TORNA A LAVARE IL CULO AI TOSSICI NEI TUOI CENTRI DI
RECUPERO FIGLIO DI PUTTANA VOLONTARIO4531 CHE PIU IN LA NON
RIESCI AD ANDARE IDIOTA
LA TUA PROPAGANDA ALLA DO NASCIMENTO SARA' SEMPRE SCREDITATA
E ANNIENTATA DAL SOTTOSCRITTO,L'ULTIMA PAROLA COME PUOI
VEDERE NEI POST PRECEDENTI C'E' LO SEMPRE AVUTA IO E I POST
GLI HO CHIUSI SEMPRE IO CON TE MESSO A KO
BASTA PROFEZIE SULLA CANNABIS,STUDI FARLOCCHI E MENZOGNE
ALLA WANNA MARCHI E DO NASCIMENTO FORNITE GENTILEMENTE DA
ADUC,BASTA TERRORISMO E IMMOTIVATIVATO ALLARMISMO SULLA
PIANTA SACRA AVETE ROTTO IL CAZZO VOI E QUEL DEFICENTE DI UN
PAPPAGALLO4531 CHE AVETE SAPIENTEMENTE AMMAESTRATO
Cannabis terapeutica: 5 scoperte rivoluzionarie
La cannabis si è una medicina efficace nel trattamento e
come coadiuvante in moltissime patologie. Gli oltre 100
cannabinoidi ad oggi identificati, insieme alle centinaia di
sostanze che contiene come terpeni e flavonoidi,
contribuiscono ai molteplici effetti terapeutici che la
scienza sta oggi esaminando con una moltitudine di studi
scientifici. Inoltre la scoperta del funzionamento del
sistema endocannabinoide apre scenari e modalità di
intervento che la medicina non aveva considerato e che sta
iniziando a studiare in modo approfondito. Perché dagli
studi scientifici continuano arrivare spunti ed indicazioni
per l’applicazione dei suoi derivati in molte patologie
umane, senza dimenticare che i professionisti del settore la
considerano una sostanza sicura e praticamente priva di
effetti collaterali, soprattutto se paragonata ai farmaci
attualmente in uso. Qui sotto 5 scoperte rivoluzionarie dei
suoi benefici.
1. Le potenzialità anti-cancro dei cannabinoidi
can-cannabis-cure-cancerIn ambito scientifico sono stati
realizzati diversi studi, in vitro e su cavie animali, sulle
potenzialità anti-tumorali di diversi cannabinoidi. Per
quello che riguarda invece gli studi clinici, e quindi
eseguiti su pazienti, un primo studio pilota è stato
effettuato nel 2006 sotto la guida del dottor Manuel Guzman
nel quale nove pazienti terminali con glioblastoma
multiforme sono stati trattati con iniezioni intracraniche e
intratumorali di una soluzione contente THC al 96,5% più
altri isomeri. Come ci ha raccontato il dottor Luigi Romano,
“i risultati sono stati strabilianti: miglioramento di
tutti i sintomi clinici quali disfasia, ipertensione
craniale, emiparesi, cefalea e allucinazioni, deficit motori
migliorati. Aspettativa di vita: la media dopo
l’operazione è stata di 24 settimane, 2 dei pazienti
sopravvissero per circa 1 anno, solo 1 paziente sembra non
aver risposto al THC almeno sotto il profilo
dell’aspettativa di vita. Fantascienza? No realtà,
realtà che si può implementare solo con la ricerca”.
Sono in corso altri due studi clinici condotti dalla GW
Pharmaceuticals sul Sativex, il farmaco prodotto
dall’azienda a base di THC e CBD in rapporto 1:1, come
trattamento aggiuntivo all’agente chemioterapico chiamato
temozolomide, perché la ricerca pre-clinica dell’azienda
suggerisce che i cannabinoidi possano migliorare la
capacità anti-cancro di questo agente.
Mentre in Israele, probabilmente lo Stato al mondo in cui la
ricerca sui cannabinoidi in medicina è più avanti in
assoluto, è in corso il primo studio clinico, eseguito
quindi su pazienti, per indagare il CBD (Cannabidiolo) come
unico trattamento nei tumori solidi.
Diversi cannabinoidi agiscono inibendo la progressione
tumorale a vari livelli: per apoptosi (forma di morte
cellulare programmata), arresto del ciclo cellulare o
autofagia, processo che ha il ruolo di liberare la cellula
dalle proteine ??intracellulari mal impiegate o troppo
vecchie, superflue o danneggiate, e dai microrganismi
invasori, dando risposta per fornire nutrienti ed energia
dopo l’esposizione a stress e sollecitazioni, oltre
all’inibizione dell’angiogenesi, e cioè la formazione
di vasi sanguigni che fanno crescere la massa tumorale.
2. La cannabis può aiutare a prevenire il morbo di
Alzheimer e le infiammazioni cerebrali, favorendo la
neurogenesi
BrainCannabisLeafUno studio del 2005 ha indicato come la
cannabis possa essere utile nel prevenire il morbo di
Alzheimer, grazie alla capacità neuroprotettiva di alcuni
cannabinoidi, mentre secondo uno studio pubblicato sulla
rivista European Journal of Medicinal Chemistry dai
ricercatori dell’Istituto di Medicina del Consiglio
superiore di ricerca scientifica spagnolo (CSIC), i
cannabinoidi possono migliorare la vita dei pazienti affetti
dal morbo di Alzheimer.
Uno studio del 2013 analizza i cannabinoidi nella
prevenzione delle infiammazioni cerebrali, un altro studio
dello stesso anno spiega come il cannabidiolo (CBD) potrebbe
essere utilizzato per scongiurare danni cerebrali indotti
dall’alcool; un terzo studio effettuato su cavie da
laboratorio racconta come il trattamento coi cannabinoidi si
è rivelato efficace nell’invertire danni da depressione
da stress ed un quarto indicava come i cannabinoidi
proteggano il cervello dal virus dell’HIV. Il CBD inoltre
si è rivelato un neuroprotettore in caso di danni al nervo
sciatico.
Uno studio condotto dal ricercatore canadese Dr. Xia Zhang
ha scoperto che il THC potrebbe non solo promuovere la
neurogenesi in animali da laboratorio, ma anche per ridurre
i sintomi di ansia e depressione, confermando il legame tra
i disturbi dell’umore e la neurogenesi. Ma anche il CBD ha
dimostrato una notevole capacità di aumentare la
neurogenesi. Gary Wenk, professore di neuroscienze,
immunologia e genetica medica presso la Ohio State
University, ha dichiarato al Time che nei suoi 25 anni di
ricerche per combattere e prevenire le infiammazioni
cerebrali, “i cannabinoidi sono la prima e unica classe di
farmaci che siano mai stati efficaci“.
3. E’ efficace nel trattare dipendenze da alcool, oppioidi
e droghe pesanti
cannabis-and-painkiller-overdose1Uno studio del 2014
pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto dai
ricercatori della Perelman School of Medicine
dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso
di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il
1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13
Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis
terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un
tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale
per overdose da analgesici oppioidi rispetto agli Stati in
cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando
che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti
affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si
sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di
astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento
della dipendenza.
La professoressa Amanda Reiman della University of
California ha pubblicato due studi sulla questione. E i
risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in
California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel
2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per
sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la
sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre
sostanze illecite.
In Colombia è cominciato un programma pilota per la
disintossicazione di 15 soggetti fortemente dipendenti da
“basuco”, droga a basso costo ricavata da cocaina di
bassa qualità, con effetti devastanti simili al crack. A
questi sarà somministrata cannabis per ridurre il desiderio
verso la coca. Il presidente Juan Manuel Santos si è già
espresso a favore della cannabis terapeutica e l’articolo
sul progetto colombiano si trova su Canamo. Altri paesi
sudamericani come l’Uruguay e il Cile stanno seguendo la
stessa strada per la disintossicazione o la riduzione del
danno da cocaina e dai suoi sottoprodotti.
Un recente studio scientifico ha mostrato le potenzialità
del cannabidiolo (CBD), un cannabinoide contenuto nella
cannabis, nel contrastare la dipendenza da nicotina.
4. Il CBD funziona come anticonvulsivante in diverse forme
di epilessia, anche quelle pediatriche resistenti ai
farmaci.
CBD bambiniIl 90% dei bambini affetti da epilessia
resistente ai farmaci, ai quali è stata somministrata
cannabis ad alto valore di CBD, ha registrato una
diminuzione di frequenza ed intensità delle crisi
epilettiche. E’ la conclusione alla quale arriva uno
studio retrospettivo pubblicato su Seizure realizzato grazie
all’attività di diversi centri pediatrici israeliani.
L’Epidiolex, un farmaco a base di CBD creato da GW
Pharmaceuticals, è alla fase conclusiva dei test. In un
comunicato pubblicato dalla stessa azienda si può leggere
che la fase 3 dello studio pilota è stata conclusa
positivamente. Nella fase 3 sono stati coinvolti 120 bambini
affetti da sindrome di Dravet dei quali 61 trattati con
Epidiolex e 59 con placebo, continuando a ricevere i farmaci
anti-epilettici (AED) prescritti. I pazienti che hanno preso
l’Epidiolex hanno fatto registrare una diminuzione media
delle crisi epilettiche del 39% rispetto al 13% del placebo.
Intanto l’Epidiolex, che è stato somministrato come un
comune sciroppo per bambini, è in sperimentazione in uno
altro studio clinico di fase III per un altro tipo di
epilessia, la sindrome di Lennox-Gastaut, con risultati
attesi entro l’anno.
5. Può aiutare a combattere l’osteoporosi e regolare la
massa delle ossa
cbd-cannabis-bone-healthNel 2007 alcuni ricercatori hanno
scoperto che i cannabinoidi e il sistema endocannabinoide
svolgono un ruolo importante nella regolazione della massa
ossea. Il sistema degli endocannabinoidi influisce sia sulle
cellule che indeboliscono le ossa, sia su quelle che le
ricostruiscono. Questa scoperta significa che i cannabinoidi
potrebbero svolgere un ruolo nella lotta contro le malattie
delle ossa.
Un altro studio condotto nel 2009 ha concluso che “i
cannabinoidi” potrebbero essere utilizzati “per
combattere l’osteoporosi.”
Mentre un recente studio condotto dal Bone Laboratory della
Hebrew University di Gerusalemme su topi con fratture
femorali ha rilevato un migliore recupero delle
caratteristiche biomeccaniche delle ossa dopo 8 settimane di
terapia con cannabidiolo.
14 giugno 2016 11:16 - ennius4531
Il disagiato23 non può che usare le malattie per tentare
l'impossibile e cioè sostenere che l'erba magica sia utilè
ai sani.
Per cui l'impiego dell'erba magica , nei suoi vari
'distillati', sugli ammalati o affetti da dipendenza,
perché dovrebbe giustificarne la liberalizzazione per tutti
quando sono arcinoti gli effetti deleteri di detta erba su
chi malato non è ?
C'è chi tenta, come il disagiato23, di descriverci gli
effetti miracolosi della 'PIANTA SACRA ' , di cui é vittima
inconsapevole fin dall'età di 14 anni, attraverso
dichiarazioni di singoli e ricerche che non trovano spazio
in riviste specialistiche e che riguardano comunque
applicazioni su soggetti ammalati.
Intanto numerosi studi di massa mettono in guardia dal
consumo della 'PIANTA SACRA' tanto cara al ...pagano23.
Da Aduc ...
AUSTRALIA - Uso cannabis regolare sotto 17 anni. Studio:
maggiore rischio suicidio e abbandono studio
Notizia 10 settembre 2014 12:28
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese. Gli studiosi hanno
elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato
cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza
e sugli effetti del suo uso.
Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet
Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei
danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I
ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello
sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi
secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla
cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di
suicidio, e depressione.
Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis
quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60%
minore di completare la scuola superiore o l'università,
sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte
maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto
volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi
nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le
autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
OLANDA - Cannabis aumenta rischio psicosi
2 marzo 2011
...gli esperti della Maastricht University (Olanda) hanno
arruolato in Germania e studiato un gruppo di quasi duemila
ragazzi fra i 14 e i 24 anni per ben 10 anni. Ebbene, i dati
hanno confermato che fumare spinelli raddoppia il rischio di
sintomi psicotici piu' in la' negli anni, e che l'uso
continuo di cannabis accresce il pericolo che questi
disturbi persistano nel tempo. Infine gli esperti non hanno
rilevato un collegamento fra pre-esistenza di malattie
mentali e uso di cannabis.
USA - Cannabis. Fumarne troppa
fa male alla memoria. Studio
Aduc 2 febbraio 2016
Il sospetto c'era gia' da tempo ma ora la scienza ne e'
certa: fumare troppa cannabis per un periodo troppo
prolungato puo' danneggiare la memoria a breve termine. Lo
studio, pubblicato dal magazine Jama Internal Medicine e
condotto da un team di ricercatori dell'Universita' di
Losanna capitanato dal professor Reto Auer, si e' basato
sulle abitudini di 3.400 americani in un periodo di tempo di
25 anni.
Cosi', nella ricerca rilanciata nel Regno Unito dal
quotidiano The Independent, e' stato dimostrato come chi
fuma marijuana tutti i giorni per un periodo superiore a
cinque anni tenda ad avere danni permanenti alla memoria a
breve termine, quella che fra l'altro e' legata anche alla
capacita' di prendere decisioni immediate. Lo studio ha
tuttavia sottolineato come questa perdita di memoria sia
registrabile solamente nei consumatori abituali.
Da Aduc
Notizia 12 maggio 2016 11:56
USA - Cannabis legalizzata. Incidenti stradali
raddoppiati
Incidenti stradali raddoppiati negli Stati americani che
hanno recentemente legalizzato la marijuana fra chi fa uso
di questa sostanza. Lo rivela l'ultima ricerca della AAA
Foundation for Traffic Safety, secondo cui i limiti di legge
sul consumo di cannabis consentito per guidare sono
arbitrari e non supportati dalla scienza, cosa che potrebbe
tradursi in un pericolo concreto per gli automobilisti.
Washington è stato uno dei primi Stati a legalizzare l'uso
ricreativo di marijuana, e questi risultati sollevano
preoccupazione, dato che almeno altri 20 Stati Usa stanno
considerando di fare la stessa scelta quest'anno. La
Fondazione ha esaminato proprio la situazione dello Stato di
Washington, che ha legalizzato la marijuana nel dicembre del
2012. I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di
conducenti coinvolti in incidenti mortali che avevano
recentemente consumato cannabis è più che raddoppiata:
dall'8 al 17% tra il 2013 e il 2014.
E' inoltre emerso che un conducente su 6 coinvolto in
incidenti mortali nel 2014 aveva recentemente usato
marijuana. "Questo aumento significativo è allarmante", ha
detto Peter Kissinger, presidente e Ceo della Fondazione
AAA. "Washington deve servire come 'caso studio' per aprire
gli occhi su quello che può verificarsi negli altri Stati
per quanto riguarda la sicurezza stradale, dopo la
legalizzazione della droga".
Da Aduc
USA: Cannabis riduce dimensione e forma spermatozoi. Studio
9 giugno 2014
La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani
uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di
Sheffield pubblicato sulla rivista 'Human Reproduction'. Il
consumo di marijuana riduce infatti le dimensioni e la forma
degli spermatozoi. Se si progetta di mettere su famiglia,
quindi, e' meglio smettere di fumarla. La ricerca e' la piu'
grande mai effettuata al mondo per valutare come comuni
stili di vita influenzino la struttura degli spermatozoi.
Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano
un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio,
forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni
eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli
uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu'
di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco
effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini
da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito.
....
Additional information
The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for
poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be
published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST)
on Thursday 5 June 2014.
1 Participating centres were: Department of Obstetrics and
Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception
Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics
and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol;
Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital,
Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of
Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh;
Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St
Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics
and Gynaecology, Royal Free and University College, London;
Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital,
Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal
Hospital Department of Histopathology, University hospital
of South Manchester; International Centre for Life,
Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop
Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales
Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trust.
14 giugno 2016 10:39 - Starfighter23
TORNA A LAVARE IL CULO AI TOSSICI NEI TUOI CENTRI DI
RECUPERO FIGLIO DI PUTTANA VOLONTARIO4531 CHE PIU IN LA NON
RIESCI AD ANDARE IDIOTA
LA TUA PROPAGANDA ALLA DO NASCIMENTO SARA' SEMPRE SCREDITATA
E ANNIENTATA DAL SOTTOSCRITTO,L'ULTIMA PAROLA COME PUOI
VEDERE NEI POST PRECEDENTI C'E' LO SEMPRE AVUTA IO E I POST
GLI HO CHIUSI SEMPRE IO CON TE MESSO A KO
BASTA PROFEZIE SULLA CANNABIS,STUDI FARLOCCHI E MENZOGNE
ALLA WANNA MARCHI E DO NASCIMENTO FORNITE GENTILEMENTE DA
ADUC,BASTA TERRORISMO E IMMOTIVATIVATO ALLARMISMO SULLA
PIANTA SACRA AVETE ROTTO IL CAZZO VOI E QUEL DEFICENTE DI UN
PAPPAGALLO4531 CHE AVETE SAPIENTEMENTE AMMAESTRATO
Cannabis terapeutica: 5 scoperte rivoluzionarie
La cannabis si è una medicina efficace nel trattamento e
come coadiuvante in moltissime patologie. Gli oltre 100
cannabinoidi ad oggi identificati, insieme alle centinaia di
sostanze che contiene come terpeni e flavonoidi,
contribuiscono ai molteplici effetti terapeutici che la
scienza sta oggi esaminando con una moltitudine di studi
scientifici. Inoltre la scoperta del funzionamento del
sistema endocannabinoide apre scenari e modalità di
intervento che la medicina non aveva considerato e che sta
iniziando a studiare in modo approfondito. Perché dagli
studi scientifici continuano arrivare spunti ed indicazioni
per l’applicazione dei suoi derivati in molte patologie
umane, senza dimenticare che i professionisti del settore la
considerano una sostanza sicura e praticamente priva di
effetti collaterali, soprattutto se paragonata ai farmaci
attualmente in uso. Qui sotto 5 scoperte rivoluzionarie dei
suoi benefici.
1. Le potenzialità anti-cancro dei cannabinoidi
can-cannabis-cure-cancerIn ambito scientifico sono stati
realizzati diversi studi, in vitro e su cavie animali, sulle
potenzialità anti-tumorali di diversi cannabinoidi. Per
quello che riguarda invece gli studi clinici, e quindi
eseguiti su pazienti, un primo studio pilota è stato
effettuato nel 2006 sotto la guida del dottor Manuel Guzman
nel quale nove pazienti terminali con glioblastoma
multiforme sono stati trattati con iniezioni intracraniche e
intratumorali di una soluzione contente THC al 96,5% più
altri isomeri. Come ci ha raccontato il dottor Luigi Romano,
“i risultati sono stati strabilianti: miglioramento di
tutti i sintomi clinici quali disfasia, ipertensione
craniale, emiparesi, cefalea e allucinazioni, deficit motori
migliorati. Aspettativa di vita: la media dopo
l’operazione è stata di 24 settimane, 2 dei pazienti
sopravvissero per circa 1 anno, solo 1 paziente sembra non
aver risposto al THC almeno sotto il profilo
dell’aspettativa di vita. Fantascienza? No realtà,
realtà che si può implementare solo con la ricerca”.
Sono in corso altri due studi clinici condotti dalla GW
Pharmaceuticals sul Sativex, il farmaco prodotto
dall’azienda a base di THC e CBD in rapporto 1:1, come
trattamento aggiuntivo all’agente chemioterapico chiamato
temozolomide, perché la ricerca pre-clinica dell’azienda
suggerisce che i cannabinoidi possano migliorare la
capacità anti-cancro di questo agente.
Mentre in Israele, probabilmente lo Stato al mondo in cui la
ricerca sui cannabinoidi in medicina è più avanti in
assoluto, è in corso il primo studio clinico, eseguito
quindi su pazienti, per indagare il CBD (Cannabidiolo) come
unico trattamento nei tumori solidi.
Diversi cannabinoidi agiscono inibendo la progressione
tumorale a vari livelli: per apoptosi (forma di morte
cellulare programmata), arresto del ciclo cellulare o
autofagia, processo che ha il ruolo di liberare la cellula
dalle proteine ??intracellulari mal impiegate o troppo
vecchie, superflue o danneggiate, e dai microrganismi
invasori, dando risposta per fornire nutrienti ed energia
dopo l’esposizione a stress e sollecitazioni, oltre
all’inibizione dell’angiogenesi, e cioè la formazione
di vasi sanguigni che fanno crescere la massa tumorale.
2. La cannabis può aiutare a prevenire il morbo di
Alzheimer e le infiammazioni cerebrali, favorendo la
neurogenesi
BrainCannabisLeafUno studio del 2005 ha indicato come la
cannabis possa essere utile nel prevenire il morbo di
Alzheimer, grazie alla capacità neuroprotettiva di alcuni
cannabinoidi, mentre secondo uno studio pubblicato sulla
rivista European Journal of Medicinal Chemistry dai
ricercatori dell’Istituto di Medicina del Consiglio
superiore di ricerca scientifica spagnolo (CSIC), i
cannabinoidi possono migliorare la vita dei pazienti affetti
dal morbo di Alzheimer.
Uno studio del 2013 analizza i cannabinoidi nella
prevenzione delle infiammazioni cerebrali, un altro studio
dello stesso anno spiega come il cannabidiolo (CBD) potrebbe
essere utilizzato per scongiurare danni cerebrali indotti
dall’alcool; un terzo studio effettuato su cavie da
laboratorio racconta come il trattamento coi cannabinoidi si
è rivelato efficace nell’invertire danni da depressione
da stress ed un quarto indicava come i cannabinoidi
proteggano il cervello dal virus dell’HIV. Il CBD inoltre
si è rivelato un neuroprotettore in caso di danni al nervo
sciatico.
Uno studio condotto dal ricercatore canadese Dr. Xia Zhang
ha scoperto che il THC potrebbe non solo promuovere la
neurogenesi in animali da laboratorio, ma anche per ridurre
i sintomi di ansia e depressione, confermando il legame tra
i disturbi dell’umore e la neurogenesi. Ma anche il CBD ha
dimostrato una notevole capacità di aumentare la
neurogenesi. Gary Wenk, professore di neuroscienze,
immunologia e genetica medica presso la Ohio State
University, ha dichiarato al Time che nei suoi 25 anni di
ricerche per combattere e prevenire le infiammazioni
cerebrali, “i cannabinoidi sono la prima e unica classe di
farmaci che siano mai stati efficaci“.
3. E’ efficace nel trattare dipendenze da alcool, oppioidi
e droghe pesanti
cannabis-and-painkiller-overdose1Uno studio del 2014
pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto dai
ricercatori della Perelman School of Medicine
dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso
di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il
1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13
Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis
terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un
tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale
per overdose da analgesici oppioidi rispetto agli Stati in
cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando
che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti
affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si
sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di
astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento
della dipendenza.
La professoressa Amanda Reiman della University of
California ha pubblicato due studi sulla questione. E i
risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in
California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel
2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per
sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la
sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre
sostanze illecite.
In Colombia è cominciato un programma pilota per la
disintossicazione di 15 soggetti fortemente dipendenti da
“basuco”, droga a basso costo ricavata da cocaina di
bassa qualità, con effetti devastanti simili al crack. A
questi sarà somministrata cannabis per ridurre il desiderio
verso la coca. Il presidente Juan Manuel Santos si è già
espresso a favore della cannabis terapeutica e l’articolo
sul progetto colombiano si trova su Canamo. Altri paesi
sudamericani come l’Uruguay e il Cile stanno seguendo la
stessa strada per la disintossicazione o la riduzione del
danno da cocaina e dai suoi sottoprodotti.
Un recente studio scientifico ha mostrato le potenzialità
del cannabidiolo (CBD), un cannabinoide contenuto nella
cannabis, nel contrastare la dipendenza da nicotina.
4. Il CBD funziona come anticonvulsivante in diverse forme
di epilessia, anche quelle pediatriche resistenti ai
farmaci.
CBD bambiniIl 90% dei bambini affetti da epilessia
resistente ai farmaci, ai quali è stata somministrata
cannabis ad alto valore di CBD, ha registrato una
diminuzione di frequenza ed intensità delle crisi
epilettiche. E’ la conclusione alla quale arriva uno
studio retrospettivo pubblicato su Seizure realizzato grazie
all’attività di diversi centri pediatrici israeliani.
L’Epidiolex, un farmaco a base di CBD creato da GW
Pharmaceuticals, è alla fase conclusiva dei test. In un
comunicato pubblicato dalla stessa azienda si può leggere
che la fase 3 dello studio pilota è stata conclusa
positivamente. Nella fase 3 sono stati coinvolti 120 bambini
affetti da sindrome di Dravet dei quali 61 trattati con
Epidiolex e 59 con placebo, continuando a ricevere i farmaci
anti-epilettici (AED) prescritti. I pazienti che hanno preso
l’Epidiolex hanno fatto registrare una diminuzione media
delle crisi epilettiche del 39% rispetto al 13% del placebo.
Intanto l’Epidiolex, che è stato somministrato come un
comune sciroppo per bambini, è in sperimentazione in uno
altro studio clinico di fase III per un altro tipo di
epilessia, la sindrome di Lennox-Gastaut, con risultati
attesi entro l’anno.
5. Può aiutare a combattere l’osteoporosi e regolare la
massa delle ossa
cbd-cannabis-bone-healthNel 2007 alcuni ricercatori hanno
scoperto che i cannabinoidi e il sistema endocannabinoide
svolgono un ruolo importante nella regolazione della massa
ossea. Il sistema degli endocannabinoidi influisce sia sulle
cellule che indeboliscono le ossa, sia su quelle che le
ricostruiscono. Questa scoperta significa che i cannabinoidi
potrebbero svolgere un ruolo nella lotta contro le malattie
delle ossa.
Un altro studio condotto nel 2009 ha concluso che “i
cannabinoidi” potrebbero essere utilizzati “per
combattere l’osteoporosi.”
Mentre un recente studio condotto dal Bone Laboratory della
Hebrew University di Gerusalemme su topi con fratture
femorali ha rilevato un migliore recupero delle
caratteristiche biomeccaniche delle ossa dopo 8 settimane di
terapia con cannabidiolo.
14 giugno 2016 8:14 - ennius4531
L'uso fatto dell'erba magica , nei suoi vari 'distillati',
sugli ammalati o affetti da dipendenza, perché dovrebbe
giustificarne la liberalizzazione per tutti quando sono
arcinoti gli effetti deleteri di detta erba su chi malato
non è ?
C'è chi tenta, come il disagiato23, di descriverci gli
effetti miracolosi della 'PIANTA SACRA ' , di cui é vittima
inconsapevole fin dall'età di 14 anni, attraverso
dichiarazioni di singoli e ricerche che non trovano spazio
in riviste specialistiche e che riguardano comunque
applicazioni su soggetti ammalati.
Intanto numerosi studi di massa mettono in guardia dal
consumo della 'PIANTA SACRA' tanto cara al ...pagano23.
Da Aduc ...
AUSTRALIA - Uso cannabis regolare sotto 17 anni. Studio:
maggiore rischio suicidio e abbandono studio
Notizia 10 settembre 2014 12:28
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese. Gli studiosi hanno
elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato
cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza
e sugli effetti del suo uso.
Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet
Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei
danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I
ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello
sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi
secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla
cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di
suicidio, e depressione.
Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis
quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60%
minore di completare la scuola superiore o l'università,
sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte
maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto
volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi
nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le
autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
OLANDA - Cannabis aumenta rischio psicosi
2 marzo 2011
...gli esperti della Maastricht University (Olanda) hanno
arruolato in Germania e studiato un gruppo di quasi duemila
ragazzi fra i 14 e i 24 anni per ben 10 anni. Ebbene, i dati
hanno confermato che fumare spinelli raddoppia il rischio di
sintomi psicotici piu' in la' negli anni, e che l'uso
continuo di cannabis accresce il pericolo che questi
disturbi persistano nel tempo. Infine gli esperti non hanno
rilevato un collegamento fra pre-esistenza di malattie
mentali e uso di cannabis.
USA - Cannabis. Fumarne troppa
fa male alla memoria. Studio
Aduc 2 febbraio 2016
Il sospetto c'era gia' da tempo ma ora la scienza ne e'
certa: fumare troppa cannabis per un periodo troppo
prolungato puo' danneggiare la memoria a breve termine. Lo
studio, pubblicato dal magazine Jama Internal Medicine e
condotto da un team di ricercatori dell'Universita' di
Losanna capitanato dal professor Reto Auer, si e' basato
sulle abitudini di 3.400 americani in un periodo di tempo di
25 anni.
Cosi', nella ricerca rilanciata nel Regno Unito dal
quotidiano The Independent, e' stato dimostrato come chi
fuma marijuana tutti i giorni per un periodo superiore a
cinque anni tenda ad avere danni permanenti alla memoria a
breve termine, quella che fra l'altro e' legata anche alla
capacita' di prendere decisioni immediate. Lo studio ha
tuttavia sottolineato come questa perdita di memoria sia
registrabile solamente nei consumatori abituali.
Da Aduc
Notizia 12 maggio 2016 11:56
USA - Cannabis legalizzata. Incidenti stradali
raddoppiati
Incidenti stradali raddoppiati negli Stati americani che
hanno recentemente legalizzato la marijuana fra chi fa uso
di questa sostanza. Lo rivela l'ultima ricerca della AAA
Foundation for Traffic Safety, secondo cui i limiti di legge
sul consumo di cannabis consentito per guidare sono
arbitrari e non supportati dalla scienza, cosa che potrebbe
tradursi in un pericolo concreto per gli automobilisti.
Washington è stato uno dei primi Stati a legalizzare l'uso
ricreativo di marijuana, e questi risultati sollevano
preoccupazione, dato che almeno altri 20 Stati Usa stanno
considerando di fare la stessa scelta quest'anno. La
Fondazione ha esaminato proprio la situazione dello Stato di
Washington, che ha legalizzato la marijuana nel dicembre del
2012. I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di
conducenti coinvolti in incidenti mortali che avevano
recentemente consumato cannabis è più che raddoppiata:
dall'8 al 17% tra il 2013 e il 2014.
E' inoltre emerso che un conducente su 6 coinvolto in
incidenti mortali nel 2014 aveva recentemente usato
marijuana. "Questo aumento significativo è allarmante", ha
detto Peter Kissinger, presidente e Ceo della Fondazione
AAA. "Washington deve servire come 'caso studio' per aprire
gli occhi su quello che può verificarsi negli altri Stati
per quanto riguarda la sicurezza stradale, dopo la
legalizzazione della droga".
Da Aduc
USA: Cannabis riduce dimensione e forma spermatozoi. Studio
9 giugno 2014
La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani
uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di
Sheffield pubblicato sulla rivista 'Human Reproduction'. Il
consumo di marijuana riduce infatti le dimensioni e la forma
degli spermatozoi. Se si progetta di mettere su famiglia,
quindi, e' meglio smettere di fumarla. La ricerca e' la piu'
grande mai effettuata al mondo per valutare come comuni
stili di vita influenzino la struttura degli spermatozoi.
Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano
un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio,
forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni
eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli
uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu'
di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco
effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini
da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito.
....
Additional information
The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for
poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be
published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST)
on Thursday 5 June 2014.
1 Participating centres were: Department of Obstetrics and
Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception
Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics
and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol;
Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital,
Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of
Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh;
Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St
Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics
and Gynaecology, Royal Free and University College, London;
Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital,
Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal
Hospital Department of Histopathology, University hospital
of South Manchester; International Centre for Life,
Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop
Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales
Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trust.
13 giugno 2016 12:13 - Starfighter23
HAI SOLO DA IMPARARE A LEGGERE E CAMBIARE OCCHIALI
PENSIONATO4531
Il THC ha ridotto i gravi sintomi di astinenza da oppiacei e
favorito un miglior trattamento della dipendenza. E’ il
risultato di uno studio scientifico condotto su 60 pazienti
con dipendenza da oppiacei realizzato presso la Columbia
University di New York. Nello studio, condotto in doppio
cieco nella clinica in cui erano sottoposti ad un
trattamento di disintossicazione, un gruppo di 40 pazienti
ha ricevuto 30 mg al giorno di THC (in forma di Dronabinoil)
mentre i restanti 20 ricevevano una sostanza placebo. Sia il
THC sia il placebo, sono stati somministrati ai pazienti per
tutta la durata del trattamento e per 5 settimane una volta
che questo era terminato.
Secondo i risultati i sintomi di astinenza da oppiacei erano
più bassi nel gruppo al quale veniva somministrato THC. Non
solo: il 32% dei pazienti che fumava cannabis durante il
trattamento aveva indici significativamente più bassi
relativi ad ansia ed insonnia oltre al fatto di portare a
termine più volentieri le 8 settimane totali dello
studio.
" Dei 350 pazienti esaminati ( ndr .. da chi ?? ) nel 2009..
"
ECCOTI ACCONTENTATO SEI UN RITARDATO CHE NON E' MANCO PIU
CAPACE A LEGGERE,OPPURE NON VUOLE LEGGERE
La professoressa Amanda Reiman della University of
California ha pubblicato due studi sulla questione. E i
risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in
California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel
2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per
sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la
sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre
sostanze illecite.
TORNA A LAVARE IL CULO AI TOSSICI NEI TUOI CENTRI DI
RECUPERO FIGLIO DI PUTTANA VOLONTARIO4531 CHE PIU IN LA NON
RIESCI AD ANDARE IDIOTA
LA TUA PROPAGANDA ALLA DO NASCIMENTO SARA' SEMPRE SCREDITATA
E ANNIENTATA DAL SOTTOSCRITTO,L'ULTIMA PAROLA COME PUOI
VEDERE NEI POST PRECEDENTI C'E' LO SEMPRE AVUTA IO E I POST
GLI HO CHIUSI SEMPRE IO CON TE MESSO A KO
Il disagio neuronale costringe il poveretto a sparare numeri
che girano nella sua mente affumicata senza avvertire che
qui si sta parlando di uso dell'erba magica verso i sani e
non verso gli ammalati che il disagiato23 sfrutta per
sostenere la proposta di... canne per tutti .
PECCATO CHE IO NE FACCIO USO MEDICO PER UNA GRAVE PATOLOGIA
FIGLIO DI PUTTANA E CMQ ANCHE I SANI NE TRAGGONO GLI
INNUMEREVOLI BENEFICI COME AD ESEMPIO QUESTO,IMPARA A
LEGGERE DEFICENTE
STUDIATI COS'E' LA NEUROGENESI IDIOTA,TU DI CBC NE AVRESTI
BISOGNO A TONNELLATE VISTA LA FORMA RIDOTTA DEL TUO CERVELLO
ATROFIZZATO
Il CBC stimola la crescita del cervello
Le ultime ricerche sul CBC – pubblicate il mese scorso –
hanno evidenziato uno dei vantaggi più singolari di questo
composto: potrebbe effettivamente far crescere il nostro
cervello. In particolare sembra aumentare la vitalità delle
cellule del cervello in via di sviluppo, un processo noto
come neurogenesi. Contrariamente alla credenza popolare, la
neurogenesi non si ferma una volta che si raggiunge una
certa età, ma negli adulti si verifica solo in una parte
specifica del cervello chiamata ippocampo. L’ippocampo è
importante per la memoria e l’apprendimento e alla sua
mancanza di crescita sono imputati una serie di disturbi,
tra cui la depressione e l’Alzheimer. Mentre la capacità
del cannabicromene di promuovere la neurogenesi è una
recentissima scoperta, studi precedenti suggeriscono che il
THC e CBD possano fare lo stesso. Come il dottor Xia Jiang
dell’Università di Saskatchewan – uno dei primi
scienziati a scoprire questo straordinario effetto della
cannabis – ha spiegato in un’intervista a Science Daily:
“La maggior parte delle “droghe d’abuso” sopprimono
la neurogenesi, solo la cannabis la favorisce”. Oppiacei,
alcool, nicotina e cocaina sono tutti noti per inibire la
crescita del cervello. Per fortuna il CBC e altre sostanze
chimiche contenute nella cannabis, sembrano avere
l’effetto opposto.
L’opinione di alcuni ricercatori è che isolando uno o due
composti della cannabis per fare un farmaco si ottenga un
minor effetto terapeutico, perché in questo modo si perde
il cosiddetto “effetto entourage” che viene dato
dall’azione composita delle decine di componenti
contenuti. Il primo a parlare di questo effetto è stato
proprio Mechoulam nel 1998, spiegando che i principi attivi
all’interno della pianta operano in sinergia, influenzando
il corpo nello stesso modo del sistema endocannabinoide, con
la capacità di influenzare molteplici bersagli, quella di
migliorare l’assorbimento dei principi attivi, di superare
i meccanismi di difesa dei batteri e la possibilità di
minimizzare gli effetti collaterali negativi.
13 giugno 2016 8:21 - ennius4531
Il disturbato23, prima ci annuncia trionfante che ...
12 giugno 2016 3:22 - Starfighter23
......Nello studio, condotto in doppio cieco nella clinica
in cui erano sottoposti ad un trattamento di
disintossicazione, un gruppo di 40 pazienti ha ricevuto 30
mg al giorno di THC (in forma di Dronabinoil)...
------------------
e una volta messo nel ridicolo osservando che ..
(vi immaginate un produttore di farmaci che si presenta agli
enti autorizzativi per farsi rilasciare il placet per la
vendita di un farmaco presentando questi dati ? ),
ci propina altri numeri ..
" Dei 350 pazienti esaminati ( ndr .. da chi ?? ) nel 2009..
"
Il disagio neuronale costringe il poveretto a sparare numeri
che girano nella sua mente affumicata senza avvertire che
qui si sta parlando di uso dell'erba magica verso i sani e
non verso gli ammalati che il disagiato23 sfrutta per
sostenere la proposta di... canne per tutti .
13 giugno 2016 2:23 - Starfighter23
PAPPAGALLO MUCCIOLENNIO4531 RE DEI DEFICENTI4531
....Ora, tralasciando ogni commento su di una
sperimentazione su 40 soggetti con risultati, vista la
percentuale del 32% , diciamo ...scarsi ( vi immaginate un
produttore di farmaci che si presenta agli enti
autorizzativi per farsi rilasciare il placet per la vendita
di un farmaco presentando questi dati ? )....
Dei 350 pazienti esaminati nel 2009, il 66 % ha riferito di
aver consumato cannabis per sostituire farmaci da
prescrizione, il 40 % per la sostituzione di alcool e il 26
% per sostituire altre sostanze illecite.
SU 350 PERSONE TUTTI HANNO AVUTO BENEFICIO DALLA PIANTA
SACRA ALTRO CHE LE TUE CAZZATE,GLI STUDI FATTI SUL ARGOMENTO
SONO A DECINE,E VOI SCIACALLI DELLE COMUNITA' AVRETE UNA
GROSSA PERDITA',BASTA DELLA CANNABIS DI QUALITA' PER CURARE
LA MAGGIOR PARTE DELLE DIPENDENZE CARO IL MIO PAPPAGALLO
MUCCIOLENNIO
Uno studio simile era stato realizzato in Australia poco
tempo fa su oltre 1500 persone alle quali sono stati
prescritti farmaci per ridurre i sintomi dolorosi acuti e
cronici di diverse patologie con esclusione del cancro.
I NUMERI SONO UN PO DIVERSI DA QUELLI CHE DESCRIVI TU NON
CREDI?
COSA MI DICI DEL DRONABINOL CHE E' STATO APPROVATO DA FDA
SERVO DELLE COMUNITA' DI RECUPERO?
SPERO CHE SORGERANNO I PRIMI CENTRI PER CURARE DIPENDENZE
CON LA CANNABIS,PIANTANDOLA NEL CULO AGLI SCIACALLI COME
TE,CHE HANNO LUCRATO PER ANNI SULLE SPALLE DI FAMIGLIE
DISPERATE FIGLIO DI PUTTANA TI TORNERA TUTTO CONTRO INFAME
13 giugno 2016 2:12 - Starfighter23
la cannabis e' efficace nel trattare dipendenze da alcool,
oppioidi e droghe pesanti
cannabis-and-painkiller-overdose Uno studio del 2014
pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto dai
ricercatori della Perelman School of Medicine
dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso
di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il
1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13
Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis
terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un
tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale
per overdose da analgesici oppioidi rispetto agli Stati in
cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando
che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti
affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si
sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di
astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento
della dipendenza.
La professoressa Amanda Reiman della University of
California ha pubblicato due studi sulla questione. E i
risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in
California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel
2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per
sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la
sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre
sostanze illecite.
In Colombia è cominciato un programma pilota per la
disintossicazione di 15 soggetti fortemente dipendenti da
“basuco”, droga a basso costo ricavata da cocaina di
bassa qualità, con effetti devastanti simili al crack. A
questi sarà somministrata cannabis per ridurre il desiderio
verso la coca. Il presidente Juan Manuel Santos si è già
espresso a favore della cannabis terapeutica e l’articolo
sul progetto colombiano si trova su Canamo. Altri paesi
sudamericani come l’Uruguay e il Cile stanno seguendo la
stessa strada per la disintossicazione o la riduzione del
danno da cocaina e dai suoi sottoprodotti.
Un recente studio scientifico ha mostrato le potenzialità
del cannabidiolo (CBD), un cannabinoide contenuto nella
cannabis, nel contrastare la dipendenza da nicotina.
13 giugno 2016 2:10 - Starfighter23
Cannabis efficace nel trattamento di pazienti dipendenti
dagli oppiacei
Il THC ha ridotto i gravi sintomi di astinenza da oppiacei e
favorito un miglior trattamento della dipendenza. E’ il
risultato di uno studio scientifico condotto su 60 pazienti
con dipendenza da oppiacei realizzato presso la Columbia
University di New York. Nello studio, condotto in doppio
cieco nella clinica in cui erano sottoposti ad un
trattamento di disintossicazione, un gruppo di 40 pazienti
ha ricevuto 30 mg al giorno di THC (in forma di Dronabinoil)
mentre i restanti 20 ricevevano una sostanza placebo. Sia il
THC sia il placebo, sono stati somministrati ai pazienti per
tutta la durata del trattamento e per 5 settimane una volta
che questo era terminato.
Secondo i risultati i sintomi di astinenza da oppiacei erano
più bassi nel gruppo al quale veniva somministrato THC. Non
solo: il 32% dei pazienti che fumava cannabis durante il
trattamento aveva indici significativamente più bassi
relativi ad ansia ed insonnia oltre al fatto di portare a
termine più volentieri le 8 settimane totali dello
studio.
Gli autori hanno concluso che “il Dronabinol ha ridotto la
gravità di astinenza da oppiacei durante la
disintossicazione acuta”. I partecipanti che hanno scelto
di fumare cannabis durante il processo “sono stati più
propensi a completare il trattamento a prescindere dal
gruppo di appartenenza nello studio”. Anche grazie a
questa considerazione gli studiosi hanno notato come “la
cannabis sia risultata più efficace della dose
somministrata THC”.
Uno studio simile era stato realizzato in Australia poco
tempo fa su oltre 1500 persone alle quali sono stati
prescritti farmaci per ridurre i sintomi dolorosi acuti e
cronici di diverse patologie con esclusione del cancro. Un
paziente su sei aveva dichiarato di aver sperimentato
cannabinoidi contro il dolore, mentre uno su quattro aveva
spiegato che avrebbe provato questa terapia se la legge
australiana l’avesse consentito. Lo studio aveva
dimostrato come l’utilizzo dei derivati della cannabis per
la riduzione del dolore cronico sia piuttosto diffuso fra i
pazienti. La maggior parte del campione preso in esame
riferisce di un maggiore beneficio rispetto all’assunzione
dei soli farmaci oppiacei legalmente prescritti, come
morfina, codeina e molecole similari.
Mentre uno studio scientifico pubblicato nel 2014 sul JAMA
Internal Medicine e condotto dai ricercatori della Perelman
School of Medicine dell’Università della Pennsylvania ha
esaminato il tasso di decessi causati da overdose da
analgesici oppiacei tra il 1999 e il 2010. I risultati
rivelano che, in media, i 13 Stati americani che hanno
autorizzano l’uso di cannabis terapeutica, dopo aver
emanato le leggi, hanno avuto un tasso del 24,8% più basso
riguardo alla mortalità annuale per overdose da analgesici
oppiacei rispetto agli Stati in cui la cannabis terapeutica
è ancora illegale, mostrando che il trattamento può essere
più sicuro per i pazienti affetti da dolore cronico causato
da varie patologie.
13 giugno 2016 0:22 - ennius4531
Le applicazioni fatte con l'erba magica , nelle sue varie
configurazioni, sugli ammalati o affetti da dipendenza,
perché dovrebbe giustificarne la liberalizzazione per tutti
quando sono arcinoti gli effetti deleteri di detta erba su
chi malato non è ?
Ora, tralasciando ogni commento su di una sperimentazione su
40 soggetti con risultati, vista la percentuale del 32% ,
diciamo ...scarsi ( vi immaginate un produttore di farmaci
che si presenta agli enti autorizzativi per farsi rilasciare
il placet per la vendita di un farmaco presentando questi
dati ? ) , si tratta di diradare i fumogeni alzati dal
disagiato23 esponendo i risultati di ricerche specialistiche
di massa, con relative pubblicazioni su riviste
scientifiche, come ad esempio ..
Da Aduc ...
AUSTRALIA - Uso cannabis regolare sotto 17 anni. Studio:
maggiore rischio suicidio e abbandono studio
Notizia 10 settembre 2014 12:28
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese. Gli studiosi hanno
elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato
cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza
e sugli effetti del suo uso.
Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet
Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei
danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I
ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello
sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi
secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla
cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di
suicidio, e depressione.
Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis
quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60%
minore di completare la scuola superiore o l'università,
sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte
maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto
volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi
nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le
autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
____________________________________
The Lancet Psychiatry
Young adult sequelae of adolescent cannabis use: an
integrative analysis
Volume 1, No. 4, p286–293, September 2014
Dr Edmund Silins, PhD!L John Horwood, MSc, Prof George C
Patton, MD, Prof David M Fergusson, PhD, Craig A Olsson,
PhD, Delyse M Hutchinson, PhD, Elizabeth Spry, BA, Prof John
W Toumbourou, PhD, Prof Louisa Degenhardt, PhD, Wendy Swift,
PhD, Carolyn Coffey, PhD, Robert J Tait, PhD, Primrose
Letcher, PhD, Prof Jan Copeland, PhD, Richard P Mattick,
PhD, ....
12 giugno 2016 3:22 - Starfighter23
Cannabis efficace nel trattamento di pazienti dipendenti
dagli oppiacei
Il THC ha ridotto i gravi sintomi di astinenza da oppiacei e
favorito un miglior trattamento della dipendenza. E’ il
risultato di uno studio scientifico condotto su 60 pazienti
con dipendenza da oppiacei realizzato presso la Columbia
University di New York. Nello studio, condotto in doppio
cieco nella clinica in cui erano sottoposti ad un
trattamento di disintossicazione, un gruppo di 40 pazienti
ha ricevuto 30 mg al giorno di THC (in forma di Dronabinoil)
mentre i restanti 20 ricevevano una sostanza placebo. Sia il
THC sia il placebo, sono stati somministrati ai pazienti per
tutta la durata del trattamento e per 5 settimane una volta
che questo era terminato.
Secondo i risultati i sintomi di astinenza da oppiacei erano
più bassi nel gruppo al quale veniva somministrato THC. Non
solo: il 32% dei pazienti che fumava cannabis durante il
trattamento aveva indici significativamente più bassi
relativi ad ansia ed insonnia oltre al fatto di portare a
termine più volentieri le 8 settimane totali dello
studio.
Gli autori hanno concluso che “il Dronabinol ha ridotto la
gravità di astinenza da oppiacei durante la
disintossicazione acuta”. I partecipanti che hanno scelto
di fumare cannabis durante il processo “sono stati più
propensi a completare il trattamento a prescindere dal
gruppo di appartenenza nello studio”. Anche grazie a
questa considerazione gli studiosi hanno notato come “la
cannabis sia risultata più efficace della dose
somministrata THC”.
Uno studio simile era stato realizzato in Australia poco
tempo fa su oltre 1500 persone alle quali sono stati
prescritti farmaci per ridurre i sintomi dolorosi acuti e
cronici di diverse patologie con esclusione del cancro. Un
paziente su sei aveva dichiarato di aver sperimentato
cannabinoidi contro il dolore, mentre uno su quattro aveva
spiegato che avrebbe provato questa terapia se la legge
australiana l’avesse consentito. Lo studio aveva
dimostrato come l’utilizzo dei derivati della cannabis per
la riduzione del dolore cronico sia piuttosto diffuso fra i
pazienti. La maggior parte del campione preso in esame
riferisce di un maggiore beneficio rispetto all’assunzione
dei soli farmaci oppiacei legalmente prescritti, come
morfina, codeina e molecole similari.
Mentre uno studio scientifico pubblicato nel 2014 sul JAMA
Internal Medicine e condotto dai ricercatori della Perelman
School of Medicine dell’Università della Pennsylvania ha
esaminato il tasso di decessi causati da overdose da
analgesici oppiacei tra il 1999 e il 2010. I risultati
rivelano che, in media, i 13 Stati americani che hanno
autorizzano l’uso di cannabis terapeutica, dopo aver
emanato le leggi, hanno avuto un tasso del 24,8% più basso
riguardo alla mortalità annuale per overdose da analgesici
oppiacei rispetto agli Stati in cui la cannabis terapeutica
è ancora illegale, mostrando che il trattamento può essere
più sicuro per i pazienti affetti da dolore cronico causato
da varie patologie.
12 giugno 2016 3:20 - Starfighter23
la cannabis e' efficace nel trattare dipendenze da alcool,
oppioidi e droghe pesanti
cannabis-and-painkiller-overdose Uno studio del 2014
pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto dai
ricercatori della Perelman School of Medicine
dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso
di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il
1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13
Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis
terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un
tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale
per overdose da analgesici oppioidi rispetto agli Stati in
cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando
che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti
affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si
sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di
astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento
della dipendenza.
La professoressa Amanda Reiman della University of
California ha pubblicato due studi sulla questione. E i
risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in
California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel
2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per
sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la
sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre
sostanze illecite.
In Colombia è cominciato un programma pilota per la
disintossicazione di 15 soggetti fortemente dipendenti da
“basuco”, droga a basso costo ricavata da cocaina di
bassa qualità, con effetti devastanti simili al crack. A
questi sarà somministrata cannabis per ridurre il desiderio
verso la coca. Il presidente Juan Manuel Santos si è già
espresso a favore della cannabis terapeutica e l’articolo
sul progetto colombiano si trova su Canamo. Altri paesi
sudamericani come l’Uruguay e il Cile stanno seguendo la
stessa strada per la disintossicazione o la riduzione del
danno da cocaina e dai suoi sottoprodotti.
Un recente studio scientifico ha mostrato le potenzialità
del cannabidiolo (CBD), un cannabinoide contenuto nella
cannabis, nel contrastare la dipendenza da nicotina.
11 giugno 2016 17:07 - Starfighter23
Cannabis e Cervello – La Verità e gli Studi
Cannabinoidi e neurogenesi
“Uno Studio trasforma pentola di saggezza sulla sua
testa”, pronunciata il Globe and Mail in ottobre.
Notizie in tutto il Nord America e il mondo hanno
propagandato titoli simili – che sono state soddisfatti
con un silenzio monumentale da funzionari federali e le
forze dell’ordine.
Perché tutto questo trambusto?
I ricercatori dell’Università di Saskatchewan a Saskatoon
hanno scoperto che la somministrazione di cannabinoidi
sintetici nei ratti ha stimolato la proliferazione di nuovi
neuroni (cellule nervose) nella regione dell’ippocampo del
cervello e misure significativamente ridotte di ansia e
depressione comportamento simile.
I risultati hanno scioccato i ricercatori – che hanno
notato che quasi tutte le altre cosiddette “droghe di
abuso”, tra cui alcol e tabacco, diminuiscono neurogenesi
nell’adulto.
Mentre sarebbe prematuro estrapolare i risultati dello
studio per gli esseri umani i dati, come minimo, rafforzano
l’idea che i cannabinoidi sono insolitamente NON tossici
per il cervello e che l’utilizzo anche a lungo termine
della Cannabis probabilmente NON rappresenta un rischio per
la funzione cerebrale.
I risultati offrono anche ulteriori prove che i cannabinoidi
possono svolgere un ruolo nella riduzione della depressione
e l’ansia, e che i medicinali a base di cannabis un giorno
potrebbero offrire un’alternativa più sicura ai
tradizionali farmaci anti-depressivi come Paxil e Prozac.
Cannabis e neuroprotezione
Non solo la scienza moderna ha smentito l’idea che la
Cannabis è neurotossica, ma recenti scoperte scientifiche
hanno indicato che i cannabinoidi sono addirittura
neuroprotettivi, in particolare contro i danni cerebrali
indotti dall’alchool.
In un recente studio preclinico – l’ironia di cui è
evidente a chiunque lo legge – i ricercatori del National
Institutes of Mental Health (NIMH) hanno riferito che la
somministrazione del cannabinoide non psicoattivo
cannabidiolo (CBD) ha ridotto l’etanolo-indotta morte
cellulare nel cervello fino al 60 percento. “Questo studio
fornisce la prima dimostrazione della CBD come in vivo come
“neuroprotectant” … nel prevenire lesioni cerebrali
etanolo-indotte”; ecco quanto scritto dagli autori dello
studio nel numero di maggio 2005 del Journal of Pharmacology
and Experimental Therapeutics.
L’avvelenamento da alcol è legato a centinaia di morti
evitabili ogni anno negli Stati Uniti, secondo i Centers for
Disease Control, mentre la cannabis non può causare la
morte per overdose.
Naturalmente molti neurologi americani hanno conosciuto la
prodezza neuroprotettiva della cannabis ‘per anni.
Alcuni Scienziati NIMH nel 1998 hanno per primi propagandato
la capacità dei cannabinoidi naturali per allontanare gli
effetti che danneggiano il cervello da trauma cranico e
ictus acuto.
Risultati simili sono stati poi replicati da ricercatori nei
Paesi Bassi e in Italia e, più recentemente, da una ricerca
giapponese nel 2005.
Tuttavia, i tentativi di misurare i possibili effetti
neuroprotettivi di farmaci cannabinoidi sintetici derivati
??negli esseri umani sono stati finora inconcludenti.
Cannabinoidi e Glioma
Di tutti i tumori, pochi sono così aggressivi e letali come
il glioma.
I Tumori glioma invadono rapidamente il tessuto cerebrale
sano e in genere non rispondono alla chirurgia e trattamenti
medici standard.
Ma un agente a cui rispondono è la Cannabis.
Scrivendo nel numero di agosto 2005 del Journal of
Neurooncology , i ricercatori del California Pacific Medical
Institute Research Center hanno riferito che la
somministrazione di THC su linee cellulari di glioblastoma
multiforme umano diminuisce la proliferazione di cellule
maligne e apoptosi indotta (morte cellulare programmata)
più rapidamente di quanto ha fatto l’amministrazione del
agonista del recettore della cannabis sintetica, WIN-55
,212-2.
I ricercatori hanno anche osservato che il THC ha mirato
selettivamente le cellule maligne, ignorando quelle sane in
un modo più profondo di quanto l’alternativa sintetica.
I pazienti con diagnosi di glioblastoma multiforme di solito
muoiono entro tre mesi senza terapia.
Una precedente ricerca condotta in Italia ha inoltre
dimostrato la capacità di CBD di inibire la crescita di
cellule di glioma sia in vitro (ad esempio, una capsula di
Petri) sia in animali in un modo dipendente dalla dose.
Come risultato, un gruppo di ricerca spagnolo sta
attualmente valutando se la somministrazione intracranica di
cannabinoidi può prolungare la vita dei pazienti con
diagnosi di cancro al cervello inoperabile.
Più di recente, un’analisi scientifica nel numero di
ottobre della rivista Mini Recensioni in Medicinal Chemistry
ha osservato che, in aggiunta al THC e CBD aumenta nel
cervello la capacità di lotta contro il cancro; gli studi
hanno anche dimostrato che i cannabinoidi possono arrestare
la progressione del carcinoma del polmone, leucemia, il
carcinoma della pelle, il cancro colectorale,il cancro alla
prostata ed il cancro al seno.
cer
Cannabinoidi e Neurodegenerazione
Prove emergenti indicano inoltre che i cannabinoidi
potrebbero avere un ruolo nel rallentare la progressione di
alcune malattie neurodegenerative, come la sclerosi
multipla, il morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer e la
sclerosi laterale amiotrofica (malattia di Lou Gehrig
aka).
Recenti studi sugli animali hanno dimostrato che i
cannabinoidi possono ritardare la progressione della
malattia e hanno la possibilità di inibire la
neurodegenerazione in modelli murini di SLA, Parkinson e
sclerosi multipla.
Come risultato, il Giornale di Scienze Neurologiche ha
recentemente pronunciato: “Esistono evidenze … per
sostenere l’ipotesi che il sistema dei cannabinoidi può
limitare i processi neurodegenerativi che guidano la
malattia progressiva,” e le prove del paziente, che
indagano se l’uso di THC orale e estratti di cannabis
possono rallentare la progressione della sclerosi multipla,
sono ora in corso nel Regno Unito.
Cannabis & Cognition
Una revisione della letteratura scientifica indica che le
voci riguardanti lo stereotipo della “stupidità dello
sballo” sono infondate. Secondo i dati degli studi clinici
pubblicati la scorsa primavera nella American Journal of
Addictions , l’uso di cannabis ha, al massimo, un impatto
trascurabile sulla conoscenza e la memoria.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno eseguito
risonanze magnetiche sul cervello di 22 consumatori di
cannabis a lungo termine (che riportano una media di 20.100
a vita episodi di fumo) e 26 controlli (soggetti senza
storia di uso di cannabis).
Dall’Imaging non si sono viste “differenze
significative” tra i forti fumatori di cannabis rispetto
ai controlli.
Gli studi precedenti raccontano una storia simile.
Uno studio del 2004 ottobre pubblicato sulla rivista
Psychological Medicine esaminava i potenziali effetti
residui a lungo termine di cannabis sulla cognizione di
gemelli maschi monozigoti ed ha segnalato “l’assenza di
marcati effetti residui a lungo termine del consumo di
marijuana sulla capacità cognitive.”
Nel 2003 una analisi pubblicata nel Giornale della Società
Internazionale neuropsicologici aggiunse che “non è
riuscito a rivelare un sostanziale effetto sistematico di
lungo termine, il consumo regolare di cannabis sul
funzionamento neurocognitivo di utenti che non erano
acutamente intossicati”, e una sperimentazione clinica nel
2002 pubblicata nel Canadian Medical Association Journal ha
determinato che “La Cannabis non ha un impatto negativo a
lungo termine sull’intelligenza globale.”
Infine, uno studio del 2001 pubblicato sulla rivista
Archives of General Psychiatry ha rilevato che i fumatori di
cannabis a lungo termine che si sono astenuti dal farmaco
per una settimana “hanno mostrato praticamente nessuna
differenza significativa dai soggetti di controllo (quelli
che avevano fumato marijuana meno di 50 volte nella loro
vita ) su una batteria di 10 test neuropsicologici “.
Gli investigatori hanno inoltre aggiunto: “gli utenti EX,
che avevano consumato poca o nessuna cannabis nei tre mesi
prima del test, [anche] non hanno mostrato differenze
significative rispetto ai soggetti di controllo su uno
qualsiasi di questi test su uno qualsiasi dei giorni di
test.”
11 giugno 2016 11:39 - ennius4531
Mentre alcuni ricercatori studiano gli effetti dell'erba
magica sulla ... mente dei ratti ( chissà come avranno
riscontrato negli stessi '..misure significativamente
ridotte di ansia e depressione .... '),
altri ne hanno studiato gli effetti sul comprendonio umano
come ad esempio ...
( Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014
' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su
migliaia di soggetti .
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. ...."
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”
10 giugno 2016 12:09 - Starfighter23
Cannabis e Cervello – La Verità e gli Studi
Cannabinoidi e neurogenesi
“Uno Studio trasforma pentola di saggezza sulla sua
testa”, pronunciata il Globe and Mail in ottobre.
Notizie in tutto il Nord America e il mondo hanno
propagandato titoli simili – che sono state soddisfatti
con un silenzio monumentale da funzionari federali e le
forze dell’ordine.
Perché tutto questo trambusto?
I ricercatori dell’Università di Saskatchewan a Saskatoon
hanno scoperto che la somministrazione di cannabinoidi
sintetici nei ratti ha stimolato la proliferazione di nuovi
neuroni (cellule nervose) nella regione dell’ippocampo del
cervello e misure significativamente ridotte di ansia e
depressione comportamento simile.
I risultati hanno scioccato i ricercatori – che hanno
notato che quasi tutte le altre cosiddette “droghe di
abuso”, tra cui alcol e tabacco, diminuiscono neurogenesi
nell’adulto.
Mentre sarebbe prematuro estrapolare i risultati dello
studio per gli esseri umani i dati, come minimo, rafforzano
l’idea che i cannabinoidi sono insolitamente NON tossici
per il cervello e che l’utilizzo anche a lungo termine
della Cannabis probabilmente NON rappresenta un rischio per
la funzione cerebrale.
I risultati offrono anche ulteriori prove che i cannabinoidi
possono svolgere un ruolo nella riduzione della depressione
e l’ansia, e che i medicinali a base di cannabis un giorno
potrebbero offrire un’alternativa più sicura ai
tradizionali farmaci anti-depressivi come Paxil e Prozac.
Cannabis e neuroprotezione
Non solo la scienza moderna ha smentito l’idea che la
Cannabis è neurotossica, ma recenti scoperte scientifiche
hanno indicato che i cannabinoidi sono addirittura
neuroprotettivi, in particolare contro i danni cerebrali
indotti dall’alchool.
In un recente studio preclinico – l’ironia di cui è
evidente a chiunque lo legge – i ricercatori del National
Institutes of Mental Health (NIMH) hanno riferito che la
somministrazione del cannabinoide non psicoattivo
cannabidiolo (CBD) ha ridotto l’etanolo-indotta morte
cellulare nel cervello fino al 60 percento. “Questo studio
fornisce la prima dimostrazione della CBD come in vivo come
“neuroprotectant” … nel prevenire lesioni cerebrali
etanolo-indotte”; ecco quanto scritto dagli autori dello
studio nel numero di maggio 2005 del Journal of Pharmacology
and Experimental Therapeutics.
L’avvelenamento da alcol è legato a centinaia di
morti evitabili ogni anno negli Stati Uniti, secondo i
Centers for Disease Control, mentre la cannabis non può
causare la morte per overdose.
Naturalmente molti neurologi americani hanno conosciuto la
prodezza neuroprotettiva della cannabis ‘per anni.
Alcuni Scienziati NIMH nel 1998 hanno per primi propagandato
la capacità dei cannabinoidi naturali per allontanare gli
effetti che danneggiano il cervello da trauma cranico e
ictus acuto.
Risultati simili sono stati poi replicati da ricercatori nei
Paesi Bassi e in Italia e, più recentemente, da una ricerca
giapponese nel 2005.
Tuttavia, i tentativi di misurare i possibili effetti
neuroprotettivi di farmaci cannabinoidi sintetici derivati
??negli esseri umani sono stati finora inconcludenti.
Cannabinoidi e Glioma
Di tutti i tumori, pochi sono così aggressivi e letali come
il glioma.
I Tumori glioma invadono rapidamente il tessuto cerebrale
sano e in genere non rispondono alla chirurgia e trattamenti
medici standard.
Ma un agente a cui rispondono è la Cannabis.
Scrivendo nel numero di agosto 2005 del Journal of
Neurooncology , i ricercatori del California Pacific
Medical Institute Research Center hanno riferito che la
somministrazione di THC su linee cellulari di glioblastoma
multiforme umano diminuisce la proliferazione di cellule
maligne e apoptosi indotta (morte cellulare programmata)
più rapidamente di quanto ha fatto l’amministrazione del
agonista del recettore della cannabis sintetica, WIN-55
,212-2.
I ricercatori hanno anche osservato che il THC ha mirato
selettivamente le cellule maligne, ignorando quelle sane in
un modo più profondo di quanto l’alternativa sintetica.
I pazienti con diagnosi di glioblastoma multiforme di solito
muoiono entro tre mesi senza terapia.
Una precedente ricerca condotta in Italia ha inoltre
dimostrato la capacità di CBD di inibire la crescita di
cellule di glioma sia in vitro (ad esempio, una capsula di
Petri) sia in animali in un modo dipendente dalla dose.
Come risultato, un gruppo di ricerca spagnolo sta
attualmente valutando se la somministrazione intracranica di
cannabinoidi può prolungare la vita dei pazienti con
diagnosi di cancro al cervello inoperabile.
Più di recente, un’analisi scientifica nel numero di
ottobre della rivista Mini Recensioni in Medicinal Chemistry
ha osservato che, in aggiunta al THC e CBD aumenta nel
cervello la capacità di lotta contro il cancro; gli studi
hanno anche dimostrato che i cannabinoidi possono arrestare
la progressione del carcinoma del polmone, leucemia, il
carcinoma della pelle, il cancro colectorale,il cancro alla
prostata ed il cancro al seno.
cer
Cannabinoidi e Neurodegenerazione
Prove emergenti indicano inoltre che i cannabinoidi
potrebbero avere un ruolo nel rallentare la progressione di
alcune malattie neurodegenerative, come la sclerosi
multipla, il morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer e la
sclerosi laterale amiotrofica (malattia di Lou Gehrig
aka).
Recenti studi sugli animali hanno dimostrato che i
cannabinoidi possono ritardare la progressione della
malattia e hanno la possibilità di inibire la
neurodegenerazione in modelli murini di SLA, Parkinson e
sclerosi multipla.
Come risultato, il Giornale di Scienze Neurologiche ha
recentemente pronunciato: “Esistono evidenze … per
sostenere l’ipotesi che il sistema dei cannabinoidi può
limitare i processi neurodegenerativi che guidano la
malattia progressiva,” e le prove del paziente, che
indagano se l’uso di THC orale e estratti di cannabis
possono rallentare la progressione della sclerosi multipla,
sono ora in corso nel Regno Unito.
Cannabis & Cognition
Una revisione della letteratura scientifica indica che le
voci riguardanti lo stereotipo della “stupidità dello
sballo” sono infondate. Secondo i dati degli studi clinici
pubblicati la scorsa primavera nella American Journal of
Addictions , l’uso di cannabis ha, al massimo, un impatto
trascurabile sulla conoscenza e la memoria.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno eseguito
risonanze magnetiche sul cervello di 22 consumatori di
cannabis a lungo termine (che riportano una media di 20.100
a vita episodi di fumo) e 26 controlli (soggetti senza
storia di uso di cannabis).
Dall’Imaging non si sono viste “differenze
significative” tra i forti fumatori di cannabis rispetto
ai controlli.
Gli studi precedenti raccontano una storia simile.
Uno studio del 2004 ottobre pubblicato sulla rivista
Psychological Medicine esaminava i potenziali effetti
residui a lungo termine di cannabis sulla cognizione di
gemelli maschi monozigoti ed ha segnalato “l’assenza di
marcati effetti residui a lungo termine del consumo di
marijuana sulla capacità cognitive.”
Nel 2003 una analisi pubblicata nel Giornale della Società
Internazionale neuropsicologici aggiunse che “non è
riuscito a rivelare un sostanziale effetto sistematico di
lungo termine, il consumo regolare di cannabis sul
funzionamento neurocognitivo di utenti che non erano
acutamente intossicati”, e una sperimentazione clinica nel
2002 pubblicata nel Canadian Medical Association Journal ha
determinato che “La Cannabis non ha un impatto negativo a
lungo termine sull’intelligenza globale.”
Infine, uno studio del 2001 pubblicato sulla rivista
Archives of General Psychiatry ha rilevato che i fumatori di
cannabis a lungo termine che si sono astenuti dal farmaco
per una settimana “hanno mostrato praticamente nessuna
differenza significativa dai soggetti di controllo (quelli
che avevano fumato marijuana meno di 50 volte nella loro
vita ) su una batteria di 10 test neuropsicologici “.
Gli investigatori hanno inoltre aggiunto: “gli utenti EX,
che avevano consumato poca o nessuna cannabis nei tre mesi
prima del test, [anche] non hanno mostrato differenze
significative rispetto ai soggetti di controllo su uno
qualsiasi di questi test su uno qualsiasi dei giorni di
test.”
10 giugno 2016 12:05 - Starfighter23
Cannabis terapeutica al posto degli oppioidi: “Più sicura
e non causa morti”
Centinaia di persone dipendenti dagli oppioidi in
Massachusetts vengono trattate con la cannabis terapeutica.
Per i sostenitori di questa terapia la cannabis cambia la
vita delle persone, dando loro un’alternativa all’abuso
di farmaci oppioidi che alcuni medici definiscono come
epidemia mortale. “Abbiamo una epidemia in tutto lo Stato
di morti da oppioidi”, ha detto il dottor Gary Witman di
Canna Care Docs, una rete di strutture che fornisce le
tessere ai pazienti per aver accesso alla cannabis in sette
Stati, comprese nove cliniche in Massachusetts. “Quando
riusciremo a far passare i pazienti dagli oppiodi ad una
sostanza che non crea dipendenza – e la cannabis non crea
dipendenza – penso che i morti da oppioidi diminuirebbero
notevolmente“.
Witman, che lavora alla Fall River Canna Care clinic, ha
raccontato di aver trattato circa 80 pazienti dipendenti da
oppioidi, rilassanti muscolari o farmaci anti-ansia, con un
programma di un mese a base di cannabis e che più del 75%
di questi pazienti ha smesso di assumere i farmaci che erano
stati loro prescritti. Da ciò che riferisce il Boston
Herald secondo il dottore la cannabis può trattare sintomi,
come dolore cronico o ansia, per i quali prima venivano
prescritti farmaci derivati dall’oppio, e farlo in modo
più sicuro.
“Quello che stiamo vedendo è che, nelle visite
successive, i pazienti sono diminuiti e hanno anche
eliminato gli oppioidi”, ha detto la dottoressa Uma
Dhanabalan della Uplifting Health and Wellness di Natick,
aggiungendo che la cannabis funziona molto meglio di altri
sostituti. “Il problema è quando sostituiamo un oppioide
sintetico con un altro oppioide sintetico perché,
indovinate un po’, gli oppioidi sintetici uccidono, la
cannabis no“.
Ad ogni modo non sarebbe che la conferma di alcuni studi
scientifici in materia, realizzati di recente. Uno studio
del 2014 pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto
dai ricercatori della Perelman School of Medicine
dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso
di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il
1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13
Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis
terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un
tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale
per overdose da analgesici oppiaceirispetto agli Stati in
cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando
che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti
affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si
sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di
astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento
della dipendenza. Nello studio, condotto presso la Columbia
University di New York in doppio cieco su 60 pazienti nella
clinica in cui erano sottoposti ad un trattamento di
disintossicazione, un gruppo di 40 pazienti ha ricevuto 30
mg al giorno di THC (in forma di Dronabinoil) mentre i
restanti 20 ricevevano una sostanza placebo. Secondo i
risultati i sintomi di astinenza da oppioidi erano più
bassi nel gruppo al quale veniva somministrato THC. Non
solo: il 32% dei pazienti che fumava cannabis durante il
trattamento aveva indici significativamente più bassi
relativi ad ansia ed insonnia oltre al fatto di portare a
termine più volentieri le 8 settimane totali dello studio.
6 giugno 2016 20:04 - ennius4531
É la ricerca specialistica che ci può spiegare i
comportamenti degli aficionados dell'erba magica come ci
dice ....
HARVARD, LO STUDIO: ‘USO MARIJUANA, ANCHE LIEVE E CASUALE,
DANNEGGIA CERVELLO’
APRILE 16, 2014
Esperimenti della Harvard Medical School con la cannabis
hanno dimostrato che anche il suo uso casuale è alla base
di danni permanenti al cervello.
Questa è ben lungi dall’essere una droga “leggera” e
nessuno sotto i 30 anni dovrebbe mai usarla, dicono gli
scienziati che hanno condotto la ricerca.
Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono stati trovati avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali...
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato :
“Questo studio solleva una sfida forte all’idea che
l’uso occasionale di marijuana non sia associato a
conseguenze negative. Alcune persone utilizzano marijuana
una o due volte la settimana.
Questa gente pensa che un po’ di uso ‘ricreativo’ non
causi problemi. I dati dicono che è vero il contrario. La
cannabis non andrebbe usata, a meno che non si abbia una
malattia terminale e la necessità per combattere il dolore.
”
Il team ha esaminato le sezioni del cervello coinvolte nelle
emozioni, la motivazione e la dipendenza in studenti che
avevano usato cannabis e che non l’avevano fatto.
Anne Blood, assistente professore di psichiatria alla
Harvard Medical School, ha detto : “Queste sono strutture
fondamentali del cervello, costituiscono la base per il modo
di valutare le caratteristiche positive e negative circa
l’ambiente che ci circonda e prendere decisioni che non
siano dannose”.
Le modifiche sono i primi passi verso la dipendenza come il
cervello altera il modo in cui percepisce ‘ricompensa e
piacere’, rendendo le esperienze ordinarie sempre meno
appaganti rispetto al consumo di droga.
“L’abuso di droga può causare il rilascio di dopamina
di ricompense naturali, come il cibo, il sesso e
l’interazione sociale . Ecco perché i farmaci assumono
tanta rilevanza , e tutto il resto perde la sua
importanza.”
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”
6 giugno 2016 11:19 - Starfighter23
....usa presunti ammalati....
TI RIFERISCI AD ANANDA DEFICENTE?NON FARE GIRI DI PAROLE
INUTILI,PARLA CHIARO FIGLIO DI PUTTANA,ANANDA E' UN PRESUNTO
AMMALATO? INFAME PEDOFILO DI MERDA
30 maggio 2016 23:20 - anandamide1972
premesso che non sto leggendo i post del troll, ma con la
coda dell'occhio mi par di aver letto che parla di malati
più o meno immaginari o reali o qualcosa del genere.
TROLL, PER CASO TI RIFERISCI A ME ? STAI FORSE INSINUANDO
CHE IO NON SIA UN PAZIENTE ONCOLOGICO, TRA L'ALTRO PIUTTOSTO
GRAVE ?
devo solo capire questo per decidere un paio di cose.
4 giugno 2016 22:26 - ennius4531
Al disturbato23 non rimane che farsi scudo delle
problematiche altrui per nascondere le sue castronerie
frutto degli effetti dell'erba magica .
Oramai la sua reattivitá è ridotta a quella dei vampiri
alla vista ... dell'aglio ...
3 giugno 2016 9:38 - Starfighter23
....usa presunti ammalati....
TI RIFERISCI AD ANANDA DEFICENTE?NON FARE GIRI DI PAROLE
INUTILI,PARLA CHIARO FIGLIO DI PUTTANA,ANANDA E' UN PRESUNTO
AMMALATO? INFAME PEDOFILO DI MERDA
30 maggio 2016 23:20 - anandamide1972
premesso che non sto leggendo i post del troll, ma con la
coda dell'occhio mi par di aver letto che parla di malati
più o meno immaginari o reali o qualcosa del genere.
TROLL, PER CASO TI RIFERISCI A ME ? STAI FORSE INSINUANDO
CHE IO NON SIA UN PAZIENTE ONCOLOGICO, TRA L'ALTRO PIUTTOSTO
GRAVE ?
devo solo capire questo per decidere un paio di cose.
2 giugno 2016 11:28 - ennius4531
Ad ananda ho già risposto quando ho scritto ..
Qui non si sta discutendo sulle proprietà delle erbe
magiche di tamponare o meno gli effetti di malattie
(sappiamo che l'uso terapeutico é consentito ), ma di
evidenziare la nocività per i ... sani e quindi
contrastarne il consumo .
Tant'è che lo stesso ananda ha convenuto che ...
8 marzo 2016 21:48 - anandamide1972
"Comunque è vero che negli adolescenti la cannabis è
dannosa per lo sviluppo del cervello, questo è vero,
...".
Al disturbato23 non rimane che attaccarsi alle problematiche
altrui per nascondere le sue castronerie frutto degli
effetti dell'erba magica .
Oramai la sua reattivitá è ridotta a quella dei vampiri
alla vista ... dell'aglio .....
29 maggio 2016 12:34 - ennius4531
... il disagiato23 usa presunti ammalati per tentare di
mostrarsi loro nume tutelare e si inventa cause legali
dettate da neuroni affumicati che proiettano solo ...
ombre.
Ecco un esempio dell'impegno del disagiato23 nel tutelare la
dignità degli ammalati ... e la salute dei sani ...
7 settembre 2015 18:15 - Starfighter23
TORNA A PULIRE IL CULO AI TOSSICI IN COMUNITA' COGLIONE
MUCCIOLENNIO
28 agosto 2015 15:13 - Starfighter23
.....
LA STORIA CHE IL VAPORIZZATORE LO USANO SOLO I MALATI E' UN
ENORME PUTTANATA,E' IL MIGLIOR MODO CHE STARE HIGH E' LA
PROVA STA NEL FATTO CHE IN TUTTE LE CANNABIS CUP LA GIURIA
TESTA I SAMPLE DI CANNABIS TUTTI CON IL VAPORIZZATORE,QUINDI
CREDIMI NON SAI DI COSA PARLI,COSA CREDEVI CHE LA GIURIA SI
METTEVA A ROLLARE 3000 CANNE DI CARTA PER TESTARE I SAMPLES?
......
hai mai fatti dabbing?sai cos'e'?al momento e' la tecnica
piu usata qui per consumare cannabis,tutti vaporizzano
estratti su bracieri di titanio e ceramica con dei
bubbler,questa cosa e' fa femminucce???sai di cosa parlo? "
"Senti ho 40 anni e ho consumato cannabis da quando ho 14
anni .."
' .. non potrai mai goderti i piaceri della cannabis..'.
...
------------
... sí, sí , si é guadagnato il titolo di Mastro
pifferaio .
29 maggio 2016 9:01 - Starfighter23
26 maggio 2016 5:39 - anandamide1972
il troll dice: "...fatti inesistenti come la causa per
mobbing in corso o la derisione dei pazienti cosa
quest'ultima semmai a lui imputabile ".
E' no aficionados trollina, STARFIGHTER23 HA RAGIONE, io ho
il cancro e quando ne abbi a parlare, tu mostrasti una
capacità di empatia nulla, un qualche cinismo che ha fatto
pensare più di un utente che tu " non stia bene ".
Atteggiamenti cosi' cattivi o crudeli, quando si incontrano,
si tende a relativizzarli con un possibile deficit
psichiatrico. Quindi: o cattivo o psico e qualcosa. A me
piace l'ironia e lo scherzo, ma su alcune cose è se non
altro di pessimo gusto scherzarvi, a meno che non lo faccia
l'interessato. Per favore non rispondere. Almeno questo.
QUESTA E' UNA DELLE PROVE REGINE CHE TU SEI QUA ANCHE PER
DERIDERE GENTE AFFETTA DA GRAVI PATOLOGIE CHE TI AUGURIAMO
VIVAMENTE DI PROVARE PRIMA O POI,SAI IL CONTO LO
PAGHERAI,PRESTO O TARDI TORNA TUTTO NON TI PREOCCUPARE,VERO
MIO CARO IL PENSIONATO4531?
QUESTO CON LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE NON CENTRA UN CAZZO,TU
DEVI ESSERE MESSO ALLA PORTA PERCHE' CONTINUI A DERIDERE
GENTE CHE SOFFRE E COMBATTE OGNI GIORNO FIGLIO DI PUTTANA,LE
LEGGI SULLA CANNABIS TERAPEUTICA IN ITALIA FANNO SCHIFO
QUINDI TACI PEDOFILO DI MERDA NULLITA UMANA,PRIMA DI PARLARE
INFORMATI DEFICENTE
COSA NE PENSI DI PARTE DEI TUOI POST CHE FINALMENTE
COMINCIANO A VENIRE CANCELLATI?QUALCUNO DI ADUC SI STA
STANCANDO NON CREDI?
SI CHIEDE A GRAN VOCE IL BAN DI QUESTO VERME,NEL FRATTEMPO I
MEDICI LEGALI DEGLI INTERESSATI QUANTIFICANO IL DANNO PER
MOBBING DA INVIARLI AL PIU' PRESTO
SI INVITANO ALTRE PERSONE MALATE DERISE DA QUESTO FIGLIO DI
PUTTANA SCIACALLO DELLE COMUNITA DI RECUPERO' A SCRIVERE A
DONVITO E FARLIELO PRESENTE E VENIRE QUI A TESTIMONIARE
QUELLO CHE FA STO SIGNORE
TORNA A LAVARE IL CULO DEI TOSSICI NEI TUOI CENTRI DI
RECUPERO FIGLIO DI PUTTANA PICCOLO MUCCIOLI,I TUOI AMICI
SCIOPPINI CON GLI AMMALATI VERI NON CENTRANO UN EMERITO
CAZZO DEFICENTE
COME HAI VISTO IN QUESTI GIORNI ALTRI UTENTI TI VOGLIONO FAR
SALTARE,STANNO ARRIVANDO I RINFORZI BUON DIVERTIMENTO
TE LA VEDRAI CON LE ASSOCIAZIONI DI PAZIENTI CHE VOGLIONO
FARTI CAUSA SPERO CHE TU ABBIA ABBASTANZA SOLDI PER PAGARE
BUONA FORTUNA
28 maggio 2016 11:26 - ennius4531
... il disagiato23 usa presunti ammalati per tentare di
mostrarsi loro nume tutelare.
Ecco un esempio dell'impegno del disagiato23 nel tutelare la
dignità degli ammalati ... e la salute dei sani ...
7 settembre 2015 18:15 - Starfighter23
TORNA A PULIRE IL CULO AI TOSSICI IN COMUNITA' COGLIONE
MUCCIOLENNIO
28 agosto 2015 15:13 - Starfighter23
.....
LA STORIA CHE IL VAPORIZZATORE LO USANO SOLO I MALATI E' UN
ENORME PUTTANATA,E' IL MIGLIOR MODO CHE STARE HIGH E' LA
PROVA STA NEL FATTO CHE IN TUTTE LE CANNABIS CUP LA GIURIA
TESTA I SAMPLE DI CANNABIS TUTTI CON IL VAPORIZZATORE,QUINDI
CREDIMI NON SAI DI COSA PARLI,COSA CREDEVI CHE LA GIURIA SI
METTEVA A ROLLARE 3000 CANNE DI CARTA PER TESTARE I SAMPLES?
......
hai mai fatti dabbing?sai cos'e'?al momento e' la tecnica
piu usata qui per consumare cannabis,tutti vaporizzano
estratti su bracieri di titanio e ceramica con dei
bubbler,questa cosa e' fa femminucce???sai di cosa parlo? "
"Senti ho 40 anni e ho consumato cannabis da quando ho 14
anni .."
' .. non potrai mai goderti i piaceri della cannabis..'.
...
-------------
.... si é guadagnato il titolo di Mastro pifferaio .
27 maggio 2016 20:28 - Starfighter23
26 maggio 2016 5:39 - anandamide1972
il troll dice: "...fatti inesistenti come la causa per
mobbing in corso o la derisione dei pazienti cosa
quest'ultima semmai a lui imputabile ".
E' no aficionados trollina, STARFIGHTER23 HA RAGIONE, io ho
il cancro e quando ne abbi a parlare, tu mostrasti una
capacità di empatia nulla, un qualche cinismo che ha fatto
pensare più di un utente che tu " non stia bene ".
Atteggiamenti cosi' cattivi o crudeli, quando si incontrano,
si tende a relativizzarli con un possibile deficit
psichiatrico. Quindi: o cattivo o psico e qualcosa. A me
piace l'ironia e lo scherzo, ma su alcune cose è se non
altro di pessimo gusto scherzarvi, a meno che non lo faccia
l'interessato. Per favore non rispondere. Almeno questo.
QUESTA E' UNA DELLE PROVE REGINE CHE TU SEI QUA ANCHE PER
DERIDERE GENTE AFFETTA DA GRAVI PATOLOGIE CHE TI AUGURIAMO
VIVAMENTE DI PROVARE PRIMA O POI,SAI IL CONTO LO
PAGHERAI,PRESTO O TARDI TORNA TUTTO NON TI PREOCCUPARE,VERO
MIO CARO IL PENSIONATO4531?
QUESTO CON LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE NON CENTRA UN CAZZO,TU
DEVI ESSERE MESSO ALLA PORTA PERCHE' CONTINUI A DERIDERE
GENTE CHE SOFFRE E COMBATTE OGNI GIORNO FIGLIO DI PUTTANA,LE
LEGGI SULLA CANNABIS TERAPEUTICA IN ITALIA FANNO SCHIFO
QUINDI TACI PEDOFILO DI MERDA NULLITA UMANA,PRIMA DI PARLARE
INFORMATI DEFICENTE
COSA NE PENSI DI PARTE DEI TUOI POST CHE FINALMENTE
COMINCIANO A VENIRE CANCELLATI?QUALCUNO DI ADUC SI STA
STANCANDO NON CREDI?
SI CHIEDE A GRAN VOCE IL BAN DI QUESTO VERME,NEL FRATTEMPO I
MEDICI LEGALI DEGLI INTERESSATI QUANTIFICANO IL DANNO PER
MOBBING DA INVIARLI AL PIU' PRESTO
SI INVITANO ALTRE PERSONE MALATE DERISE DA QUESTO FIGLIO DI
PUTTANA SCIACALLO DELLE COMUNITA DI RECUPERO' A SCRIVERE A
DONVITO E FARLIELO PRESENTE E VENIRE QUI A TESTIMONIARE
QUELLO CHE FA STO SIGNORE
TORNA A LAVARE IL CULO DEI TOSSICI NEI TUOI CENTRI DI
RECUPERO FIGLIO DI PUTTANA PICCOLO MUCCIOLI,I TUOI AMICI
SCIOPPINI CON GLI AMMALATI VERI NON CENTRANO UN EMERITO
CAZZO DEFICENTE
COME HAI VISTO IN QUESTI GIORNI ALTRI UTENTI TI VOGLIONO FAR
SALTARE,STANNO ARRIVANDO I RINFORZI BUON DIVERTIMENTO
TE LA VEDRAI CON LE ASSOCIAZIONI DI PAZIENTI CHE VOGLIONO
FARTI CAUSA SPERO CHE TU ABBIA ABBASTANZA SOLDI PER PAGARE
BUONA FORTUNA
27 maggio 2016 8:32 - ennius4531
....gli spazi in bianco sempre maggiori lasciati
dall'autore del post ne riflettono l'aggravamento del vuoto
cerebrale.
La ricerca specialistica conferma ....
Da Aduc 12 novembre 2014
USA - Uso di marijuana puo' far ridurre la massa cerebrale.
Studio
Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas.
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ...
"Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas.
"L'adolescenza e' il momento in cui il cervello inizia a
maturare - ha precisato - qualunque esposizione a sostanze
tossiche puo' avere conseguenze decisive". ...
"E' una ricerca complessa e interessante che mostra come
l'utilizzo frequente di marijuana, soprattutto in giovane
eta', ha significative conseguenze negative sul cervello",
ha sottolineato Weiss, precisando che tali risultati
rappresentano una sfida alla convinzione diffusa che la
cannabis sia una droga innocua.
24 maggio 2016 10:16 - Starfighter23
PARLANO DI IMBECILLI E ASSURDE PAROLE QUANDO SONO LORO A
FORNIRE IL MATERIALE PER QUESTA LURIDA PROPAGANDA
ANTICANNABIS
24 maggio 2016 10:08 - Starfighter23
ECCO LA POSIZIONE DI ADUC VERSO CHI DERIDE I MALATI COME IL
LORO GRANDE AMICO ENNIUS4531,CON QUESTA LETTERA CONFERMANO
CHE LO SCIACALLO4531 E' UNA LORO CREATURA,PARLANO ANCHE CON
LO STESSO LINGUAGGIO DEL PENSIONATO 4531
Vogliamo sentire tutti, tutti devono poter parlare, anche
gli imbecilli, purché non commettano reati. Se li si
ritengono tali, basta ignorarli, non certo tappargli la
bocca.
PECCATO CHE VOI STATE TAPPANDO LA BOCCA AD UN PO DI UTENTI
DA IERI CANCELLANDO I POST
PEDOFILO4531 TI FARO SALTARE A COLPI DI FLOODING INFAME DI
MERDA
NOI PAZIENTI CHE CI CURIAMO CON LA CANNABIS PER GRAVI
PATOLOGIE CHIEDIAMO SOLO RISPETTO,SE QUESTO NON CI VERRA'
DATO,LA REAZIONE SARA' PROPORZIONALE
DA IERI IL PENSIONATO4531 NON E' PIU INVINCIBILE,HANNO
CANCELLATO ANCJHE I SUOI POST
ENNIO COME TI SENTI DOPO CHE TI HANNO CANCELLATO I POST
FIGLIO DI PUTTANA,INFAME DI MERDA,CONTINUA A DERIDERE I
MALATI E VEDRAI
ECCO LA RISPOSTA DI ADUC VERSO CHI DERIDE I MALATI
Risposta:
Gentile Nick Faded,
la libertà di espressione è un bene che riteniamo
fondamentale e quindi da tutelare. Se non c'è reato, noi
non possiamo censurare nessuno, violermmo la nostra missione
e il nostro statuto, nonché i diritti che cerchiamo di
difendere.
La maleducazione di un utente nei suoi commenti sui forum è
una conseguenza negativa, ma inevitabile, della libertà di
espressione. Se cominciamo a censurare le persone perché le
riteniamo maleducate o non condividiamo le loro assurde
parole, finiremo per trasformare i forum da uno spazio
veramente libero in qualcosa che riflette solo le nostre
idee. Vogliamo sentire tutti, tutti devono poter parlare,
anche gli imbecilli, purché non commettano reati. Se li si
ritengono tali, basta ignorarli, non certo tappargli la
bocca.
Cordiali saluti.
http://www.aduc.it/
SI CHIEDE A GRAN VOCE IL BAN DI ENNIO PER GRAVI VIOLAZIONI
DELLE REGOLE SCRITTE DA VOI STESSI E PER RENDERE LO SPAZIO
DEI COMMENTI UN LUOGO DOVE SI FANNO DISCUSSIONI COSTRUTTIVE
E NON UN CAMPO DI BATTAGLIA COME VOLETE VOI
23 maggio 2016 17:56 - ennius4531
Le reattivitá pavloviane del disturbato23 e relativi
sodali, che inseguono le ombre prodotte da neuroni
affumicati, non sorprendono.
Esse vanno spiegate alla luce delle numerose ricerche
specialistiche in materia come ....
STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI:
SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014
Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i
ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di
cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e
un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .
Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che
hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di
marijuana è stata collegata all’insorgere della
malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche
è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.
In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha
guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al
Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di
cannabis all’insorgere della psicosi.
23 maggio 2016 8:01 - ennius4531
Le reattivitá pavloviana del disturbato23, che insegue le
ombre prodotte da neuroni affumicati,vanno spiegate alla
luce delle ricerche specialistiche in materia come ....
OLANDA - Cannabis aumenta rischio psicosi
2 marzo 2011
...gli esperti della Maastricht University (Olanda) hanno
arruolato in Germania e studiato un gruppo di quasi duemila
ragazzi fra i 14 e i 24 anni per ben 10 anni.
Ebbene, i dati hanno confermato che fumare spinelli
raddoppia il rischio di sintomi psicotici piu' in la' negli
anni, e che l'uso continuo di cannabis accresce il pericolo
che questi disturbi persistano nel tempo.
Infine gli esperti non hanno rilevato un collegamento fra
pre-esistenza di malattie mentali e uso di cannabis.