Cara luci sai quanta gente sta da ammazza prima di farlo con
i tipi strani e "violenti".. Anche perche di tipi strani e
violenti con i tempi che corrono se ne vedranno sempre
più.. E non hanno tutti i tortiXD
17 agosto 2015 19:14 - lucillafiaccola1796
anche se stai seduto su una panchina e sei strano ti fanno
fuori i poliziotti, municipali, non municipali...mica ti
fanno fuori solo in carcere...
l'ho detto anche altrove...i familiari degli "strani" o
"violenti" fanno prima a ammazzarli loro stessi i "parenti"
anziché rivolgersi a chiccessia per il TSO. E' molto meno
indolore, + u-mano, insomma...basta poco, checcevo'?
23 luglio 2015 21:13 - Bista
"Cambiare idea", che sciocchezza: intendevo "cambiare
schieramento".
Però, secondo Popper, anche le idee si devono cambiare
(falsificare) quando i fatti le contraddicono.
Grande!
Ma devo ancora capirlo bene.
23 luglio 2015 21:03 - Bista
Ciao, Ivan.
Se ho bypassato non l'ho voluto e mi dispiace.
Potrei spiegare meglio, ma son d'accordo con te che qui non
è il caso.
Non ho voluto etichettarti: neanche io corrispondo
all'etichetta di proibizionista che mi sono dato. L'ho fatto
per ragionarci su, come in un gioco delle parti. Stando
dalla tua hai ragionato con un "proibizionista" e questo ti
fa onore.
Io e te siamo dunque liberi di cambiare idea come e quando
ci pare e piace, perché siamo ambedue in buona fede.
23 luglio 2015 15:43 - IVAN.
.
Spiacente, Bista. A quanto pare hai bypassato a pie' pari
tutte le mie osservazioni, se ancora te ne esci con queste
cose su «Democrazia che non sta funzionando» e «Dare le
colpe a un tiranno è un comodo alibi». Mi pareva di aver
parlato distintamente di tutta un'altra cosa.
Comunque va bene così; su un forum non è il caso di
impuntarsi più di tanto su chiarimenti e precisazioni.
-----
(P.S.)
Un modesto suggerimento: fai attenzione alle facili
etichettature. Io non mi ritengo un
“antiproibizionista”. Sono equidistante dalle ideologie;
analizzo i PRO e i CONTRO di una cosa senza preconcetti di
sorta. Infatti anche un Proibizionismo applicato in maniera
disinteressata e con modalità corrette potrebbe essere
benefico. Ma applicato nel modo attualmente in corso, fa sì
che tra Legalizzazione e Proibizionismo i PRO e i CONTRO
stiano 10 a 1. Ecco il motivo della mia presa di posizione
sul tema specifico.
Quindi sarebbe bene evitare di inquadrare gli interlocutori
come seguaci di una data corrente solo per il fatto che ciò
che scrivono è “somigliante” ad un'ideologia
precostituita.
Ciao.
.
23 luglio 2015 13:36 - Bista
Ciao, ragazzi.
La democrazia che non sta funzionando è la chiara
dimostrazione che dar le colpe tutte e sempre ad un tiranno
è stato un comodo alibi: non ricadiamoci.
Se l'avrete vinta voi antiproibizionisti io spero che
abbiate avuto ragione; se, una volta vinto, fallirete anche
voi, il fallimento sarà anche mio che sono proibizionista.
Non è una contraddizione quando ci si sente appartenenti ad
una Nazione.
Ho definito Pulcinella questo Stato perché le sue funzioni
sono in mano a cialtroni (delegati anche da me): la naturale
predisposizione dei cialtroni è quella di delinquere.
Basta ragionare così.
Votare è un dovere, non un obbligo: se non trovo chi mi
rappresenta io non voto. Se mi rappresenta male è meglio
che poi cambi strada per non incontrarmi.
23 luglio 2015 10:45 - IVAN.
.
Un'altra cosa per riallacciarci al tema di base, Bista.
Tu hai scritto:
• «...uno Stato Pulcinella che tende a complicare per
natural disposizione anche i problemi più semplici.»
________________
Constatazione impeccabile, se non fosse per quel “per
naturale disposizione”.
No, non è affatto “naturale”. La complicazione dei
problemi semplici è una scelta deliberata dei governanti
per mantenere lo STATUS QUO, cioè il rapporto di sudditanza
tra Dominatori e Dominati.
E' dai tempi degli antichi Romani che il Potere si
autorigenera tramite il creare problemi dove non ci sono.
(Il motto latino “Divide et impera” ti dice niente?)
In breve: Senza problemi sociali, non c'è conservazione del
Potere. Perciò i dominatori hanno BISOGNO di creare
problemi ai loro dominati. E sottolineo CREARE.
Quindi, anche nel caso specifico (il problema “Droga”)
la soluzione sarebbe semplice: legalizzare. Ma ciò non
permetterebbe agli uomini di potere di lucrare sul problema.
E' più redditizio (dal LORO punto di vista, obviously)
mantenerlo VOLUTAMENTE in condizioni di criticità.
Ti sembrerà strano, ma la questione sta tutta qui. Ogni
dettaglio del problema conferma questa teoria. Possiamo
perciò continuare a far finta che il proibizionismo sia una
scelta “presa in buonafede per il nostro benessere
sociale”? Siamo seri, suvvia.
.
23 luglio 2015 10:44 - IVAN.
.
Caro Giambattista, sembri una persona intelligente...ma ogni
tanto scivoli sulla classica buccia di banana.
Cito:
• «Ribadisco: lo Stato siamo noi, o almeno lo puntelliamo
noi, senza costrizione, non il tiranno, potendo noi
liberamente votare per cambiarlo. E se votando non ci
riusciamo, appunto per ciò, sempre colpa nostra è.»
_______________________
Questo concetto, permettimi, mi lascia assai perplesso.
La storiella del “cambiare le cose tramite il voto” è
una FARSA. E pure mal recitata.
Ti basti pensare che a “noi” non è permesso di compiere
una “SCELTA” nel vero senso del termine, bensì soltanto
di esprimere una “PREFERENZA” tra opzioni prestabilite
da qualcun altro. E guardacaso, saranno TUTTE opzioni che
andranno a confermare il sistema di potere vigente.
In pratica, l'assunto delle elezioni è: “Decidi
liberamente se vuoi essere governato da un oppressore rosso
oppure da un oppressore nero”.
