testata ADUC
Cannabis legale e razzismo in Usa. Rapporto della ACLU
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Redazione
21 aprile 2020 18:25
 
Il 20 aprile, o il 4/20, è un giorno in cui molte persone in tutto il mondo celebrano la cultura della marijuana raccogliendo le piante, ascoltando musica e gustando cibo.
Ma l'American Civil Liberties Union (ACLU) sta usando la festa non ufficiale della cannabis per attirare l'attenzione su un problema molto serio: nonostante il crescente numero di Stati che stanno legalizzando, le persone di colore hanno ancora molte più probabilità di essere arrestate per marijuana rispetto ai bianchi, anche se i tassi di consumo sono praticamente identici tra le razze.
In un nuovo rapporto pubblicato lunedì 20 aprile, l'ACLU fa sapere che mentre in generale gli arresti sono molto in calo negli Stati che hanno posto fine al divieto, in questi stessi luoghi persistono disparità razziali negli arresti. Nel frattempo, alcuni Stati dove è ancora illegale stanno arrestando i neri per la cannabis con un tsso percentuale dieci volte maggiore dei bianchi.

Ecco i principali risultati del rapporto - "Un racconto di due Paesi: arresti mirati a livello razziale nell'era della riforma della marijuana" - che fa seguito a uno studio analogo pubblicato dall'organizzazione nel 2013 e che aveva attirato l'attenzione sugli arresti ingiusti in un momento in cui la legalizzazione stava appena iniziando a diventare una questione importante nella politica americana

Gli arresti di marijuana sono ancora diffusi negli Stati Uniti
Gli arresti per marijuana a livello nazionale sono diminuiti del 18% dal 2010, ma dal 2015 si è registrato un aumento, anche se più Stati stanno attuando politiche di legalizzazione o di depenalizzazione.
Gli arresti per cannabis hanno rappresentato il 43 percento di tutti gli arresti per droga nel 2018, l'anno più recente del rapporto, e la stragrande maggioranza di quegli arresti - l'89,6 percento - erano solo per possesso.

Le disparità razziali estreme persistono nell'applicazione delle leggi sulla marijuana
Complessivamente, i neri hanno 3,64 volte più probabilità rispetto ai bianchi di essere arrestati per possesso di marijuana, anche se i tassi di consumo sono comparabili. La tendenza verso la legalizzazione e la depenalizzazione non ha ridotto le tendenze nazionali in termini di applicazione differenziata e, in alcune parti del Paese, sono peggiorate.
Gli afroamericani hanno maggiori probabilità di essere arrestati per possesso di marijuana in ogni singolo Stato del paese.
"Le disparità razziali negli arresti per possesso di marijuana esistono in tutto il Paese, in tutti gli Stati, nelle contee grandi e piccole, urbane e rurali, ricche e povere, e con grandi e piccole popolazioni nere", afferma il rapporto. "In effetti, in ogni Stato e in oltre il 95 percento delle contee con oltre 30.000 persone in cui almeno l'1 percento dei residenti sono neri, questi ultimi vengono arrestati con percentuali maggiori rispetto ai bianchi".

Gli arresti per marijuana diminuiscono dopo la depenalizzazione, ma diminuiscono più bruscamente negli Stati in cui la legalizzazione è totale
Non sorprende il fatto che la cannabis legalizzata abbia prodotto una riduzione degli arresti per possesso di marijuana, ma l’ACLU ha scoperto che questi stessi arresti avevano mostrato una tendenza al ribasso anche prima della fine del divieto.
Gli Stati con politiche meno complete che semplicemente depenalizzano il possesso, mostrano anch’essi una riduzioni degli arresti, ma non tanto quanto in quei luoghi in cui il divieto è del tutto finito. I tassi di calo di arresti per possesso di cannabis sono all'incirca otto volte più alti negli Stati in cui si è depenalizzato rispetto a quelli che invece hanno legalizzato, sebbene siano inferiori rispetto a quegli Stati in cui c’è ancora un totale divieto.
Quando si tratta di arresti per vendita di marijuana, gli Stati che hanno legalizzato hanno avuto un calo dell'81,3 per cento tra il 2010 e il 2018, mentre gli Stati che hanno depenalizzato hanno subito una riduzione del 33,6 per cento nello stesso periodo.

Le disparità razziali persistono sia negli Stati che hanno legalizzato che in quelli che hanno depenalizzato
Anche se gli arresti complessivi per marijuana sono in calo negli Stati che hanno legalizzato o depenalizzato, i neri hanno ancora molte più probabilità di essere beccati per la cannabis rispetto ai bianchi. "In ogni stato che ha legalizzato o depenalizzato il possesso di marijuana, i neri hanno ancora più probabilità di essere arrestati per possesso rispetto ai bianchi", ha rilevato l’ACLU.
"La maggior parte delle giurisdizioni che hanno applicato una politica progressiva sulla marijuana non sono riuscite a farlo anche in termini di giustizia razziale", dice il rapporto. "In quanto tale, sebbene la legalizzazione e la depenalizzazione sembrino ridurre il numero complessivo di arresti per possesso di marijuana sia per i bianchi che per i neri, tali leggi non hanno sostanzialmente ridotto, e tanto meno eliminato, i tassi di arresti significativamente più elevati dei neri".

