purtroppo e' umano con il cervello di un bot appunto,e' un
limitato mentale,con delle tare come i bot,un cretino messo
in piedi insomma
ENNIO PARLACI DEL TUO PASSATO NELLE COMUNITA' DI EXODUS
FIGLIO DI PUTTANA,TI SEI FORMATO LI LECCANDO IL CULO A DON
CIOTTI !!!! COME MAI TI HANNO FATTO FUORI? ANCHE LI AVEVANO
CAPITO CHE SEI UN COGLIONE
? SONO I PEGGIORI D'EUROPA !!!PARLACI DEI TUOI CENTRI CHE
FANNO PIU SOLDI DELLA VENDITA DI COCAINA SCIACALLO DI
MERDA,PARLACI DI COME SCIPPI I SOLDI ALLE FAMIGLIE DI STI
PELLEGRINI,CHE POTREBBERO ESSERE CURATI CON LA PIANTA SACRA
NEI CENTRI CRISI A COSTO ZERO,INFAME DI MERDA
24 giugno 2016 1:35 - Xami79
AVVISO AGLI UTENTI DI ADUC ennius4531 E' UN BOT.I MESSAGGI
SONO RIPETUTI IN AUTOMATICO
24 giugno 2016 1:35 - Xami79
AVVISO AGLI UTENTI DI ADUC ennius4531 E' UN BOT.I MESSAGGI
SONO RIPETUTI IN AUTOMATICO
23 giugno 2016 8:25 - ennius4531
..il disagiato23 esce dalla tana per ululare al vento contro
ombre prodotte da neuroni oramai consumati dall'erba magica
ludica definendola ( .. si é fatto anche neopagano )
'PIANTA SACRA'.
Evidentemente né é talmente condizionato da venerarla come
un idolo e continua nel suo comportamento da furbastro nel
mischiare l'uso ludico con quello per infermità sbrodolando
affermazioni e risultati con toni miracolistici nel campo
terapeutico ( su quello ludico sta zitto .. ) che di
affidabilità nell'impiego su larga scala hanno ben poco da
offrire come risolutori primari delle malattie.
Tutti comportamenti psicotici che studi specialistici hanno
ben descritto come ad esempio...
(Abstract)
Harvard Medical School 16/04/2014
' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su
migliaia di soggetti .
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. ...."
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”
STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI:
SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014
Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i
ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di
cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e
un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .
Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che
hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di
marijuana è stata collegata all’insorgere della
malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche
è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.
In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha
guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al
Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di
cannabis all’insorgere della psicosi.
“Vorrei cercare di capire perché le persone usano
cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi
coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni
al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto
la ricercatrice Marta Di Forti.
Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool
dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza. .
da Aduc.
Notizia 12 novembre 2014
Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. ...
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. " .
22 giugno 2016 22:20 - Starfighter23
@SERVO DELLE COMUNITA' DI RECUPERO4531
@RE DEI PISCIATURI4531
@CATTODEFICENTE4531
..suona le campane a festa ... de che?.....
BE DE CHE LO VEDRAI TRA UNA DECINA DI GIORNI QUANDO IL
MONOPOLIO DI STATO COMINCERA' A METTERE LE MANI SULLA
CANNABIS ALLA FACCIA DI TE CONTRIBUENTE INERME CHE DOVRA
SOLO SUBIRE,I TUOI FIGLI SARANNO I PRIMI A GIOVARE DELLE
NUOVE LEGGI
....Se dovessimo cedere e legalizzare tutto ciò che non si
riesce a far rispettare , dovremmo legalizzare l'omicidio,
il furto, la frode ecc. ecc. .......
RISPONDERAI DAVANTI AGLI STESSI AUTORI DEL ARTICOLO DELLE
GRAVISSIME AFFERMAZIONI FATTE,HAI TOCCATO IL FONDO,FAI UNA
COSA BUTTATI SOTTO UNA MACCHINA CIELLINO INFAME DI MERDA CHE
NON SERVI A UN CAZZO,OCCUPATI DI TRATTAMENTI PENSIONISTICI E
TORNA A SCIACQUARE I CESSI DEI TUOI CENTRI DI RECUPERO
FIGLIO DI PUTTANA
....Se dovessimo cedere e legalizzare tutto ciò che non si
riesce a far rispettare , dovremmo legalizzare l'omicidio,
il furto, la frode ecc. ecc. ...
POI VIENI A SPIEGARCI COSA CENTRA L'OMICIDIO CON LA CANNABIS
RE DEI DEFICENTI4531
PASSIAMO ALLA RICERCA SPECIALISTICA VERA
Cannabis terapeutica: 5 scoperte rivoluzionarie
La cannabis si è una medicina efficace nel trattamento e
come coadiuvante in moltissime patologie. Gli oltre 100
cannabinoidi ad oggi identificati, insieme alle centinaia di
sostanze che contiene come terpeni e flavonoidi,
contribuiscono ai molteplici effetti terapeutici che la
scienza sta oggi esaminando con una moltitudine di studi
scientifici. Inoltre la scoperta del funzionamento del
sistema endocannabinoide apre scenari e modalità di
intervento che la medicina non aveva considerato e che sta
iniziando a studiare in modo approfondito. Perché dagli
studi scientifici continuano arrivare spunti ed indicazioni
per l’applicazione dei suoi derivati in molte patologie
umane, senza dimenticare che i professionisti del settore la
considerano una sostanza sicura e praticamente priva di
effetti collaterali, soprattutto se paragonata ai farmaci
attualmente in uso. Qui sotto 5 scoperte rivoluzionarie dei
suoi benefici.
1. Le potenzialità anti-cancro dei cannabinoidi
can-cannabis-cure-cancerIn ambito scientifico sono stati
realizzati diversi studi, in vitro e su cavie animali, sulle
potenzialità anti-tumorali di diversi cannabinoidi. Per
quello che riguarda invece gli studi clinici, e quindi
eseguiti su pazienti, un primo studio pilota è stato
effettuato nel 2006 sotto la guida del dottor Manuel Guzman
nel quale nove pazienti terminali con glioblastoma
multiforme sono stati trattati con iniezioni intracraniche e
intratumorali di una soluzione contente THC al 96,5% più
altri isomeri. Come ci ha raccontato il dottor Luigi Romano,
“i risultati sono stati strabilianti: miglioramento di
tutti i sintomi clinici quali disfasia, ipertensione
craniale, emiparesi, cefalea e allucinazioni, deficit motori
migliorati. Aspettativa di vita: la media dopo
l’operazione è stata di 24 settimane, 2 dei pazienti
sopravvissero per circa 1 anno, solo 1 paziente sembra non
aver risposto al THC almeno sotto il profilo
dell’aspettativa di vita. Fantascienza? No realtà,
realtà che si può implementare solo con la ricerca”.