A queste condizioni, ovviamente qualsiasi sia l'esito finale
saremo COMUNQUE governati da un oppressore. Il che non
significa che “noi” abbiamo simpatia per gli
oppressori...ma dati i presupposti di base, non ci è
concesso di determinare un risultato differente da questo.
Ecco la fregatura di fondo delle cosiddette “libere
elezioni”. E NON ci è possibile evitarla, in nessun modo.
Ora: in un tale scenario, è ancora verosimile affermare che
«Lo Stato siamo noi perché possiamo votare per
cambiarlo»?
Onestamente a me sembra una barzelletta.
.
22 luglio 2015 23:37 - franka91
Scusate l'intrusione.
Bista io non ti capisco.. Ma chi noi? È bello fare i
"froci" col culo degli altri.. A me non hanno mai chiesto
nulla e sono stati rarissimi i casi in cui ho potuto
partecipare alla vita politica da cittadino..Parli di voto..
Ma quale? Quello che non ti permette di indicare la tua
preferenza e di nominare il tuo rappresentante? Quel tuo
voto che (come hai detto tu) equivale al mio che mi sono
fatto comprare? Cosa c'è da cambiare se fondamentalmente,
qualunque cosa metti a gestire le piccole parti della nostra
libertà che abbiamo ceduto in favore dello stato, è
governato da poteri che stanno al di sopra dello stato? E
sono quegli stessi poteri che alimentano il proibizionismo
nel caso specifico.. Lo stato saremo noi solo nel momento in
cui mi daranno delle responsabilità e mi consentiranno di
partecipare.. Non il teatrino delle elezioni..
Inizio a dubitare dell'utilità del suffragio universale..
22 luglio 2015 21:30 - Bista
Ciao di nuovo, Ivan.
Dopo averti letto, qualche giorno fa, la mia intenzione era
diversa.
Avrei voluto sollevare una questione riguardante la
falsificazione (una specie di messa in mora) di una teoria (
o idea) ottenuta mediante il riscontro dei fatti che, a mio
avviso, avrebbe potuto spiegare molto del perché tu sia
antiproibizionista ed io tenda al contrario.
L'intenzione mi è venuta in conseguenza del fatto che, dopo
una discussione in questo sito, ho voluto rivedermi, per
ampliarlo, quel poco, tutto scolastico, che avevo appreso,
tanto tempo fa, e mi era piaciuto, di Karl Popper.
Ma l'argomento si è rivelato per me veramente complicato,
non me lo aspettavo.
Questo pomeriggio è accaduto un episodio singolare che mi
ha fatto superare quella prima intenzione. Te lo
racconto.
Per piccole necessità di pulizie ed altra manutenzione, e
per evitare di dover buttare all'immondezza una decina di
pennarelli a inchiostro indelebile, secchi ma ancora nuovi,
ho chiamato per telefono una ditta locale che, pensavo, mi
potesse fornire un flaconcino di alcol isopropilico.
Sorpresa: "Ce l'abbiamo ma non possiamo darglielo; si
dovrebbe procurare l'autorizzazione dell'UTIF e ce la
dovrebbe portare. Le faranno compilare una scheda con la
destinazione d'uso ed il consumo annuale. E poi dovrà
pagare qualcosa; e qualcos'altro".
E perché?
"Boh...Probabilmente perché l'alcol isopropilico potrebbe
essere utilizzato come carburante, al posto dalla benzina,
eludendo l'imposta".
E meno male che non ci si potrebbe fare una canna.
Pensando all'argomento che ci vede diversamente schierati,
proibizionismo/antiproibizionismo, mi son chiesto cosa possa
mai funzionare, per qualsiasi soluzione opteremo, di
regolamentato da uno Stato Pulcinella che tende a complicare
per natural disposizione anche i problemi più semplici.
Mi son risposto: "Niente, perché uno Stato invece nasce per
semplificare la vita ai cittadini e farla a loro vivere al
meglio del decoro; e lì trova la sua ragion d'essere".
E ribadisco: lo Stato siamo noi, c'è poco da girarci
intorno, o almeno lo puntelliamo noi, senza costrizione, non
il tiranno, potendo noi, ogni cinque anni, liberamente
votare, anche per cambiarlo.
E se votando non ci riusciamo, appunto per ciò, sempre
colpa nostra è.
Non demagogia, ma il suo contrario.
21 luglio 2015 8:03 - Bista
Ciao, Ivan.
Avrei voluto farlo articolatamente ma desidero comunque
ringraziarti per il tuo commento a me diretto; sono uno
senza tempo e non si sa mai che mi dimentichi di farlo.
Non ho cambiato idea, ma le tue considerazioni mi son
servite per capire meglio.
20 luglio 2015 11:38 - ennius4531
Dal pensiero affabulatore dello scr-Ivan-o ..
"Certo; se si metti a dar corda al patetico troll chiamato
"ennius4531" se ne sentono di tutti i colori. Ma lui viene
pagato per fare disinformazione e guastare le discussioni
sui forum, appigliandosi a studi fasulli inventati di sana
pianta per dare una parvenza "scientifica" alle ragioni del
proibizionismo.
Se invece ti limiti a leggere solo i resoconti OBIETTIVI di
ricercatori in buonafede, noterai che quasi tutti concordano
nell'affermare la sostanziale innoquità della cannabis, e
l'assurdità di annoverarla tra le sostanze da proibire per
legge.
".
È ovvio che quelli in buona fede sono quelli che
parteggiano per il pensiero dello scr-Ivan-o, la cui
struttura mentale è simile a quella dei fascistelli i
quali sostenevano che il 'Duce ha sempre ragione'.
Ripropongo una ricerca recente di una nota universitá che
sicuramente per lo scr-Ivan-o è un .. ganglo della Spectre
proibizionista..
HARVARD, LO STUDIO: ‘USO MARIJUANA, ANCHE LIEVE E CASUALE,
DANNEGGIA CERVELLO’
APRILE 16, 2014
Esperimenti della Harvard Medical School con la cannabis
hanno dimostrato che anche il suo uso casuale è alla base
di danni permanenti al cervello.
Questa è ben lungi dall’essere una droga “leggera” e
nessuno sotto i 30 anni dovrebbe mai usarla, dicono gli
scienziati che hanno condotto la ricerca.
Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono stati trovati avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali.
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. Alcune persone utilizzano
marijuana una o due volte la settimana.
Questa gente pensa che un po’ di uso ‘ricreativo’ non
causi problemi. I dati dicono che è vero il contrario. La
cannabis non andrebbe usata, a meno che non si abbia una
malattia terminale e la necessità per combattere il dolore.
