Le quantità record di compresse di Captagon e metanfetamina sequestrate in Iraq sono un campanello d'allarme sul fatto che il Paese e' al crocevia del traffico di droga in Medio Oriente. A riferirlo e' l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il Crimine (Unodc) in un nuovo rapporto. Solo nel 2023, le autorita' hanno "sequestrato la cifra record di 24 milioni di compresse di Captagon", l'equivalente di oltre 4,1 tonnellate, per un valore stimato tra 84 e 144 milioni di dollari, secondo la stessa fonte. Si stima che i sequestri di Captagon in Iraq siano triplicati tra il 2022 e il 2023, e le quantita' complessive sequestrate nel 2023 sono 34 volte superiori a quelle del 2019. "L'Iraq ha registrato un drammatico aumento del traffico e del consumo di droga negli ultimi cinque anni.
Ormai sembra essere al crocevia del traffico regionale di metanfetamina e Captagon", ha dichiarato l'Unodc. L'82% del Captagon sequestrato nella regione tra il 2019 e il 2023 proveniva dalla Siria, seguita dal Libano (17%).
Secondo il rapporto, l'Iraq sta diventando anche un punto di transito per la metanfetamina prodotta principalmente in Afghanistan e destinata al Golfo e all'Europa.
Anche l'Afghanistan sta affrontando un'esplosione del consumo di droga, che si intensifica durante i periodi di conflitto. I governi della regione hanno recentemente incrementato gli sforzi per reprimere il traffico sotto la pressione degli Stati del Golfo, che sono i principali mercati per il Captagon.
Anfetamina derivata da un trattamento un tempo legale per la narcolessia e il disturbo da deficit di attenzione, il Captagon e' ora oggetto di un fiorente commercio in diversi Paesi del Medio Oriente e viene definito come la droga della Jihad.
Sempre secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il Crimine, la Siria, trasformata in un narco-stato, e' il principale Paese di origine e l'Arabia Saudita e' di gran lunga il più grande mercato. In Iraq, devastato da decenni di conflitto, le autorita' segnalano regolarmente ingenti sequestri di Captagon, gran parte del quale attraversa il poroso confine di 600 chilometri con la Siria dilaniata dalla guerra.
Nel giorno in cui viene pubblicato il rapporto di Unodc, a Baghdad e' stata inaugurata la seconda Conferenza internazionale per il controllo delle droghe, con la partecipazione di nove Paesi del Medio Oriente uniti per rafforzare la loro cooperazione nella lotta al narcotraffico. "Il coordinamento e la cooperazione per perseguire e smantellare le bande (di trafficanti) di droga serviranno alla sicurezza regionale e internazionale", ha detto in apertura il premier iracheno, Mohamed Shia al Sudani. Nel suo discorso, il primo ministro iracheno ha affermato che "le droghe e le sostanze psicotrope sono un fattore fondamentale di instabilita' nella regione". "Il rapporto tra terrorismo e gruppi di narcotrafficanti cerca di creare zone isolate, al di fuori del controllo della legge (...) Il loro obiettivo e' destabilizzare la nostra sicurezza e scuotere la stabilità delle nostre società", ha denunciato Mohamed Shia al Sudani.
La seconda edizione della conferenza coinvolge le delegazioni dei ministri degli Interni di Siria, Giordania, Arabia Saudita, Kuwait, Iran, Turchia, Libano, Egitto e Iraq, nonchè' le agenzie di controllo delle droghe di questi Paesi, oltre al Segretario Generale del Consiglio dei ministri degli Interni arabi, all'Università di Scienze della Sicurezza Nayef (Arabia Saudita) e all'Ufficio delle Nazioni Unite sulle droghe e la criminalità organizzata.
A metà 2023 Damasco e Amman hanno inaugurato un comitato congiunto per la cooperazione nella lotta al traffico di droga, dopo che la Siria è stata riammessa nella Lega Araba, dopo 12 anni di sospensione con l'impegno di raddoppiare gli sforzi per affrontare il contrabbando di droga. (AGI)
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