SCUSATE, RITENGO NON CORRETTA LA FRASE "Gli oppioidi ...
sono esponenzialmente più dannosi per il corpo umano
rispetto alla cannabis".
Gli oppioidi sono più PERICOLOSI rispetto alla Cannabis,
perché è molto facile morire per una dose eccessiva di
oppioidi (come può facilmente succedere con sostanze del
mercato nero), mentre fortunatamente non è possibile morire
per overdose di Cannabis.
Ma gli oppioidi (ovviamente solo quelli "di farmacia") non
possono essere definiti "dannosi" anche nell'uso cronico.
Vedi riferimenti autorevoli qui di seguito:
-- "Sulla dipendenza da narcotici [=oppioidi] sono state
scritte più sciocchezze che su ogni altro argomento
medico." (R.Melzack - P.D.Wall, The challenge of pain, 2a ed
1996, p. 203)
-- “Non ci sono prove di alterazioni permanenti nelle
funzioni cognitive e intellettuali dovute all’uso cronico
di oppiacei. Né vi è alcuna indicazione di psicosi o altre
rilevanti complicazioni psichiatriche causate da queste
sostanze. (...) Sembra che pochi danni fisiologici
permanenti derivino direttamente dall’uso cronico di
oppiacei puri”. (Canadian Commission of Inquiry into the
Non-Medical Use of Drugs - Final report. Ottawa 1973, p.
309)
-- "Gli oppioidi di per sè sono sorprendentemente
non-tossici anche quando sono usati quotidianamente a
dosaggi significativi per molti anni." (C.P. O’Brien in:
Cecil Textbook of Medicine, 20a ed. 1996, p. 52-3)
-- “Gli oppioidi di per sé sono associati con
rimarchevolmente poche complicazioni mediche, anche
nell’uso a lungo termine.” (D.A. Rastegar - M.L.
Fingerhood, Addiction medicine, 2005, p. 97)
-- “Non ci sono prove che gli oppiacei producano danni
organici al sistema nervoso centrale o a qualunque altro
organo, anche dopo anni di uso continuo.” (Goth’s
Medical Pharmacology, 12a ed.1988, p. 339)
-- “Si deve sottolineare che l’uso cronico di oppiacei
è del tutto differente dall’uso cronico di alcool:
l’uso cronico di oppiacei non causa alcuna complicazione
medica (a meno che non vi siano complicazioni legate a
difficoltà nell’iniezione o un sovradosaggio
non-intenzionale).” (Melmon K.L. - Morrelli H.F. (eds):
Clinical pharmacology, 2a ed. 1978, p. 1015)
-- "La nozione comune che un soggetto dipendente da morfina
sia necessariamente un astuto, codardo, malizioso e
degenerato criminale [...] non potrebbe essere più lontana
dalla verità. (...) Cutting [Stanford Medical Bulletin,
1:39-42, 1942] descrisse il caso di un medico che fu
dipendente da morfina per 62 anni e che non mostrò alcun
segno di deterioramento fisico o mentale dovuto al farmaco
quando fu studiato all'età di 84 anni". (Goodman &
Gilman’s Pharmacological basis of therapeutics, 4a ed.,
1970, p. 286)
"L'esperienza con migliaia di pazienti mantenuti ad alti
dosaggi giornalieri di metadone per periodi fino a 15 anni
non ha mostrato alcun effetto dannoso diretto. Una buona
salute e un lavoro produttivo non sono quindi incompatibili
con l'uso regolare di oppiacei." (Goodman-Gilman’s
Pharmacological basis of therapeutics, 7th ed. 1985, p.
542).
-- "Con l'eccezione della situazione di overdose e delle
alterazioni legate alla dipendenza fisica, la massima parte
delle azioni degli oppiacei sono relativamente benigne e
rapidamente reversibili". (Harrison's Principles of Internal
Medicine, 11a ed., McGraw-Hill 1987, p. 2112)
-- "Sono relativamente scarse le prove che indicano che la
somministrazione appropriata di una preparazione pura,
lecita di oppiacei sia associata a serie conseguenze dannose
da un punto di vista medico. [...] Da un punto di vista
medico, è stato mostrato che gli effetti della nicotina
sono molto più dannosi di quelli degli oppiacei puri. [...]
E' perciò contraddittorio proibire gli oppiacei mentre si
promuovono le vendite di caffeina, tabacco e alcool. [...]
Farmacologicamente, l'eroina pura per uso medico non ha più
effetti dannosi di qualunque altro oppiaceo". (B. Stimmel
(ed): Heroin dependency, 1975, p. 138-9,224-225,227)
-- "Fumare sigarette è indiscutibilmente più dannoso per
l'organismo umano dell'eroina". (Vincent P. Dole, citato in
E.M.Brecher (ed): Licit and illicit drugs, Little, Brown
1972, p. 25)
-- "La diamorfina [eroina] più che una droga è un
fenomeno. Sembra evocare una reazione in tutti quelli che
vengono in contatto con essa, sia in modo fisico che
attraverso parole dette o scritte." (R.G. Twycross in
Journal of Thanatology, 1972, 2:733)
-- “ (...) le organizzazioni latinoamericane di
trafficanti sembrano guardare all’eroina come alla droga
degli anni ’90. Al contrario di stimolanti come la
cocaina, (...) un sedativo come l’eroina può essere usato
per decenni o periodi più lunghi (sic!).”. International
Narcotics Control Strategy Report, U.S. Department of State,
1993, p. 6.