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 ITALIA - ITALIA - Procuratore Gratteri e narcotraffico. Presentazione del libro 'Oro bianco'
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Notizia 
5 luglio 2015 16:20
 
"I percorsi del narcotraffico sono un fenomeno spaventoso, considerato il ritorno economico che la droga rappresenta per le associazioni mafiose. Quello della droga è la storia di un mercato che si è evoluto assieme al nostro Paese, ampliandosi col crescere dei consumi". A dirlo è stato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, nel corso della prima serata di Tabularasa la rassegna culturale e sulla legalità organizzata dall'associazione Urba/Strill.it.
Al centro del dibattito "Oro bianco", l'ultimo libro che il magistrato ha scritto con Antonio Nicaso e nel quale affronta la tematica della cocaina, il suo viaggio nel tempo e il potere che la droga conferisce oggi a chi ne gestisce il mercato.
"L'omologazione dei consumi - ha sostenuto Gratteri rispondendo alle domande dei giornalisti e organizzatori- ha coinciso con l'espandersi della domanda di droga ed ha quindi contribuito al rafforzamento delle associazioni criminali che si sono arricchite. Su tutte la 'ndrangheta, che grazie alla propria struttura familiare e alle sue rigide regole si è dimostrata impermeabile all'attività di contrasto, presentandosi come un affidabile interlocutore sui mercati internazionali per le organizzazioni criminali di tutto il mondo. I numeri afferenti al mercato della droga sono sconcertanti. C'è un 10% di sequestri a fronte di un ben più inquietante 90% di droga destinata alle piazze europee che sfugge ai controlli. Il fenomeno non si limita alla droga, ma ha radici ben più profonde".
Parlando poi della 'ndrangheta Gratteri ha detto che "sono stati molti gli errori commessi da chi avrebbe dovuto reprimere questa consorteria criminale. Pensiamo a quando si è creduto di poter arrestare l'espansione 'ndranghetista, durante gli anni dei sequestri, tramite la strategia dei rastrellamenti. E ancora, la conseguente scomparsa della borghesia calabrese che emigrando al nord ha fatto sprofondare la nostra terra in una crisi da cui non ci siamo più ripresi, lasciando la cosa pubblica in mano a logiche perverse. Infine, la mancanza di sensibilizzazione sul tema che, non suscitando allarme sociale, non desta altresì l'interesse della politica, la quale è ormai adagiata su logiche di intervento emergenziale".
Errori del passato ma anche reiterati errori nel presente. "L'imprenditore mafioso - ha spiegato il magistrato - droga anche il mercato, poiché porta liquidità in un periodo di crisi, ma lo fa giocando secondo regole diverse".
 
 
 
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