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 ITALIA - ITALIA - Regione Umbria e progetto prevenzione patologie
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Notizia 
18 maggio 2011 19:09
 
'Per la Regione Umbria la mortalita' per overdose ha rappresentato e continua a rappresentare un problema di salute decisamente rilevante al quale si continua a dedicare molta attenzione. Per tale ragione sono state individuate tutte le strade per poter riattivare al piu' presto il progetto del dipartimento per le politiche antidroga relativo alla prevenzione delle patologie correlate alle tossicodipendenze, confermando anche l'assegnazione del finanziamento da parte del Ministero alla nostra Regione'.
E' quanto precisa l'assessorato regionale alla Sanita' in merito alle notizie riportate dalla stampa sulla mancata attivazione, da parte della stessa Regione, del progetto dal titolo 'Rilevazione nazionale delle attivita' di prevenzione delle patologie correlate, di riduzione dei rischi e dei danni finalizzata all'analisi di fattibilita' della definizione ed applicazione di Lea'.
'L'iniziativa - spiega, in un comunicato dell'ente, il direttore regionale Emilio Duca - aveva una portata di carattere nazionale con ricadute operative solo nell'ambito della Asl 4 di Terni, tra l'altro con la compartecipazione finanziaria della Regione Umbria. Per la realizzazione piena del progetto era indispensabile il consenso e l'adesione delle altre Regioni italiane, e tale percorso e' stato seguito sia informalmente che formalmente attraverso il coordinamento tecnico della commissione salute ed in particolare all'interno del gruppo tecnico delle Regioni e Province autonome sulle dipendenze. In tale sede - precisa Duca - sono state manifestate notevoli perplessita' e avanzate numerose proposte di modifica sia sul piano metodologico, sia sui costi connessi alla concreta attuazione del progetto stesso. In particolare si chiedeva la piena responsabilizzazione delle Regioni sui criteri di adesione e l'effettiva partecipazione delle stesse alla cabina di regia del progetto. Tali proposte - sottolinea Duca - non sono state recepite dal Dipartimento, che ha rigettato i molteplici tentativi di mediazione da parte della Regione Umbria, inserendo in maniera unilaterale, senza averlo preventivamente concordato, l'obiettivo della 'promozione e realizzazione di azioni ed interventi concreti e permanenti di prevenzione delle patologie correlate nei dipartimenti delle dipendenze' che, pur essendo pienamente condiviso dalla Regione Umbria in linea di principio, avrebbe preteso a maggior ragione il pieno coinvolgimento e la piena adesione delle Regioni italiane, non potendo la Regione Umbria intervenire sugli ambiti decisionali, operativi ed organizzativi di altre Regioni'.
Di conseguenza la Regione Umbria - continua il comunicato - si e' trovata nell'impossibilita' di ratificare formalmente la nuova versione del progetto esecutivo, unilateralmente modificata, che scadeva perentoriamente entro il 31 gennaio 2011.
'Della problematica - prosegue Duca - la Regione Umbria ha investito la commissione salute che, nella riunione del 4 maggio, ha ribadito la volonta' di realizzare il progetto rimodulato secondo le indicazioni formulate dalle Regioni, confermando l'Umbria nel ruolo di capofila. Subito dopo la riunione, l'Umbria e il Veneto, in rappresentanza della commissione salute, hanno incontrato il direttore generale del dipartimento che ha assicurato la riapertura del progetto, confermando l'assegnazione del finanziamento alla nostra Regione'.
Duca evidenzia inoltre che rispetto al complesso fenomeno della mortalita' per overdose, sono state attivate risposte sia regionali, sia a livello di ciascuna asl, con il coinvolgimento dei servizi dedicati alle dipendenze - come i dipartimenti dipendenze, i Sert, i centri a bassa soglia, unita' di strada, centri di accoglienza diurni, strutture residenziali - e dei servizi attivati nell'ambito del privato sociale, nel contesto di una rete d'intervento piu' ampia rappresentata da altri servizi sanitari - sistema dell'urgenza-emergenza 118 -, dai servizi sociali dei Comuni, dalle istituzioni impegnate a vario titolo nel settore, dalle associazioni del volontariato. In merito alla prevenzione la Regione, accanto a progetti di sensibilizzazione e di promozione culturale, destinati soprattutto all'ambiente scolastico, ha previsto l'attivazione di percorsi di 'prevenzione selettiva' destinata a target specifici, esposti a fattori di rischio, quali la disgregazione familiare o comunque situazioni di disagio all'interno della famiglia, il fallimento scolastico, l'emarginazione o la mancata inclusione sociale, i comportamenti devianti, che rappresentano l'area di intervento meno presidiata e che richiede oltre ad un adeguamento delle risorse e delle competenze, una maggiore sinergia ed integrazione interistituzionale.
 
 
 
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