L’uso frequente di cannabis non è associato a cambiamenti
nella struttura del cervello, secondo i nuovi dati
pubblicati sulla rivista Addiction.
Un team internazionale di scienziati provenienti da
Australia, Regno Unito e Stati Uniti ha valutato la
relazione tra esposizione abituale a cannabis e volumi di
materia grigia in sette regioni del cervello, tra cui il
talamo, l’ippocampo, amigdala e il nucleo accumbens in due
grandi campioni gemelli basati sulla popolazione.
I ricercatori hanno riferito che “la normale variazione
nell’uso di cannabis non è statisticamente correlata alle
differenze individuali nella morfologia del cervello
misurate dal volume subcorticale”.
Al contrario, l’uso ripetuto di nicotina era positivamente
associato a volumi di talamo significativamente più piccoli
negli uomini di mezza età.
Gli autori hanno concluso: “Questa è la più grande
analisi esplorativa che integra immagini del cervello con
autovalutazione della cannabis e dati sull’uso di sostanze
comorbili. Dopo aver corretto i test multipli, non vi è
stato alcun effetto dell’uso di cannabis sul volume in
alcuna regione subcorticale di interesse nei giovani adulti
o nei maschi di mezza età.
Nel contesto della crescente medicalizzazione e
depenalizzazione e le preoccupazioni circa le conseguenze
della maggiore disponibilità di cannabis, i nostri
risultati suggeriscono che la variazione normale nel consumo
di cannabis non è statisticamente correlata alla morfologia
del cervello misurata con volumi sottocorticali in campioni
non clinico. “
I risultati sono in linea con precedenti studi di imaging
cerebrale che riportano che l’esposizione alla cannabis
sembra di avere poco o nessun impatto negativo sulla
morfologia del cervello, soprattutto se confrontato con i
drammatici effetti associati all’esposizione
all’alcol.
Due settimane fa, una meta-analisi di 69 studi indipendenti
ha riportato che l’esposizione alla cannabis negli
adolescenti e nei giovani adulti non è associata ad alcun
significativo effetto negativo residuo sulle prestazioni
cognitive. I risultati di un paio di studi longitudinali sui
gemelli pubblicati di recente riportano che l’uso di
cannabis non è associato in modo indipendente a nessun
cambiamento residuo nel quoziente di intelligenza o nella
funzione esecutiva .
20 aprile 2018 17:05 - ennius4531
Gli effetti dell'erba magica .....
Da Galileo - rivista scientifica
...
'A fare il punto della questione arriva oggi uno studio
realizzato da Wayne Hall, consulente dell’Oms e tra i
massimi esperti degli effetti della marijuana, che analizza
e riassume i risultati delle principali ricerche effettuate
negli ultimi 20 anni. I risultati, pubblicati sulla rivista
Addiction, dimostrerebbero la presenza di moltissimi effetti
negativi per la salute.
L’ipotesi di Hall è che venti anni fa la cannabis veniva
reputata poco dannosa per la salute per via della mancanza
di dati epidemiologici sufficienti su consumatori abituali.
Per questo, il suo studio punta a mettere a confronto gli
effetti della cannabis come potevano essere stimati dagli
studi scientifici disponibili nel 1993, con quelli che
possono essere dimostrati oggi. Il bilancio che emerge
dall’analisi, che va sottolineato si concentra unicamente
sugli effetti negativi della sostanza, non è molto
positivo.'.
Addiction First published: 7 October 2014
Conclusioni
'La letteratura epidemiologica degli ultimi 20 anni mostra
che l'uso di cannabis aumenta il rischio di incidenti e può
produrre dipendenza, e che esistono coerenti associazioni
tra uso regolare di cannabis e scarsi risultati psicosociali
e salute mentale nell'età adulta.'
Conclusions
"The epidemiological literature in the past 20 years shows
that cannabis use increases the risk of accidents and can
produce dependence, and that there are consistent
associations between regular cannabis use and poor
psychosocial outcomes and mental health in adulthood."
15 aprile 2018 0:22 - glacial68
ennius4531... la realtà mi dice che quasi tutti quelli che
hanno consumato canapa,hanno prima consumato alcol,(sostanza
molto più pesante)quindi basta un po di
logica,intuito,intelligenza per comprendere le balle a cui
ti affidi e che propini senza riflettere o addirittura con
dolo ed in mala fede.
27 marzo 2018 7:05 - Starfighter23
ASCOLTAMI BENE LATRINA4531 SMETTI DI SPAMMARE OPPURE
TORNIAMO A DISCUS,A TE LA SCELTA,VERRAI CLONATO SENZA PIETA'
QUANDO MENO TE LO ASPETTI,PROPRIO QUANDO CREDI CHE
STARFIGHER SI E' DIMENTICATO DI TE,NON TI DEVI MAI SENTIRE
TRANQUILLO,IO SO COME TORNARE A DISCUQ TU CHE NE DICI NE
SARESTI CONTENTO?
22 marzo 2018 9:05 - ennius4531
Dice la ricercatrice ' ... La ricercatrice ha spiegato che
al momento non ci sono studi che indichino una diminuzione
del coefficiente di intelligenza per il suo consumo, ne’
tantomeno questo consumo e’ relazionato con l’abbandono
della scuola ne’ con l’aumento di altre dipendenze.'
.
Evidentemente non é al corrente di quello che pubblica ..
l''Aduc.
Da Aduc
Notizia 11 ottobre 2013 18:54
"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di
concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti
piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha
coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole
superiori.
Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu'
possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di
altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina,
anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga
rende meno critici rispetto all'assunzione di altre
droghe.
Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in
particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe
"socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy.
Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato
sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially
acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu'
inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e
ecstasy.
Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York
University e pubblicato su Prevention Science."
Da Aduc
USA - Cannabis legalizzata. Incidenti stradali
raddoppiati
Notizia 12 maggio 2016 11:56
Incidenti stradali raddoppiati negli Stati americani che
hanno recentemente legalizzato la marijuana fra chi fa uso
di questa sostanza.
Lo rivela l'ultima ricerca della AAA Foundation for Traffic
Safety, secondo cui i limiti di legge sul consumo di
cannabis consentito per guidare sono arbitrari e non
supportati dalla scienza, cosa che potrebbe tradursi in un
pericolo concreto per gli automobilisti. Washington è stato
uno dei primi Stati a legalizzare l'uso ricreativo di
marijuana, e questi risultati sollevano preoccupazione, dato
che almeno altri 20 Stati Usa stanno considerando di fare la
stessa scelta quest'anno.
La Fondazione ha esaminato proprio la situazione dello Stato
di Washington, che ha legalizzato la marijuana nel dicembre
del 2012. I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di
conducenti coinvolti in incidenti mortali che avevano
recentemente consumato cannabis è più che raddoppiata:
dall'8 al 17% tra il 2013 e il 2014.
E' inoltre emerso che un conducente su 6 coinvolto in
incidenti mortali nel 2014 aveva recentemente usato
marijuana. "Questo aumento significativo è allarmante", ha
detto Peter Kissinger, presidente e Ceo della Fondazione
AAA. "Washington deve servire come 'caso studio' per aprire
gli occhi su quello che può verificarsi negli altri Stati
per quanto riguarda la sicurezza stradale, dopo la
legalizzazione della droga"