C'è chi è uso a sputar veleno raccontando frottole.
San Patrignano si regge in buona parte sulle donazioni in
quanto le attività della comunità copriranno nemmeno la
metà delle spese .
Deve essere l'effetto del ... gin che ha anteposto al suo
identificativo ...
6 gennaio 2014 17:17 - gingko
Scusate mi ero dimenticato di aggiunere una cosa. Secondo
quel genio di Serpelloni, il problema delle droghe vendibili
sul web è rappresentato dai cannabinoidi di sintesi....
Ma Serpelloni non ci capisce proprio un tubo e per fortuna
in Italia queste sostanze sono poco diffuse, ma chi compra
droga sul web, non cerca cannabinoidi, ma ben altro
stupidino di un Serpelloni. Se non sbaglio molte delle
sostanze sballanti e vendibili sul web in Italia non sono
nemmeno illegali e tra queste c'è, nome solo in inglese
perchè in italiano non è proprio contemplato,
l'ethylphenidate, sostanza simile al metilfenidato il cui
nome commerciale è Ritalin.
6 gennaio 2014 16:55 - gingko
Lo sanno tutti che a San Patrignano sono degli aguzzini e
ora che l'eroina è un pò meno diffusa, c'hanno meno
manodopera gratuita e se legalizzano pure la canapa, sono
costreti a chiudere baracche e burattini oppure ad dover
assumere dei veri lavoratori che percepiscono un salario.
5 gennaio 2014 10:59 - ennio4531
..Oltre alle chiacchiere, la prassi a cui si assiste è
quella che vede i sodali dei consumatori di pattume ludico
svignarsela da pusillanimi non appena qualche loro compagno
chiede aiuto.
Per poi inveire contro chi, magari sbagliando, ha aiutato
migliaia di persone alla faccia di chi reclama di avere le
mani pulite per il solo fatto di averle tenute sempre in
tasca.
3 gennaio 2014 18:47 - marcello84
Negli anni ’80 la gente moriva di eroina per le strade e
nei parchi, ed era pieno di chiassosi predicatori che
mettevano su comunità in campagna per recuperare i
tossicodipendenti.
Il peggiore di tutti era Muccioli: una specie di padre
severo, che si era improvvisato per motivi misteriosi
salvatore dei drogati iniziando a raccoglierne diversi nel
suo casale, senza avere alcun tipo di conoscenza pregressa
in materia.
Prima per un periodo era stato medium e spiritista, aveva
persino fondato un gruppetto che si occupava di
parapsicologia, si chiamava Il cenacolo.
Nel suo San Patrignano i drogati, tossicodipendente è la
solita parola eufemizzante che entrerà in uso anni dopo, li
chiudevano in celle di contenzione, li incatenavano e li
mettevano a lavorare duro per stimolare la loro voglia di
vivere.
Riuscirono a coinvolgere imprenditori e star nei loro raduni
annuali per raccogliere fondi, al tempo fra i suoi sponsor
principali c’erano Red Ronnie e Letizia Moratti.
Red Ronnie era un conduttore e tuttologo musicale che si
vantava di intervistare le star dando loro del tu,
trattandoli in modo confidenziale.
La sigla del suo programma più famoso, Be bop a lula, era
un montaggio di scene in cui scherzava con Vasco Rossi e
vari musicisti di fama internazionale.
Collezionista di chitarre, ne aveva comprata una carissima
appartenuta a Jimmy Hendrix, craxiano e amico dei giovani,
era riuscito a convincere cantanti in perfetta buona fede a
recarsi da Muccioli.
Jovanotti disse nella sua canzone di successo Io penso
positivo di volere un'unica grande chiesa che andasse da Che
Guevara a Teresa di Calcutta, passando per San
Patrignano.
Letizia Moratti e consorte invece andavano ogni anno a
tenere agli eroinomani dei verbosi discorsi su come
dovessero tornare nella società a tutti i costi.
Discorsi sul lavoro, sulla produttività dell’esistenza,
sulla necessità di crearsi una famiglia; quando penso ora a
quegli edificanti monologhi mi immagino tanti ex
muccioliniani in falange compatta che disprezzano i loro ex
compagni che non ce l’hanno fatta.
I drogati di Muccioli, quando diventavano ex drogati o erano
in via di guarigione, li portavano in pellegrinaggio nei
programmi di Mike Bongiorno a parlare di agricoltura o
attività artigianali varie, mentre il conduttore li
guardava con fare paternalistico e giustamente poco
convinto, li trattava come bambini a cui non si può credere
del tutto.
C’era assieme a loro Muccioli in persona, o un suo
delegato, che sorrideva alle battute cercando di non darlo
troppo a vedere.
Non avevano più gli occhi vuoti degli eroinomani di
provincia che mi capitava di vedere da bambino vicino a
certi parcheggi dove andavamo a giocare a calcio, ma
apparivano comunque svuotati, quasi senza personalità, come
se fosse stata loro imposta una cura drastica stile Lodovico
di Arancia Meccanica.
Avevano trasformato dei possibili ribelli, ribelli mancati,
falliti, ma comunque ribelli, in umili scimmiette.
Io diffidavo di Muccioli con l’istinto di un bambino, ben
prima che cominciassero i processi sulle presunte violenze
fatte a ospiti della comunità: dalle percosse a varie forme
di tortura, fino ad alcune morti sospette e ad atti di
violenza sessuale.
Nei casi più leggeri, pugni e schiaffi, Muccioli si
difendeva dicendo che erano violenze legittime motivate dal
difficile contesto, sulle accuse più pesanti smentiva
categoricamente.
Smentiva di aver usato il suo sperma come fluido per poter
disintossicare ragazze.
Di certo a San Patrignano regnava un'atmosfera pesante, le
regole erano così dure che qualcuno fu punito soltanto per
aver osato alzare gli occhi dal piatto mentre stava
mangiando.
Questo tipo di comunità favorisce sempre i conformisti e
punisce gli originali, quelli che provano a discostarsi
dalla tirannia della maggioranza.
Indipendentemente dalla conclusione giudiziaria delle sue
faccende - Muccioli uscì assolto in Cassazione da un
processo e colpevole di favoreggiamento in un altro - l’ho
sempre trovato un personaggio pericoloso.
Se Muccioli era il peggio di tutti, non sono mai stato
simpatizzante degli altri preti da comunità, sia quelli di
destra, vicini al potere, come don Gelmini, sia quelli che
avevano l’aria dei buoni curati di paese e cercavano una
sponda fra i progressisti.
Sacerdoti come Don Mazzi che finii per diventare una spalla
di Mara Venier in Domenica In; le comunità avevano un forte
legame in quegli anni con la musica e la televisione.
Delle comunità se ne parla molto poco di recente.
Al massimo si vedono al centro di Roma alcuni ex tossici che
cercano di estorcerti qualche euro sospetto facendoti
firmare un inutilissima firma contro la droga; mi ricordano
certe frasi di politici conservatori, li trovo
insopportabili.
Il crollo di consumo dell’eroina, l’avvento delle droghe
sintetiche e l’uso di massa della cocaina rendono più
complicato giustificare la loro presenza.
L’eroina ti faceva uscire dal mondo, un eroinomane era un
alienato, uno che usciva dalla società e si autorelegava
come reietto.
E le comunità erano i luoghi dove si educava a tornare nel
mondo, quasi sempre per diventare di nuovo una pedina
efficiente ed utile.