”
Il team ha esaminato le sezioni del cervello coinvolte nelle
emozioni, la motivazione e la dipendenza in studenti che
avevano usato cannabis e che non l’avevano fatto. Anne
Blood, assistente professore di psichiatria alla Harvard
Medical School, ha detto : “Queste sono strutture
fondamentali del cervello, costituiscono la base per il modo
di valutare le caratteristiche positive e negative circa
l’ambiente che ci circonda e prendere decisioni che non
siano dannose”.
Le modifiche sono i primi passi verso la dipendenza come il
cervello altera il modo in cui percepisce ‘ricompensa e
piacere’, rendendo le esperienze ordinarie sempre meno
appaganti rispetto al consumo di droga.
“L’abuso di droga può causare il rilascio di dopamina
di ricompense naturali, come il cibo, il sesso e
l’interazione sociale . Ecco perché i farmaci assumono
tanta rilevanza , e tutto il resto perde la sua
importanza.”
Lo studio è pubblicato sul Journal of Neurosciences.
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”....
19 luglio 2015 17:21 - IVAN.
.
• (da Bista:) «Purtroppo lo Stato, per colpa nostra, non
persegue il bene comune e non è al servizio dei cittadini:
oggi è un miserabile Grande Pappone.»
Non credo che sia "per colpa nostra" (anche perchè quel
"NOI", usato in modo così indeterminato e generico, mi
odora sempre di demagogia di bassa lega).
Semplicemente, lo Stato è lo Stato. Il suo scopo non è
creare una società "giusta", bensì una società
"CONTROLLABILE". Se ci pensiamo bene, la questione sta tutta
qui.
(Vuoi davvero discuterne, Bista? Ti avviso che dovremmo
scoperchiare pentole puzzolenti. Forse è meglio limitarci
alle "pentole" che riguardano il mero tema del topic.)
========================================
• (da Bista:) «Ma proprio in quest'ottica mi riesce
difficile capire che interesse possa avere a sostenere il
proibizionismo: converrebbe liberalizzare, come fatto con
l'alcol, così da mangiarci subito con l'imposta, sperando
che poi la gente esageri e inebetisca ulteriormente.»
Prima cosa: se ci pensi bene è PROPRIO il proibizionismo
che - paradossalmente - provoca la liberalizzazione delle
droghe.
Infatti la droga è GIA' "libera", proprio perché NON è
regolamentata. Questo è un dato di fatto. La si trova
dappertutto e a disposizione di chiunque. La droga è
libera, il pane no. Poichè il pane è regolamentato.
Se tu poni la droga sotto regolamentazione statale, essa
scomparirebbe dalle strade. Ecco perché fa comodo lasciarla
libera affinché "la gente esageri e inebetisca
ulteriormente".
Per gli sciacalli-di-Stato che lucrano sul proibizionismo,
il dover rinunciare alla Imposta statale (come avviene per
alcol e tabacco) non è NULLA rispetto ai vantaggi ottenuti
dal mantenere la commercializzazione delle droghe in regime
di illegalità.
Al di là di questo, ci sono altri interessi alla base del
regime proibizionista. Ad esempio:
– Il mercato clandestino viene TOTALMENTE gestito dalla
malavita, che può stabilire a suo piacimento i PREZZI e la
QUALITA' delle sostanze.
– C'è il tornaconto economico dello Stato, che può
raccogliere facili introiti da sanzioni comminate in modo
del tutto arbitrario e pretestuoso alle spalle di cittadini
sostanzialmente innocui.
– Ci sono i finanziamenti PUBBLICI a strutture PRIVATE di
sedicente "recupero" o "disintossicazione" (vedi
S.Patrignano o le cliniche di Giovanardi).
– C'è il valore propagandistico della demonizzazione
della cannabis, un tema sul quale battere a colpo sicuro per
raccogliere i consensi elettorali dei cittadini più
ignoranti e disinformati.
– Si provoca in modo inutile una "emergenza carceraria" su
cui lucrare coi soldi pubblici.
– Il venire classificati arbitrariamente come "consumatori
di sostanze" (in pratica: "delinquenti") è una forma di
controllo/ricatto per inibire cittadini scomodi al potere
politico (con pene pecuniarie, sospensioni della patente,
interdizione da cariche pubbliche, restrizioni della
libertà individuale, etc).
– Un consumatore di sostanze può venire automaticamente
colpevolizzato di un dolo (es. incidenti stradali, infortuni
sul lavoro) anche quando in realtà la sostanza NON ha avuto
alcuna concausa nel dolo stesso.
Questi giusto per citare i primi che mi vengono in mente. Ce
ne sono altri, e sono tutti meschini.
Capisci, Bista, che un simile giro di interessi sporchi deve
venire camuffato dietro qualche "nobile" ideale. E qui entra
in gioco la propaganda e la disinformazione, onde far
accettare il proibizionismo come "una soluzione giusta e di
pubblica utilità" (cioè: "Ti spremo fino a farti sputare
sangue ma è per il tuo bene". Funziona sempre, con i
pecoroni ammaestrati).
========================================
• (da Bista:) «Sulla canapa, che tu dici innocua, se ne
sente di tutto e del contrario di tutto.»
Certo; se si metti a dar corda al patetico troll chiamato
"ennius4531" se ne sentono di tutti i colori. Ma lui viene
pagato per fare disinformazione e guastare le discussioni
sui forum, appigliandosi a studi fasulli inventati di sana
pianta per dare una parvenza "scientifica" alle ragioni del
proibizionismo.
Se invece ti limiti a leggere solo i resoconti OBIETTIVI di
ricercatori in buonafede, noterai che quasi tutti concordano
nell'affermare la sostanziale innoquità della cannabis, e
l'assurdità di annoverarla tra le sostanze da proibire per
legge.
Sentire entrambe le campane va bene, però non puoi mettere
sullo stesso piano i risultati della Ricerca Indipendente
con quelli della Ricerca pagata per fornire risultati su
misura. I proibizionisti si appoggiano a quest'ultima dai
tempi di Anslinger, poiché sanno benissimo che gli studi
SERI non giustificherebbero mai le loro scelte politiche dal
punto di vista scientifico. Commissionare falsi studi è
l'unico modo di dare una parvenza di "credibilità" a scelte
politiche aberranti.