Sono in corso altri due studi clinici condotti dalla GW
Pharmaceuticals sul Sativex, il farmaco prodotto
dall’azienda a base di THC e CBD in rapporto 1:1, come
trattamento aggiuntivo all’agente chemioterapico chiamato
temozolomide, perché la ricerca pre-clinica dell’azienda
suggerisce che i cannabinoidi possano migliorare la
capacità anti-cancro di questo agente.
Mentre in Israele, probabilmente lo Stato al mondo in cui la
ricerca sui cannabinoidi in medicina è più avanti in
assoluto, è in corso il primo studio clinico, eseguito
quindi su pazienti, per indagare il CBD (Cannabidiolo) come
unico trattamento nei tumori solidi.
Diversi cannabinoidi agiscono inibendo la progressione
tumorale a vari livelli: per apoptosi (forma di morte
cellulare programmata), arresto del ciclo cellulare o
autofagia, processo che ha il ruolo di liberare la cellula
dalle proteine ??intracellulari mal impiegate o troppo
vecchie, superflue o danneggiate, e dai microrganismi
invasori, dando risposta per fornire nutrienti ed energia
dopo l’esposizione a stress e sollecitazioni, oltre
all’inibizione dell’angiogenesi, e cioè la formazione
di vasi sanguigni che fanno crescere la massa tumorale.
2. La cannabis può aiutare a prevenire il morbo di
Alzheimer e le infiammazioni cerebrali, favorendo la
neurogenesi
BrainCannabisLeafUno studio del 2005 ha indicato come la
cannabis possa essere utile nel prevenire il morbo di
Alzheimer, grazie alla capacità neuroprotettiva di alcuni
cannabinoidi, mentre secondo uno studio pubblicato sulla
rivista European Journal of Medicinal Chemistry dai
ricercatori dell’Istituto di Medicina del Consiglio
superiore di ricerca scientifica spagnolo (CSIC), i
cannabinoidi possono migliorare la vita dei pazienti affetti
dal morbo di Alzheimer.
Uno studio del 2013 analizza i cannabinoidi nella
prevenzione delle infiammazioni cerebrali, un altro studio
dello stesso anno spiega come il cannabidiolo (CBD) potrebbe
essere utilizzato per scongiurare danni cerebrali indotti
dall’alcool; un terzo studio effettuato su cavie da
laboratorio racconta come il trattamento coi cannabinoidi si
è rivelato efficace nell’invertire danni da depressione
da stress ed un quarto indicava come i cannabinoidi
proteggano il cervello dal virus dell’HIV. Il CBD inoltre
si è rivelato un neuroprotettore in caso di danni al nervo
sciatico.
Uno studio condotto dal ricercatore canadese Dr. Xia Zhang
ha scoperto che il THC potrebbe non solo promuovere la
neurogenesi in animali da laboratorio, ma anche per ridurre
i sintomi di ansia e depressione, confermando il legame tra
i disturbi dell’umore e la neurogenesi. Ma anche il CBD ha
dimostrato una notevole capacità di aumentare la
neurogenesi. Gary Wenk, professore di neuroscienze,
immunologia e genetica medica presso la Ohio State
University, ha dichiarato al Time che nei suoi 25 anni di
ricerche per combattere e prevenire le infiammazioni
cerebrali, “i cannabinoidi sono la prima e unica classe di
farmaci che siano mai stati efficaci“.
3. E’ efficace nel trattare dipendenze da alcool, oppioidi
e droghe pesanti
cannabis-and-painkiller-overdose1Uno studio del 2014
pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto dai
ricercatori della Perelman School of Medicine
dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso
di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il
1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13
Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis
terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un
tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale
per overdose da analgesici oppioidi rispetto agli Stati in
cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando
che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti
affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si
sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di
astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento
della dipendenza.
La professoressa Amanda Reiman della University of
California ha pubblicato due studi sulla questione. E i
risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in
California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel
2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per
sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la
sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre
sostanze illecite.
In Colombia è cominciato un programma pilota per la
disintossicazione di 15 soggetti fortemente dipendenti da
“basuco”, droga a basso costo ricavata da cocaina di
bassa qualità, con effetti devastanti simili al crack. A
questi sarà somministrata cannabis per ridurre il desiderio
verso la coca. Il presidente Juan Manuel Santos si è già
espresso a favore della cannabis terapeutica e l’articolo
sul progetto colombiano si trova su Canamo. Altri paesi
sudamericani come l’Uruguay e il Cile stanno seguendo la
stessa strada per la disintossicazione o la riduzione del
danno da cocaina e dai suoi sottoprodotti.
Un recente studio scientifico ha mostrato le potenzialità
del cannabidiolo (CBD), un cannabinoide contenuto nella
cannabis, nel contrastare la dipendenza da nicotina.
4. Il CBD funziona come anticonvulsivante in diverse forme
di epilessia, anche quelle pediatriche resistenti ai
farmaci.
CBD bambiniIl 90% dei bambini affetti da epilessia
resistente ai farmaci, ai quali è stata somministrata
cannabis ad alto valore di CBD, ha registrato una
diminuzione di frequenza ed intensità delle crisi
epilettiche. E’ la conclusione alla quale arriva uno
studio retrospettivo pubblicato su Seizure realizzato grazie
all’attività di diversi centri pediatrici israeliani.
L’Epidiolex, un farmaco a base di CBD creato da GW
Pharmaceuticals, è alla fase conclusiva dei test. In un
comunicato pubblicato dalla stessa azienda si può leggere
che la fase 3 dello studio pilota è stata conclusa
positivamente. Nella fase 3 sono stati coinvolti 120 bambini
affetti da sindrome di Dravet dei quali 61 trattati con
Epidiolex e 59 con placebo, continuando a ricevere i farmaci
anti-epilettici (AED) prescritti. I pazienti che hanno preso
l’Epidiolex hanno fatto registrare una diminuzione media
delle crisi epilettiche del 39% rispetto al 13% del placebo.
Intanto l’Epidiolex, che è stato somministrato come un
comune sciroppo per bambini, è in sperimentazione in uno
altro studio clinico di fase III per un altro tipo di
epilessia, la sindrome di Lennox-Gastaut, con risultati
attesi entro l’anno.