Le comunità erano pensate per l’eroina, si trovano in
difficoltà ad affrontare sballi chimici e drogati che di
giorno hanno vite normalissime e efficienti, in linea con i
desideri imprenditoriali e i tempi della società.
Il drogato è entrato nella società e le comunità non
hanno più un nemico chiaro da combattere, ospitano i
dipendenti da pasticche ma non è la stessa cosa.
Anche in televisione le sostanze chimiche fanno meno share
degli eroinomani che avevano scritti in faccia i segni del
loro suicidio.
2 gennaio 2014 17:08 - ennio4531
A tutt'oggi rimane ancora valida la mia facile predizione
...
.. dopo il fosco quadro dipinto della situazione in San
Patrignano, i reclusi ivi trattenuti attendono con
impazienza l'arrivo dei salvatori come lo scr-Ivan-o al
quale non rimane che presentarsi alle porte della comunità
per chiedere a gran voce la loro liberazione e proporre un
suo risolutivo metodo di cura.
Lo farà ?
Non lo fa ... non lo fa ...
Oltre alle chiacchiere, la prassi a cui si assiste è quella
che vede i sodali dei consumatori di pattume ludico
svignarsela non appena qualche loro compagno chiede aiuto .
Anche pusillanimi sono ....
2 gennaio 2014 16:21 - IVAN.
.
*******************************************
LE VERITÀ NASCOSTE DI SAN PATRIGNANO / 5
*******************************************
(Lettera di Giuseppe Maranzano, il figlio di Roberto).
«Mio padre è stato "ospite" di San Patrignano fino al
1989...anno in cui morì.
E non morì per cause naturali, ma a causa delle percosse
ricevute all'interno della comunità.
Una punizione per futili motivi, come sempre capitava.
Questo "giustificava" l'esistenza di reparti punitivi a San
Patrignano.
Vincenzo Muccioli fu condannato per favoreggiamento
nell'omicidio di mio padre, e successivamente avrebbe dovuto
affrontare un nuovo processo con accuse ben più gravi.
Muccioli disse che aveva taciuto per il bene della
comunità...ma guarda caso, se la cosa fosse saltata fuori
subito, sarebbero stati casini per lui, dato che aspettava
la chiusura del processo cosiddetto "Delle catene" proprio
in quei giorni.
Scrivo perchè sono stufo di dover ascoltare sempre parole
sante su Vincenzo Muccioli e il suo operato.
Non mi piace vedere intitolate a lui piazze, vie e
monumenti. Non mi piace che ci sia un francobollo con la sua
faccia stampata.
Non è la rabbia che porta a ribellarmi: da cittadino e
ovviamente persona coinvolta direttamente, non mi va che una
persona condannata per favoreggiamento in omicidio venga
osannato dai media, giornali e persone famose e potenti,
facendo finta di niente.
Ho scritto una lettera aperta a Baudo dopo la puntata di
"Novecento" su Raitre. Da Baudo e dalla RAI, nessuna
risposta.
San Patrignano, interpellata da un paio di giornali locali,
risponde così: solo un silenzio per rispettare la dignità
di una persona colpita da un fatto così drammatico. E
infatti è il silenzio quello che vogliono. Io no.
Io non voglio distruggere nente e nessuno, voglio soltanto
che venga restituita la dignità a mio padre e agli altri
ragazzi che da quella collina non ne sono usciti vivi.»
Giuseppe Maranzano.
.
2 gennaio 2014 10:04 - ennio4531
.. ah ... marcè.. non è farina del tuo sacco...
C'è già chi sa fa bello limitandosi a copia/incollare
concetti altrui espressi anni fa.
Vuoi fargli concorrenza per vincere la coppa del miglior
clonatore ritardato/rio ?
A tutt'oggi rimane ancora valida la mia facile predizione
...
.. dopo il fosco quadro dipinto della situazione in San
Patrignano, i reclusi ivi trattenuti attendono con
impazienza l'arrivo dei salvatori come marcello al quale non
rimane che presentarsi alle porte della comunità per
chiedere a gran voce la loro liberazione e proporre un suo
risolutivo metodo di cura.
Lo farà ?
Non lo fa ... non lo fa ...
Oltre alle chiacchiere, la prassi a cui si assiste è quella
che vede i sodali dei consumatori di pattume ludico
svignarsela non appena qualche loro compagno chiede aiuto .
Anche pusillanimi sono ....
30 dicembre 2013 21:56 - marcello84
E' una bestialità sostenere che Muccioli non può essere
inquisito per i suoi meriti. E' il suo metodo "educativo
fondato sulla repressione" che non va. Quello che ha portato
alla creazione del reparto punitivo. "Un lager, come dai
nazisti, con gli ebrei costretti a punire altri ebrei". Le
pene sono elencate e varie: "schiaffi e pugni, stare in
piedi per giorni o in ginocchio per ore con le braccia
alzate, sollevare pezzi di carne pesantissimi, frustate con
nerbo di bue, docce fredde, scosse elettriche, raccogliere
escrementi con le mani, dare fuoco ai vestiti, bastonature
collettive"e a capo di questo reparto Muccioli aveva messo
un uomo violento, di cui era stata già accertata la
personalità maniacale, psicotica: Alfio Russo,famoso alle
cronache per l'assassinio di Roberto Maranzano con altri
complici.L'omicidio bestiale è avvenuto nella porcilaia a
calci e pugni con la benedizione di Muccioli.
30 dicembre 2013 18:38 - ennio4531
.. ah ... marcè.. non è farina del tuo sacco...
C'è già chi sa fa bello limitandosi a copia/incollare
concetti altrui espressi anni fa.
Vuoi fargli concorrenza per vincere la coppa del miglior
clonatore ritardato/rio ?
A tutt'oggi rimane ancora valida la mia facile predizione
...
.. dopo il fosco quadro dipinto della situazione in San
Patrignano, i reclusi ivi trattenuti attendono con
impazienza l'arrivo dei salvatori come marcello al quale non
rimane che presentarsi alle porte della comunità per
chiedere a gran voce la loro liberazione e proporre un suo
risolutivo metodo di cura.
Lo farà ?
Non lo fa ... non lo fa ...
Oltre alle chiacchiere, la prassi a cui si assiste è quella
che vede i sodali dei consumatori di pattume ludico
svignarsela non appena qualche loro compagno chiede aiuto .
Anche pusillanimi sono ....
30 dicembre 2013 18:01 - marcello84
Vincenzo Muccioli,un accortissimo capo di una setta
religiosa, beccato da un testimone a intagliarsi delle proto
stimmate...
Muccioli considerato per molti anni prima di San Patrignano
un pazzo benestante,che avendo poco da fare si dilettava di
fare il profeta, uno che andava in trance a comando e si
identificava con Cristo. Ed è anche così che si è
alimentata una leggenda...
un visionario che invitava gli adepti a disfarsi dei beni
terreni, il tipico guru che s’intrufola nel vuoto lasciato
dalla speranza...
E oggi il figlio del santone, l’attuale timoniere
recalcitrante, sfrecciare sulla sua luccicante mercedes 300.
E capire che la violenza esercitata su chi si rivolgeva alla
comunità risentiva da una parte dell’attrazione del
denaro e dall’altra dalla convinzione settaria che tutti
dovessero aderire al modello umano che Vincenzo Muccioli
aveva in testa. Qualcosa che non aveva nulla a che fare né
con la compassione, né con la carità e nemmeno con la
civiltà e il riscatto. Ma solo con le avidità e le
ossessioni...