La pochezza argomentativa con cui i vari
Giovanardi/Serpelloni/Garattini difendono le loro posizioni
è emblematica. Il proibizionismo è basato su aria fritta.
Non è un caso che i loro proclami li lanciano sempre in
contesti privi di CONTRADDITTORIO PUBBLICO.
(In proposito, ti dirò: Una volta Serpelloni ha provato
pure a venire qui sul forum ADUC a fare propaganda. Ha
rimediato una figuraccia da vero miserabile: ignorante come
una capra e incapace di replicare a domande semplicissime. E
questi sono gli "esperti" che prendono decisioni in materia
di droghe per conto dello Stato. Vedi un po' tu...)
.
18 luglio 2015 23:14 - Bista
Ciao, Ivan.
Purtroppo lo Stato, per colpa nostra, non persegue il bene
comune e non è al servizio dei cittadini: oggi è un
miserabile Grande Pappone.
Ma proprio in quest'ottica mi riesce difficile capire che
interesse possa avere a sostenere il proibizionismo:
converrebbe liberalizzare, come fatto con l'alcol, così da
mangiarci subito con l'imposta, sperando che poi la gente
esageri e inebetisca ulteriormemte.
Panem et circenses.
Sulla canapa, che tu dici innocua, ma io che bevo vino non
lo credo per analogia, se ne sente di tutto e del contrario
di tutto.
18 luglio 2015 18:08 - IVAN.
.
• (da Bista:) «A parte gli effetti generici indesiderati
della mancanza di controllo, che tuttavia possono avere
conseguenze anche di estrema gravità, non penso che l'abuso
temporaneo di alcol spingerebbe uno che non ruba a rubare o
uno mansueto a compiere atti di violenza, nemmeno se tentato
o provocato.»
________________________________
Ovviamente no. Quella è una questione di INDOLE PERSONALE,
e non c'è sostanza che la possa intaccare.
Il discorso, chiaramente, è diverso per quelle facoltà
individuali che riguardano lucidità, prestanza fisica e
prontezza di riflessi.
Con l'abuso di sostanze, si possono verificare delle lacune
temporanee o anche semi-permanenti (nel caso che con l'abuso
prolungato subentri una sorta di DIPENDENZA COMPULSIVA).
Questi sono i casi a cui è sensato porre dei limiti per
legge...ma la previsione di sanzioni in modo indiscriminato
a CHIUNQUE faccia uso di una data sostanza è un mero
pretesto persecutorio camuffato da "provvedimento per il
comune benessere sociale". C'è poco da girarci intorno,
dato che l'assoluta inoffensività della cannabis è
comprovata, tranne in rarissimi casi di ABUSO SMODATO
(circostanza in cui può risultare nocivo pure il tabacco,
il vino o il pane).
E qui arriviamo al punto principale del tema.
Le leggi e le punizioni hanno IN TEORIA uno scopo
"educativo"; il "maestro" Stato stabilisce che ci sono
comportamenti distruttivi che i suoi "allievi" non devono
adottare, e li punisce se trasgrediscono.
La teoria non fa una grinza. E' la PRATICA che risulta
parecchio discutibile, quando il "maestro" (lo Stato) NON ha
affatto intenti educativi, ma si nasconde dietro il dito
delle "leggi di pubblico interesse" per curare invece i
propri interessi personali.
Quindi anche l'adozione di sistemi punitivi (nella
fattispecie il Carcere) non sono contestabili di per sé, ma
lo diventano quando essi vengono usati per imporre un potere
politico che non è affatto volto a creare benessere
sociale.
Nel caso specifico, il condannare al carcere dei semplici
consumatori è una decisione arbitraria, inadeguata e
infondata dal punto di vista sociale. La restrizione coatta
della libertà (carcerazione) va imposta agli individui
pericolosi per terzi; non deve essere distorta e
strumentalizzata come metodo di imposizione della volontà
dei farabutti-di-Stato.
Quindi la questione non è "Carcere sì o carcere no",
bensì le MODALITA' con cui la carcerazione viene comminata.
Questo è un esempio di carcerazione comminata con modalità
meramente OPPRESSIVE, e in quanto tale i cittadini sani si
dovrebbero opporre - indipendentemente da quali possano
essere le loro opinioni personali sull'uso di sostanze.
=====================
(P.S.)
Sottoscrivo in toto il post di Franka (11 luglio). Gli
esempi sono azzeccati, e i concetti di fondo non fanno una
grinza. Ihmo, obv.
.
13 luglio 2015 13:38 - Bista
Ciao, Franca; bella richiesta, quella fuori posto.
Se me l'avessi fatta anni fa ti avrei risposto di andare
prima a Cagliari: il Poetto era una spiaggia incantevole,
larga 30 m, lunga 10 km con cumuli di 3 m di altezza di
sabbia bianchissima (a Rimini se la sognerebbero), alberghi,
ristoranti, stabilimenti ed una Sella del Diavolo, Marina
Piccola e Capo Sant'Elia di acqua pulita, uno specchio col
riflesso del cielo, più trasparente dell'aria.
Cagliari era una bella città punico-romana di mare, potevi
spostarti agevolmente, senza far file; dovunque ti spostassi
trovavi da fermarti, veri cagliaritani bastasci(*) e cuor di
pescatori ed accoglienza a basso prezzo.
Ora quello non c'è più; prima perché l'essere umano non
si accontenta e poi perché non rispetta e distrugge ciò
che ha avuto in regalo.
Oggi la scelta non manca di certo, è anche più varia, e
più bella e interessante, e coinvolge l'intera Sardegna, ma
è soggettiva e suggerire senza validi elementi (campeggio,
alloggio, hotel?) non è leale perché da l'impressione
della conoscenza e dell'aggiornamento di chi suggerisce che
non può esistere: quel che andava bene l'anno scorso
quest'anno può rivelarsi una fregatura.
Se puoi non venire in Agosto: a Settembre è meglio; non
andare subito nei posti più rinomati, e cerca direttamente
una risposta aggiornata in qualche sito ufficiale tipo
sardegnaturismo.it
Ciao.
G.
(*) Bastasci sono gli scaricatori di porto di Cagliari,
quelli che a Genova chiamano camalli; il nome deriva dal
verbo greco bastàzo, trasporto a mano, sulla schiena. Erano
famosi per il linguaggio scurrile ed il tono della voce, non
proprio da educande.
11 luglio 2015 15:21 - franka91
Ciao bista
Trovo invece troppo comodo cavalcare l'ondata emotiva di chi
subisce il torto.. Il nostro legislatore ha sempre fatto
cosi e i risultati non sono stati sempre dei migliori..
Prendi il caso della corruzione dove il legislatore,
principalmente per prendere consenso, cavalcando l'onda di
indignazione generale, lanciava proclami di aumento delle
pene facendo tutti fessi e contenti ben sapendo che non è
la soluzione al problema.. Questo è troppo comodo, cioè
sfruttare il facile consenso di chi, colpito in maniera
diretta o indiretta, cerca "vendetta".
Trovo sin troppo facile e scorretto utilizzare l'arma della
pena ogni volta che la società lamenta un problema, le
carceri sono stracolme proprio per questo motivo.. La
maggior parte dei detenuti sono immigrati e
tossicodipendenti, cioè persone che con il carcere
dovrebbero avere poco a che fare.. E cosa si propone per "
risolvere" il problema? Nuove carceri.. Ecco come aggirare
il problema facendo tutti fessi e contenti di nuovo..
Nessuno dice di abolire il carcere (vera scemenza) ma
renderlo idoneo allo scopo come da te affermato e
soprattutto metterci chi effettivamente ci deve stare (mi
riferisco ai c.d. colletti bianchi ad es).
Di droghe pesanti no ma di droghe leggere ti posso dire.
La cannabis (non da spaccio), preferisco le indiche alle
sative, in base alla varietà può mettermi di buon umore,
stimolare la socializzazione, la creativita , farmi fare 2
belle, sane e grasse risate e stare in pace con il mondo che
mi circonda. Concordo con te che è da sciocchi piangere per
i limiti imposti per la guida che sono sacrosanti! Ma se ti
vietassero la produzione o la detenzione di vino? E se te la
vietassero perche dicono che ti fa vedere i semafori blu e
che dal vino si passa a sostanze più dannose? Non
contesteresti nel merito semplicemente perché te lo dice la
legge? Io credo di no.. Soprattutto se conosci gli effetti e
se sai che un uso consapevole e cosciente non ha niente di
nocivo.
Non penso che l'abuso temporaneo di alcol spingerebbe uno
che non ruba a rubare o uno mansueto a compiere atti di
violenza, nemmeno se tentato o provocato.
Qui sembra lasci intendere che per altri tipi di droghe sia
diverso.. Anche l'abuso temporaneo di altre droghe non
comporta tali conseguenze.. La differenza sta nel fatto che
i primi vivono nella legalità i secondi nell'illegalità
con le conseguenze già descritte..
Domanda fuori tema: ho notato che sei sardo.. Sai indicarmi
qualche posto dove fare una vacanzina economica senza
rinunciare a bei paesaggi?? XD
Buona giornata
10 luglio 2015 23:18 - Bista
Ciao Franka.
A chiacchiere può darsi, ma quando hai onestà (ti devi far
carico) e responsabilità (devi risponderne al tuo prossimo)
nel mezzo tra di chi fa un torto e di chi lo subisce non
puoi stare: troppo comodo.
Il carcere non è nato per essere scuola di malavita ma di
ravvedimento e di riscatto: poiché così non è bisogna
cambiarlo; abolirlo non si può, purtroppo. Sarebbe come
dire che, siccome in Sardegna ha fatto più danni la
giustizia italiana ed i suoi giudici della vendetta
barbaricina e dei balentes bisognerebbe tornare alle
bardane: una bella scemenza.
Di droghe non so ma di alcol ti posso dire.
A me piace il vino, quanto più alto è di grado più mi
piace. Lo reggo bene, mi mette di buonumore ed esalta le mie
qualità canore; ma non mi metto a piangere se il
legislatore mi dice che il sangue di chi guida non può
contenerne più di tot grammi a litro anche se il mio,
verosimilmente, ne potrebbe contenere molto di più. Mi
adeguo e basta perché capisco che stare a disquisire sul
merito sarebbe un bel problema.
Ciao Ivan
Sull'inversione causa-effetto sono d'accordo. Sulla stampa
si trovano "alberi assassini" solo perché qualcuno su di
giri c'è finito contro. Al posto dell'espressione
"consumatori che delinquono" userei " delinquenti che
consumano".
Sinceramente, al proposito, a parte gli effetti generici
indesiderati della mancanza di controllo (e di perdita
conseguente di dignità), che tuttavia possono avere
conseguenze anche di estrema gravità, non penso che
l'abuso temporaneo di alcol spingerebbe uno che non ruba a
rubare o uno mansueto a compiere atti di violenza, nemmeno
se tentato o provocato.
Ciao, Mariagrazia
Ti ho letto con interesse.
Se ci sei ancora, vorrei conoscere la tua opinione su quanto
sopra, all'ultimo capoverso, indirizzato ad Ivan.
5 luglio 2015 18:54 - IVAN.
.
• (da Mariagrazia:) «Purtroppo il problema non è
l'abuso, il problema è la dipendenza, cioè una situazione
del tutto opposta: voglio smettere e non ci riesco
nonostante i danni.»
Sinceramente questa affermazione suona strana. Infatti la
dipendenza nasce PROPRIO dall'abuso di una data sostanza,
sia nella QUANTITÀ che nella FREQUENZA DI ASSUNZIONE (e in
misura minore, dalla inconsapevolezza individuale dei
singoli consumatori, che pur non abusando in modo
sistematico di una sostanza non sanno COME assumerla nel
modo giusto per limitarne gli effetti collaterali).
======================================
• (da Mariagrazia:) «Ad oggi nessuno può dire chi
diventerà eroinomane o alcolista e chi no, nemmeno gli
interessati. Ma chi lo diventa non lo fa come un "abuso": è
una malattia come quella di mangiarsi le unghie, che però
non sono tossiche e non fanno dare i numeri.»
Il concetto mi è chiaro. Ma paradossalmente, è proprio il
proibizionismo che favorisce la dipendenza.
In primis, nella totale mancanza di controlli sulla QUALITÀ
della sostanza prodotta.
Un consumatore, per quanto esperto ed informato, non può
essere consapevole del principio attivo contenuto in una
data sostanza. La maggior parte delle overdosi ha origine
proprio da questo. E' raro che una sostanza “pura”
provochi danni gravi. Gli effetti collaterali li ha
comunque, però sono PREVISTI e - in una certa misura -
CONTROLLABILI. Cosa che non può avvenire con le sostanze
prodotte in clandestinità.
