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 COLOMBIA - COLOMBIA - Presidente Santos apre a legalizzazione droghe
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Notizia 
15 marzo 2012 13:24
 
Al vertice delle Americhe, in programma a meta' aprile a Cartagena, si discutera' anche di lotta al narcotraffico, senza tralasciare nessuna ipotesi. Il presidente colombiano Juan Manuel Santos lo assicura in un'intervista all'emittente tv Canal 1, proponendo un metodo per affrontare il tema. "Occorre analizzare gli scenari possibili e le relative conseguenze - spiega Santos -. Se torniamo ad essere molto piu' intransigenti, se mettiamo in carcere tutti i consumatori cosa puo' succedere? Se andiamo all'altro estremo, se legalizziamo, cosa succede, quanto costa, che ripercussioni o implicazioni puo' avere? Se rimaniamo in una posizione intermedia, che e' depenalizzare il consumo ma continuare a perseguire i narcotrafficanti, come si puo' procedere? Tutte queste opzioni devono essere valutare dagli esperti di salute pubblica e di lotta al crimine organizzato. Una volta che abbiamo davanti tutti gli scenari - osserva il presidente -, possiamo discutere quale e' il migliore".
C'e' pero' la ferma opposizione di Washington a qualunque forma di legalizzazione delle droghe. "Gli Stati Uniti dicono, la legalizzazione e' la cosa peggiore - replica Santos -, Bene, allora cerchiamo di capire se e' peggiore, se aumenta il numero di tossicodipendenti, quanto cosa curare le dipendenze rispetto a quello che costano i detenuti nei carceri degli Stati Uniti per consumo o traffico di droga". Il leader colombiano tiene a precisare che il suo Paese non sosterra' nessuna posizione in particolare, ma dara' la possibilita' a tutti di affrontare tutti gli aspetti del fenomeno al summit di Cartagena. "Voglio solo presentare una proposta sulla metodologia - conclude Santos -, il presidente del Guatemala mi ha chiamato e mi ha detto: 'noi siamo molto interessati a che lei ponga insieme al presidente del Messico il tema nell'agenda del verticei'".
Intanto il responsabile della lotta al narcotraffico del dipartimento di Stato americano William Brownfield e' partito oggi per una missione in Honduras, Guatemala e Salvador per mettere a punto piano "concreti" di contrasto alla criminalita' organizzata.
L'obiettivo dell'inviato di Washington e', come lui stesso ha dichiarato, "parlare direttamente con i rappresentanti dei tre governi di programmi concreti e specifici". "I tre governi hanno tutto il diritto di dire alla comunita' internazionale che il momento di parlare e' passato e che ora e' necessario agire", ha sottolineato Brownfield, lasciando intendere pero' che il metodo e' il rafforzamento dell'azione di contrasto con il dispiegamento di piu' uomini e mezzi.
"Abbiamo fatto le nostre valutazioni e concluso che la politica della depenalizzazione non serve agli Stati Uniti", ha chiarito. Il delegato statunitense andra' anche in visita nel carcere di Comyagua, la struttura penitenziaria dell'Honduras dove lo scorso 14 febbraio rimasero uccisi 361 detenuti a causa di un incendio, per annunciare l'avvio di una collaborazione per migliorare il sistema carcerario del Paese.

 
 
 
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