Il recente rapporto dell'Ufficio dell'Onu contro la Droga e il Crimine (Unodc) che ha messo in luce la drammaticita' del fenomeno corruzione in Afghanistan e' per le autorita' di Kabul 'piu' un frutto di immaginazione che uno studio basato su fatti'.
Questo giudizio sul documento diffuso ieri a Vienna e' stato espresso oggi dal portavoce presidenziale Waheed Omar che, pur ammettendo un fenomeno di corruzione amministrativa nel governo afghano, ma anche nella comunita' internazionale, ha detto: 'Credo che le cifre siano basate su loro stime. E in sostanza, io non sono d'accordo con esse'.
Lo studio dell'Onu, condotto in 12 province mediante interviste a migliaia di persone, ricorda l'agenzia di stampa afghana Pajhwok, sostiene che la tangente media e' di 160 dollari, in un Paese dove il prodotto interno lordo annuo pro capite e' di 425 dollari. Fra il 2008 ed il 2009, sostiene fra l'altro il rapporto, gli afghani hanno pagato 2,5 miliardi di dollari di mazzette, ossia un quarto del prodotto interno lordo nazionale legale, oppure un po' meno del denaro prodotto nel 2009 dal commercio dell'oppio (2,8 miliardi di dollari).
Omar ha osservato che 'e' praticamente impossibile che l'Unodc abbia potuto cifrare la quantita' di tangenti pagate in Afghanistan', sostenendo che lo studio 'non avra' effetti negativi' sulla discussione che nella prossima Conferenza di Londra si fara' su questo delicato argomento.
Dopo aver ricordato che 'l'Amministrazione Karzai ha adottato serie misure per combattere la corruzione', il portavoce ha sottolineato che 'solo i 20% dell'aiuto dall'estero e' transitato attraverso il governo', mentre il resto e' stato speso dalla comunita' internazionale 'coinvolta nelle bustarelle'.
E se il deputato Aziz Ahmad Nadem ha ammesso che 'anche per la soluzione di questioni genuine si devono pagare tangenti ad autorita' competenti', il suo collega Mohammad Arwar Jawadi, ha sostenuto che il rapporto dell'Onu non e' accurato, perche' 'e' impossibile dare cifre esatte su questa corruzione'.