30 dicembre 2013 17:49 - marcello84
E' una bestialità sostenere che Muccioli non può essere
inquisito per i suoi meriti. E' il suo metodo "educativo
fondato sulla repressione" che non va. Quello che ha portato
alla creazione del reparto punitivo. "Un lager, come dai
nazisti, con gli ebrei costretti a punire altri ebrei". Le
pene sono elencate e varie: "schiaffi e pugni, stare in
piedi per giorni o in ginocchio per ore con le braccia
alzate, sollevare pezzi di carne pesantissimi, frustate con
nerbo di bue, docce fredde, scosse elettriche, raccogliere
escrementi con le mani, dare fuoco ai vestiti, bastonature
collettive"e a capo di questo reparto Muccioli aveva messo
un uomo violento, di cui era stata già accertata la
personalità maniacale, psicotica: Alfio Russo,famoso alle
cronache per l'assassinio di Roberto Maranzano con altri
complici.L'omicidio bestiale è avvenuto nella porcilaia a
calci e pugni con la benedizione di Muccioli.
29 dicembre 2013 16:03 - ennio4531
" Lettera di una ex "ospite" di S.Patrignano...."
Manca di nome e cognome .
... trattasi di anonimo ... veneziano ?
28 dicembre 2013 23:17 - IVAN.
.
*******************************************
LE VERITÀ NASCOSTE DI SAN PATRIGNANO / 4
*******************************************
(Lettera di una ex "ospite" di S.Patrignano.)
«Rimasi a S.Patrignano quasi un anno e fu un incubo.
Lavoravamo e basta, nessun tipo di assistenza psicologica o
farmacologica (se non per i malati di HIV).
Lavoravamo 9 ore al giorno, in cambio di 5 sigarette e del
pasto cucinato da noi stessi.
Stavi lì 3 anni senza mai uscire, senza un contatto con
gentiori, amici, o con l'altro sesso.
I momenti peggiori erano quando venivano le "comitive" da
fuori (visitatori di associazioni e cose simili) a cui
eravamo obbligati a mostrarci sorridenti e redenti, così
loro dicevano: "Che bravi ragazzi, e che bravo Muccioli che
li ha riportati sulla retta via!"
Bisognava anche fare regali alla Moratti, che veniva col
consorte ogni domenica, o alla moglie di Muccioli. Verso
queste figure c'era una reverenza che loro, paternalisti e
moralizzatori vergognosi, si tenevano ben stretta.
Un paio di anni dopo sono uscita dal problema dell'eroina,
ma non certo grazie al loro aiuto. Ne sono uscita grazie a
una terapia cognitivo-comportamentale, quando mi sono
sentita capita, ascoltata, valorizzata e rispettata come
individuo, non certo come mi facevano sentire a San
Patrignano, cioè una colpevole che doveva redimersi, una
reietta che doveva pagare abbassando la testa e integrandosi
in un loro falso modello di società, alienante e
irreale.
Ancora oggi, dopo più di dieci anni, se ripenso alle
umiliazioni e al tempo buttato via in quel posto, mi viene
da piangere.»
.
19 dicembre 2013 10:16 - ennio4531
... la canapa ?
Panacea di tutti i nostri mali !
.. Santa subito... subito ...subito !!!
19 dicembre 2013 1:19 - roberto7266
I derivati della Canapa sono circa 50.000
E' possibile vestirsi di Canapa, alimentarsi con Canapa,
curarsi con Canapa, lavarsi con Canapa, vivere
quotidianamente con la Canapa
E' possibile arrestare la devastazione delle foreste
utilizzando carta ottenuta dalla lavorazione della Canapa.
Pensate che da 1 acro di terreno coltivato a Canapa si
ottiene tanta carta quanto da 4 acri coltivati con alberi
E' possibile rallentare l' avvelenamento della nostra vita
utilizzando plastiche ottenute dalla lavorazione della
Canapa
E' possibile costruire un'intera casa utilizzando pannelli e
mattoni in fibra di Canapa. Una casa oltre che bella,
ecologica, perfettamente isolata da agenti termici e sonori
e maggiormente igienica!
E' possibile ripulire tutti i terreni coltivando Canapa, in
quanto non ha nemici che richiedano l'uso di pesticidi
(tranne l'uomo!)
E' possibile alimentare le nostre velenosissime automobili
con un sano combustibile di Canapa
La Cannabis Indica e Sativa sono la stessa pianta, solo che
una è illegale e l'altra finanziata dalla Ue
Mai nessuno al mondo è deceduto in seguito all'utilizzo di
Cannabis
E lo sapevate che…
I primi a gridare "al mostro, al mostro" riferendosi alla
Canapa sono stati i grandi signori della "Hearst" produttori
di carta, i grandi signori della Du Pont produttori di fibre
in nylon, ed i grandi signori della Standard Oil insieme
alla General Motors, non medici e dottori, ma
industriali…
Su scala mondiale è stata considerata la miglior produtrice
di energia: gas, elettricità, carbone vegetale, benzine,
potrebbe sostituire totalmente il petrolio e tutti i suoi
derivati, non è già un buon motivo per gridare al mostro e
metterla fuori legge??
18 dicembre 2013 0:36 - IVAN.
.
*******************************************
LE VERITÀ NASCOSTE DI SAN PATRIGNANO / 3
*******************************************
L'OMICIDIO DI ROBERTO MARANZANO.
Fu uno dei casi giudiziari più clamorosi degli anni '90: un
uomo era stato ucciso, a botte, a San Patrignano, nella
comunità per il recupero dei tossicodipendenti fondata e
diretta in una frazione di Coriano, sulle colline riminesi,
da Vincenzo Muccioli.
Quella comunità era ormai nota a tutti e circondata da
stima; la notizia che vi era stato consumato un omicidio
accese il fuoco delle polemiche, che divampò a coinvolgere
non tanto i diretti colpevoli, quanto piuttosto chi gestiva
quel centro: Vincenzo Muccioli.
Già negli anni '80, San Patrignano era finita sotto i
riflettori per il celebre processo "Delle catene", a carico
di Muccioli e di dodici fra i suoi più stretti
collaboratori, accusati di sequestro di persona e di
maltrattamenti.
Il processo ebbe enorme eco e divise l'Italia in due. Da una
parte, i fautori dei "metodi coercitivi" che andavano
adottati in nome del supremo obiettivo del recupero
terapeutico e della tutela della comunità; dall'altra, chi
sosteneva che tali metodi erano disumani e calpestavano le
libertà individuali.
Nel 1985 il tribunale di Rimini condannò lui e gli altri
imputati, che però vennero assolti in Appello nel 1987.
Trascorsero alcuni anni tranquilli, durante i quali la
comunità di SanPa si allargò fino a divenire quasi una
piccola città, estesa su 25 ettari.
La vita della comunità non fu sconvolta più di tanto
neppure quando, il 7 maggio 1989, venne trovato in una zona
di campagna a Terzigno (Napoli) il cadavere di un suo
ospite, Roberto Maranzano, 36 anni, originario di
Palermo.
La morte risaliva a due giorni prima: qualcuno lo aveva
ammazzato a calci e pugni, e poi aveva cercato di
nasconderlo in quel luogo isolato, nei pressi di una
discarica.
Inizialmente le indagini si indirizzarono verso un
regolamento di conti nell'ambito della malavita, per cause
legate allo spaccio di droga.
La verità era un'altra, ma venne alla luce solo alcuni anni
più tardi.
Nel gennaio 1993 Fabrizio Lorandi, un altro ospite di San
Patrignano, raccontò a un magistrato che Maranzano non era
fuggito dalla comunità, ma era stato ucciso a botte
all'interno di essa. Per la precisione, nella macelleria
della comunità, dove lavoravano sia Lorandi sia Maranzano.
Quindi i colpevoli dovevano essere cercati fra gli altri
ospiti.
Ma come poteva uno di questi ospiti sparire di colpo senza
che nessuno se ne accorgesse? E quel pestaggio, così
violento provocare la morte di Maranzano, possibile che
fosse passato inosservato? Cosa succedeva davvero a San
Patrignano?
La comunità veniva così travolta da un altro scandalo.
Muccioli all'inizio dichiarò: «Il fatto in sé mi sembra
impossibile. Tutti i ragazzi appartenevano al reparto
macelleria, che si trova accanto alle cucine. È impossibile
che una loro assenza prolungata non sia stata notata. E poi
in tutto questo tempo nessuno che sia venuto a dirlo a me.
Mi sembra assurdo che un intero gruppo non abbia mai detto
niente.»
In effetti, per quasi quattro anni l'omicidio di Roberto
Maranzano rimase una verità ben celata. E quando intervenne
la testimonianza di Fabrizio Lorandi, le responsabilità di
Muccioli parvero evidenti: Muccioli doveva aver saputo
cos'era successo quel 5 maggio del 1989.
In un primo tempo, il leader di SanPa disse di non sapere
nulla di quanto aveva raccontato Lorandi, e di aver appreso
della sua deposizione dai giornali. Due giorni dopo, però,
ammise al procuratore Franco Battaglino di essere stato
subito informato del delitto, ma sotto il vincolo del
segreto accordato agli stessi ragazzi della comunità; per
questo non aveva denunciato il fatto.
Poi corresse ancora la sua versione, dicendo di aver saputo
dell'omicidio solo mesi dopo.
È chiaro che a ogni versione di Muccioli corrispondeva una
sua diversa responsabilità in quanto accaduto.
Ma gli inquirenti volevano dare una risposta anche ad altri
inquietanti interrogativi emersi dalle indagini dopo le
rivelazioni di Fabrizio Lorandi:
Era vero oppure no che il reparto dove Maranzano era stato
pestato a morte, la macelleria-porcilaia di San Patrignano,
era considerato un "reparto punitivo" all'interno della
comunità, al quale erano assegnati i più
indisciplinali?
E gli autori del pestaggio erano una "cellula impazzita", o
la violenza in quella comunità era una sorta di prassi?
La svolta nelle indagini seguita al racconto di Lorandi
sollevò una nuova ondata di sospetti sulla comunità e su
quello che vi succedeva.
La magistratura di Rimini procedette con l'arresto di 8
persone per omicidio preterintenzionale.
Venne appurato che all'epoca del delitto nel reparto
macelleria lavoravano una quindicina di persone, il cui
responsabile era ALFIO RUSSO. Negli interrogatori Russo
negò ogni addebito, anzi disse che il pestaggio non era mai
avvenuto.
Al contrario, un altro degli arrestati, Giuseppe Lupo (uno
degli aiutanti di Russo), confermò la dinamica
dell'omicidio ricostruita sulla base delle dichiarazioni
rese dal "supertestimone" Lorandi.
Maranzano subì un primo pestaggio il 4 maggio, mentre era
sotto la doccia. L'aggressione poi rivelatasi mortale
avvenne invece il mattino successivo.
Lupo riferì poi che subito dopo la morte di Maranzano,
Alfio Russo si era recato a casa di Muccioli. Questo
particolare fu confermato dalla testimonianza di un altro
degli arrestati, Ezio Persico.
Lupo confessò anche di aver guidato lui l'auto sulla quale
fu trasportato il cadavere di Maranzano fino a Terzigno
(distante circa 600 chilometri dalla Comunità). Sull'auto,
oltre a Lupo, c'era Persico.
Le indagini accertarono che tutti gli ospiti assegnati al
reparto macelleria dormivano in una camerata comune; quindi
già le conseguenze del primo pestaggio non sarebbero potute
passare inosservate. Inoltre, dopo che Maranzano era morto,
più di una persona aveva visto Russo correre da Muccioli
per informarlo. Inevitabilmente, per quest'ultimo scattò un
avviso di garanzia per favoreggiamento.
L'autopsia accertò che a causare la morte di Maranzano era
stata una «compressione prolungata con frattura dell'osso
ioide»: quindi non un colpo solo aveva spezzato il collo
dell'uomo, ma una serie di colpi, sferrati presumibilmente
da più persone.
Il procuratore Battaglino avanzò altri sospetti sulla
vicenda, che chiamavano direttamente in causa Muccioli.
Alla vigilia di un interrogatorio a Muccioli, Battaglino
dichiarò: «Chiederò chiarimenti sulla gita che alcuni dei
giovani che lavoravano nella macelleria fecero nel Pesarese
proprio durante i primi controlli dei carabinieri nella
comunità pochi giorni dopo la scoperta del cadavere.
Inoltre cercherò di farmi spiegare perché gli stessi
carabinieri furono portati a ispezionare stanze diverse da
quelle che avevano chiesto di vedere.»
Il quadro accusatorio per Muccioli andava aggravandosi:
quando si arrivò al processo (autunno 1994) doveva
rispondere, oltre che di favoreggiamento, dell'accusa
alternativa di omicidio colposo.
E nei giorni del dibattimento, cominciato il 17 ottobre
1994, gli inquirenti ascoltarono una serie di testi
spontanei, tutti ex ospiti di SanPa, che raccontarono di
violenze avvenute all'interno della comunità, di raid
punitivi, di suicidi sospetti e persino di un finanziamento
illecito al PSI.
Tutti questi fatti indussero il pm Battaglino a chiedere il
cambio di imputazione per Muccioli da omicidio colposo ad
abuso dei mezzi di correzione sfociati in omicidio: un reato
più grave, con pena prevista tra i 12 e i 20 anni di
reclusione, che avrebbe comportato l'interruzione del
procedimento e il suo trasferimento davanti alla Corte
d'Assise. Il Tribunale di Rimini però respinse la
richiesta.
Il 26 ottobre spuntò un'audiocassetta che recava la
registrazione di una conversazione tra Muccioli e il suo ex
autista, Walter Delogu.
In quella registrazione Muccioli, parlando di uno dei
testimoni dell'omicidio, diceva: «Bisognerebbe fargli
un'overdose, farlo sparire in modo che sembri un
incidente», e altre frasi simili.
Muccioli dapprima negò di aver mai pronunciato quelle
parole, poi ammise dopo che la cassetta fu ascoltata in
aula.
Muccioli sostenne di aver detto quelle parole per provocare
Delogu, per vedere dove voleva arrivare, e spiegò: «Sono
stato ricattato da Delogu al quale ho dato 150 milioni. Non
l'ho denunciato per evitare traumi e destabilizzazioni agli
ospiti della comunità».
Al termine del processo, il 15 novembre 1994, Vincenzo
Muccioli fu condannato a otto mesi di reclusione per
favoreggiamento personale, ma assolto dall'imputazione di
omicidio colposo "per non aver commesso il fatto".
Nella motivazione della sentenza (firmata dal giudice
Concezio Arcadi), si legge che è probabile che Muccioli
abbia saputo quasi subito dell'omicidio, ma che il suo
"comportamento antigiuridico" (tacere il fatto e sviare le
indagini dei carabinieri) va ricondotto al desiderio di
difendere la comunità dai possibili danni che nell'azione
giudiziaria (e al collegato clamore suscitato) sarebbero
sicuramente conseguiti.
Se Muccioli venne condannato per l'accusa di favoreggiamento
personale lo si dovette alla testimonianza del maresciallo
dei carabinieri di Terzigno, Mario Inverso, che subito dopo
aver trovato e identificato il cadavere di Maranzano, si
recò a San Patrignano per ispezionare stanza ed effetti
personali della vittima, ma fu portato in un dormitorio
diverso. Inoltre, dalla comunità erano stati
“prudentemente” allontanati gli ospiti ritenuti più
deboli: per l'occasione infatti San Patrignano organizzò
una gita a Botticella (Pesaro), una comunità "satellite" di
San Patrignano.
Evidentemente la Corte diede poco credito ai tre
testimoni-chiave presentati dall'accusa (rappresentata in
aula dal PM Battaglino); infatti il giudice Arcadi scrive:
«Molti dei testimoni addotti figuravano tossicodipendenti o
ex tali, così che la loro deposizione poneva particolari
problematiche. [...] Walter Delogu, Roberto Assirelli e
Patrizia Ruscelli (tutti testimoni ascoltati durante il
processo) hanno denunciato nel corso dei rispettivi esami
gravi motivi di contrasto di natura personale col
Muccioli.»
Per quanto riguardava invece l'accusa di omicidio colposo,
il giudice Arcadi faceva notare come non esistesse il "nesso
di causalità" tra la morte di Maranzano e l'operato di
Muccioli.
Per condannare Muccioli si sarebbe dovuto dimostrare
l'esistenza (sostenuta dall'accusa) di un reparto punitivo
che fosse stato davvero concepito come tale, e che a capo vi
fosse stato realmente messo un picchiatore (Alfio Russo). Ma
questo non era stato dimostrato, perché «Alfio Russo
all'inizio era diverso, buono...e sarebbe "impazzito"
all'improvviso senza che Muccioli potesse rendersene conto.
In secondo luogo, non risponde a verità che al reparto
macelleria fossero inviati solo ospiti che si riteneva
richiedessero un trattamento punitivo.»
Nella motivazione si accennava infine alla cassetta
registrata da Walter Delogu, e si notava come il dialogo
fosse avvenuto tra «due protagonisti in condizioni
psicofisiche molto differenti: vigile e lucido il Delogu,
che insieme guidava e parlava, e distratto e in evidente
stato di torpore il Muccioli, che sonnecchiava durante un
viaggio di ritorno in auto.
In ogni caso, per il giudice Arcadi quel dialogo non
sembrava di particolare importanza per il giudizio.
Di parere opposto fu la Procura di Rimini, che ricorse in
Appello.
All'inizio del 1995, la Procura generale di Bologna chiese
la nullità della sentenza di primo grado, nullità derivata
dalla mancata modifica del capo di imputazione da omicidio
colposo ad abuso dei mezzi di correzione sfociati in
omicidio.
La Corte d'Appello di Bologna annullò la sentenza del
processo separato in cui Alfio Russo era stato riconosciuto
colpevole di omicidio preterintenzionale, e trasmise gli
atti alla Procura di Rimini per la diversa e più grave
ipotesi di omicidio volontario in concorso con altri ospiti
della comunità.
Concluso il processo a carico di Muccioli, le indagini della
Procura riminese proseguirono e si estesero ad altre ipotesi
di reato.
Nel frattempo, però, la Procura di Milano archiviò
l'inchiesta sul finanziamento illecito al Psi, e quella di
Pescara fece altrettanto per il suicidio ritenuto sospetto
di una ragazza ospite della comunità "satellite" di San
Patrignano nella provincia abruzzese.
Vincenzo Muccioli passò poi al contrattacco e presentò
alcuni esposti alla Procura di Firenze in cui accusava il
procuratore Battaglino di violazione del segreto
istruttorio. Ad essi si aggiunsero due denunce dell'avvocato
Carlo Taormina, nuovo difensore di Muccioli, in cui si
ipotizzava l'esistenza di una lobby politico-giudiziaria
riminese che avrebbe agito contro il fondatore di San
Patrignano.
Dal ciclone giudiziario che si era abbattuto su di lui,
Muccioli usciva stremato e profondamente prostrato. Una
grave forma di debilitazione psicofisica lo colpì, fino a
causarne la morte, sopraggiunta in quello stesso 1995.
Restavano ancora da definire le responsabilità degli
assassini di Maranzano.
Alfio Russo (che una perizia psichiatrica aveva definito
seminfermo di mente) e Giuseppe Lupo furono condannati nel
1997 rispettivamente a 14 e a 7 anni di reclusione per
omicidio preterintenzionale (il terzo imputato, Ezio
Persico, era nel frattempo deceduto).
Per la pubblica accusa, invece, Maranzano fu ripetutamente
colpito a morte perché si lamentava di precedenti pestaggi
subiti a causa di episodi di indisciplina.
Nel processo di secondo grado davanti alla Corte d'Assise
d'Appello di Bologna, Russo e Lupo accettarono l'imputazione
per omicidio volontario, accogliendo la proposta del
procuratore generale Giuseppe Mattioli, e patteggiarono una
condanna a 10 e 6 anni.
.
17 dicembre 2013 23:15 - ennio4531
Caro sig. armando,
ho conosciuto un sacco di... fighetti, anche nel mio
quartiere, affabulare in modo lieve e soave, come fa lei,
sull'innocenza della marjuana per poi trovarsi alle .. asse
( tralascio gli effetti economici-affettivi sui
famigliari) pur essendo privi di 'seri disturbi a
prescindere dall'uso di sostanze'.
Sulle commento-castronerie di roberto non mi soffermo.
Per inquadrare il soggetto, ecco il nostro cosa scrive ...
2 dicembre 2013 11:37 - roberto7266
Remissione spontanea
Non sempre, non nella totalità dei casi, ma in una
percentuale molto elevata il tossicodipendente arriva alla
remissione spontanea. Questo ovviamente se non muore!!
...'
Come vedo io i consumatori di droghe cosidette leggere ?
Consci dei propri limiti e delle proprie frustrazioni, non
rimane loro, per agognare a diventare figure leonine nella
propria mente o sfuggire alla pochezza quotidiana, la
ricerca di scorciatoie per superare momentaneamente stati di
profondo scontento o di noia .
Se una persona fosse soddisfatta della propria esistenza,
che necessità avrebbe di eccitare fasullamente i propri ...
neuroni ?
17 dicembre 2013 20:21 - roberto7266
armando977
la persona a cui stai rispondendo non è una persona, ma un
troll: guastaforum professionista (?) pagato per recare
disturbo. Fatica inutile e dargli corda è controproducente.
Ciao.
17 dicembre 2013 13:20 - armando977
Caro Sig. Ennio, mi diverto molto a leggere le sue repliche,
ognuno la pensa come vuole ma una cosa sarei proprio curioso
di saperla: perché dice continuamente che l'uso di droghe
leggere porta alla dipendenza? io in vita mia ne ho
conosciuti veramente tanti che si sono fatti 10 canne al
giorno per anni e poi hanno smesso, io stesso ho fumato per
tutto il periodo universitario e senza alcun problema ho
smesso, può anche capitare di farsi qualche tiro con gli
amici ma poi non è che hai quella dannata voglia che il
tabacco o l'alcol ti lasciano. Allora mi chiedo: ma lei ha
mai fumato marjuana? E se si ha avuto problemi di
dipendenza? Dalla mia esperienza e da quella di tante
persone io posso affermare che la marjuana non porta
dipendenza, ora se Lei ha conosciuto chi cade in stato
catatonico perché non ha erba in casa, mi perdoni, ha
conosciuto persone con seri disturbi a prescindere dall'uso
di sostanze.
16 dicembre 2013 8:18 - Cepu
"Sono circa 280 le molecole commercializzate in rete".
15 dicembre 2013 0:16 - ennio4531
Sappiamo quanto lo scr-Ivan-o si sia impegnato per sottrarre
i reclusi dal lager di San Patrignano impiegando tecniche
esoteriche da giardino dell'eden per liberarli da un falso
problema .
da un ... Sogno di una notte di mezza estate ...
14 dicembre 2013 14:38 - IVAN.
.
*******************************************
LE VERITÀ NASCOSTE DI SAN PATRIGNANO / 2
*******************************************
L'ex autista: «MUCCIOLI MI MANDAVA ALL'ESTERO CON L'AUTO
IMBOTTITA DI MILIARDI.»
Walter Delogu, 38 anni, ex autista di Muccioli, ha appena
appreso delle controaccuse di Muccioli a proposito della
famigerata cassetta e dei suoi duplicati. Quale è la sua
versione?
«Ah, io sarei un ricattatore e un provocatore? Muccioli
deve smetterla con questi colpi bassi, perché anche io
potrei rispondere con la sua stessa moneta. Ad esempio: una
guida come lui non manda allo sbaraglio la gente che ha
salvato dalla droga con i soldi messi nei doppifondi delle
auto, facendogli passare le frontiere col rischio di essere
arrestati, come è accaduto a me in Francia. Ho girato con i
miliardi della comunità e poi mi sarei limitato a
chiedergli 150 milioni?! Ma dai. Se l'avessi voluto
ricattare, avrei preteso 1 o 2 miliardi, che per lui sono
come 100 lire.»
- Come entraste in contrasto?
«Dopo la morte di Maranzano, Muccioli perse completamente
la testa e il controllo della macelleria. Nessuno voleva
più restare lì. Un giorno convocò a casa sua il gruppo
(diretto allora da Lorandi) e chiese a ciascuno in quale
reparto volesse essere trasferito. Rimproverò Lorandi, che
aveva bevuto, ma questi replicò a Muccioli: "Non ho fatto
niente di male, ma qualunque cosa anche avessi fatto, io
almeno non ho ucciso mai nessuno". Muccioli restò di
ghiaccio, mandò via tutti e ci fermammo io e lui. A me
disse: "Morisse, quel bastardo..."»
- Torniamo ai 150 milioni...
«Ero stanco dei suoi metodi. Nella primavera del '92
litigammo violentemente: mi aveva offeso perchè dopo un
lungo viaggio, nel corso del quale avevo acceso l'aria
condizionata dell'auto su suo ordine, gli erano venuti dei
dolori. Un motivo ridicolo. Lo affrontai all'uscita della
scuderia: "Il nostro rapporto è degenerato, me ne voglio
andare". Avevo lavorato per otto anni a un milione al mese,
perciò invitai Muccioli a mantenere quello che da 3 anni mi
prometteva: un aiuto per comprarmi una casa. E lui rispose:
"Se vuoi andare, vai". Io replicai: "Ah no, non mi tratti
come Marcone [un ospite della Comunità ora deceduto],
buttato via con 500.000 lire dopo una vita di lavoro!"»
- E Muccioli come reagì?
«Gli ricordai che per lui ero stato arrestato in Francia
con 300 milioni, avevo fatto tre viaggi in Germania, Olanda
e Francia con il doppio fondo imbottito di miliardi.
Perciò: o manteneva le promesse, o sarei salito sull'Arco
romano e avrei fatto una piazzata dicendo tutto su San
Patrignano. Capì che non scherzavo. Mi invitò a casa sua e
mi dette 150 milioni. Solo a quel punto gli confermai che
non doveva fare scherzi: se mi fosse successo qualcosa,
avevo con me in tasca l' assicurazione sulla mia vita: la
cassetta che avevo registrato mentre andavamo a San Marino
dal gioielliere Arzilli. Allora Muccioli mi chiese scusa per
le offese precedenti, mi disse che quei soldi me li regalava
e mi invitò a restare con lui. Io gli credetti ancora una
volta ingenuamente, anche perché mi mandò in ferie per 40
giorni con la mia famiglia, pagandomi il tutto con altri
dieci milioni. Quei dieci milioni che lui ora sostiene di
aver lasciato nel fondo della borsa. Rientrato dalle ferie,
però, mi accorsi che lui aveva fatto il vuoto attorno a me.
Allora me ne andai, anche perché temevo che attuasse le
minacce che era solito pronunciare nei confronti di chi
aveva messo da parte.»
- Delogu, lei ha altre cassette?
«Sì, alcune di quelle registrate negli uffici da dove si
controllavano tutte le telefonate. A San Patrignano spiano,
con microfoni nascosti, perfino gli assistenti sociali che
parlano con i tossicomani. San Patrignano non è ciò che si
vuol far credere. Ne ho la testimonianza anche da decine di
telefonate da parte di ex tossici che mi hanno chiamato in
questi giorni per ringraziarmi di quello che sto
facendo.»
- E ora che cosa pensa di Muccioli?
«Quel poco di rispetto che avevo per lui, ora è
completamente svanito. Io voglio vivere solamente in pace
con mia moglie e mia figlia. Diversamente...Ultimo
avviso.»
.
12 dicembre 2013 19:47 - ennio4531
.. dopo il fosco quadro dipinto della situazione in San
Patrignano, i reclusi ivi trattenuti attendono con
impazienza l'arrivo dei salvatori come marcello, lo
scr-ivan-o, roberto ai quali non rimane che presentarsi alle
porte della comunità per chiedere a gran voce la loro
liberazione e proporre i loro metodi di cura.
Lo faranno ?
Non lo fanno ... non lo fanno ...
Oltre alle chiacchiere, la prassi a cui si assiste è quella
che vede i sodali dei consumatori di pattume ludico
svignarsela non appena qualche loro compagno chiede aiuto .
Anche molto pusillanimi sono ....
12 dicembre 2013 1:01 - roberto7266
Testimonianze
Sostiene Mandingo*
Quella che segue è la drammatica testimonianza, pubblicata
da Sergio Bombardi, il 30/05/2012 su Facebook
Un giorno mi chiamò Vincenzo (Muccioli, ndr) e mi affidò
una ragazza di Rimini dalla quale le donne - mi pare la
Diella (Rita) & C. non riuscivano a cavare nulla.
Questa poveretta e poi si capirà perchè poveretta fu
affidata a me. Io però avevo l'impegno del gruppo per il
quale era prassi il pernottamento insieme e non si poteva
certo mettere a dormire una ragazza con qualche decina di ex
o tossici.
Mii disse (Vincenzo Muccioli, ndr) di andare con lei a
vivere nella mansarda che fu alloggio di Vincenzo per un
certo periodo. Non ricordo l'anno ma sicuramente prima del
'90. Durante il giorno sarebbe stata con noi chimici in
laboratorio.
Lei non collaborava ed io iniziai a menare. La picchiavo con
un bastone ovunque capitasse. Non la colpivo forte perchè
avrei potuto non solo farle male ma anche spaccarle un osso
o chissà ... la picchiavo con questo bastone e levavo
subito il colpo.
Scusate il paragone ma si deve capire: la picchiavo come si
suona la batteria: si dà il colpo e si leva immediatamente
il bastone.
La colpivo anche in testa anzi furono parecchi i colpi in
testa. Lei dura come il ferro neppure si lamentava.
Il giorno dopo alla sveglia trasalii. La testa e la faccia
erano il doppio del normale. Chiamai il dottore ma non
ricordo chi venne. Ricordo che mi guardò (il dottore, ndr)
come si guarda un pazzo e mi disse di calmarmi. Non capitò
nulla. Io credevo di aver esagerato come del resto era,
aspettavo Muccioli che mi chiudesse in un tino e invece
nulla.
Restammo chiusi in mansarda per più di una
settimana.Ricordo che il versamento dal cranio passò al
collo e poi piano piano si riassorbì.
Non fini qui: la ragazza non collaborava ed allora si passò
alle docce gelate.Io la mettevo nuda in doccia prendevo il
getto in mano e perpetravo quest'altra violenza con la
consapevolezza del mostro che sono stato parecchie volte.
A forza di vederla nuda un giorno mi feci masturbare...
questo andò avanti per un mese o giù di lì.
Poi la ragazza che non aveva mai avuto problemi di droga ma
era piuttosto un soggetto borderline cioè non abile come si
intende, ma un po' diversamente abile, collaborò.
Vvincenzo a cena mi disse di alzarmi unitamente a questa
ragazza della quale non ricordo il nome ma ricordo era di
Rimini e doveva essere figlia di amici dei Muccioli, io
pensai "ecco adesso mi fa nero".
Invece mi coprì di elogi e tutti mi fecero l'applauso più
sincero!!! Era impossibile che i medici non avessero
informato Vincenzo: se lui fosse salito oltre a me nel tino
avrebbe messo anche loro.
Questa per me è stata la madre di tutte le porcherie che
feci a Sampa. Ho voluto scriverlo perchè qui il gioco è
questo. se non volevo giocare non chiedevo di entrare nel
gruppo.
Faccio schifo? Si, questa fa vomitare. Ma a sampa era
tollerato tutto purchè la città crescesse.
Ora sto meglio ma prima chiedo scusa a quella ragazza di
Rimini che una notte masturbò il proprio aguzzino perchè
di legnate o docce gelate davvero non se ne poteva più!
Scusa a lei e a tutti.
Note:
*Mandingo, pseudonimo di Sergio Bombardi, ha collaborato con
le autorità.
11 dicembre 2013 22:37 - IVAN.
.
(Riprendiamo i post che il povero trolletto sfigato aveva
inutilmente cercato di far slittare fuori vista:)
*******************************************
LE VERITÀ NASCOSTE DI SAN PATRIGNANO / 1
*******************************************
Il 28 ottobre 1980 una ragazza di ventitré anni, Maria Rosa
Cesarini, si presenta alla squadra mobile di Forlì
raccontando di essere fuggita da S.Patrignano dopo essere
stata rinchiusa per sedici(!) giorni in una piccionaia.
Quando i poliziotti irrompono nella comunità, trovano
Luciano Rubini e Leonardo Biagiotti incatenati in due locali
usati come canile, Marco Marcello Costi incatenato alla
porta in ferro di un locale di tre metri per uno e Massimo
Sola incatenato ad un manufatto adibito a colombaia.
Tutte queste persone deporranno qualche giorno dopo (tutte
tranne una, Leonardo Biagiotti, trovato morto sulla linea
ferroviaria a Castelfranco Emilia, caduto dal treno diretto
a Milano).
Muccioli viene arrestato con alcuni suoi collaboratori e
imprigionato per un mese; il processo verrà tenuto quattro
anni più tardi e finirà con una condanna a venti mesi per
Muccioli in primo grado e assoluzione in appello.
Ma veniamo alle testimonianze di tutti quelli che hanno
deposto all'altro, ben più grave e recente processo che ha
investito Muccioli: quello per l'omicidio di Maranzano,
ammazzato nel reparto manutenzione.
A rispondere é CLAUDIO GHIRA, ex-medico di S.Patrignano:
- Cosa succedeva alla manutenzione?
«Pestaggi e cure successive. Ricordo una testa spaccata e
ricucita con una ventina di punti. E una milza esplosa a
pugni.»
- Ci sono stati altri morti oltre a Maranzano?
«In quel modo, no. Ma molti dei suicidi della comunità
sono quantomeno sospetti.»
- Si poteva entrare al reparto manutenzione?
«No. Ci sono due medici presenti 24 ore su 24, e anche
Capogreco, il responsabile del reparto.»
- Ma che medici sono se non denunciano questi metodi?
«Credono in Muccioli. Se sei lì dentro é perché gli
credi.»
- I rapporti sessuali sono controllati da Muccioli?
«Certo, ma nessuno controlla i suoi. Eppure quante volte lo
abbiamo visto a letto con i ragazzi più giovani? Io stesso
ho visto Muccioli a letto con uno degli ospiti.»
- Parli di rapporti omosessuali forzati?
«So di un ragazzo milanese che sicuramente ha visto i suoi
problemi aumentare proprio per le eccessive attenzioni di
Muccioli. Il capo amava soprattutto avere rapporti orali.
Diceva che anche quelli servivano per far passare energia
positiva da lui ai suoi discepoli.»
-----
Ma il principale accusatore di Muccioli é, in questo
processo, il carceriere Raimondo Crivellin in comunità noto
come Piedini.
Ha confessato oltre 500 sequestri di persona compiuti in
sette anni di permanenza nella comunità, pestaggi,
inseguimenti; alla fine deporrà per quasi cinque ore.
«Tutti i giorni inseguivo tossici che scappavano da
S.Patrignano. Tutti i giorni ne riportavo. Tutti i giorni ne
picchiavo. Tutti i giorni ne rinchiudevo, soprattutto nella
cassaforte della pellicceria, un luogo angusto, senza
finestre. Ho passato sette anni a S. Patrignano e il mio
compito é sempre stato quello. Non sapevo mai la ragione di
una punizione: eseguivo ordini di Muccioli».
Piedini agiva insieme a Franchino e Toto, Paro-Paro e
Sebastiano, tutti nella squadra punitiva.
«Bastava che ci dirigessimo verso qualcuno perché il
terrore gli si dipingesse sul viso. Muccioli sa come far
sentire importanti, soprattutto le menti semplici. Ha scelto
me perché ero un cretino. Ho creduto in Muccioli
ciecamente, e ho sbagliato».
E a proposito di un suicidio:
«Dopo il primo suicidio, quello di Gabriele Di Paola,
Muccioli mi ordinò di portare via i venti ospiti della
"manutenzione", il carcere della comunità. Di notte con due
furgoni insieme a Toto, Paro-Paro, Sebastiano e Franchino
partimmo per la comunità di Botticella (comunità satellite
di SanPa). L'obiettivo era far scomparire testimoni scomodi
in un periodo in cui la comunità era tenuta d'occhio dalla
polizia. Passammo due mesi vivendo da re».
E interrogato sul perché dei sospetti sul suicidio:
«Io Di Paola l'ho visto cadere, ma non so come ha fatto a
precipitare per venti metri con la faccia rivolta verso il
muro. L'ho sentito gridare “No, no”, ho visto che
cercava di aggrapparsi a qualcosa, senza riuscirci. Quando
sono corso verso di lui era morto. Il giorno dopo Natalia
Berla é scivolata fuori da un finestrino piccolissimo, ma
noi eravamo già a Botticella a divertirci».
E ancora: «Una volta ho chiuso Franco Capogreco in
cassaforte. Ha urlato tutta la notte perché soffre di
claustrofobia, quando é uscito era cianotico. Andava
punito, ma non lo so perché. Lo dirà lui ai giudici».
-----
Per finire la testimonianza di una ragazza, Elisabetta Di
Giovanni, che oggi ha 29 anni e che entrò nella comunità
per la prima volta a 16 anni e che é uscita dalla droga
solo molto tempo dopo aver lasciato S.Patrignano, con
l'aiuto di Don Gino Sacchetti.
«Durante la mia seconda permanenza a SanPa in due anni
visitai quasi tutti i luoghi di prigionia. Venti giorni in
piccionaia, un luogo molto angusto dove ti sentivi
letteralmente impazzire. Due mesi al buio nella cassaforte
della pellicceria insieme ad un dobermann malato. In un
vecchio casolare abbandonato sdraiata e incatenata con tutte
e due le braccia alla spalliera del letto. Mi veniva
liberato un braccio due volte al giorno per mangiare, mentre
per i bisogni fisiologici bastava un secchio sotto il letto.
Una chiusura un po' più soft invece (quattro mesi in
camera), la affrontai a causa di Marco Rossetti di Bologna.
Malauguratamente chiedemmo a Muccioli il permesso di
conoscerci. Dopo qualche mese di mano nella mano, non ne
potevamo più e consumammo il turpe gesto. Marco, pentito,
corse a raccontarlo a Muccioli e il risultato per me fu la
reclusione dopo una serie di “gran puttana” in tutte le
salse. A Marco, Vincenzo diede una pacca sulla spalla. Ma la
chiusura più terribile, per quanto la più breve, fu una
settimana nella botte, un tino di ferro, dove potevi stare
accovacciata e dove una volta al giorno ti passavano il cibo
da uno sportellino, il tutto ad un palmo dal solito secchio
con gli escrementi. Non avevo ucciso nessuno, ma ben più
grave era la mia colpa: ero entrata nella contestazione.
Vincenzo aveva rinchiuso, sempre per futili motivi, tre
ragazze considerate guarite. Consuelo, Martina ed Alice,
anche loro contestatarie. Le aveva rinchiuse in un casolare
e siccome non soffrivano abbastanza, dopo qualche giorno
sospese loro i viveri. Era terribile, mi sentivo ad
Auschwitz. Dopo qualche giorno fece portare Alice sul
piazzale e le rasò i capelli, tra battute deplorevoli e
risate grasse. Alice riuscì a scappare e la ritrovarono
l'indomani morta per overdose in Piazza Tre Martiri.
Criticai pesantemente l'operato di Muccioli, e mi fece
rinchiudere nella botte.»
Su Alfio Russo e l'omicidio di Roberto Maranzano:
«Alfio Russo l'ho conosciuto e sarei pronta a giurare che
le cose siano andate pressappoco così: Maranzano con le sue
fughe rompeva, e Muccioli ha deciso di metterlo nel settore
punitivo: nelle mani di Russo, un pazzo violento col
cervello di un bambino di due anni. Sicuramente ha anche
raccomandato ad Alfio di essere particolarmente duro, e per
il povero Maranzano si devono essere aperte le porte
dell'inferno. Poi, forse una reazione di Maranzano, ed Alfio
ha dato sfogo alla sua furia. Poi succede l'irreparabile e
via di corsa dal capo a cercare la soluzione. Soluzione che
Muccioli, senza scomporsi più di tanto, ha trovato nella
discarica. Per chi é stato a S. Patrignano, è impossibile
credere che Muccioli non fosse al corrente di tutto.»
E conclude: «E' difficile parlare di SanPa. Ci sarebbe
troppo e ancora troppo da dire: mille episodi, tutti
eloquenti e dolorosi, ma il vero problema é che lo Stato
italiano consideri come "recupero dei tossicodipendenti"
quello che avviene a S.Patrignano.»
.
11 dicembre 2013 21:59 - ennio4531
Dal Corriere delle Sera ...
" .... Manca solo la firma scontata del presidente Josè
Mujica, che ha fortemente voluto la legge contro
l’opinione della maggioranza degli uruguaiani, sin
dall’inizio dell’iter parlamentare.."
Evviva la democrazia !
L'Uruguay da oggi darà lezione al mondo intero per
civiltà, cultura, civilizzazione, modernità, progresso,
evoluzione, sviluppo e benessere che così si esplicherà
ma solo per i suoi fortunati cittadini ( un pò di ...
leghismo non guasta mai ..)
LA DOSE MENSILE - Ora invece i cittadini con più di 18 anni
potranno comprare una dose mensile di «erba» (si parla di
40 grammi) ad un prezzo relativamente basso, meno di un euro
al grammo,circa il 30 per cento in meno degli attuali valori
sul mercato illegale. La vendita avverrà nelle farmacie,
mentre la coltivazione sarà affidata a cooperative private,
ma controllata dallo Stato. La legge permette anche ai
cittadini di tenere un numero limitato di piantine di
cannabis in casa. Per evitare la nascita di un turismo della
marijuana, non sarà consentita la vendita agli stranieri."
La qualità della vita farà un salto .
Verso dove ? Il fasullo, l'artificiale , la dipendenza
...
Povero Dante .... Fatti non foste per vivere come bruti ...
11 dicembre 2013 20:24 - marcello84
oh inutilennio xkè nn fornisci il tuo indirizzo così
magari qualche ex schiavo tossico dipendente che è stato
nel lager san patrignano di quel nazista di muccioli ti fa
una visitina e ti fa un trattamento a te tanto caro da
giardino dell'eden?
lo farà?
non lo fa...non lo fa..
è il solito troll pifferaio quaracaqua che infesta questo
forum..probabilmente ex professore delle medie in
pensione(controlla gli errori di ortografia!!!manco fossimo
in un compito in classe alle medie..quanta pochezza
inutilennio!)che consapevole del pattume nel suo cervello
cerca di spanderlo a piene mani.cerca..ma nn riesce :-)
ah inutilennio!non ti fila più nessuno! tutti sanno che sei
un troll probabilmente foraggiato da qualche mentecatto
serpelloniano giovaniardano muccioliniano come te.
sei riuscito a comprarti la macchina nuova (usata) col
compenso del tuo padrone alla muccioli x il tuo lavoro da
schiavo non pensante?
lo ripeto,sei come la merda x il fiore,un pò ci vuole ma
poco sennò marcisce tutto..come sei marcito tu.
nn sei il sole che illumina,riscalda,fa crescere..
sei la merda nn il sole,capisci?sei merda.
e adesso fammi,facci un piacere trollino,tira la catenella
dello sciacquone e sparisci in un habitat a te più ideale.
11 dicembre 2013 20:01 - chinaski
Ciao ennio.
Che mi dici di quello che avvenuto oggi in Uruguay? Ti va di
parlarne?
11 dicembre 2013 19:33 - ennio4531
... guarda chi si vede ... CHICIVEDE, il saccente , che
dopo la figura di m. per aver imputato a me l'uso erroneo
di mediovali ( vocabolo corretto ) adesso, esce dalla tana,
per scrivere che dovrei ' ... accendere il
cervello...prendi atto del tuo impotente contributo ed
eclissati decorosamente, almeno finchè puoi....'
Meriteresti l'espressione di quel comico nanerottolo di
Genova di cui non ricordo il nome...