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31 luglio 2019 16:27 - paolo55
Articolo perfettamente calzante. Nei primi del '900 fu (ri)scoperto che alcune piante riuscivano in effetti a mitigare febbre, dolori. Queste piante sono la Spirea Ulmaria ed il Salice gia' note da 400 A.C. Studiandone i componenti il principio attivo fu individuato nell'acido salicilico. Tutto quello che è in natura non puo' essere proprieta' privata
ne' brevettabile - farmaceuticamente parlando-.Nella presunzione umana , scartando quindi il resto della pianta, la Bayer riusci' a riprodurre sinteticamente in laboratorio tale principio attivo, aggiungendovi l'aceto come conservante . Da cui : acido acetil-salicilico. A-SPIRINA...dalla pianta Spirea ! Il problema grave e noto è che tale composto isolato puo' generare emorragie gastriche. Cosa che le suddette piante IN TOTO non provocano, grazie ai fitocomplessi che accompagnano il principio attivo. Per concludere l'economia che fa muovere il gigantismo farmaceutico fara' di tutto per non far escludere l'Aspirina - e derivati- a favore della cannabis.
31 luglio 2019 11:51 - mariagrazia3828
Non è proprio così. Come tutti sappiamo, sostanze molto più legate alle tossicodipendenze, anche iatrogene, come gli oppiacei sono da sempre perfettamente prescrivibili e prescritte (anche troppo) senza nessun problema culturale. Per i cannabinoidi c’è un tentativo di spingere la polemica sull’uso terapeutico (non ostante dati ben poco incoraggianti) solo da parte di chi è per la legalizzazione dell’uso (già depenalizzato) e del commercio a scopo voluttuario. Questo studio è uno dei tanti su nuove sostanze che, regolarmente, hanno meno reazioni avverse delle vecchie solo perchè ancora non sono emerse. Tanto per chiarire: un farmaco viene immesso in commercio dopo sperimentazione positiva su 3 o 4000 persone. Una reazione avversa grave che si presenti in un caso su 10.000 (cioè migliaia di casi se il farmaco viene assunto miliardi di volte come l’aspirina) può essere scoperto solo dopo anni di farmacovigilanza. Quanto agli aspetti economici, l’aspirina è uno dei farmaci meno costosi che circolino, tanto è vero che, a differenza di altri, non viene pubblicizzata. Non c’è dubbio che questi nuovi medicinali verrebbero venduti a prezzi molto più alti. Del resto è anche per quello (giustamente) che vengono studiati.
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