5. Può aiutare a combattere l’osteoporosi e regolare la
massa delle ossa
cbd-cannabis-bone-healthNel 2007 alcuni ricercatori hanno
scoperto che i cannabinoidi e il sistema endocannabinoide
svolgono un ruolo importante nella regolazione della massa
ossea. Il sistema degli endocannabinoidi influisce sia sulle
cellule che indeboliscono le ossa, sia su quelle che le
ricostruiscono. Questa scoperta significa che i cannabinoidi
potrebbero svolgere un ruolo nella lotta contro le malattie
delle ossa.
Un altro studio condotto nel 2009 ha concluso che “i
cannabinoidi” potrebbero essere utilizzati “per
combattere l’osteoporosi.”
Mentre un recente studio condotto dal Bone Laboratory della
Hebrew University di Gerusalemme su topi con fratture
femorali ha rilevato un migliore recupero delle
caratteristiche biomeccaniche delle ossa dopo 8 settimane di
terapia con cannabidiolo.
22 giugno 2016 0:12 - ennius4531
Le sparate penose del disagiato23 rappresentano un'ulteriore
conferma di quanto le ricerche specialistiche hanno
evidenziato.
Ad esempio ....
STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI:
SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014
Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i
ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di
cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e
un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .
Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che
hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di
marijuana è stata collegata all’insorgere della
malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche
è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.
In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha
guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al
Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di
cannabis all’insorgere della psicosi.
“Vorrei cercare di capire perché le persone usano
cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi
coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni
al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto
la ricercatrice Marta Di Forti.
21 giugno 2016 21:45 - Starfighter23
@SERVO DELLE COMUNITA' DI RECUPERO4531
@RE DEI PISCIATURI4531
@CATTODEFICENTE4531
..suona le campane a festa ... de che?.....
BE DE CHE LO VEDRAI TRA UNA DECINA DI GIORNI QUANDO IL
MONOPOLIO DI STATO COMINCERA' A METTERE LE MANI SULLA
CANNABIS ALLA FACCIA DI TE CONTRIBUENTE INERME CHE DOVRA
SOLO SUBIRE,I TUOI FIGLI SARANNO I PRIMI A GIOVARE DELLE
NUOVE LEGGI
....Se dovessimo cedere e legalizzare tutto ciò che non si
riesce a far rispettare , dovremmo legalizzare l'omicidio,
il furto, la frode ecc. ecc. .......
RISPONDERAI DAVANTI AGLI STESSI AUTORI DEL ARTICOLO DELLE
GRAVISSIME AFFERMAZIONI FATTE,HAI TOCCATO IL FONDO,FAI UNA
COSA BUTTATI SOTTO UNA MACCHINA CIELLINO INFAME DI MERDA CHE
NON SERVI A UN CAZZO,OCCUPATI DI TRATTAMENTI PENSIONISTICI E
TORNA A SCIACQUARE I CESSI DEI TUOI CENTRI DI RECUPERO
FIGLIO DI PUTTANA
....Se dovessimo cedere e legalizzare tutto ciò che non si
riesce a far rispettare , dovremmo legalizzare l'omicidio,
il furto, la frode ecc. ecc. ...
POI VIENI A SPIEGARCI COSA CENTRA L'OMICIDIO CON LA CANNABIS
RE DEI DEFICENTI4531
PASSIAMO ALLA RICERCA SPECIALISTICA VERA
Cannabis terapeutica: 5 scoperte rivoluzionarie
La cannabis si è una medicina efficace nel trattamento e
come coadiuvante in moltissime patologie. Gli oltre 100
cannabinoidi ad oggi identificati, insieme alle centinaia di
sostanze che contiene come terpeni e flavonoidi,
contribuiscono ai molteplici effetti terapeutici che la
scienza sta oggi esaminando con una moltitudine di studi
scientifici. Inoltre la scoperta del funzionamento del
sistema endocannabinoide apre scenari e modalità di
intervento che la medicina non aveva considerato e che sta
iniziando a studiare in modo approfondito. Perché dagli
studi scientifici continuano arrivare spunti ed indicazioni
per l’applicazione dei suoi derivati in molte patologie
umane, senza dimenticare che i professionisti del settore la
considerano una sostanza sicura e praticamente priva di
effetti collaterali, soprattutto se paragonata ai farmaci
attualmente in uso. Qui sotto 5 scoperte rivoluzionarie dei
suoi benefici.
1. Le potenzialità anti-cancro dei cannabinoidi
can-cannabis-cure-cancerIn ambito scientifico sono stati
realizzati diversi studi, in vitro e su cavie animali, sulle
potenzialità anti-tumorali di diversi cannabinoidi. Per
quello che riguarda invece gli studi clinici, e quindi
eseguiti su pazienti, un primo studio pilota è stato
effettuato nel 2006 sotto la guida del dottor Manuel Guzman
nel quale nove pazienti terminali con glioblastoma
multiforme sono stati trattati con iniezioni intracraniche e
intratumorali di una soluzione contente THC al 96,5% più
altri isomeri. Come ci ha raccontato il dottor Luigi Romano,
“i risultati sono stati strabilianti: miglioramento di
tutti i sintomi clinici quali disfasia, ipertensione
craniale, emiparesi, cefalea e allucinazioni, deficit motori
migliorati. Aspettativa di vita: la media dopo
l’operazione è stata di 24 settimane, 2 dei pazienti
sopravvissero per circa 1 anno, solo 1 paziente sembra non
aver risposto al THC almeno sotto il profilo
dell’aspettativa di vita. Fantascienza? No realtà,
realtà che si può implementare solo con la ricerca”.
Sono in corso altri due studi clinici condotti dalla GW
Pharmaceuticals sul Sativex, il farmaco prodotto
dall’azienda a base di THC e CBD in rapporto 1:1, come
trattamento aggiuntivo all’agente chemioterapico chiamato
temozolomide, perché la ricerca pre-clinica dell’azienda
suggerisce che i cannabinoidi possano migliorare la
capacità anti-cancro di questo agente.
Mentre in Israele, probabilmente lo Stato al mondo in cui la
ricerca sui cannabinoidi in medicina è più avanti in
assoluto, è in corso il primo studio clinico, eseguito
quindi su pazienti, per indagare il CBD (Cannabidiolo) come
unico trattamento nei tumori solidi.
Diversi cannabinoidi agiscono inibendo la progressione
tumorale a vari livelli: per apoptosi (forma di morte
cellulare programmata), arresto del ciclo cellulare o
autofagia, processo che ha il ruolo di liberare la cellula
dalle proteine ??intracellulari mal impiegate o troppo
vecchie, superflue o danneggiate, e dai microrganismi
invasori, dando risposta per fornire nutrienti ed energia
dopo l’esposizione a stress e sollecitazioni, oltre
all’inibizione dell’angiogenesi, e cioè la formazione
di vasi sanguigni che fanno crescere la massa tumorale.