Non è un caso che quasi tutti i ricercatori indipendenti
siano a favore della Legalizzazione. Persino i
proibizionisti, in cuor loro, sanno bene che i PRO e i
CONTRO stanno 10 a 1...ma per squallide questioni politiche
e speculative, mantengono lo stesso il regime di
illegalità.
======================================
• (da Mariagrazia:) «[Eroina e cocaina] erano farmaci
pericolosi soprattutto perchè davano dipendenza in una
percentuale molto più elevata dell'alcol. Adesso che si è
fatta una campagna per la prescrizione di oppiacei anche a
persone con dolore cronico ma non terminali, infatti, ce ne
stiamo riaccorgendo e, soprattutto se ne stanno accorgendo i
pazienti.
Su questo siamo d'accordo. Per esempio, Oxycontin e Fentanyl
sono più intossicanti di eroina e coca. E se mi dici che
questi effetti collaterali NON erano stati ravvisati in fase
di testaggio preliminare del farmaco, ci credo poco. Eppure
non solo sono prescrivibili, ma si è creato un enorme
mercato clandestino pure di essi. (Domanda: da dove
provengono le tonnellate di Oxicontin vendute illegalmente,
dato che IN TEORIA dovrebbe essere un farmaco reperibile
SOLTANTO previo regolare ricetta medica?)
======================================
• (da Mariagrazia:) «se si decidesse che chi usa questi
prodotti a scopo voluttuario se li può comprare in
drogheria o al bar, credo che bisognerebbe anche abolire
l'obbligo di ricetta medica per chi li usa a scopo
terapeutico. Secondo me i decessi aumenterebbero di molto.
Forse tornerebbero ai livelli di quando erano droghe da
drogheria.»
Ovviamente nessuno si è mai sognato di proporre uno
scenario del genere.
La Legalizzazione si propone semplicemente di porre SOTTO
CONTROLLO STATALE quel traffico che ora è monopolio
esclusivo della malavita.
Confondere “Legalizzazione” con “Liberalizzazione”
è la tipica tattica dei proibizionisti per creare
disinformazione sull'argomento. Un chiaro sfoggio di
disonestà intellettuale, dato che i vari
Giovanardi/Serpelloni/Garattini/etc sanno BENISSIMO che
“Legalizzazione” è tutt'altra cosa da
“Liberalizzazione”.
Qui mi sento di riportare un paragrafo di Franka91, chiaro e
sintetico:
• «Approccio sanitario e inclusivo non vuol dire droga
libera per tutti e neanche droga al supermercato. Ma bisogna
prendere coscienza che c'è una domanda e questa domanda
viene soddisfatta dalla criminalità. Che interesse ha lo
spacciatore nel recuperare un tossicodipendente? Nessuno se
non quello di aumentare la dipendenza.»
Sic et simpliciter.
.
4 luglio 2015 15:20 - franka91
Da che parte dovremmo stare? Da nessuna delle due.. Ma
essere terzi e (non mi stancherò mai di dirlo) ragionare in
funzione della riduzione del danno.. Oltre alla punizione
l'interesse di tutti è quello che non riaccada.. Il carcere
invece molte volte è una scuola di criminalità.. Entri
diplomato in furti esci specializzato in rapine..
Ovviamente parlo di dipendenze da droghe pesanti e non di
droghe leggere dove la proibizione non sta ne in cielo ne in
terra..
Comunque ci tengo a sottolineare che seppur abbiamo punti di
vista differenti la discussione sia costruttiva e non
distruttiva come in altri post sullo stesso sito. Mi avete
dato punti su cui riflettere e questo mi fa molto
piacere.
Buona giornata umani!
Il mio amato mare mi aspettaaaaaaaa!!
4 luglio 2015 14:17 - franka91
Ciao Bista,
I ladri gli assassini, i politici e quel tipo strano che ha
venduto per 3mila lire sua madre a un Nano hanno pari
dignità.. Verissimo.. Ed è proprio in ragione di questa
dignita ma soprattutto eguaglianza che vanno trattate
situazioni diverse in maniera diversa.. Un cleptomane ruba a
causa della sua patologia.. Un malato di anemia no.. Cosi un
tossicodipendente può commettere reati a causa della sua
patologia.. Dico può perche le varianti sono molte, ad es
un tossico che può permettersi la sua dose difficilmente
commetterà reati in relazione alla sua patologia se non
andare contro la normativa sugli stupefacenti (e qui entra
in gioco la criminalizzazione dei soggetti e non dei fatti).
Cercando di ragionare in una prospettiva di riduzione del
danno (e qui rispondo anche all'interessante post di
Mariagrazia) la storia ci ha insegnato che l'atteggiamento
repressivo ha avuto più effetti collaterali che positivi
contribuendo all'aumento delle dipendenze (il periodo del
'29 americano insegna). Solo un approccio sanitario e
inclusivo può ridurre il danno da tossicodipendenza come è
avvenuto in Portogallo. Approccio sanitario e inclusivo non
vuol dire droga libera per tutti e neanche droga al
supermercato.. Ma bisogna prendere coscienza che c'è una
domanda e questa domanda viene soddisfatta dalla
criminalità.. Che interesse ha lo spacciatore nel
recuperare un tossicodipendente? Nessuno se non quello di
aumentare la dipendenza..
Se non ci fosse l'uomo questo mondo vivrebbe in pace.. La
mia era una battuta sarcastica.. I problemi sono conseguenza
dell'esistenza bisogna lavorare al meglio per poter vivere
tutti in modo migliore.
4 luglio 2015 9:35 - Cebete
@mariagrazia3828
Trovo il tuo intervento molto interessante e condivido la
tua opinione riguardante il fatto che non sia possibile
sapere in anticipo chi diventerà tossicodipendente e chi
no. Tuttavia possiamo comunque cercare di individuare dei
fattori di rischio. Non ne sono sicuro ma credo che
l'esposizione a una certa sostanza in molti casi e per molte
sostanze non sia il fattore di rischio principale. Capisco
che sia anche il fattore più controllabile ma già
identificarlo come fattore di rischio principale, se così
non fosse, sarebbe un cattivo servizio per la collettività.
Poi la questione è sempre quella, se per alcuni avere una
ferrari significa morte, proibiamo le ferrari? Io non lo so.
In ogni caso in un contesto in cui fosse liberalizzato l'uso
di sostanze senza scopo medico le ricette servirebbero
ancora. almeno fino a quando avremo un sistema sanitario
nazionale.
