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Legalizzazione cannabis in Messico. I pronunciamenti favorevoli del ministro del Turismo
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Articolo di Redazione
13 aprile 2018 16:40
 
 Il ministro messicano del Turismo, Enrique de la Madrid, ha difeso la sua posizione che gli Stati del Paese possano cominciare a legalizzare la marijuana anche se, a livello nazionale, e’ ancora tutto in aria.
“Penso che in Messico dobbiamo far si’ che la legalizzazione sia regolamentata a livello statate” ha sostenuto in un’intervista alla agenzia stampa inglese Reuters, aggiungendo che non gli sembra logico utilizzare fondi nella persecuzione di persone che consumano marijuana, quando invece sarebbe meglio che siano dedicati a combattere i sequestri, le violenze e gli assassinii.
Così, ha affermato che non ha senso che il Messico mantenga il divieto alla luce delle politiche permissive in alcuni Stati degli Usa, come la California.
Il presidente messicano, Enrique Pena Nieto, ha sostenuto che Messico e Usa non devono seguire politiche divergenti con la marijuana e nel 2016 ha appoggiato una proposta di legge che avrebbe consentito ai messicani di detenere l’equivalente di un’oncia di droga, ma l’iniziativa fu bloccata dal Congresso.
Gli scontri tra bande di narcotrafficanti hanno contribuito a far crescere il numero di morti assassinati nel Paese, ad un livello record di quasi 29.000 nel 2017, cosi’ come fanno sapere i dati ufficiali.
La violenza nel 2017 ha particolarmente colpito gli Stati turistici di Baja California e Quintana Roo, dove ci sono localita’ come Los Cabos e Cancun, e a gennaio il Governo ha concesso alle autorita’ locali di entrambi questi Stati di adottare provvedimenti per il rafforzamento della sicurezza. De la Madrid ha detto che e’ il momento in cui la marijuana dovrebbe essere legalizzata in questi Stati.
Nei primi due mesi dell’anno, gli assassini sono aumentati in tutto il Paese rispetto al 2017, coinvolgendo sia Baja Californa che Quintana Roo.
Nonostante la violenza, il Messico, l’anno scorso, ha attratto 39 milioni di turisti stranieri, una cifra record. Secondo De la Madrid, nel 2018 si potrebbe arrivare a 42 milioni.
Secondo il ministro del Turismo, le principali destinazioni turistiche sono esposte a rischi minori e i turisti ne sono consapevoli.
Rispondendo ad una domanda su alcuni incidenti che ci sono stati nelle localita’ turistiche, De la Madrid ha fatto presente che nessun luogo e’ esente da rischio, ricordando che in Usa ci sono stati eventi peggiori come la sparatoria di ottobre a Las Vegas o l’attentato di New York.
“E’ noto che in Messico si applicano altri standard. E noi dobbiamo imparare a vivere con essi”.Dovremo, ogni volta, essere più rigorosi sulle questioni di sicurezza e trasparenza”.
Nel contempo, ha fatto presente che la marijuana non-legalizzata e’ “regalare” soldi ai narcotrafficanti. “E con questi soldi, quel che fanno questi signori e’ di impegnare piu’ polizia, comprano piu’ armi e sono piu’ violenti”.
L’ex-presidente Vicente Fox, lo scorso mercoledi’ ha detto che il Messico deve considerare la legalizzazione del papavero da oppio, mentre la Corte Suprema si e’ espressa per la seconda volta a favore dell’uso ricreativo della marijuana, dopo uno storico pronunciamento del 2015.
Anche se ha chiarito che non sta promuovendo il suo consumo, De la Madrid ha sottolineato che la decisione della Corte Suprema, per ora limitata alle persone in contenzioso, dimostra che è tempo di agire. "Sono contrario a una cattiva politica che fomenta più violenza nel Paese", ha affermato.
(da un lancio di Europa Press del 13/04/2018)
 
 
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