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Traffici illegali: organizzati e transnazionali
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Notizia 
8 giugno 2001 17:31
 
Il ministro dell'Interno russo Boris Gryzlov ha affermato che Mosca non vuole che il denaro sporco russo sia riciclato all'estero, ne' che la Russia diventi il "lavatoio" del denaro delle mafie internazionali. Cosi' si e' pronunciato durante la Conferenza sul riciclaggio tenuta a San Pietroburgo, evidenziando l'importanza, per la criminalita', di legalizzare l'ingente quantita' di proventi illeciti -numerosi in terra russa grazie alle privatizzazioni tutt'ora in corso. La criminalita' organizzata "fattura" fra i 1.000 e i 3.000 mln di Usd l'anno, di gran lunga superiore al PIL di qualsiasi Paese: una forbice ipotizzata, cosi' come riferisce il vicesegretario dell'ONU Pino Arlacchi, responsabile dell'Agenzia delle Nazioni Unite per la lotta alla droga e per la prevenzione del crimine, che afferma l'impossibilita' di calcoli esatti in queste attivita', divenute transnazionali tanto da non permettere piu' una connotazione territoriale del crimine. Arlacchi sostiene che la globalizzazione ha maggiormente esposto la societa' e gli individui all'aggressione del crimine organizzato; la conferma e' giunta da Mosca, che si e' anche dichiarata totalmente disponibile a combattere con ogni mezzo l'economia illegale e il riciclaggio mafioso. Arlacchi, non a caso, ha posto l'accento sull'incremento del traffico e del consumo di droga: le mafie transnazionali nell'ultima decade hanno convertito i loro interessi dai beni immobili a quelli mobili, avvalendosi delle nuove tecnologie e decretandone la totale incontrollabilita'. Il ruolo svolto dal traffico di stupefacenti e' primario, e il denaro che ne deriva ha bisogno di essere reinvestito in attivita' che lo rendano legale. A favore del crimine giochera' il cambio-euro del prossimo 1 gennaio, con un'ulteriore facilitazione al trasferimento e riciclaggio del denaro, in particolare grazie alla banconota da 500E, superiore a qualunque altra nazionale.
 
 
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