Per quanto riguarda la morte per abuso di oppiacei nel
dolore cronico credo invece che ci potranno dare una mano
farmaci a base di cannabinoidi. Pare infatti che in Colorado
da quando la cannabis è sata legalizzata le prescrizioni di
oppiacei abbiano subito una drastica riduzione.
Insomma io non lo so se avere un sistema antiproibizionista
sia meglio di averne uno proibizionista, però credo che la
tossicodipendenza non sia una malattia di cui si facile
individuare le cause socialmente gestibili.
3 luglio 2015 21:20 - mariagrazia3828
Caro Ivan purtroppo il problema non è l'abuso (= voglio
sbronzarmi per fare dispetto alla morosa e poi mi diverto a
spaccare tutto, morosa compresa). Per questi (come per
altri) comportamenti idioti ci sono tutte le sanzioni che
vogliamo e chi li mette in atto, dopo un anno senza patente,
di solito non si ripete. Il problema è la dipendenza, o
tossicomania che dir si voglia, cioè una situazione del
tutto opposta: voglio smettere e non ci riesco non ostante i
danni. Ad oggi nessuno può dire chi diventerà eroinomane o
alcolista e chi no, nemmeno gli interessati. Ma chi lo
diventa non lo fa come un "abuso": è una malattia come
quella di mangiarsi le unghie, che però non sono tossiche e
non fanno dare i numeri. Purtroppo pare che tutti si siano
dimenticati come e perchè eroina e cocaina, dopo essere
state regolarmente prescritte come panacee per tutti mali
(confronta "Sulla coca" di Freud), sono state rapidamente
sottoposte a controllo. Non è perchè ci sia stato un
complotto internazionale a favore dei narcotrafficanti e
contro i viveurs. Erano farmaci pericolosi per tanti motivi
ma soprattutto perchè davano dipendenza in una percentuale
molto più elevata dell'alcol. Adesso che si è fatta una
campagna per la prescrizione di oppiacei anche a persone con
dolore cronico ma non terminali, infatti, ce ne stiamo
riaccorgendo e, soprattutto se ne stanno accorgendo i
pazienti. In ogni caso, se si decidesse che chi usa questi
prodotti a scopo voluttuario se li può comprare in
drogheria o al bar, credo proprio che bisognerebbe anche
abolire l'obbligo di ricetta medica per chi li usa a scopo
terapeutico. Secondo me i decessi aumenterebbero di molto.
Forse tornerebbero ai livelli di quando erano droghe da
drogheria. Se lo trovi, prova a leggerti un testo di
psichiatria di fine 800 (l'Agostini, per esempio) e vedrai
a cosa mi riferisco. Ciao
3 luglio 2015 11:36 - IVAN.
.
• (da mariagrazia3828:) «Purtroppo non è vero che la
dipendenza da sostanze non produca reati se la sostanza è
legale: basti pensare alle decine di migliaia di delitti,
dagli omicidi colposi sul lavoro e in auto, ai
maltrattamenti, alle risse, fino agli omicidi volontari,
collegati all'alcolismo.»
___________________________________
Giusto. Però questo è un EFFETTO (peraltro limitato a
pochi casi individuali) e non la CAUSA (che attribuisce una
dannosità GENERALE, sempre e comunque, della sostanza
proibita per legge).
In altre parole: è l'ABUSO (sic!) di alcol ad essere
deleterio, non l'USO di per se stesso (che potrebbe essere
anche moderato, senza rischi alcuni per il consumatore o per
terzi, come avviene nel 99% dei casi).
Lo stesso discorso vale per la cannabis o qualunque altra
sostanza attualmente commercializzata in stato di
illegalità: sul fatto di porre un limite all'ABUSO siamo
tutti d'accordo...ma quali sono le ragioni sociali, o
salutistiche, o economiche, per cui debba venire punito
anche un uso moderato e innocuo della sostanza?
.
3 luglio 2015 11:25 - IVAN.
.
Ciao, Bista. Premesso che di solito apprezzo i tuoi
commenti, vorrei riprendere questo tuo passaggio:
• (da Bista:) «...se non ci fossero loro, i consumatori
che delinquono, le carceri basterebbero, le risorse
sanitarie potrebbero essere meglio indirizzate ad assistere
gente che non s'è abbrutita alla ricerca di maggiori
prestazioni e di paradisi artificiali e non ci sarebbero
neppure i narcotrafficanti. Ed io potrei avere, senza tema
di carabinieri, il balcone pieno di vasi di canapa
indiana.»
__________________________________
Secondo me qui sbagli approccio metodologico. Focalizzi
l'attenzione sull'EFFETTO (“i consumatori che
delinquono”) invece che sulla CAUSA (la legge che
categorizza i consumatori come “delinquenti”).
Per capirci, ti faccio un esempio:
Supponiamo che da adesso l'indossare i calzini bianchi
diventa un reato, e chi trasgredisce viene perseguito.
Capisci anche tu che c'è una bella differenza - a monte -
tra lo stabilire che l'indossare calzini bianchi è un reato
al pari del furto o dell'omicidio. Un reato non è un
"reato" solo in virtù dell'arbitrio dei legislatori, e se
io ritengo che certe leggi siano ottuse o in malafede, posso
decidere di oppormi ad esse affinché uno sia libero di
indossare i calzini del colore che gli pare senza che venga
criminalizzato per questo.
Lo stesso avviene per la cannabis: è stata messa fuori
legge per meri motivi di speculazione commerciale, camuffati
goffamente da motivi "salutistici" (spero che tu sia a
conoscenza della storia del "Marijuana Act" di Anslinger).
Di conseguenza, anche i consumatori i cannabis sono stati
trasformati arbitrariamente in "trasgressori" da un giorno
all'altro, senza che abbiano commesso nulla di pericoloso
per l'ordinamento sociale.
E' il classico caso di LEGGE CRIMINOGENA, cioè una
normativa che attribuisce d'arbitrio una condizione di
criminalità per soggetti che PRIMA erano del tutto
innocui.
Un esempio lampante è il proibizionismo dell'alcol negli
anni 30: colpevolizzando i bevitori, la legge ha provocato
più danni dell'alcol stesso. Poichè ciò non ha affatto
interrotto il consumo di alcol, ma ne ha solo regalato il
monopolio alla malavita (che peraltro ha inondato il mercato
di alcol di pessima qualità, dannosissimo per la salute).
Il successivo ritorno alla legalizzazione dell'alcol ha
sistemato tutti i disastri provocati dal proibizionismo.
