che – poco usata come farmaco e un tempo limitata,
come “droga”, a sottogruppi etnici e ambienti artistici
– è stata inizialmente proibita nel 1937 (USA) e da
allora ha visto un impressionante boom dei consumi,
soprattutto fra i giovani (la beat generation).
Non parlo di altre sostanze per motivi di spazio (sebbene
molto breve e non aggiornato, credo che, volendo, si possa
ancora trovare il mio vecchio libro “Felicità chimica.
Storia delle droghe”, 2004).
6. quanto sopra come premessa per capire le origini storiche
del gigantesco problema attuale.
E arrivo alla proposta della dr.ssa Henry.
(a) per gli oppioidi, concordo. Gli oppioidi sono molto ben
conosciuti da un punto di vista farmacologico, “sono
sorprendentemente non-tossici anche quando usati
quotidianamente a dosaggi significativi per molti anni"
(Cecil Textbook of Medicine, 20a ed. 1996, p. 52), e come
ampiamente dimostrato dai trattamenti di mantenimento con
metadone o anche eroina, se usati correttamente sono del
tutto compatibili con una vita e un lavoro “normali”. In
questo, l’uso dei “terribili” oppioidi non è
sostanzialmente diverso dall’uso, legale e assai diffuso,
delle benzodiazepine.
(b) per la cocaina, le cose sono secondo me più complicate.
La stragrande maggioranza delle persone la usa in modo
autocontrollato e limitato, ma una significativa minoranza
“perde il controllo” e spesso arriva a rovinarsi la
vita. L’ABuso di cocaina, come l’ABuso di alcol, non è
compatibile con una vita “normale”, né per le relazioni
umane, né per il lavoro (vedi G.C. Flesca – V. Riva.
Polvere. Una storia di cocaina, 1988).
7. La mia proposta di “legalizzazione”.
Secondo me, come diceva Shakespeare, la maturità è tutto.
E l’informazione – umanamente e scientificamente onesta
e corretta – è l’altra faccia della maturità.
Tutte le droghe (o meglio, “quasi tutte”, alcune no)
possono essere usate in modo ragionevolmente sicuro e spesso
anche “utile”, se si sa quello che si fa e se non si è
tormentati dall’intrusione di altri nelle nostre scelte di
vita.
Io proporrei di pensare a una specie di “patente” – da
ottenere con un “corso di formazione”, come la patente
auto – che autorizzi all’acquisto legale delle
principali sostanze, limitatamente al consumo personale.
(a) Per gli oppioidi, con cui è facile raggiungere una
“stabilizzazione” del consumo, credo che non ci
sarebbero molti problemi, se non una questione di
“accettazione sociale”.
(b) Per la cocaina, invece, resto piuttosto scettico. È
difficile stabilire le dosi ammissibili, non esiste
stabilizzazione, ci sono serie controindicazioni mediche, e
ogni persona sarebbe un caso a sé, con comportamenti
imprevedibili. Una sostituzione possibile potrebbe essere la
destroamfetamina o la metamfetamina, che data la lunga
durata dell’effetto potrebbero essere un po’ meglio
gestibili.
(c) Per la Cannabis. La sostanza è poco tossica, ma è
certamente “alterante” (in questo è più simile
all’alcol). In genere è comunque usata in modo
responsabile, solo in particolari momenti o situazioni e non
crea problemi. L’uso quotidiano è invece fortemente
sconsigliabile soprattutto per i giovani, che non devono
“imparare a vivere” sotto l’effetto di una sostanza
inebriante, che ha anche diversi effetti negativi (p.es. su
concentrazione, attenzione, memoria).