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L’alcool associato a 2,8 milioni di morti nel mondo
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Articolo di Redazione
26 agosto 2018 15:16
 
 I rischi per la salute legati all’alcool sono moderati per chi consuma da 20 a 30 cl di vino o una caraffa di 37,5 cl di birra ogni giorno, ma diventano maggiori per consumi di livelli maggiori.
Questa affermazione ha una conferma di un certo peso dopo la comparsa, venerdì 24 agosto, in The Lancet, di un articolo frutto di una rete di collaborazione internazionale sulla responsabilità mondiale delle malattie, Global Burden od Desease. Questa vasta analisi di diverse centinaia di studi, mostra che l’alcool è associato a 2,8 milioni di morti ogni anno nel mondo -una cifra probabilmente al di sotto della realtà, stimano gli stessi autori.
Gli autori hanno analizzato 700 studi nel mondo sulla frequenza del consumo di alcool tra il 1990 e il 2016. Ne è venuto fuori che una persona su tre (32,5%) nel mondo beve alcool, cioé 2,4 miliardi di individui (un quarto di donne e 39% di uomini). In media, le donne consumano ogni giorno 0,73 bevande alcoliche, e gli uomini 1,7.
La palma del numero dei bevitori va ai danesi (95,3% di donne e 97,1% di uomini). … “Il tasso di consumo è maggiore nei Paesi occidentali e particolarmente in Europa, il principale mercato degli alcolici”, ricorda Michel Reynaud, presidente del Fonds Actions Addictions.
Se, per l’insieme della popolazione mondiale, l’alcool rappresentava nel 2016 il settimo fattore di rischio di decesso prematuro e di invalidità, esso occupa il primo posto per le persone da 15 a 49 anni. In questi ultimi, è particolarmente associato alla tubercolosi, agli incidenti stradali e all’autolesionismo, e il 3,8% di decessi femminili e il 12,2& di quelli maschili, vi sono attribuibili.
Non ci sono benefici da un consumo moderato di alcool
Per chi ha 50 anni e oltre, l’alcool è soprattutto legato ai cancri. Esso ne è coinvolto nel 27,1% dei decessi femminili e nel 18,9% di quelli maschili. Per questa popolazione, nei Paesi a reddito elevato, i cancri sono la patologia più associata all’alcool, tanto che a quelli a reddito basso, questo posto è occupato dalla tubercolosi, davanti alla cirrosi e altre malattie epatiche croniche. Nei Paesi a reddito medio, la malattia più frequente legata al consumo di alcool è l’infarto cerebrale.
Anche se gli autori hanno “trovato alcuni effetti protettivi nei confronti dell'infarto del miocardo e ine diabete presso le donne, questi effetti sono controbilanciati quando si considerano i rischi globali per la salute”. Una constatazione che si scontra con l’argomento dei benefici di un consumo moderato di alcool. “Le curve presentate nello studio, mostrano che con sei bicchieri di alcool al giorno, il rischio relativo per l’insieme dei problemi di salute, cresce del 50% e si raddoppia con nove bicchieri -sottolinea Michel Reynaud-. E i produttori di alcool fanno i loro profitti coi grandi bevitori. In Francia, il 50% dell’alcool venduto è consumato dall’8% dei francesi”.
Il consumo di alcool è, al momento, più basso nei Paesi meno sviluppati, ricordano gli autori, per cui chi è interessato oggi può adottare dei provvedimenti concreti per “prevenire l’aumento potenziale del consumo di alcool nel futuro”. Reynaud ricorda la strategia seguita dall'indistria del tabacco, che ha spostato il proprio mercato verso i Paesi in via di sviluppo.

(articolo di Paul Benkimoun, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 26/08/2018)
 
 
 
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