Idem sta succedendo ora con la colpevolizzazione arbitraria
del consumo di cannabis. La storia si ripete: è lo stesso
identico principio, lo stesso identico sbaglio, lo stesso
identico sopruso perpetrato “a norma di legge” da
politicanti nient'affatto in buonafede.
Capisci quindi che sentir parlare di “consumatori che
delinquono” suona perlomeno...stridente.
(A meno che il tuo passaggio non vada interpretato in un
altro modo, obv.)
.
2 luglio 2015 20:47 - Bista
Ciao Franka
Le regole ce le diamo per il tramite di quei deficienti che
mandiamo a rappresentarci in parlamento. Sono deficienti
perché se fossero capaci di intendere e di volere e
agissero semplicemente perseguendo il loro vero interesse
non si comporterebbero come fanno.
Anche la democrazia è un male minore: è un male perché il
tuo voto dato onestamente vale come il mio che me lo sono
venduto; è male minore perché è meglio della tirannia.
Ladri, assassini e politici hanno la mia stessa dignità
perché ciò che noi siamo non è merito, né demerito, di
ciascuno di noi.
Paolo di Tarso era ladro, assassino e politico ma una caduta
da cavallo lo ha costretto a cambiare attività.
Io sono caduto da asino; non mi è servito a niente e sono
più cattivo di prima: perché a Paolo sì e a me no?
Ma a questo punto cosa facciamo? Giustifichiamo tutto? E
dove dovremmo mettere un cleptomane, in gioielleria?
Guarda che chi delinque è sempre un malato, nonostante in
questa deliziosa ex culla (oggi bara) del diritto si affermi
diversamente; ma, come ci son giudici e giudici e
carabinieri e carabinieri (leggi qui sotto), ci sono malati
cleptomani, malati di anemia mediterranea e malati che se la
sono andati a cercare.
Facciamo di ogni erba un fascio anche quando siamo
costretti, per nostra imperfezione, per sopravvivere, a
distinguere?
Da che parte dovremmo stare: da quella di chi fa un torto o
da quella di chi lo subisce?
Se non ci fosse l'uomo questo mondo vivrebbe in pace.
Ahi, ahi: io e te la vediamo in maniera opposta e siamo
arrivati alla stessa conclusione.
E adesso chi ci salverà?
G.
Mi dovrò assentare. Spero di poter rientrare e di trovare
ancora Mariagrazia.
2 luglio 2015 13:57 - true lie
la cura alle tossicodipendenze esiste da sempre....che
tristezza leggere ancora ste storie.
informatevi e svegliatevi popoli di tele-rincoglioniti e
schiavi del sistema: IBOGAINA
2 luglio 2015 10:34 - franka91
Mi è sfuggita una parte: regole che ci siamo liberamente
dati.. Bhe nel caso della fini-giova è stata censurata nel
2014 fondamentalmente proprio perche non è stata concepita
liberamente.. Ma qui si apre una parentesi lunga..
2 luglio 2015 10:17 - franka91
Ciao bista,
Scusa ma sei andato oltre.. Io non ho mai parlato di
anarchia. Stavo criticando semplicemente una norma no la
legge in generale.. È ovvio che abbiamo la necessita di
imporci delle regole.. Ma..
La pena nel sistema penale deve essere l'ultima ratio in un
paese civile (sussidiarietà) e solo offese sufficientemente
gravi meritano il ricorso ad una pena (proporzionalità), la
pena deve tendere alla risocializzazione e alla
rieducazione.. Vedi questi sono tutti principi raggiunti
più di 200 anni fa.. nella specifica normativa sugli
stupefacenti, che fa un mucchio selvaggio fra consumatori e
spacciatori distinguendoli formalmente ma nella sostanza
sono parificati, non c'è nulla di tutto questo.. Una norma
(penale) è necessaria al raggiungimento di uno scopo
(riduzione del danno, prevenzione..) la ex fini-giova non ha
nulla di tutto ciò.. Metteresti in carcere un cleptomane
perché ruba?
Poi l'iter per l'applicazione di una norma è: legislatore
commina, giudice applica. fortunatamente il regime
inquisitorio e l'arbitrio del giudice lo abbiamo superato da
un pezzo.. Anche se..
Poi il discorso se non ci fossero loro.. Bho non lo capisco
proprio.. Se non ci fossero ladri, assassini, politici.. Se
non ci fosse l'uomo sarebbe meglio dire.. Questo mondo
vivrebbe in pace..
Buona giornata
1 luglio 2015 23:07 - mariagrazia3828
Purtroppo non è vero che la dipendenza da sostanze non
produca reati se la sostanza è legale: basti pensare alle
decine di migliaia di delitti, dagli omicidi colposi sul
lavoro e in auto, ai maltrattamenti, alle risse, fino agli
omicidi volontari, collegati all'alcolismo. In più, negli
USA (e, indovino? a breve anche in Europa) i decessi per
sostanze oppiacee prescrivibili hanno ormai superato quelli
da sostanze da strada. Il caso di Solliciano è comunque da
chiarire (se già non è stato fatto) perchè una persona,
se eroinomane e in trattamento con metadone, non dovrebbe
poter andare in overdose da oppiacei e ciò per
l'instaurarsi di tolleranza crociata che è, per l'appunto,
l'obbiettivo della terapia. Se invece era dipendente da
altro non avrebbe dovuto essere trattata con metadone
perchè i rischi di interazioni farmacologiche impossibili
da prevedere avrebbero superato il beneficio di ridurre i
danni di una sola sostanza. Inoltre: quali erano queste
sostanze, diverse dagli oppiacei, che sarebbero state
spacciate in carcere? E si è verificato se, invece, per
caso, non ci sia stata una prescrizione impropria di
psicofarmaci controindicati in associazione con metadone
come, ad esempio, tutti i neurolettici? il decesso è
davvero dovuto ad overdose (= depressione respiratoria) o
c'è la possibilità che sia attribuibile ad una aritmia
cardiaca? dico questo perchè ho visto spesso associare il
metadone a farmaci che alterano l'ECG (allungamento del QT)
cosa che non si dovrebbe proprio fare. Forse sarebbe ora di
verificare quali psicofarmaci si prescrivono in carcere, a
chi, e per quali diagnosi (o nondiagnosi...). E anche come
si fanno (o non si fanno) le diagnosi. Credo proprio che il
proibizionismo non c'entri niente con questi problemi, se
non nel senso che, a volte, visto i rischi associati a certe
"terapie", ci si chiede se non sarebbe meglio non averle.