2. La cannabis può aiutare a prevenire il morbo di
Alzheimer e le infiammazioni cerebrali, favorendo la
neurogenesi
BrainCannabisLeafUno studio del 2005 ha indicato come la
cannabis possa essere utile nel prevenire il morbo di
Alzheimer, grazie alla capacità neuroprotettiva di alcuni
cannabinoidi, mentre secondo uno studio pubblicato sulla
rivista European Journal of Medicinal Chemistry dai
ricercatori dell’Istituto di Medicina del Consiglio
superiore di ricerca scientifica spagnolo (CSIC), i
cannabinoidi possono migliorare la vita dei pazienti affetti
dal morbo di Alzheimer.
Uno studio del 2013 analizza i cannabinoidi nella
prevenzione delle infiammazioni cerebrali, un altro studio
dello stesso anno spiega come il cannabidiolo (CBD) potrebbe
essere utilizzato per scongiurare danni cerebrali indotti
dall’alcool; un terzo studio effettuato su cavie da
laboratorio racconta come il trattamento coi cannabinoidi si
è rivelato efficace nell’invertire danni da depressione
da stress ed un quarto indicava come i cannabinoidi
proteggano il cervello dal virus dell’HIV. Il CBD inoltre
si è rivelato un neuroprotettore in caso di danni al nervo
sciatico.
Uno studio condotto dal ricercatore canadese Dr. Xia Zhang
ha scoperto che il THC potrebbe non solo promuovere la
neurogenesi in animali da laboratorio, ma anche per ridurre
i sintomi di ansia e depressione, confermando il legame tra
i disturbi dell’umore e la neurogenesi. Ma anche il CBD ha
dimostrato una notevole capacità di aumentare la
neurogenesi. Gary Wenk, professore di neuroscienze,
immunologia e genetica medica presso la Ohio State
University, ha dichiarato al Time che nei suoi 25 anni di
ricerche per combattere e prevenire le infiammazioni
cerebrali, “i cannabinoidi sono la prima e unica classe di
farmaci che siano mai stati efficaci“.
3. E’ efficace nel trattare dipendenze da alcool, oppioidi
e droghe pesanti
cannabis-and-painkiller-overdose1Uno studio del 2014
pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto dai
ricercatori della Perelman School of Medicine
dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso
di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il
1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13
Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis
terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un
tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale
per overdose da analgesici oppioidi rispetto agli Stati in
cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando
che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti
affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si
sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di
astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento
della dipendenza.
La professoressa Amanda Reiman della University of
California ha pubblicato due studi sulla questione. E i
risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in
California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel
2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per
sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la
sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre
sostanze illecite.
In Colombia è cominciato un programma pilota per la
disintossicazione di 15 soggetti fortemente dipendenti da
“basuco”, droga a basso costo ricavata da cocaina di
bassa qualità, con effetti devastanti simili al crack. A
questi sarà somministrata cannabis per ridurre il desiderio
verso la coca. Il presidente Juan Manuel Santos si è già
espresso a favore della cannabis terapeutica e l’articolo
sul progetto colombiano si trova su Canamo. Altri paesi
sudamericani come l’Uruguay e il Cile stanno seguendo la
stessa strada per la disintossicazione o la riduzione del
danno da cocaina e dai suoi sottoprodotti.
Un recente studio scientifico ha mostrato le potenzialità
del cannabidiolo (CBD), un cannabinoide contenuto nella
cannabis, nel contrastare la dipendenza da nicotina.
4. Il CBD funziona come anticonvulsivante in diverse forme
di epilessia, anche quelle pediatriche resistenti ai
farmaci.
CBD bambiniIl 90% dei bambini affetti da epilessia
resistente ai farmaci, ai quali è stata somministrata
cannabis ad alto valore di CBD, ha registrato una
diminuzione di frequenza ed intensità delle crisi
epilettiche. E’ la conclusione alla quale arriva uno
studio retrospettivo pubblicato su Seizure realizzato grazie
all’attività di diversi centri pediatrici israeliani.
L’Epidiolex, un farmaco a base di CBD creato da GW
Pharmaceuticals, è alla fase conclusiva dei test. In un
comunicato pubblicato dalla stessa azienda si può leggere
che la fase 3 dello studio pilota è stata conclusa
positivamente. Nella fase 3 sono stati coinvolti 120 bambini
affetti da sindrome di Dravet dei quali 61 trattati con
Epidiolex e 59 con placebo, continuando a ricevere i farmaci
anti-epilettici (AED) prescritti. I pazienti che hanno preso
l’Epidiolex hanno fatto registrare una diminuzione media
delle crisi epilettiche del 39% rispetto al 13% del placebo.
Intanto l’Epidiolex, che è stato somministrato come un
comune sciroppo per bambini, è in sperimentazione in uno
altro studio clinico di fase III per un altro tipo di
epilessia, la sindrome di Lennox-Gastaut, con risultati
attesi entro l’anno.
5. Può aiutare a combattere l’osteoporosi e regolare la
massa delle ossa
cbd-cannabis-bone-healthNel 2007 alcuni ricercatori hanno
scoperto che i cannabinoidi e il sistema endocannabinoide
svolgono un ruolo importante nella regolazione della massa
ossea. Il sistema degli endocannabinoidi influisce sia sulle
cellule che indeboliscono le ossa, sia su quelle che le
ricostruiscono. Questa scoperta significa che i cannabinoidi
potrebbero svolgere un ruolo nella lotta contro le malattie
delle ossa.
Un altro studio condotto nel 2009 ha concluso che “i
cannabinoidi” potrebbero essere utilizzati “per
combattere l’osteoporosi.”
Mentre un recente studio condotto dal Bone Laboratory della
Hebrew University di Gerusalemme su topi con fratture
femorali ha rilevato un migliore recupero delle
caratteristiche biomeccaniche delle ossa dopo 8 settimane di
terapia con cannabidiolo.
21 giugno 2016 20:24 - ennius4531
Il disagiato23, dai neuroni non solo affumicati ma pervasi
da furore taurino, suona le campane a festa ... de che?
Perché i soliti antiproibizionisti sono chiamati a ripetere
quello che tutti sappiamo e cioè che l'erba magica ludica
( adesso ne rivendicano l'uso anche per fini spirituali !!!
) va legalizzata non perché innocua, ma perché il divieto
d'uso fa acqua e anche perché lo stato ne incasserebbe dei
quattrini alla faccia della Costituzione che all'art. 32
prevede che ' La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell’individuo e interesse della
collettività, ..' ? .
Dove sta ... la scienza in tutto questo ?
