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Mercato droghe online. Sicuro che la chiusura di Alphabay non peggiori le cose?
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Articolo di Redazione
25 luglio 2017 15:55
 
   E’ un annuncio molto rumoroso quello che hanno fatto le autorita’ americane ed europee lo scorso giovedi’ 20 luglio: le piattaforme AlphaBay e Hansa, due dei tre piu’ grossi supermercati illegali del darknet, sono stati chiusi uno dopo l’altro.
Il terzo mastodonte del settore, DreamMarket, e’ ancora online ma l’intervento della autorita’ ha funzionato: tutti gli utilizzatori sono nel panico, prendendo in considerazione nel medio periodo la prossima fine del sito.
Il segretario americano alla Giustizia, Jeff Sessions, ha salutato la chiusura di AlphaBay con una conferenza stampa: “E’ una delle piu’ importanti inchieste criminali di tutto l’anno. Credo che grazie a questa operazione, i cittadini americani saranno meglio protetti -meglio protetti di fronte alla minaccia di furto di identita’ e di programmi informatici violati, e meglio protetti di fronte alle droghe mortali”.
Su AlphaBay, il cui volume delle transazioni sarebbe intorno al miliardo di dollari dopo la sua creazione nel 2014, si trovava principalmente della droga e delle false carte d’identita’. In seguito alle stime della giustizia americana, il sito totalizzava 250.000 annunci di vendita di droghe e 100.000 annunci per dei falsi documenti, dei virus informatici o altri servizi fraudolenti.
Uberizzazione della droga
La droga era quindi il principale prodotto venduto su queste piattaforme e non sarebbe stato assurdo (anche se ridicolo) dire che questi supermercati del darknet hanno uberizzato il mercato degli stupefacenti.
Mentre l’artigiano-spacciatore e’ anche simpatico e affabile come un taxista, il venditore del darknet tratta i suoi rapporti col cliente come un’autista di Uber che offre una bottiglia d’acqua al suo cliente. E per caso: su AlphaBay, come su Amazon, i venditori sono scrupolosamente classificati dai consumatori. Essenzialmente sulla qualita’ della droga e della distribuzione.
Sul forum di Reddit, consacrato al mercato del darknet, un utente ha postato questa lettera aperta “ai fedeli”:
“Ecco una lista di conseguenze della chiusura del mercati del darknet. 1) I mercati offrono un ambiente sicuro per la vendita e l’acquisto delle droghe. Essi ci proteggono dalle forze di polizia ma proteggono anche dalla violenza e dalle cattive dosi che possono uccidere le persone. 2) Le note e le critiche permettono alle persone che avrebbero sicuramente acquistato della droga, di farlo sapendo che la droga che comprano e’ sicura. 3) Non prendete questa posizione morale. Non avete salvato delle vite, avete al contrario causato piu’ morti. Le persone vogliono continuare ad acquistare della droga ed ora essi vogliono tornare in strada dove la possibilita’ di cascare in una situazione violenta e di droge mortali, sono notoriamente piu’ forti (…). 4) Voi non avete per niente contribuito a cambiare il problema. Altri mercati verranno creati sul darknet, con migliore sicurezza e gestiti con maggiore prudenza...
Queste riflessioni meritano di essere ascoltate, Con la chiusura di AlphaBau e di Hansa, i cittadini non sono “meglio protetti di fronte alla droghe mortali” come reclama il segretario americano alla Giustizia. Al contrario, le droghe sono piu’ mortali se vendute per strada perche’ esse non sono sottomesse a nessuna pratica di controllo.
Istanza sanitaria artigianale
Facendo caso alla qualita’ della droga, gli utenti del darkness hanno manifestato un’istanza sanitaria artigianale che da’ un minimo di sicurezza in un universo dove non c’e’ assolutamente nulla. Le note su AlphaBay erano l’equivalente di quegli stand di riduzione dei danni che propongono alcuni festival techno. Si prova la droga, non per incoraggiare al suo consumo, ma per l’appunto ridurre i danni.
La proposta non e’ di dire che bisognerebbe legalizzare queste piattaforme. Questi supermercati, che permettono di acquistare tutta la droga del mondo grazie al suo business, rendono gli stupefacenti ancora piu’ accessibili di quanto non lo siano gia’. Ma come sempre in materia di droga, la scelta della repressione cieca non regola il problema e spesso non fa altro che peggiorare le cose.

(articolo di Vincent Glad, pubblicato sul quotidiano Libération del 25/07/2017)
 
 
 
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