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C’è un problema di droga drammatico... Cantilena stonata, ipocrita e opportunista
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Articolo di Vincenzo Donvito
25 ottobre 2019 16:45
 
 Non passa giorno che un qualche politico e/o amministratore pubblico, in seguito a fatti delittuosi, non ci ricordi che “c’è un problema di droga drammatico”. Un giovane morto o finito in ospedale, un regolamento di conti tra bande rivali che per la gestione del territorio di spaccio sottopongono gli stessi a pesanti problemi di ordine pubblico, etc. Storie di ordinaria quotidianità della follia istituzionale che ci obbliga a considerare illecito e/o reato un consumo quotidiano di milioni di persone… in un mondo in cui alcool e tabacco sono legali.
E dopo le dichiarazioni ci sono le azioni: nelle scuole, nei media, nei quartieri. Azioni che sarebbe meglio chiamare reazioni, visto che in genere si esplicitano sempre e comunque dopo un fatto delittuoso. Mancano, quindi, di originalità propositiva.
In entrambi i contesti, dichiarativi ed azionisti, gli attori si beano di quanto sono in grado di dire e di fare. Attori proibizionisti o antiproibizionisti in materia di droghe, poco importa. Comunque attori di una rappresentazione teatrale che da diversi anni da commedia si è trasformata in tragedia. Sì, tragedia perché il pregio di una iniziativa finalizzata ad un risultato non è che questa iniziativa ci sia ma che arrivi, per l’appunto, al traguardo che si era posta. I traguardi in materia sarebbero due:
- quello degli attori proibizionisti: l’indurimento delle attuali leggi e grossomodo un controllo di polizia in ogni luogo in cui si possa sospettare un consumo di sostanze illegali (non ce ne vogliano i proibizionisti, forse siamo limitati, ma non riusciamo a percepire altri sbocchi a politiche di ordine pubblico in cui le attuali leggi sulle droghe fossero più proibizioniste delle attuali);
- quello degli attori antiproibizionisti: una legalizzazione non meglio identificata ma, visto l’andazzo medio dei politici in materia nel nostro Paese, a seguire di quanto accade nel resto del mondo… arrivando, per l’appunto, sempre dopo e mai prima.
Se questi traguardi non vengono raggiunti, e sono decenni e decenni che vengono perseguiti da entrambi i fronti, ci sembra che ci sia più di qualcosa che non funziona.

I risultati della attuale politica. L’andazzo mondiale, a parte alcun estremismi endemici (tipo Filippine), è verso un “addolcimento” delle leggi punitive in materia. Ragion per cui i proibizionisti si “accontentano” che non siano rese meno dure le leggi già in vigore, mentre gli antiproibizionisti (giocoforza) si “accontentano” anche loro che le stesse leggi in vigore non siano rese più dure, ricordandoci “ad ogni pie’ sospinto” che nel mondo tira aria diversa e che bla bla.
In questo contesto di politiche fine a se stesse, continuano a manifestarsi tutti quegli episodi che, come abbiamo ricordato sopra, portato a dichiarazioni ed azioni…. TUTTE PRETTAMENTE INUTILI!!

Ovviamente non tutti i partiti, gruppi e movimenti politici sono coinvolti in questa inutilità del parlare e dell’agire. Il problema è che chi ha intuito ed agisce, solo ed esclusivamente sul fronte antiproibizionista chè l’altro fronte sembra una campana stonata e ripetitiva, rappresenta la minoranza della minoranza e non riesce mai ad andare oltre i propri numeri e le proprie capacità persuasive (anche con proposte di legge di iniziativa popolare).

Quindi, quelli che dicono di essere antiproibizionisti e che non sono minoranze delle minoranze hanno intenzione di continuare in questa loro inutilità, e contribuire a far sì che ad ogni fatto delittuoso loro stessi (e quelli, dal canto loro, che la pensano diversamente) continuino ad essere dei ridicoli grilli parlanti?
 
 
 
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