Io ci vedo solo politica intrisa da, come si dice adesso,
modelli culturali che pongono il proprio ego al di sopra di
tutto e di tutti infischiandosene delle conseguenze .
Se dovessimo cedere e legalizzare tutto ciò che non si
riesce a far rispettare , dovremmo legalizzare l'omicidio,
il furto, la frode ecc. ecc. .
Non sono forse illeciti che da migliaia di anni sono
condannati in tutti i codici penali e, purtroppo, si
realizzano ancora ?
Intanto le ricerche specialistiche sull'erba magica ci
dicono che ...
(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014
' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su
migliaia di soggetti .
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. ...."
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. " .
STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI:
SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014
Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i
ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di
cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e
un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .
Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che
hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di
marijuana è stata collegata all’insorgere della
malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche
è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.
In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha
guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al
Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di
cannabis all’insorgere della psicosi.
“Vorrei cercare di capire perché le persone usano
cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi
coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni
al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto
la ricercatrice Marta Di Forti.
Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool
dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .
Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County
Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter
Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson,
associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg,
professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis,
professor of psychiatric epidemiologyd.
Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of
cannabis and other drugs, and on several social and
psychological characteristics.
Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of
developing schizophrenia, consistent with a causal relation.
This association is not explained by use of other
psychoactive drugs or personality traits relating to social
integration.
Da Aduc
Notizia 12 maggio 2016 11:56
USA - Cannabis legalizzata. Incidenti stradali
raddoppiati
Incidenti stradali raddoppiati negli Stati americani che
hanno recentemente legalizzato la marijuana fra chi fa uso
di questa sostanza. Lo rivela l'ultima ricerca della AAA
Foundation for Traffic Safety, secondo cui i limiti di legge
sul consumo di cannabis consentito per guidare sono
arbitrari e non supportati dalla scienza, cosa che potrebbe
tradursi in un pericolo concreto per gli automobilisti.
Washington è stato uno dei primi Stati a legalizzare l'uso
ricreativo di marijuana, e questi risultati sollevano
preoccupazione, dato che almeno altri 20 Stati Usa stanno
considerando di fare la stessa scelta quest'anno. La
Fondazione ha esaminato proprio la situazione dello Stato di
Washington, che ha legalizzato la marijuana nel dicembre del
2012. I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di
conducenti coinvolti in incidenti mortali che avevano
recentemente consumato cannabis è più che raddoppiata:
dall'8 al 17% tra il 2013 e il 2014.
E' inoltre emerso che un conducente su 6 coinvolto in
incidenti mortali nel 2014 aveva recentemente usato
marijuana. "Questo aumento significativo è allarmante", ha
detto Peter Kissinger, presidente e Ceo della Fondazione
AAA. "Washington deve servire come 'caso studio' per aprire
gli occhi su quello che può verificarsi negli altri Stati
per quanto riguarda la sicurezza stradale, dopo la
legalizzazione della droga".
Altra ricerca...
La Cannabis triplica gli incidenti mortali sulle strade .
Incidenti mortali che coinvolgono l’uso di marijuana sono
triplicati nell’ultimo decennio, lo sostengono i
ricercatori in Rapporto elaborato dalla Mailman School of
Public Health della Columbia University.
Chi assume marijuana guida più o meno allo stesso modo di
chi ha abusato di alcol, ha spiegato Jonathan Adkins, vice
direttore esecutivo dell’Associazione Governors Highway
Safety. Si altera la capacita’ di giudizio, riduce la
vista e rende una persona più distratta e con più
probabilità di correre rischi durante la guida.
"E ‘un campanello d’allarme per noi nella Sicurezza
stradale”, ha detto Adkins . “La legalizzazione della
cannabis sta per diffondersi ad altri stati. Non è nemmeno
una questione di parte, a questo punto. La nostra previsione
è questa situazione diventerà la norma piuttosto che
l’eccezione”.
Il problema è anche che assumere marijuana, e le altre
droghe, prima di mettersi alla guida non ha lo stesso stigma
che la società ha acquisito nel corso degli anni verso chi
guida ubriaco. “Le persone sanno se chi guida e’ un
ubriaco, ma non credo abbia la stessa consapevolezza verso
chi guida drogato, quindi questo è un problema enorme”,
ha detto Adkins .
“Abbiamo bisogno di sensibilizzare il pubblico sul fatto
che se hai utilizzato qualsiasi tipo di sostanza
psicoattiva, non si dovrebbe mettersi al volante. Dobbiamo
creare quella stessa cultura per cui, come per la guida per
un ubriaco, non è accettabile.”
I risultati sono stati pubblicati on-line il 29 gennaio
scorso nell’American Journal of Epidemiology.
Il team di ricerca ha tratto le sue conclusioni dalle
statistiche sugli incidenti provenienti da sei Stati che
abitualmente eseguono test tossicologici su conducenti
coinvolti in relitti stradali mortali – California,
Hawaii, Illinois, New Hampshire, Rhode Island e West
Virginia. Le statistiche comprendono oltre 23.500 di
conducenti deceduti entro un’ora da un incidente nel
periodo compreso tra il 1999 ed il 2010. "
USA - Cannabis. Fumarne troppa
fa male alla memoria. Studio
Aduc 2 febbraio 2016
Il sospetto c'era gia' da tempo ma ora la scienza ne e'
certa: fumare troppa cannabis per un periodo troppo
prolungato puo' danneggiare la memoria a breve termine.
Lo studio, pubblicato dal magazine Jama Internal Medicine e
condotto da un team di ricercatori dell'Universita' di
Losanna capitanato dal professor Reto Auer, si e' basato
sulle abitudini di 3.400 americani in un periodo di tempo di
25 anni.
Cosi', nella ricerca rilanciata nel Regno Unito dal
quotidiano The Independent, e' stato dimostrato come chi
fuma marijuana tutti i giorni per un periodo superiore a
cinque anni tenda ad avere danni permanenti alla memoria a
breve termine, quella che fra l'altro e' legata anche alla
capacita' di prendere decisioni immediate. Lo studio ha
tuttavia sottolineato come questa perdita di memoria sia
registrabile solamente nei consumatori abituali.
USA: Cannabis riduce dimensione e forma spermatozoi. Studio
9 giugno 2014
Da Aduc
La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani
uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di
Sheffield pubblicato sulla rivista 'Human Reproduction'. Il
consumo di marijuana riduce infatti le dimensioni e la forma
degli spermatozoi. Se si progetta di mettere su famiglia,
quindi, e' meglio smettere di fumarla. La ricerca e' la piu'
grande mai effettuata al mondo per valutare come comuni
stili di vita influenzino la struttura degli spermatozoi.
Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano
un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio,
forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni
eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli
uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu'
di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco
effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini
da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito.
....
Additional information
The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for
poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be
published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST)
on Thursday 5 June 2014.
1 Participating centres were: Department of Obstetrics and
Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception
Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics
and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol;
Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital,
Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of
Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh;
Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St
Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics
and Gynaecology, Royal Free and University College, London;
Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital,
Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal
Hospital Department of Histopathology, University hospital
of South Manchester; International Centre for Life,
Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop
Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales
Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trust.
21 giugno 2016 0:37 - Starfighter23
@CATTOTTUSO4531
GAME OVER
QUI CI STIAMO PICCHIANDO DALLE RISATE UNO DEI TUOI COMMENTI
PIU BELLI LO RIPROPORREMO ALL'INFINITO,IL TUO MASOCHISMO
ORAMAI E' SENZA LIMITI,SEI STATO SCHIACCIATO COME UN VERME
IN TUTTI I MODI POSSIBILI ANCHE CON MIGLIAIA DI EVIDENZE
SCIENTIFICHE E NON SEI ANCORA CONTENTO,FAI UNA COSA CANCELLA
STO PROFILO E VAI A DORMIRE CHE SEI UN COGLIONE FINITO,NE
RIPARLIAMO A GIOCHI FATTI,TANTO TI INCULERANNO A SANGUE IN
PARLAMENTO PREPARATI,ANCHE SE SARA' UN ENTRATA DEL MONOPOLIO
DI STATO NELLA CANNABIS CAMUFFATA DA LEGALIZZAZIONE,LA TUA
SCONFITTA SARA' ENORME,TI LASCIO ALLA RICERCA SPECIALISTICA
VERA,RE DEI PISCIATURI
GAME OVER
Cannabis terapeutica: 5 scoperte rivoluzionarie
La cannabis si è una medicina efficace nel trattamento e
come coadiuvante in moltissime patologie. Gli oltre 100
cannabinoidi ad oggi identificati, insieme alle centinaia di
sostanze che contiene come terpeni e flavonoidi,
contribuiscono ai molteplici effetti terapeutici che la
scienza sta oggi esaminando con una moltitudine di studi
scientifici. Inoltre la scoperta del funzionamento del
sistema endocannabinoide apre scenari e modalità di
intervento che la medicina non aveva considerato e che sta
iniziando a studiare in modo approfondito. Perché dagli
studi scientifici continuano arrivare spunti ed indicazioni
per l’applicazione dei suoi derivati in molte patologie
umane, senza dimenticare che i professionisti del settore la
considerano una sostanza sicura e praticamente priva di
effetti collaterali, soprattutto se paragonata ai farmaci
attualmente in uso. Qui sotto 5 scoperte rivoluzionarie dei
suoi benefici.
1. Le potenzialità anti-cancro dei cannabinoidi
can-cannabis-cure-cancerIn ambito scientifico sono stati
realizzati diversi studi, in vitro e su cavie animali, sulle
potenzialità anti-tumorali di diversi cannabinoidi. Per
quello che riguarda invece gli studi clinici, e quindi
eseguiti su pazienti, un primo studio pilota è stato
effettuato nel 2006 sotto la guida del dottor Manuel Guzman
nel quale nove pazienti terminali con glioblastoma
multiforme sono stati trattati con iniezioni intracraniche e
intratumorali di una soluzione contente THC al 96,5% più
altri isomeri. Come ci ha raccontato il dottor Luigi Romano,
“i risultati sono stati strabilianti: miglioramento di
tutti i sintomi clinici quali disfasia, ipertensione
craniale, emiparesi, cefalea e allucinazioni, deficit motori
migliorati. Aspettativa di vita: la media dopo
l’operazione è stata di 24 settimane, 2 dei pazienti
sopravvissero per circa 1 anno, solo 1 paziente sembra non
aver risposto al THC almeno sotto il profilo
dell’aspettativa di vita. Fantascienza? No realtà,
realtà che si può implementare solo con la ricerca”.
Sono in corso altri due studi clinici condotti dalla GW
Pharmaceuticals sul Sativex, il farmaco prodotto
dall’azienda a base di THC e CBD in rapporto 1:1, come
trattamento aggiuntivo all’agente chemioterapico chiamato
temozolomide, perché la ricerca pre-clinica dell’azienda
suggerisce che i cannabinoidi possano migliorare la
capacità anti-cancro di questo agente.
Mentre in Israele, probabilmente lo Stato al mondo in cui la
ricerca sui cannabinoidi in medicina è più avanti in
assoluto, è in corso il primo studio clinico, eseguito
quindi su pazienti, per indagare il CBD (Cannabidiolo) come
unico trattamento nei tumori solidi.
Diversi cannabinoidi agiscono inibendo la progressione
tumorale a vari livelli: per apoptosi (forma di morte
cellulare programmata), arresto del ciclo cellulare o
autofagia, processo che ha il ruolo di liberare la cellula
dalle proteine ??intracellulari mal impiegate o troppo
vecchie, superflue o danneggiate, e dai microrganismi
invasori, dando risposta per fornire nutrienti ed energia
dopo l’esposizione a stress e sollecitazioni, oltre
all’inibizione dell’angiogenesi, e cioè la formazione
di vasi sanguigni che fanno crescere la massa tumorale.
2. La cannabis può aiutare a prevenire il morbo di
Alzheimer e le infiammazioni cerebrali, favorendo la
neurogenesi
BrainCannabisLeafUno studio del 2005 ha indicato come la
cannabis possa essere utile nel prevenire il morbo di
Alzheimer, grazie alla capacità neuroprotettiva di alcuni
cannabinoidi, mentre secondo uno studio pubblicato sulla
rivista European Journal of Medicinal Chemistry dai
ricercatori dell’Istituto di Medicina del Consiglio
superiore di ricerca scientifica spagnolo (CSIC), i
cannabinoidi possono migliorare la vita dei pazienti affetti
dal morbo di Alzheimer.
Uno studio del 2013 analizza i cannabinoidi nella
prevenzione delle infiammazioni cerebrali, un altro studio
dello stesso anno spiega come il cannabidiolo (CBD) potrebbe
essere utilizzato per scongiurare danni cerebrali indotti
dall’alcool; un terzo studio effettuato su cavie da
laboratorio racconta come il trattamento coi cannabinoidi si
è rivelato efficace nell’invertire danni da depressione
da stress ed un quarto indicava come i cannabinoidi
proteggano il cervello dal virus dell’HIV. Il CBD inoltre
si è rivelato un neuroprotettore in caso di danni al nervo
sciatico.
