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Il narcotraffico venezuelano raccontato artisticamente in un Narcolibro
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Articolo di Redazione
20 settembre 2017 16:51
 
 Le notizie sul traffico di droghe in Venezuela, pubblicate tra gli anni 2007 e 2015 sono ora disponibili su “Narcolibro” di Dianora Pérez, un’artista di Cartaghena che ha messi questi fatti insieme a materiali allusivi dei crimini e che e’ stata appena premiata per il suo lavoro.
Prez ha vinto il premio del XX Salone dei Giovani alla FIA (Feria Iberoamericana de Arte), che si tiene al Museo di Arte Contemporanea dello Stato di Zulia -ovest- (Maczul), nella citta’ di Maracaibo.
“Il Narcolibro e’ un’indagine fatta partendo da informazioni tratte dai giornali e, in questo caso, come una storia di fatti collegati al narcotraffico che hanno fatto notizia a livello nazionale ed internazionale”, ha detto Perez in un’intervista all’agenzia stampa EFE.
L’artista di 35 anni ha spiegato che per questa opera ha utilizzato 13 storie di narcotraffico in Venezuela, raccolte in 14 quaderni che sono stati presentati in rosso su un fondo bianco, accompagnati da guanti confezionati con una tela chiamata “Fuerza Armada”, che e’ rossa.
Nello stesso tempo, il materiale utilizzato e’ del tipo vegetale “molto delicato” che allude “a questo tipo di prodotti”, dice facendo allusione ai narcotici.
Altra caratteristica di questa opera e’ che e’ stata scritta per vedenti e non-vedenti, che e’ una sorta di marchio nelle creazioni di Pérez che ha prodotto altri quattro libri -Bianco, Rosso, Dorato e Azzurro-che trattano sempre temi “scomodi” che affrontano “l’estetica del deterioramento”.
“Dentro l’estetica del deterioramento esistono molte categorie legate a cose che noi stessi viviamo, come la violenza, la morte, le istituzioni come ospedali, cimiteri, centri educativi”, spiega l’artista che ha affrontato questi temi nei suoi libri precedenti.
In quanto all’uso del braille, Pérez spiega che ha deciso di includere questo linguaggio per evidenziare in tutte le sue opere una regola per evitare barriere alle persone che non possono vedere.
Tra i temi che si possono trovare in Narcolibri c’e’ la notizia dell’arresto dell’ex-direttore dell’intelligence militare venezuelano Hugo Carvajal nel 2014 da parte delle autorita’ dell’isola di Aruba per presunti rapporti col traffico di stupefacenti.
Nello stesso tempo affronta il caso dei nipoti della coppia presidenziale del Venezuela che sono stati arrestati alla fine del 2015 ad Haiti ed interrogati da agenti del Dipartimento Antidroga degli Usa (DEA), che li trasferirono a New York accusandoli di cospirazione per aver trasportato sempre in Usa 800 Kg di cocaina.
Pérez dice che questa opera, cosi’ come gli altri suoi libri, si puo’ interpretare come una denuncia che mette in mostra e rende visibili situazioni terribili che generalmente sono mimetizzate dall’abbondanza di notizie che impediscono di attivare la lente d’ingrandimento per ogni specifico caso.
Sostiene, in questo caso, che il tema del narcotraffico “e’ di moda”.
E non manca di aver ragione perché, oltre alla imminente condanna ai nipoti del presidente, Nicolas Maduro, e sua moglie, Cilla Flores, vari portavoce dell’opposizione hanno accusato il governo venezuelano di non combattere il narcotraffico, non solo, ma di stare ad amministrare un “narcostato”.
Pérez assicura di non avere paura a lavorare con questo tipo di argomenti nelle sue opere e che, al contrario, la sua linea di ispirazione e’ il “deterioramento umano” su cui “invece ci sono molte tele da tagliare”.
Ho paura di vivere nella situazione di violenza che c’e’”, dice, e continua: “La paura vive ogni giorno con una violenza che ti dice ‘ci sono tanti morti’”.
L’opera di Pérez sara’ esposta a Maracaibo fino ai primi di dicembre.

(da un lancio dell’agenzia stampa EFE del 20/09/2017)
 
 
 
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