SMETTI DI POSTARE LURIDO FIGLIO DI MIGNOTTA ALTRIMENTI TI DIAMO IN PASTO AI PESCECANI DEL WEB

APPELLO A TUTTI GLI SMANETTONI CHE LEGGONO,CANCELLATELI L'HDD E PUBBLICATE NOME COGNOME E INDIRIZZO DI QUESTO SERVO DI CL CHE INSULTA I MALATI,DIAMO UN IDENTITA A QUESTO VERME CAPACE DI DERIDERE I MALATI DI SLA

Conferma di essere il solito ... fascistoide che minaccia olio di ricino e manganello con la chiamata alle armi del peggio della rete.

É un antiproibizionista d'accatto che vorrebbe imporre il proibizionismo alle opinioni altrui .

Squallido personaggio che usa gli ammalati per giustificare il suo status schizofrenico ...

SMETTI DI POSTARE LURIDO FIGLIO DI MIGNOTTA ALTRIMENTI TI DIAMO IN PASTO AI PESCECANI DEL WEB

APPELLO A TUTTI GLI SMANETTONI CHE LEGGONO,CANCELLATELI L'HDD E PUBBLICATE NOME COGNOME E INDIRIZZO DI QUESTO SERVO DI CL CHE INSULTA I MALATI,DIAMO UN IDENTITA A QUESTO VERME CAPACE DI DERIDERE I MALATI DI SLA

Il solito ... fascistoide che minaccia olio di ricino e manganello con la chiamata alle armi del peggio della rete.

É un antiproibizionista d'accatto che vorrebbe imporre il proibizionismo alle opinioni altrui .

Squallido personaggio che usa gli ammalati per giustificare il suo status schizofrenico ....

SMETTI DI POSTARE LURIDO FIGLIO DI MIGNOTTA ASLTRIMENTI TI DIAMO IN PASTO AI PESCECANI DEL WEB

APPELLO A TUTTI GLI SMANETTONI CHE LEGGONO,CANCELLATELI L'HDD E PUBBLICATE NOME COGNOME E INDIRIZZO DI QUESTO SERVO DI CL CHE INSULTA I MALATI,DIAMO UN IDENTITA A QUESTO VERME CAPACE DI DERIDERE I MALATI DI SLA

Sarebbe sufficiente la lettura delle schizofrenie di Starfighter per concludere quanto l'erba magica impatta sul comprendonio, ma affidiamoci alla ricerca per darne una motivazione ..

Da Aduc

- USA - Uso di marijuana puo' far ridurre la massa cerebrale.

Notizia 12 novembre 2014 10:52

Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas.

La ricerca - riportata dal Washington Post - e' stata pubblicata in un momento in cui negli Usa ferve il dibattito sulla legalizzazione della cannabis per uso ricreativo e terapeutico, con i referendum svoltisi in occasione del voto di midterm che vanno in questa direzione.

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone.

Gli scienziati, in particolare, hanno osservato 48 soggetti che fanno uso di cannabis almeno quattro volte alla settimana e hanno iniziato a fumare tra i 14 e i 30 anni, notando che hanno meno materia grigia nella zona della corteccia orbito-frontale rispetto a 62 soggetti che non ne fanno uso. "Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas.

"L'adolescenza e' il momento in cui il cervello inizia a maturare - ha precisato - qualunque esposizione a sostanze tossiche puo' avere conseguenze decisive". Mentre la dottoressa Susan Weiss, direttrice per gli Affari Scientifici del National Institute on Drug Abuse, ha affermato che lo studio fornisce importanti prove sui pericoli causati dalla cannabis.

"E' una ricerca complessa e interessante che mostra come l'utilizzo frequente di marijuana, soprattutto in giovane eta', ha significative conseguenze negative sul cervello", ha sottolineato Weiss, precisando che tali risultati rappresentano una sfida alla convinzione diffusa che la cannabis sia una droga innocua.

smetti di postare per il tuo bene,mi sembra che hai pisciato fin troppo fuori dal vaso,NESSUNA PIETA PER CHI DERIDE I MALATI FIGLIO DI PUTTANA,NON HO PIU TEMPO DA PERDERE CON TE,ADESSO PASSEREMO AI FATTI,SMETTI DI POSTARE E PRENDITI UN PERIODO DI VACANZA E VAI LAVORARE COGLIONE TI CONVIENE FIDATI,VISTO CHE SEI SEMPRE PRONTO A POSTARE DEFICENTE,SAI QUANTI RAGAZZINI CERCANO UN HDD PALESTRA PER ESERCITARSI PER LO PIU SE IL PROPRIETARIO E' UN INFAME CHE DERIDE ADDIRITTURA I MALATI DI SLA,LA PAGHERAI CARA FIGLIO DI PUTTANA,BISOGNA TAPPARTI LA BOCCA CON QUALSIASI CAZZO DI METODO INFAME DI MERDA

Da Aduc ...

AUSTRALIA - Uso cannabis regolare sotto 17 anni. Studio: maggiore rischio suicidio e abbandono studio

10 settembre 2014 12:28

Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli studi secondari ed è a rischio significativamente più alto di non completare quelli universitari, di usare altre droghe e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai fumata.

Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da parte di adolescenti, e che i risultati educativi più scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi usa la droga meno di una volta al mese. Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso.

Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza.
I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e depressione.

Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi nella vita.

"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis, che la renderebbero più accessibile ai più giovani", scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla salute, sul benessere e sull'affermazione personale", aggiunge.

smetti di postare per il tuo bene,mi sembra che hai pisciato fin troppo fuori dal vaso,NESSUNA PIETA PER CHI DERIDE I MALATI FIGLIO DI PUTTANA,NON HO PIU TEMPO DA PERDERE CON TE,ADESSO PASSEREMO AI FATTI,SMETTI DI POSTARE E PRENDITI UN PERIODO DI VACANZA E VAI LAVORARE COGLIONE TI CONVIENE FIDATI,VISTO CHE SEI SEMPRE PRONTO A POSTARE DEFICENTE,SAI QUANTI RAGAZZINI CERCANO UN HDD PALESTRA PER ESERCITARSI PER LO PIU SE IL PROPRIETARIO E' UN INFAME CHE DERIDE ADDIRITTURA I MALATI DI SLA,LA PAGHERAI CARA FIGLIO DI PUTTANA,BISOGNA TAPPARTI LA BOCCA CON QUALSIASI CAZZO DI METODO INFAME DI MERDA

Il solito ... fascistello che minaccia olio di ricino e manganello con la chiamata alle armi del peggio della rete.

É un antiproibizionista d'accatto che vorrebbe imporre il proibizionismo alle opinioni altrui .

Squallido personaggio che usa gli ammalati per giustificare il suo status di schizofrenia .

APPELLO A QUALSIASI SMANETTONE LEGGA STI POST,CANCELLATELI L'HDD E PUBBLICATE LA SUA IDENTITA PER IL BENE DELLA COMUNITA',DIAMO UN NOME E COGNOME A STO FIGLIO DI PUTTANA,CHE DERIDE I MALATI DDA 10 ANNI,TRANQUILLO LO TROVIAMO QUALCUNO CHE FA AL CASO TUO,CONTINUA A SPMMMARE DEFICENTE

BASTA SPAM E COPIA INCOLLA FIGLIO DI PUTTANA SEI UN PERDENTE

TANTO TE LA FACCIAMO PAGARE LURIDO INFAME MISERABILE,STIAMO LAVORANDO PER LEVARTI IL SORRISO VECCHIO DI MERDA,TORNA A LECCARE I CESSI DELLE COMUNITA' VERME,SCAFISTA,NULLITA',TORNA A SODOMIZZARE I MINORENNI IN PARROCCHIA COGLIONE

clona .............. clona

Altre ricerche ... in aggiunta ..

Da Aduc ...

AUSTRALIA - Uso cannabis regolare sotto 17 anni. Studio: maggiore rischio suicidio e abbandono studio
Notizia  10 settembre 2014 12:28
 
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli studi secondari ed è a rischio significativamente più alto di non completare quelli universitari, di usare altre droghe e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai fumata.

Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da parte di adolescenti, e che i risultati educativi più scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi usa la droga meno di una volta al mese. Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso.

Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e depressione.

Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi nella vita.

"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis, che la renderebbero più accessibile ai più giovani", scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla salute, sul benessere e sull'affermazione personale", aggiunge.

Almeno quattro ricerche, di quattro università diverse, sono state pubblicate in questi ultimi due anni.

Queste ricerche, tra le altre cose, si avvalgono anche di prove strumentali con cui si confermano anche i danni ... neuronali.

Le quattro universitá sono :

l’Istituto di Psichiatria al Kings College;
University of Texas;
Harvard Medical School;
Maastricht University (Olanda).

Tutte e quattro sono arrivate alla medesima conclusione :

- come ci siano differenze cerebrali a danno dei fumatori abituali di erbe magiche e le altre persone;

- il legame tra erbe magiche e psicosi / schizofrenia .

Quando Starfighter parla di pianta sacra é obnubilato dagli effetti 'sacrali' dell'erba magica con reattivitá tipiche di un soggetto destrutturato che si fa scudo degli ammalati per giustificarsi .

La sua specialità è quella di fare il piazzista di sative e vaporizzatori che è l'unica attività consentitagli dai suoi neuroni ridotti e affumicati come anche strumentalmente provato.....

qui si sta parlando di una pianta sacra con innumerevoli proprieta' terapeutiche,un potente anti camcro con tossicita zero come dimostrato da centinaia di studi e pubblicazioni scientifiche e sto figlio di puttana ha ancora il coraggio di spammare la sua propaganda da testimone di geova,quando passa tutto il giorno a riempirsi di veleni di stato,dal caffe al alcol alle pillole,capisco che le comunita' terapeutiche siano in crisi e che le case farmaceutiche siano avide e non vogliono vedersi sfuggire ulteriori profitti per colpa della cannabis ma qui si parla di una propaganda fatta di menzogne che dura da 10 anni per colpa di un pupazzo troll disinformatore,che agisce indisturbato perche' qui qualcuno si crede antiproibizionista e gli permette di fare le peggio cose violando quotidianamente il regolamento

la sua attitudine al masochismo non ha confini,ama essere deriso,attaccato e umiliato quotidianamente,per lo piu non lavora non ha un cazzo da fare nella vita ed e' sempre pronto a trollare la minchia al prossimo,ovviamente prova ad attaccare la scienza con le sue profezie,spammando liberamente senza che uno stralcio di moderatore gli dica niente,libero di rovinare quottidianamente i commenti degli altri,per colpa di dei deficenti che si credono atiproibizionisti perche li permottono di fare cio che vuole compreso deridere malati affetti da gravi patologie

Pubblica 3 volte lo stesso commento per non tenere in evidenza commenti ed indirizzi di video/informazioni che cozzano e mettono ko le sue tesi. Allora riposta e fa scendere i commenti in basso. È una patologia. Va curato. Va compreso. Spero gli diano una pensione, a sto poveretto. Certe turbe saranno deleterie, nella vita comune. Qui c'è chi lo sopporta, invece!

PERCHE' POSTI PER 3 VOLTE DI SEGUITO LO STESSO POST SULLA STASSA PAGINA SENZA CHE NESSUNO LI RIMUOVA BRUTTO FIGLIO DI UNA LURIDA PUTTANA?BASTA SPAM DEFICENTE TROVATI QUALCOSA DI NUOVO DA PUBBLICARE VENDITORE DI PENTOLE USATE,BECCHINO,NULLITA' INTANTO LEGGITI QUA SOTTO DI COME UNA RAGAZZA DI 14 ANNI SIA SALVA DALLA LEUCEMIA GRAZIE ALLA CANNABIS COGLIONE,PROPRIO L'ETA NELLA QUALE HO COMINCIATO AD USARLA,COSA HAI DA DIRE A QUESTA RAGAZZA VERME INFAME SCAFISTA DI MERDA?


http://www.karger.com/Article/Pdf/356446
http://www.karger.com/Article/FullText/356446

Cannabis Extract Treatment for Terminal Acute Lymphoblastic Leukemia with a Philadelphia Chromosome Mutation

Abstract

Acute lymphoblastic leukemia (ALL) is a cancer of the white blood cells and is typically well treated with combination chemotherapy, with a remission state after 5 years of 94% in children and 30-40% in adults. To establish how aggressive the disease is, further chromosome testing is required to determine whether the cancer is myeloblastic and involves neutrophils, eosinophils or basophils, or lymphoblastic involving B or T lymphocytes. This case study is on a 14-year-old patient diagnosed with a very aggressive form of ALL (positive for the Philadelphia chromosome mutation). A standard bone marrow transplant, aggressive chemotherapy and radiation therapy were revoked, with treatment being deemed a failure after 34 months. Without any other solutions provided by conventional approaches aside from palliation, the family administered cannabinoid extracts orally to the patient. Cannabinoid resin extract is used as an effective treatment for ALL with a positive Philadelphia chromosome mutation and indications of dose-dependent disease control. The clinical observation in this study revealed a rapid dose-dependent correlation.

© 2013 S. Karger AG, Basel
Keywords

Acute lymphoblastic leukemia Philadelphia chromosome Cannabinoids Hemp oil
Presentation of the Case

A 14-year-old female, P.K., presented with symptoms of weakness, shortness of breath and bruising when she was taken to the Hospital for Sick Children, Toronto, Canada, on the 10th March 2006. She was diagnosed with acute lymphoblastic leukemia (ALL), with 300,000 blast cells present. Acute chemotherapy followed by a standard chemotherapy regimen went on for 6 months after the diagnosis. Upon further analysis, she was found to be positive for the Philadelphia chromosome mutation. A mutation in the Philadelphia chromosome is a much more aggressive form of ALL. When standard treatment options were unsuccessful, a bone marrow transplant was pursued. She successfully received the transplant in August 2006 and was able to be released from isolation 45 days later. She was observed posttransplant by following the presence of blast cells, noted 6 months after treatment. Consequently, in February 2007, aggressive chemotherapy procedures (AALL0031) were administered along with a tyrosine kinase inhibitor, imatinib mesylate (Gleevac), 500 mg orally twice a day. In November 2007, 9 months after the transplant, the presence of premature blast cells was observed and it was determined that another bone marrow transplant would not be effective. In February 2008, in an effort to sustain the patient, another tyrosine kinase inhibitor, disatinib (Sprycel), was administered at 78 mg twice a day with no additional rounds of chemotherapy. The patient experienced increased migraine-like headaches in June 2008. After conducting a CT scan of the head in July 2008, cerebellitis was noted. It was assumed by the primary oncologist that the blast cells could have infiltrated the CNS and be present in the brain, although none were noted in the blood. By October 2008, ten treatments of radiation therapy had been administered to the brain.

On the 4th February 2009, blood was noted in the patient's stools and a blood cell count revealed the presence of blast cells. As a result, all treatment including the disatinib was suspended and the patient's medical staff acknowledged failure in treating her cancer. It was charted by the patient's hematologist/oncologist that the patient ‘suffers from terminal malignant disease. She has been treated to the limits of available therapy… no further active intervention will be undertaken'. She was placed in palliative home care and told to prepare for her disease to overwhelm her body and from which she would suffer a stroke within the next 2 months.
Cannabinoid Treatment

After this, disease progression was observed with rising counts of blast cells. The patient was receiving frequent blood transfusions and platelets during this period. Through research conducted by the patient's family, it was observed, in a particular paper by Guzman [1] published in Nature Reviews Cancer, that cannabinoids have been shown to inhibit the growth of tumor cells in culture and in animal models by modulating key cell-signaling pathways. Cannabinoids are usually well tolerated and do not produce the generalized toxic effects of conventional chemotherapies. The family found promise in an organization known as Phoenix Tears, led by Rick Simpson who had treated several cancers with hemp oil, an extract from the cannabis plant. Rick worked with the family to help them prepare the extract.

From the 4th to the 20th of February, the patient's blast cell count had risen from 51,490 to 194,000. The first dose of cannabinoid resin, also referred to as ‘hemp oil', was administered orally (1 drop about the size of half a grain of rice) at 6:30 a.m. on the 21st February 2009 (day 0 in fig. 1). A 2-ounce Cannabis indica strain (known as ‘Chronic Strain') was used to extract 7.5 ml of hemp oil using 1.2 liters of 99%-isopropyl-alcohol solution, which was boiled off in a rice cooker. Immediately after the dosing, the patient attempted to vomit; nausea had been observed previously and is common with this condition. To deal with the bitter taste and viscous nature of the hemp oil, it was suspended in honey, a known natural digestive aid, and then administered to the patient in daily doses. The objective was to quickly increase the frequency and amount of the dose and to hopefully build up the patient's tolerance to cannabinoid resin (refer to fig. 1). The patient was observed to have periods of panic early on during administration of the hemp oil, along with increased appetite and fatigue.

The blast cell count reached a peak of 374,000 on the 25th February 2009 (day 5), followed by a decrease, which correlated with the increasing dose. The daily dosing is the amount administered per dose; the doses were initially given once per day up to a total of 3 times per day by day 15, and were continued with the same average frequency throughout the treatment. A decreased use of morphine for pain, an increase in euphoria symptoms, a disoriented memory and an increase in alertness were observed; these are typical with cannabinoid use.

After day 15, the original Chronic Strain had been consumed and administration of a new strain (referred to as Hemp Oil #2) was started. This was obtained by the family from an outside source. It was noted that administering the same dose yielded a decreased response in terms of the side effects of euphoria and appetite, and the patient suffered more nausea with this hemp oil. The blast cells began to increase, demonstrated in figure 2.

There is a wide amount of variance in cannabinoid concentration amongst different strains and even in the same strain with changes in growing conditions. The amount of each dose was increased to match the response of the blast cells that had been declining previously (fig. 1). After day 27, there was another peak blast cell count of 66,000 followed by a rapid decrease. There were elevated levels of urate present in the blood with corresponding joint pain; it was established that this was caused by tumor lysis syndrome of the blast cells. Allopurinol was administered.

On the 1st April 2009 (day 41), an infected central line with tunnel infection was noted on a blood test and the patient was admitted with a heavy antibiotic regimen of intravenous tazocin, gentamicin and vancomycin. On day 43, a new batch of hemp oil from an Afghan/Thai strain (referred to as Hemp Oil #3) prepared by the family was administered. A stronger psychosomatic response and increased fatigue were observed, so dosing was adjusted to 0.5 ml, shown in figure 3. Due to hospital restrictions, dosing was limited to twice a day.

A new batch of hemp oil was obtained by the family from an outside source and the dosing regimen continued twice a day, shown in figure 4.

After returning home from the hospital on the 11th April (day 51), the patient suffered from intense nausea, an inability to eat and overall weakness. On the 13th April, the patient was readmitted to the SickKids Hospital and was treated for refeeding syndrome. This was the outcome of stopping total parenteral nutrition too quickly and causing shock to the patient's body while she was being treated for the infection. The dosing regimen was intermittent until day 59, remaining at 1-2 doses per day of 0.5 ml. As the blast cells began to increase and the patient's appetite increased, the dosing frequency was again increased to 3 times per day starting on day 62, and the amount administered was increased from day 65.

On day 68, a new batch of medicine was obtained by the family from an outside source (referred to as Hemp Oil #5), shown in figure 5.

Dosing was maintained 3 times a day at 1.0 ml. On day 78, the patient had stomach pain in the morning and was admitted to hospital. Upon X-ray, it was noted that gastrointestinal bleeding had occurred. The patient was under a DNR order and ultimately passed away due to the bowel perforation. A prior history of pancolitis documented by CT scan in March 2009 pointed to neutropenic colitis with perforation as the cause of death. Furthermore, prior to starting on the hemp oil treatment, the patient had been extremely ill, severely underweight and had endured numerous sessions of chemotherapy and radiation therapy in the course of 34 months.

As reported by Hematology/Oncology at SickKids:

‘At admission her total WBC was 1.4, hemoglobin was 82, platelet count 8,000. She was profoundly neutropenic... a prior history of pancolitis documented by CT scan in March 2009 was neutropenic colitis with perforation... her abdomen was distended and obviously had some signs of diffuse peritonitis. The abdomen X-ray was in favour a perforation...she passed away at 10:05 in the present (sic) of family...'.
Discussion

Figure 6 is a summary of dose response to all the batches of hemp oil administered over a total of 78 days.

The results shown here cannot be attributed to the phenomenon of ‘spontaneous remission' because a dose response curve was achieved. Three factors, namely frequency of dosing, amount given (therapeutic dosing) and the potency of the cannabis strains, were critical in determining response and disease control. By viewing figure 6, it can be seen that introducing strains that were less potent, dosing at intervals 8 h and suboptimal therapeutic dosing consistently showed increases in the leukemic blast cell count. It could not be determined which cannabinoid profiles constituted a ‘potent' cannabis strain because the resin was not analyzed. Research is needed to determine the profile and ratios of cannabinoids within the strains that exhibit antileukemic properties.

These results cannot be explained by any other therapies, as the child was under palliative care and was solely on cannabinoid treatment when the response was documented by the SickKids Hospital. The toxicology reports ruled out chemotherapeutic agents, and only showed her to be positive for THC (tetrahydrocannabinol) when she had ‘a recent massive decrease of WBC from 350,000 to 0.3' inducing tumor lysis syndrome, as reported by the primary hematologist/oncologist at the SickKids Hospital.

This therapy has to be viewed as polytherapy, as many cannabinoids within the resinous extract have demonstrated targeted, antiproliferative, proapoptotic and antiangiogenic properties. This also needs to be explored further, as there is potential that cannabinoids might show selectivity when attacking cancer cells, thereby reducing the widespread cytotoxic effects of conventional chemotherapeutic agents. It must be noted that where our most advanced chemotherapeutic agents had failed to control the blast counts and had devastating side effects that ultimately resulted in the death of the patient, the cannabinoid therapy had no toxic side effects and only psychosomatic properties, with an increase in the patient's vitality.

The nontoxic side effects associated with cannabis may be minimized by slowly titrating the dosing regimen upwards, building up the patient's tolerance. The possibility of bypassing the psychoactive properties also exists, by administering nonpsychoactive cannabinoids such as cannabidiol that have demonstrated antiproliferative properties. Furthermore, future therapies could examine the possibility of upregulating a patient's endogenous cannabinoids to help combat leukemic cells. It goes without saying that much more research and, even more importantly, phase clinical trials need to be implemented to determine the benefits of such therapies. Laboratory analysis is critical to figure out the constituents/profiles/ratios of the vast cannabis strains that show the most favored properties for exerting possible anticancer effects. Despite the nonstandardization of the medicines, the dose was readily titrated according to the biological response of the patient and produced a potentially life-saving response, namely, the drop in the leukemic blast cell count.

There has been an abundance of research exhibiting the cytotoxic effects of cannabinoids on leukemic cell lines in the form of in vitro and in vivo studies [1,2,3,4]. An oncology and hematology journal, Blood, has published numerous papers [2] over the years constructing the biochemical pathway to be elicited by the anticancer properties of cannabinoids. Our goal, upon examination of this significant case study which demonstrated complete disease control and a dose response curve, is to invest effort in and to focus on research and development to advance this therapy. An emphasis needs to be placed on determining the correct cannabinoid ratios for different types of cancer, the best method of administration, quality control and standardization of the cannabis strains and their growing conditions as well as therapeutic dosing ranges for various cancers contingent on staging and ages. Toxicity profiles favor therapies deriving from cannabis because toxicity within the body is greatly reduced and the devastating side effects of chemoradiation (i.e. secondary cancers or death) can be eliminated. It is unfortunate that this therapy does come with some unwanted psychosomatic properties; however, these might be eliminated by target therapies of nonpsychoactive cannabinoids such as cannabidiol which has garnered much attention as being a potent anti-inflammatory and possible antileukemic and anticancer agent. It is acknowledged that significant research needs to be conducted to reproduce these results and that in vitro studies cannot always be reproduced in clinical trials and the human physiological microenvironment. However, the numerous research studies and this particular clinical case are powerful enough to warrant implementing clinical trials to determine dose ranges, cannabinoid profiles and ratios, the methods of administration that produce the most efficacious therapeutic responses and the reproducibility of the results. It is tempting to speculate that, with integration of this care in a setting of full medical and laboratory support, a better outcome may indeed be achieved in the future.
References

Guzman M: Cannabinoids: potential anti-cancer agent. Nat Rev Cancer 2003;3:745-755.
External Resources
Pubmed/Medline (NLM)
CrossRef (DOI)
Powles T, Poele RT, Shamash J, Chaplin T, Propper D, Joel S, Oliver T, Liu WM: Cannabis-induced cytotoxicity in leukemic cell lines: the role of the cannabinoid receptors and the MAPK pathway. Blood 2005;105:1214-1221.
External Resources
Pubmed/Medline (NLM)
CrossRef (DOI)
McKallip RJ, Jia W, Schlomer J, Warren JW, Nagarkatti PS, Nagarkatti M: Cannabidiol-induced apoptosis in human leukemia cells: a novel role of cannabidiol in the regulation of p22phox and Nox4 expression. Mol Pharmacol 2006;70:897-908.
External Resources
Pubmed/Medline (NLM)
CrossRef (DOI)
Murison G, Chubb C, Maeda S, Gemmell MA, Huberman E: Cannabinoids induce incomplete maturation of cultured human leukemia cells. Proc Natl Acad Sci 1987;84:5414-5418.
External Resources
Pubmed/Medline (NLM)
CrossRef (DOI)

Author Contacts

Yadvinder Singh

44 Don Minaker Drive

Brampton, ON, L6P1R3 (Canada)

E-Mail [email protected]

Cannabis... innocente...

"La Cannabis triplica gli incidenti mortali sulle strade .

Incidenti mortali che coinvolgono l’uso di marijuana sono triplicati nell’ultimo decennio, lo sostengono i ricercatori in Rapporto elaborato dalla Mailman School of Public Health della Columbia University.

Chi assume marijuana guida più o meno allo stesso modo di chi ha abusato di alcol, ha spiegato Jonathan Adkins, vice direttore esecutivo dell’Associazione Governors Highway Safety. Si altera la capacita’ di giudizio, riduce la vista e rende una persona più distratta e con più probabilità di correre rischi durante la guida.

I risultati sono stati pubblicati on-line il 29 gennaio scorso nell’American Journal of Epidemiology.

Il team di ricerca ha tratto le sue conclusioni dalle statistiche sugli incidenti provenienti da sei Stati che abitualmente eseguono test tossicologici su conducenti coinvolti in relitti stradali mortali – California, Hawaii, Illinois, New Hampshire, Rhode Island e West Virginia. Le statistiche comprendono oltre 23.500 di conducenti deceduti entro un’ora da un incidente nel periodo compreso tra il 1999 ed il 2010. "

Original Contribution?Trends in Alcohol and Other Drugs Detected in Fatally Injured Drivers in the United
States, 1999–2010
Joanne E. Brady and Guohua Li*?* Correspondence to Dr. Guohua Li, Center for Injury Epidemiology and Prevention, Columbia University Medical Center, 722 West 168th Street,
Room 524, New York, NY 10032 (e-mail: [email protected]).
Initially submitted July 12, 2013; accepted for publication December 4, 2013.

Drugged driving is a safety issue of increasing public concern. Using data from the Fatality Analysis Reporting System for 1999–2010, we assessed trends in alcohol and other drugs detected in drivers who were killed within 1 hour of a motor vehicle crash in 6 US states (California, Hawaii, Illinois, New Hampshire, Rhode Island, and West Virginia) that routinely performed toxicological testing on drivers involved in such crashes. Of the 23,591 drivers studied, 39.7% tested positive for alcohol and 24.8% for other drugs.
During the study period, the prevalence of positive results for nonalcohol drugs rose from 16.6% in 1999 to 28.3% in 2010 (Z = ?10.19, P

Cannabis... innocente...

"La Cannabis triplica gli incidenti mortali sulle strade .

Incidenti mortali che coinvolgono l’uso di marijuana sono triplicati nell’ultimo decennio, lo sostengono i ricercatori in Rapporto elaborato dalla Mailman School of Public Health della Columbia University.

Chi assume marijuana guida più o meno allo stesso modo di chi ha abusato di alcol, ha spiegato Jonathan Adkins, vice direttore esecutivo dell’Associazione Governors Highway Safety. Si altera la capacita’ di giudizio, riduce la vista e rende una persona più distratta e con più probabilità di correre rischi durante la guida.

I risultati sono stati pubblicati on-line il 29 gennaio scorso nell’American Journal of Epidemiology.

Il team di ricerca ha tratto le sue conclusioni dalle statistiche sugli incidenti provenienti da sei Stati che abitualmente eseguono test tossicologici su conducenti coinvolti in relitti stradali mortali – California, Hawaii, Illinois, New Hampshire, Rhode Island e West Virginia. Le statistiche comprendono oltre 23.500 di conducenti deceduti entro un’ora da un incidente nel periodo compreso tra il 1999 ed il 2010. "

Original Contribution?Trends in Alcohol and Other Drugs Detected in Fatally Injured Drivers in the United
States, 1999–2010
Joanne E. Brady and Guohua Li*?* Correspondence to Dr. Guohua Li, Center for Injury Epidemiology and Prevention, Columbia University Medical Center, 722 West 168th Street,
Room 524, New York, NY 10032 (e-mail: [email protected]).
Initially submitted July 12, 2013; accepted for publication December 4, 2013.

Drugged driving is a safety issue of increasing public concern. Using data from the Fatality Analysis Reporting System for 1999–2010, we assessed trends in alcohol and other drugs detected in drivers who were killed within 1 hour of a motor vehicle crash in 6 US states (California, Hawaii, Illinois, New Hampshire, Rhode Island, and West Virginia) that routinely performed toxicological testing on drivers involved in such crashes. Of the 23,591 drivers studied, 39.7% tested positive for alcohol and 24.8% for other drugs.

During the study period, the prevalence of positive results for nonalcohol drugs rose from 16.6% in 1999 to 28.3% in 2010 (Z = ?10.19, P

Cannabis... innocente...

"La Cannabis triplica gli incidenti mortali sulle strade .

Incidenti mortali che coinvolgono l’uso di marijuana sono triplicati nell’ultimo decennio, lo sostengono i ricercatori in Rapporto elaborato dalla Mailman School of Public Health della Columbia University.

Chi assume marijuana guida più o meno allo stesso modo di chi ha abusato di alcol, ha spiegato Jonathan Adkins, vice direttore esecutivo dell’Associazione Governors Highway Safety. Si altera la capacita’ di giudizio, riduce la vista e rende una persona più distratta e con più probabilità di correre rischi durante la guida.

I risultati sono stati pubblicati on-line il 29 gennaio scorso nell’American Journal of Epidemiology.

Il team di ricerca ha tratto le sue conclusioni dalle statistiche sugli incidenti provenienti da sei Stati che abitualmente eseguono test tossicologici su conducenti coinvolti in relitti stradali mortali – California, Hawaii, Illinois, New Hampshire, Rhode Island e West Virginia. Le statistiche comprendono oltre 23.500 di conducenti deceduti entro un’ora da un incidente nel periodo compreso tra il 1999 ed il 2010. "

Original Contribution?Trends in Alcohol and Other Drugs Detected in Fatally Injured Drivers in the United
States, 1999–2010
Joanne E. Brady and Guohua Li*?* Correspondence to Dr. Guohua Li, Center for Injury Epidemiology and Prevention, Columbia University Medical Center, 722 West 168th Street,
Room 524, New York, NY 10032 (e-mail: [email protected]).
Initially submitted July 12, 2013; accepted for publication December 4, 2013.

Drugged driving is a safety issue of increasing public concern. Using data from the Fatality Analysis Reporting System for 1999–2010, we assessed trends in alcohol and other drugs detected in drivers who were killed within 1 hour of a motor vehicle crash in 6 US states (California, Hawaii, Illinois, New Hampshire, Rhode Island, and West Virginia) that routinely performed toxicological testing on drivers involved in such crashes. Of the 23,591 drivers studied, 39.7% tested positive for alcohol and 24.8% for other drugs.
During the study period, the prevalence of positive results for nonalcohol drugs rose from 16.6% in 1999 to 28.3% in 2010 (Z = ?10.19, P

L'isis la brucia. Non la vuole. Ne ha paura. I suoi adepti potrebbero guarire dalla malattia del dogma e del terrorismo
http://www.giornalettismo.com/archives/1590993/lisis-brucia- marijuana/

L'isis preferisce molecole assassine, restringenti la mente rendendo servili al dogma chi le assume.
http://droghe.aduc.it/articolo/terrorismo+non+si+nutre+coran o+ma+captagon_23648.php

Video sintetizza i punti salienti
https://www.facebook.com/weedliketotalkIT/videos/88754346134 0197/

"Dal 2016 anche a New York la si potrà comprare per uso terapeutico".
http://www.west-info.eu/it/dal-2016-anche-a-new-york-si-potr a-comprare-cannabis-terapeutica/

"Citando il premio Nobel Joshua Lederberg, la questione è esattamente questa: “Il dominio dell’uomo sulla Terra, a meno del suicidio della nostra specie, è oggi seriamente sfidato solo dai batteri patogeni, per i quali noi siamo la preda, e loro sono i predatori."
http://www.dolcevitaonline.it/ecco-perche-labuso-di-antibio tici-sta-mettendo-a-rischio-la-specie-umana/

dal web
L’esperienza del Colorado insegna che legalizzare l’erba conviene. Rapporto a un anno e mezzo dall’apertura dei coffee shop. La spesa sanitaria è invariata, i crimini sono diminuiti e le entrate fiscali sono cresciute. Un esempio da seguire, lo dice anche l’antimafia
http://www.canapiamo.net/perche-proibire-la-cannabis-semplic emente-non-ha-senso/

Riscontri numerosi hanno ormai statuito la validitá dell'equazione:

schizofrenia allo stato puro = Starfighter

PISCIATI IN BOCCA E SPARATI PISCIOLENNIO 4531,FALLITO NULLITA'

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clona.... clona. ..