Uno studio condotto dal ricercatore canadese Dr. Xia Zhang
ha scoperto che il THC potrebbe non solo promuovere la
neurogenesi in animali da laboratorio, ma anche per ridurre
i sintomi di ansia e depressione, confermando il legame tra
i disturbi dell’umore e la neurogenesi. Ma anche il CBD ha
dimostrato una notevole capacità di aumentare la
neurogenesi. Gary Wenk, professore di neuroscienze,
immunologia e genetica medica presso la Ohio State
University, ha dichiarato al Time che nei suoi 25 anni di
ricerche per combattere e prevenire le infiammazioni
cerebrali, “i cannabinoidi sono la prima e unica classe di
farmaci che siano mai stati efficaci“.
3. E’ efficace nel trattare dipendenze da alcool, oppioidi
e droghe pesanti
cannabis-and-painkiller-overdose1Uno studio del 2014
pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto dai
ricercatori della Perelman School of Medicine
dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso
di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il
1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13
Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis
terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un
tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale
per overdose da analgesici oppioidi rispetto agli Stati in
cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando
che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti
affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si
sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di
astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento
della dipendenza.
La professoressa Amanda Reiman della University of
California ha pubblicato due studi sulla questione. E i
risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in
California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel
2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per
sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la
sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre
sostanze illecite.
In Colombia è cominciato un programma pilota per la
disintossicazione di 15 soggetti fortemente dipendenti da
“basuco”, droga a basso costo ricavata da cocaina di
bassa qualità, con effetti devastanti simili al crack. A
questi sarà somministrata cannabis per ridurre il desiderio
verso la coca. Il presidente Juan Manuel Santos si è già
espresso a favore della cannabis terapeutica e l’articolo
sul progetto colombiano si trova su Canamo. Altri paesi
sudamericani come l’Uruguay e il Cile stanno seguendo la
stessa strada per la disintossicazione o la riduzione del
danno da cocaina e dai suoi sottoprodotti.
Un recente studio scientifico ha mostrato le potenzialità
del cannabidiolo (CBD), un cannabinoide contenuto nella
cannabis, nel contrastare la dipendenza da nicotina.
4. Il CBD funziona come anticonvulsivante in diverse forme
di epilessia, anche quelle pediatriche resistenti ai
farmaci.
CBD bambiniIl 90% dei bambini affetti da epilessia
resistente ai farmaci, ai quali è stata somministrata
cannabis ad alto valore di CBD, ha registrato una
diminuzione di frequenza ed intensità delle crisi
epilettiche. E’ la conclusione alla quale arriva uno
studio retrospettivo pubblicato su Seizure realizzato grazie
all’attività di diversi centri pediatrici israeliani.
L’Epidiolex, un farmaco a base di CBD creato da GW
Pharmaceuticals, è alla fase conclusiva dei test. In un
comunicato pubblicato dalla stessa azienda si può leggere
che la fase 3 dello studio pilota è stata conclusa
positivamente. Nella fase 3 sono stati coinvolti 120 bambini
affetti da sindrome di Dravet dei quali 61 trattati con
Epidiolex e 59 con placebo, continuando a ricevere i farmaci
anti-epilettici (AED) prescritti. I pazienti che hanno preso
l’Epidiolex hanno fatto registrare una diminuzione media
delle crisi epilettiche del 39% rispetto al 13% del placebo.
Intanto l’Epidiolex, che è stato somministrato come un
comune sciroppo per bambini, è in sperimentazione in uno
altro studio clinico di fase III per un altro tipo di
epilessia, la sindrome di Lennox-Gastaut, con risultati
attesi entro l’anno.
5. Può aiutare a combattere l’osteoporosi e regolare la
massa delle ossa
cbd-cannabis-bone-healthNel 2007 alcuni ricercatori hanno
scoperto che i cannabinoidi e il sistema endocannabinoide
svolgono un ruolo importante nella regolazione della massa
ossea. Il sistema degli endocannabinoidi influisce sia sulle
cellule che indeboliscono le ossa, sia su quelle che le
ricostruiscono. Questa scoperta significa che i cannabinoidi
potrebbero svolgere un ruolo nella lotta contro le malattie
delle ossa.
Un altro studio condotto nel 2009 ha concluso che “i
cannabinoidi” potrebbero essere utilizzati “per
combattere l’osteoporosi.”
Mentre un recente studio condotto dal Bone Laboratory della
Hebrew University di Gerusalemme su topi con fratture
femorali ha rilevato un migliore recupero delle
caratteristiche biomeccaniche delle ossa dopo 8 settimane di
terapia con cannabidiolo.
20 giugno 2016 23:12 - ennius4531
La relazione su esposta dimostra quanta affabulazione,
sproloqui e volontà di alzare fumogeni esistano per
nascondere i risultati di decine di ricerche specialistiche
che dimostrano la nocività dell'erba magica al
comprendonio, e non solo a quello, specie nei confronti dei
giovani.
Alcuni brani rappresentano poi l'apice di una filosofia di
stampo nichilistico che si riassume nel menefreghismo del
laissez faire laissez passez...
Osservate, non viene proposta alcuno studio scientifico a
supporto delle opinioni espresse, ma solo affermazioni che
alla loro lettura potrebbero, per chi detiene una vescica
debole, richiedere l'accesso immediato ad una toilette come
quando si sostiene ' che ..
' Abbiamo sempre rivendicato l’uso spirituale di questa
pianta ...'
oppure come quando si raccontano balle affermando che il
consumo ..
'...viene impedito al consumatore, che sia per fini
terapeutici, ....'
quando l'uso terapeutico è regolato da anni.
Altre chicche della relazione ci informano che coloro che ne
usufruiscono ..
' ...credono religiosamente che la pianta possa donargli dei
frutti che collaboreranno a migliorare la personalità e la
qualità della vita (ndr siamo al neopaganesimo ), ma non
hanno la libertà di manifestare la propria opinione
politica (Art.21),... '
raggiungendo apici di impudenza che ne dimostrano la
faziosità e il settarismo : a chi mai é stato impedito di
parlare a favore dell'erba magica ?
Al di lá di tante chiacchiere e fumo da parte di
antiproibizionisti del carpe diem, le ricerche
specialistiche, per chi intenda usare il buon senso, ci
dicono che ....
(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014
' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su
migliaia di soggetti .
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. ...."
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. " .
STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI:
SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014
Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i
ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di
cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e
un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .
Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che
hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di
marijuana è stata collegata all’insorgere della
malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche
è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.
In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha
guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al
Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di
cannabis all’insorgere della psicosi.
“Vorrei cercare di capire perché le persone usano
cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi
coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni
al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto
la ricercatrice Marta Di Forti.
Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool
dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .
Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County
Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter
Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson,
associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg,
professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis,
professor of psychiatric epidemiologyd.
Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of
cannabis and other drugs, and on several social and
psychological characteristics.
Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of
developing schizophrenia, consistent with a causal relation.
This association is not explained by use of other
psychoactive drugs or personality traits relating to social
integration.
Da Aduc
Notizia 12 maggio 2016 11:56
USA - Cannabis legalizzata. Incidenti stradali
raddoppiati
Incidenti stradali raddoppiati negli Stati americani che
hanno recentemente legalizzato la marijuana fra chi fa uso
di questa sostanza. Lo rivela l'ultima ricerca della AAA
Foundation for Traffic Safety, secondo cui i limiti di legge
sul consumo di cannabis consentito per guidare sono
arbitrari e non supportati dalla scienza, cosa che potrebbe
tradursi in un pericolo concreto per gli automobilisti.
Washington è stato uno dei primi Stati a legalizzare l'uso
ricreativo di marijuana, e questi risultati sollevano
preoccupazione, dato che almeno altri 20 Stati Usa stanno
considerando di fare la stessa scelta quest'anno. La
Fondazione ha esaminato proprio la situazione dello Stato di
Washington, che ha legalizzato la marijuana nel dicembre del
2012. I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di
conducenti coinvolti in incidenti mortali che avevano
recentemente consumato cannabis è più che raddoppiata:
dall'8 al 17% tra il 2013 e il 2014.
E' inoltre emerso che un conducente su 6 coinvolto in
incidenti mortali nel 2014 aveva recentemente usato
marijuana. "Questo aumento significativo è allarmante", ha
detto Peter Kissinger, presidente e Ceo della Fondazione
AAA. "Washington deve servire come 'caso studio' per aprire
gli occhi su quello che può verificarsi negli altri Stati
per quanto riguarda la sicurezza stradale, dopo la
legalizzazione della droga".
Altra ricerca ..
La Cannabis triplica gli incidenti mortali sulle strade .
Incidenti mortali che coinvolgono l’uso di marijuana sono
triplicati nell’ultimo decennio, lo sostengono i
ricercatori in Rapporto elaborato dalla Mailman School of
Public Health della Columbia University.
Chi assume marijuana guida più o meno allo stesso modo di
chi ha abusato di alcol, ha spiegato Jonathan Adkins, vice
direttore esecutivo dell’Associazione Governors Highway
Safety. Si altera la capacita’ di giudizio, riduce la
vista e rende una persona più distratta e con più
probabilità di correre rischi durante la guida.
"E ‘un campanello d’allarme per noi nella Sicurezza
stradale”, ha detto Adkins . “La legalizzazione della
cannabis sta per diffondersi ad altri stati. Non è nemmeno
una questione di parte, a questo punto. La nostra previsione
è questa situazione diventerà la norma piuttosto che
l’eccezione”.
Il problema è anche che assumere marijuana, e le altre
droghe, prima di mettersi alla guida non ha lo stesso stigma
che la società ha acquisito nel corso degli anni verso chi
guida ubriaco. “Le persone sanno se chi guida e’ un
ubriaco, ma non credo abbia la stessa consapevolezza verso
chi guida drogato, quindi questo è un problema enorme”,
ha detto Adkins .
“Abbiamo bisogno di sensibilizzare il pubblico sul fatto
che se hai utilizzato qualsiasi tipo di sostanza
psicoattiva, non si dovrebbe mettersi al volante. Dobbiamo
creare quella stessa cultura per cui, come per la guida per
un ubriaco, non è accettabile.”
I risultati sono stati pubblicati on-line il 29 gennaio
scorso nell’American Journal of Epidemiology.
Il team di ricerca ha tratto le sue conclusioni dalle
statistiche sugli incidenti provenienti da sei Stati che
abitualmente eseguono test tossicologici su conducenti
coinvolti in relitti stradali mortali – California,
Hawaii, Illinois, New Hampshire, Rhode Island e West
Virginia. Le statistiche comprendono oltre 23.500 di
conducenti deceduti entro un’ora da un incidente nel
periodo compreso tra il 1999 ed il 2010. "
USA - Cannabis. Fumarne troppa
fa male alla memoria. Studio
Aduc 2 febbraio 2016
Il sospetto c'era gia' da tempo ma ora la scienza ne e'
certa: fumare troppa cannabis per un periodo troppo
prolungato puo' danneggiare la memoria a breve termine.
Lo studio, pubblicato dal magazine Jama Internal Medicine e
condotto da un team di ricercatori dell'Universita' di
Losanna capitanato dal professor Reto Auer, si e' basato
sulle abitudini di 3.400 americani in un periodo di tempo di
25 anni.
Cosi', nella ricerca rilanciata nel Regno Unito dal
quotidiano The Independent, e' stato dimostrato come chi
fuma marijuana tutti i giorni per un periodo superiore a
cinque anni tenda ad avere danni permanenti alla memoria a
breve termine, quella che fra l'altro e' legata anche alla
capacita' di prendere decisioni immediate. Lo studio ha
tuttavia sottolineato come questa perdita di memoria sia
registrabile solamente nei consumatori abituali.
USA: Cannabis riduce dimensione e forma spermatozoi. Studio
9 giugno 2014
Da Aduc
La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani
uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di
Sheffield pubblicato sulla rivista 'Human Reproduction'. Il
consumo di marijuana riduce infatti le dimensioni e la forma
degli spermatozoi. Se si progetta di mettere su famiglia,
quindi, e' meglio smettere di fumarla. La ricerca e' la piu'
grande mai effettuata al mondo per valutare come comuni
stili di vita influenzino la struttura degli spermatozoi.
Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano
un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio,
forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni
eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli
uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu'
di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco
effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini
da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito.
....
Additional information
The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for
poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be
published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST)
on Thursday 5 June 2014.
1 Participating centres were: Department of Obstetrics and
Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception
Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics
and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol;
Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital,
Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of
Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh;
Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St
Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics
and Gynaecology, Royal Free and University College, London;
Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital,
Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal
Hospital Department of Histopathology, University hospital
of South Manchester; International Centre for Life,
Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop
Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales
Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trust.
20 giugno 2016 16:57 - rottenhmajer
...e alla fine, finalmente qualcuno si è preso la briga di
spiegare ai sordo-ciechi per -scelta loro- l'effettiva
realtà delle cose.
..ma, contro l'ottusità, intrallazzo e malaffare, la
ragione non credo mai trionferà....
20 giugno 2016 11:29 - Starfighter23
ENNIO4531 = GAME OVER
SEI FINITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO