"L'Italia, sulla condizione delle carceri, è ancora sotto osservazione e se qualche passo in avanti è stato fatto, dopo le condanne dell'Europa, c'è ancora molto da fare. La nomina del capo del Dipartimento della amministrazione penitenziaria non può essere solo quella di un capo. Quello che serve è un progetto". A dirlo è Simona Marietti, coordinatrice dell'associazione Antigone, in conferenza stampa a Montecitorio. Tutte le indicazioni arrivate dall'Europa, aggiunge Stefano Anastasia, fondatore di Antigone, "per il momento sono affidate alla buona cura degli operatori e non alla guida dell'amministrazione". Quello che vogliamo capire, aggiunge Franco Corleone, ex parlamentare europeo e rappresentante dei Verdi arcobaleno, è "se la nomina del Dap è volta ad assicurare i tre metri quadri ai carcerati o cambiare radicalmente il carcere. Al ministro della Giustizia Andrea Orlando chiediamo un collegio di nomine complessivo e non solo quella del Dap. Bisogna uscire dalla clandestinità e aprire un dibattito pubblico". "Un altro punto da chiarire, - aggiunge Corleone - è quello che riguarda la nomina del Garante dei detenuti, assieme a quella del Capo dipartimento della amministrazione penitenziaria minorile". Sulla questione della lotta alla droga e le ripercussioni che può avere sul funzionamento del sistema penitenziarie, spiega Stefano Regio del Centro nazionale antidroga, andrebbe ripreso il sistema delle conferenze ogni tre anni, interrotte negli anni in cui Serpelloni ha guidato il dipertimento, che hanno portato ad una devastazione della coordinazione tra regioni nella lotta alla droga". Le mancate nomine di garante dei detenuti, Dap e Dpa incidono, conclude Marietti, "sempre sulla stessa parte debole di popolazione. Bisogna provvedere subito e bloccare immediatamnete i finanziamenti al dipartimento delle Politiche antidroga perchè arrivano in coda a dei progetti fallimentari. Lo abbiamo scritto anche al presidente Renzi", conclude.