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 MAROCCO - MAROCCO - Traffico droghe. Governo: Polisario colluso con al-Qaeda
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Notizia 
8 febbraio 2011 17:22
 
"Dalle ultime indagini condotte in Marocco su terrorismo e traffico di droga e' emerso chiaramente come i trafficanti siano collusi con il Fronte Polisario, che a sua volta collabora su questo fronte con al-Qaeda nel Maghreb islamico". E' quanto spiega ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL il funzionario della polizia marocchina Jilal Najah, a margine della conferenza euro-africana sulla sicurezza in corso a Napoli. Esprimendo la "volonta' di cooperazione con le altre polizie della regione", Najah spiega che "quello spesso non viene detto e' che i gruppi criminali che trafficano droga ed esseri umani nel Sahara sono collusi con formazioni politiche e terroristiche della regione, come il Fronte Polisario e l'organizzazione di al-Qaeda nel Maghreb islamico".
Secondo l'esperto di terrorismo, "molte attivita' criminali nella regione, come il traffico di immigrati, di droga e di armi, vede come protagonisti esponenti del gruppo separatista che ha proprie basi nel Sahara algerino. Usano questi canali per finanziarsi e sfruttano il confine meridionale dell'Algeria. Purtroppo in Europa questo problema non viene compreso a sufficienza".
Il funzionario marocchino cita come esempio "recenti indagini, come quelle sulla cellula terroristica scoperta ad Amghala, nel Sahara occidentale. Abbiamo trovato nel deserto un vero e proprio arsenale di armi e i terroristi di al-Qaeda hanno potuto portarle in Marocco solo grazie all'aiuto del Polisario - sostiene. Questa indagine ha provato in modo incontrovertibile i rapporti non solo tra il Polisario e i trafficanti di armi, ma anche con al-Qaeda".
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Su questa notizia abbiamo ricevuto una lettera e un comunicato da parte del presidente dell'Associazione nazionale di solidarietà con il popolo sahrawi

POLISARIO-AL QAEDA
Lettera aperta all’ADUC - Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori
Roma, 10 febbraio 2011
Al Segretario dell’ADUC Primo Mastrantoni,
Caro Mastrantoni,
sono da anni un vs. attento lettore, ricevo quotidianamente i vs. comunicati, le vs. vignette e la vs. Newsletter, materiali che apprezzo in quanto cittadino e consumatore.
E’ con grande sorpresa che ho visto riprodotti sul vs. sito due lanci dell’Agenzia AdnKronos dell’8 febbraio 2011 relativi alle dichiarazioni di un funzionario marocchino sui legami tra trafficanti di armi e di droga, il Polisario e l’organizzazione terroristica Al Qaeda nel Maghreb islamico. Con un Comunicato stampa del 9 febbraio ho già dimostrato l’infondatezza di tali asserzioni. Ve lo allego per conoscenza.
L’AdnKronos ha ritenuto opportuno mandare in rete quella che senza dubbio è una notizia, senza peraltro verificare la fondatezza della notizia stessa. Ai colleghi dell’AdnKronos potrei ricordare che nel ns. lavoro anche gli organi di informazione e i lettori sono consumatori e che pertanto, nella ns. professione, dovremmo essere tenuti a tutelare i ns. consumatori finali. Viviamo tempi incerti anche per l’etica, e purtroppo questi episodi non stupiscono più.
Altro discorso è per l’ADUC. L’Associazione ha tra le sue finalità la tutela dei diritti dei consumatori. Per questo fate un serio lavoro di indagine e di verifica delle informazioni che ci fornite. Chi vi legge, ed io per primo, crede a ciò che scrivete.
Nel caso della notizia in questione, non è necessario essere dei superesperti della regione del Maghreb, né della lotta del popolo sahrawi, né del regime di Mohammed VI. Vi occupate da anni di droga, monitorate produzione e traffici, tanto è vero che lo stesso giorno riproducete il lancio dell’AdnKronos sugli “sforzi del governo marocchino contro i trafficanti e per ridurre la produzione di marijuana”.
Ora un’Associazione seria come la vostra non può non sapere come stanno le cose in Marocco. Milioni di turisti sono testimoni ogni anno della complicità e della corruzione delle autorità, ancor prima di WikiLeaks.
Le stesse guide turistiche sono zeppe di avvertenze circa lo spaccio di droga. Come si può non sospettare che un funzionario dei servizi marocchini non tenti di scagionare il proprio regime coinvolgendo non solo Al Qaeda nel Maghreb islamico, ma anche il Fronte Polisario che da anni si batte per l’autodeterminazione del Sahara Occidentale occupato dal Marocco? Dico bene “sospettare” della dichiarazione, non mi aspetto certo da voi una disamina della situazione nella regione. Ebbene, come consumatore, mi sentirei tutelato da voi se,
di fronte ad affermazioni di tal fatta, non mandaste in giro una notizia così sospetta, senza nemmeno un avvertimento. Spesso nei vs. comunicati ci mettete giustamente in guardia con avvertenze del tipo “Attenzione alle bufale”. Perché se noi consumatori, che ci rivolgiamo a voi con fiducia, dobbiamo noi stessi vagliare le notizie che diffondete, allora non capiremmo più a che cosa serva un’associazione come la vostra.
Non posso credere che dobbiamo autotutelarci per quello che diffonde.
Sono fiducioso nel vedere pubblicata sul vs. sito il Comunicato stampa e questa Lettera aperta.
Rimango peraltro a vs. disposizione per ogni informazione e chiarimento. Sui siti www.nigrizia.it e www.radiovaticana.org/it1/radiogiornale14.asp potrà trovare su tutte le questioni sollevate dai comunicati i contributi miei e quelli di validi colleghi.
Un cordiale saluto
Il Presidente dell'Associazione nazionale di solidarietà con il popolo sahrawi
Luciano Ardesi

