Rispondo ancora a Enniusfirst, visto che evidentemente gli
piace rivolgersi sempre a me.
1.
Lei ha uno stranissimo modo di ragionare.
Per me non varrebbe la pena di rispondere, ma visto il suo
modo perentorio di giudicare gli altri, ritengo utile farlo
ancora una volta.
2.
Lei si domanda: "se un’opinione di UNA FONTE non è
condivisibile, e quindi si ritiene fallibile, lo stesso
giudizio di fallibilità non può essere attribuibile anche
alle altre opinioni espresse dalla medesima fonte?"
Mi scusi, ma ha riletto la sua frase? Le sembra sensata?
A me sembra (mi scusi) un'enorme sciocchezza, e mi permetto
di spiegarle perché:
- quella che lei chiama "la fonte" non esiste!!! Al Cato
Institute fanno capo moltissimi studiosi e ricercatori, ed
è con ciascuno di loro (e comunque su punti specifici, non
"in generale") che si può essere o non essere d'accordo.
- Certo non ha senso dire che, siccome qualcuno del Cato ha
scritto qualcosa su cui non si è d'accordo, allora tutto
quello che è pubblicato dal Cato è da buttare via !!!!
Mi scusi, ma lei ragiona sempre così?
3.
Lei scrive: "Se un soggetto ci dà ragione è credibile e
viene citato a supporto delle nostre opinioni."
Forse non se n'è accorto, ma è esattamente quello che lei
ha fatto praticamente in tutte le sue risposte (relative ad
altri articoli ADUC, p.es. quello sul sindaco di Cecina, o
quello sull'ONU).
Lei - in risposta a mie note il più ampie possibile, per
esempio sul problema politico-economico-sanitario posto dal
"proibizionismo" - ha sempre risposto citando 2 o 3 frasi
(in genere sulla Cannabis) accuratamente scelte per
segnalare solo rischi e danni, le cose che evidentemente le
piacciono. Le ho già detto che questo si chiama "cherry
picking", scegliere le ciliegine per cercare di avere
ragione.
4.
Mi spiace deluderla, ma io NON TENTO "di far riconoscere le
erbe magiche... per scopi ludici". Può citare una mia
singola frase in proposito?
Io tento solo di ragionare, e aiutare a ragionare, sul
"problema droghe" in generale, come ce l'abbiamo oggi.
Forse non sono capace di essere abbastanza chiaro, o forse
è lei che ha pregiudizi tali che le impediscono di capire
quello che gli altri dicono (è un aspetto di quella che
chiamano "dissonanza cognitiva").
5.
Cerco quindi ancora una volta di spiegare quello che secondo
me è il PUNTO ESSENZIALE, e che è anche quello discusso da
almeno 30 anni in molte "Policy Analysis" del Cato
Institute:
- io penso che tutte le principali "droghe" (alcol, tabacco,
caffè, oppioidi, Cannabis, stimolanti, allucinogeni,
benzodiazepine, antidepressivi...) possono essere usate bene
o male, in modo appropriato o inappropriato, in modo
"tecnicamente" corretto o sbagliato. Se usate "bene" possono
essere utili e benefiche, se usate male sono rischiose e/o
dannose.
- io sostengo che l'attuale sistema, chiamato "PROIBIZIONE"
ma che di fatto è una "LIBERALIZZAZIONE TOTALE AFFIDATA
ALLA DELINQUENZA ORGANIZZATA", fa enormemente più danni che
benefici a TUTTI, consumatori di "droghe" e no.
Danni che per di più, continuano ad aumentare anno dopo
anno.
E secondo me, anche se al punto in cui siamo sarà
DIFFICILISSIMO, occorre trovare un rimedio a questa
FOLLIA... Perseverare diabolicum.
- pur avendo letto migliaia di libri e articoli,
"scientifici" e no,
su ogni aspetto del "problema droga", non ho mai trovato
NIENTE DI CONVINCENTE a sostegno di questo sistema che ha
solo generato mafie, delinquenza, corruzione, inquinamewnto
dell'economia legale, una stupida "cultura dello sballo" fra
i ragazzini, devastazione nelle famiglie e milioni di
morti.
Perché queste non sono "conseguenze" dell'uso di droghe, ma
conseguenze del modo, che definisco "folle", con cui si è
pensato - da circa 100 anni - di "controllarlo".
6.
Ma lei riesce o non riesce a dire perché, secondo lei,
QUESTO SISTEMA è il migliore possibile e va conservato?
(senza parlare sempre e solo di di qualche singolo articolo
sulla Cannabis, erbe magiche, personaggi ottocenteschi che
l'hanno tanto colpita e simili e senza arrampicarsi sugli
specchi con domande senza senso come quella del punto 2 più
sopra).
9 agosto 2023 8:42 - enniusfirst
Cappuccino , riguardo il Cato Institute, scrive ..
“ Personalmente non condivido molte delle sue posizioni in
tema di politica e economia, ma non ho mai trovato nulla da
eccepire ai numerosissimi articoli "Policy analysis" che sul
"problema droga" e "proibizionismo" ha pubblicato da oltre
30 anni.….”.
La domanda da porsi è: se un’opinione di una fonte non è
condivisibile, e quindi si ritiene fallibile, lo stesso
giudizio di fallibilità non può essere attribuibile anche
alle altre opinioni espresse dalla medesima fonte ?
Siamo alle solite. Se un soggetto ci dà ragione è
credibile e viene citato a supporto delle nostre opinioni.
Se lo stesso invece esprime pareri contrari ai nostri,
allora va tenuto lontano.
Tutto il resto esposto da Cappuccino e solo fumo alzato in
abbondanza per tentare di far riconoscere le erbe magiche,
che sono sempre state lecite se usate in medicina, legali
anche per scopi ludici.
7 agosto 2023 20:39 - Claudio Cappuccino
Questo testo sulla storia americana della "guerra agli
oppioidi", come parte della "guerra alle droghe", merita di
essere letto e meditato da politici, giornalisti, medici e
malati. Magari anche di essere tradotto integralmente in
italiano.
Il documento presenta un quadro razionale, chiaro, preciso e
ben documentato dell'attuale "problema" degli OPPIOIDI,
farmaci essenziali e insostituibili sui quali purtroppo,
secondo due autorità mondiali sulla terapia del dolore,
"sono state scritte PIU' SCIOCCHEZZE [...] che su OGNI ALTRO
argomento medico." (R.Melzack e P.D.Wall, The challenge of
pain, 2nd ed 1996, p.203).
1.
La "guerra alla droga" ha cambiato radicalmente
l'atteggiamento collettivo verso tutte le sostanze, ma ha
avuto effetti particolarmente deleteri soprattutto su quelle
più utili e più usate in medicina.
In particolare quindi sugli oppioidi, "farmaci" molto prima
e molto più che "droghe". E in particolare a spese di chi
ha bisogno di ricorrere alla terapia del dolore "da moderato
a severo" e di chi ha la responsabilità di prescrivere i
farmaci più sicuri e appropriati.
2.
Gli oppioidi sono farmaci efficaci e utilissimi, ma molto
delicati da usare, Quelli di farmacia, distribuiti in forma
pura e in dosi precisissime, sono assolutamente sicuri, ma
quelli del mercato nero, come insegna l'ormai vecchia storia
dell'eroina, assolutamente no.
Se si sbaglia dose, con gli oppioidi è veramente facile
morire, e le sostanze del mercato nero sono inevitabilmente
impure e vendute in dosi imprecise e imprevedibili.
3.
Ciò è ben evidenziato dai recenti sviluppi osservati in
USA, paese che per motivi storico-sociali complessi ha da
sempre un vastissimo mercato illegale di oppioidi.
Negli ultimi decenni, via Cina e Messico, sono arrivati sul
mercato nero americano i derivati del fentanyl. Si tratta di
sostanze le cui dosi si devono misurare in microgrammi
(milionesimi di grammo), e il risultato è stato che,
siccome una simile precisione non può esistere sul mercato
nero, nel 2022 in USA ci sono stati quasi 100.000 morti
dovuti a "overdose" non-intenzionale di derivati del
fentanyl.
D'altra parte, queste sostanze stanno ormai largamente
prevalendo sul mercato USA, per facilità di produzione e
comodità di contrabbando. Immaginate il vantaggio per i
trafficanti, visto che 1 kg di fentanyl fornisce un numero
di dosi più o meno pari a 100 kg di eroina (e non richiede
di partire con 1 tonnellata di oppio grezzo).
P.S. E i derivati del fentanyl stanno ormai arrivando anche
in Europa.
4.
Per questo motivo, in USA da almeno vent'anni esiste un
comprensibile "allarme rosso oppioidi" che purtroppo non ha
trovato serie ed efficaci risposte politiche di "riduzione
del danno".
Ma questo "allarme rosso" relativo al mercato illegale ha
avuto enormi riflessi negativi sugli usi leciti, anche
considerando la "zona grigia" che ha sempre circondato
l'area delle prescrizioni di tutti i tipi di "psicofarmaci".
In pratica gli allarmi, le restrizioni e le paure - uniti
anche a iniziali comportamenti irresponsabili da parte di
alcune compagnie farmaceutiche per aumentare le vendite -
hanno creato problemi etici e professionali ai medici, hanno
lasciato molti malati in condizioni di abbandono se non di
disperazione, hanno creato disinformazione, e infine, hanno
sostanzialmente ridotto l'uso corretto di questi
preziosissimi farmaci.
5. Raramente in campo medico abbiamo assistito a una
tragedia comparabile, che tra l'altro coinvolge tutto il
mondo, e in particolare ha creato situazioni intollerabili
nei paesi più poveri, dove la morfina non è in molti casi
nemmeno disponibile negli ospedali.
____
P.S. Il Cato Institute (www.cato.org) è un istituto
americano nato nel 1977, che si occupa in generale di
politica, economia, diritto da un punto di vista
antistatalista ("limited government") e "liberista".
Ha anche pubblicato moltissimi documenti scientificamente
ineccepibili sul "problema droga", sempre dal punto di vista
della difesa della libertà/responsabilità individuale.
Personalmente non condivido molte delle sue posizioni in
tema di politica e economia, ma non ho mai trovato nulla da
eccepire ai numerosissimi articoli e "Policy analysis" che
sul "problema droga" e "proibizionismo" ha pubblicato da
oltre 30 anni.