Se il racconto è "vero" siamo ovviamente di fronte a un
vero e proprio "caso clinico". Una persona disturbata che
affronta i suoi problemi intimi in modo inappropriato, fino
a farsi (e forse anche fare) del male, e che non è certo in
grado di svolgere correttamente una professione complessa e
delicata. Una persona che ha bisogno di aiuto e deve essere
aiutata.
Però, secondo me, è bene ricordare che il semplice "uso"
di sostanze psicoattive non necessariamente altera in modo
patologico il comportamento e le funzioni cognitive.
Prima della "proibizione" (1970 circa) l'uso occasionale di
amfetamine (comprate in farmacia e usate in dosi corrette)
era diffusissimo, in particolare nelle professioni
intellettuali. E le amfetamine usate in questo modo possono
nettamente migliorare le prestazioni (attenzione, memoria,
capacità di lavoro). La cocaina è esattamente la stessa
cosa, anche se ha effetto molto più breve ed è quindi
molto più facile finire per usarla "male" (vedi G.C. Flesca
e V. Riva - “Polvere. Una storia di cocaina”, Sperling &
Kupfer 1988).
Al contrario, l'alcol ad alte dosi è forse, fra tutte le
"droghe", quella che altera in modo più "grave" il
comportamento (riduzione dei "freni inibitori", reazioni
inappropriate e anche violente) e il giudizio (capacità di
analisi e di decisione): un conto è una bevuta occasionale
con gli amici un sabato sera, tutt'altro essere "in stato di
ubriachezza" sul posto di lavoro.
P.S.
Per evitare di demonizzare inutilmente le sostanze, ma aver
chiaro che "i problemi" - quando ci sono - nascono sempre
nell'intimo e nella storia delle persone, potrei ricordare
che moltissimi grandi personaggi della storia, prima della
"proibizione" ma sicuramente anche dopo, hanno fatto uso di
ogni tipo di sostanze psicoattive senza particolari
problemi.
E non parliamo nemmeno del gigantesco numero di persone di
ogni genere e gruppo sociale che OGGI usano quotidianamente
benzodiazepine (Tavor, Lexotan, Xanax, Rivotril, ecc.), che
come tranquillanti non sono molto diverse dai temutissimi
oppioidi (a parte che per fortuna non hanno rischio di morte
per overdose).