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COMUNICATO STAMPA
Un legame tra Al Qaeda e Polisario?
Una bufala riscaldata
Roma, 9 febbraio 2011
A margine della Conferenza euro-africana sulla sicurezza, riunita l’8 e 9 febbraio 2011 a Napoli, un funzionario dei servizi di sicurezza marocchini si è spinto ad affermare che terroristi e trafficanti di droga sono collusi con il Fronte Polisario e i terroristi di Al Qaeda nel Maghreb islamico. A sostegno di questa sorprendete affermazione, il funzionario marocchino ha citato il recente ritrovamento di armi nei pressi di Amgala, nel Sahara Occidentale occupato dal Marocco. Un’affermazione di questo genere era già stata annunciata al momento del ritrovamento, e viene riproposta ora senza curarsi dei fatti e della logica.
Partiamo proprio da Amgala. Il Marocco controlla militarmente questo spazio, e vi ha posto a sua difesa un muro di oltre 2000 km, dotato di sofisticate installazioni radar, di un imponente apparato militare, e soprattutto di una fitta rete di controlli sul territorio. Ne sanno qualcosa i sahrawi, che sono permanentemente sotto sorveglianza, e tutti gli osservatori stranieri, marcati a vista, dai servizi di sicurezza. C’è una sola possibilità di nascondere armi ad Amgala, essere marocchino e, meglio ancora, dei servizi di sicurezza.
Del resto, come riconosciuto dalle autorità, magistratura compresa, il Marocco da tempo vive un’offensiva terrorista, come testimoniano gli attentati nel paese, ma mai nel Sahara Occidentale occupato, e in Europa, a cominciare da quello di Madrid, nel 2004.
Questo per il terrorismo. Per ciò che riguarda la droga, è arcinoto che il Marocco è il più importante produttore di hachich della regione, e che il traffico, come sanno tutti i turisti, è largamente tollerato dalle autorità di polizia, corrotte.
Nei territori liberati del Sahara Occidentale, sotto il controllo del Polisario, non si sono mai verificati episodi non solo di terrorismo ma neppure di banditismo, un movimento politico alla ricerca della libertà dall’occupante ha ben altri obiettivi. Chi ha viaggiato in queste regioni, come il sottoscritto, può testimoniare l’assoluta sicurezza di questo territorio e delle zone di frontiera.
Vi è infine un’incompatibilità per così dire culturale a questa presunta alleanza. Il Polisario è un movimento politico che, pur riconoscendo le proprie radici culturali nell’islam, è laico, come hanno potuto sperimentare tutti coloro che, di diversa appartenenza religiosa, hanno soggiornato sia nei territori occupati o liberati che nei campi profughi nel sud-ovest dell’Algeria. Non solo, ma l’islam praticato è estremamente aperto e tollerante. Non vi sono tendenze fondamentaliste, a differenza del Marocco, che possano alimentare il terrorismo.
Perché dunque questa bufala “riscaldata”? E perché proprio ora? Il Marocco cerca di accreditarsi come fattore di stabilità regionale. Ma proprio l’occupazione del Sahara Occidentale è fonte di gravi squilibri. La monarchia assoluta spende cifre enormi per mantenere l’occupazione militare e l’apparato repressivo, tanto più che la popolazione sahrawi conduce un’intensa attività di protesta, ancorché nonviolenta. Il risultato è una povertà diffusa, e un aumento vertiginoso delle disuguaglianze sociali. Non c’era bisogno delle rivelazioni di Wikileaks per sapere ciò che è di dominio pubblico: il regime è corrotto in tutti i suoi apparati fino al vertice della monarchia. Unica valvola di sfogo l’emigrazione verso l’Europa. Il Marocco cerca di accreditarsi un fervente controllore dei flussi, ma lo è soprattutto per le correnti che transitano sul suo
territorio.
Il quadro delle libertà soffocate, in modo particolare l’informazione, la fortuna personale accumulata dalla famiglia di Mohammed VI, il quadro economico fanno del Marocco un polo di possibile rivolta e destabilizzazione. Cessato l’effetto sorpresa della Tunisia, Mohammed VI cerca di correre ai ripari. La menzogna è sempre l’arma migliore per distrarre l’interlocutore straniero. Ci sono riusciti, e troppo a lungo, i Ben Ali e i Moubarak. Vogliamo farci passare per fessi un’altra volta?
Il Presidente
Luciano Ardesi
 
 
 
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