Mentre in media gli Stati legalizzatori hanno disparità razziali più basse per gli arresti di possesso di marijuana rispetto a quelli dove c’è stata solo la depenalizzazione o in cui il divieto è pienamente in vigore, Maine e Massachusetts - che hanno entrambi votato per legalizzare la cannabis nel 2016 - hanno avuto disparità razziali maggiori nel 2018 rispetto a quanto avessero registrato nel 2018-2010.
"L'unica scoperta comune ad ogni Stato e nella stragrande maggioranza delle contee, è che i neri hanno maggiori probabilità di essere arrestati per possesso di marijuana rispetto ai bianchi, indipendentemente dal fatto che il possesso sia illegale, legale o depenalizzato nello stesso Stato", conclude il rapporto.
L'ACLU ha anche riferito che gli scarsi dati della polizia rendono difficile comprendere appieno l'impatto ingiusto dell'applicazione delle leggi sulla marijuana attraverso le linee razziali. Ad esempio, i numeri di arresti dell'FBI non fanno distinzioni tra i latini e le altre razze, non mettendo in risalto il particolare impatto che il divieto ha sui latini e sui neri.

Insieme al rapporto, l’ACLU ha lanciato uno strumento online che rende facile per le persone vedere quanto siano discriminatorie le pratiche di applicazione delle leggi sulla marijuana nei propri Stati.
Il Montana è il peggiore, con i neri che hanno 9,6 volte più probabilità di essere arrestati per marijuana rispetto ai bianchi. Il Kentucky non è molto indietro con un tasso del 9,4.
In Colorado, lo Stato con il tasso meno discriminatorio, gli afroamericani hanno ancora 1,5 volte più probabilità di essere beccati per la cannabis rispetto ai bianchi.

Analizzando a livello di contee, l’ACLU ha scoperto che anche all'interno degli Stati ci sono grandi differenze nel modo in cui vengono applicate le leggi sulla cannabis.
Nella contea di Franklin, nel Massachusetts, una persona di colore ha 117 volte più probabilità di essere beccata per possesso di marijuana rispetto a una persona bianca.
“Gli Stati Uniti hanno intrapreso una guerra decadente, devastante, lunga decenni contro la droga, inclusa la marijuana, in specifiche comunità. Coinvolgendo centinaia di migliaia di persone ogni anno - milioni ogni decennio - per reati da marijuana, questa campagna razzista ha causato danni profondi e di vasta portata alle persone arrestate, condannate e/o incarcerate per questi reati”, ha detto l’ACLU. "Tale danno non può essere annullato, ma come Paese possiamo riconoscere, riparare e ricostruire in modo che il nostro futuro non assomigli al nostro passato proibizionista."

Guardando al futuro, l'organizzazione raccomanda ai governi federali e statali di legalizzare la marijuana, ma che non si fermino solo qui. Oltre a mandar via i precedenti pregiudizi e garantire clemenza alle persone ancora incarcerate per i cambiamenti delle leggi sulla cannabis, l’ACLU sta sollecitando ché i nuovi mercati legali siano equi ed accessibili alle persone delle comunità che sono state maggiormente danneggiate dalla guerra alla droga.

"La domanda non è più se gli Stati Uniti debbano legalizzare la marijuana (che sta già accadendo) ma se la legalizzazione della marijuana riguarda anche l'equità razziale (che dovrebbe esserlo). Inoltre, non si tratta più di stabilire se tutti i livelli di governo dovrebbero reindirizzare le risorse prima utilizzate per perseguire la marijuana verso investimenti in sanità pubblica e politiche di collaborazione con le varie… ma che si dovrebbe stabilire”, afferma il rapporto.
"Piuttosto, la domanda è: quando gli Stati legalizzano, come possono farlo con una giustizia razziale sì da affrontare la molteplicità di danni che sono stati selettivamente messi in atto contro le comunità di Black e Latin per decenni?".
Sebbene gli oppositori della legalizzazione della marijuana abbiano indicato dati precedenti che mostravano disparità razziali in corso nel post-divieto, e cos’ argomentare contro il cambiamento di politica, l’ACLU è molto chiara sul fatto che il proprio nuovo rapporto non dovrebbe essere usato per spingere ad una criminalizzazione continua.
“In breve, la legalizzazione da sola significa che vengono arrestati meno neri. Al contrario, proibizione significa più - molte, molte più persone di colore che vengono arrestate, incarcerate, condannate", ha scritto in una E-mail Ezekiel Edwards, autore del rapporto e direttore del Progetto di riforma del diritto penale per l’ACLU. "Sarebbe quindi sbagliato suggerire che la legalizzazione serve ad alleviare gli impatti negativi della criminalizzazione della marijuana".
Il rapporto ha anche messo in guardia dal fermarsi alla semplice depenalizzazione del possesso di cannabis, una politica che alcuni oppositori della legalizzazione sostengono come alternativa tra l'incarcerazione e un mercato commerciale della marijuana, sottolineando che ci sono "più persone di colore che vengono arrestate in Stati che depenalizzano rispetto a quelli che hanno legalizzato“.
Il rapporto infine ha rilevato che "la legalizzazione da sola non affronta le disparità razziali negli arresti per marijuana, né fa raggiungere l'equità razziale".
È cruciale - sostiene Edwards - che gli Stati "concenttrino la legalizzazione sulla giustizia razziale".
"Ciò significa non solo includere una legislazione sull'equità per le comunità direttamente danneggiate dal proibizionismo, ma anche far s’ che la legalizzazione sia legata al cambiamento del modo in cui i dipartimenti di polizia trattano le comunità di colore". "Se la marijuana viene legalizzata senza ridurre la profilazione razziale e le inutili molestie e incarceramenti delle persone a causa del colore della loro pelle o del quartiere in cui vivono, ci sarà un calo degli arresti per marijuana ma nessun impatto tangibile sulle disparità razziali di quegli arresti o su altri tipi di arresti per altri piccoli reati per i quali si nota che la polizia tratta sempre le persone in modo diverso in base alla razza".

(articolo di Tom Angeli, pubblicato sulla rivista Forbes del 20/04/2020)
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS