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Guerra alla droga. Quando le vittime sono i bambini
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Articolo di Redazione
15 luglio 2018 11:16
 
 Come tanti americani, ho osservato con orrore che i bambini immigrati sono stati separati dai loro genitori a causa della politica di tolleranza zero dell'amministrazione Trump di ingresso illegale oltre confine. Le scene di circa 2.000 bambini traumatizzati che si trovano in gabbie presso le strutture di confine sono esposte attraverso i media. Questo avviene perché i loro genitori cercano di fuggire dalla persecuzione o cercano di assicurare loro una vita migliore.
Ciò ha provocato un'enorme esplosione di proteste da una vasta gamma di americani indignati. Il procuratore generale Jeff Sessions è salito rapidamente sulle scene il mese scorso e ha annunciato l'attuale politica, che ordina ai funzionari della Sicurezza Nazionale di riferire tutti i casi di ingresso illegale.
Politici, difensori dei diritti umani e una schiera di persone hanno criticato questa politica inumana chiedendo al presidente Donald Trump di fermarla. Il mese scorso Donald Trump finalmente ha ceduto alle pressioni ed ha emesso un ordine esecutivo che avrebbe permesso ai genitori di stare con i loro figli durante la detenzione.
È straziante vedere i bambini separati dai loro genitori e pensare al trauma e al danno fisiologico che questo infliggerà loro. Sfortunatamente, la separazione dei bambini dai loro genitori non è una novità. Per molti anni, milioni di vite di bambini sono state rovinate a causa della guerra alla droga.
Conosco di prima mano l'impatto negativo di un bambino quando un genitore è incarcerato a causa della guerra alla droga. Mia figlia, all'età di sette anni, era totalmente traumatizzata a causa dei miei 15 anni di detenzione che ho scontato per aver, in maniera non-violenta, venduto droghe a New York. Nessun bambino dovrebbe vivere le condizioni orribili che ha dovuto affrontare mia figlia per la mia prigionia.
Quando veniva a farmi visita al carcere di Sing Sing, subiva perquisizioni corporali da parte degli agenti di custodia e dovette persino spogliarsi totalmente. Nel corso degli anni ho assistito alla scomparsa del suo bel comportamento infantile, gradualmente sostituito da una tristezza e depressione che generalmente si riscontrano in una persona anziana.
Quando aveva 12 anni, era diventata psicologicamente danneggiata e così traumatizzata dall'esperienza carceraria che non poteva più venire a visitarmi. Ora da adulta, sente ancora il dolore della mia prigionia - quando ha scoperto che l'incarcerazione non finisce nelle mura della prigione, ma si estende ben oltre, toccando profondamente le vite di coloro che si amano.
Circa 500.000 persone sono in galera negli Stati Uniti semplicemente per una violazione delle leggi sulle droghe. Il costo perla detenzione di queste persone ha prosciugato i bilanci statali e federali, mentre non è riuscito a ridurre la tossicodipendenza e le morti per overdose.
Persi in questo, ci sono i bambini, le cui vite sono state sconvolte dalla guerra alla droga. Sempre più rappresentanti istituzionali sostengono che la guerra alla droga non funziona e che dobbiamo prendere in considerazione delle alternative. Nonostante questo, la guerra alla droga continua a distruggere l'unità familiare, facendola diventare inutile e sterile.
Un bambino su 14 negli Stati Uniti ha avuto un genitore in carcere. Oggi ci sono oltre due milioni di bambini che crescono in famiglie degli Stati Uniti in cui uno o più genitori sono incarcerati. Oltre allo stravolgimento delle famiglie a causa della detenzione, molti genitori possono anche perdere la custodia dei loro figli a causa del consumo di droga.
I bambini sono separati dai loro genitori a causa delle politiche di immigrazione a tolleranza zero o della guerra alla droga, e per questo dobbiamo pensare meglio ai loro interessi di bambini, per evitare di renderli vittime delle nostre cattive azioni, politiche e leggi. È la cosa giusta da fare per salvare i nostri figli.

(articolo di Anthony Papa, manager of media and artist relations at the Drug Policy Alliance, pubblicato su The Hill del 10/07/2018)
 
 
 
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