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 ITALIA - ITALIA - Nuovo presidente Cnca
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Notizia 
24 gennaio 2011 17:11
 
Don Armando Zappolini è il nuovo presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca). stato eletto sabato scorso, nell'assemblea che si è tenuta a Roma il 21 e 22 gennaio, insieme al consiglio nazionale della Federazione, anch'esso in larga parte rinnovato.
Zappolini, che ricopriva gia' l'incarico di vicepresidente del Cnca, prende il posto di Lucio Babolin, che ha guidato il Cnca per due mandati (8 anni). Nato a Pontedera (Pisa) 53 anni fa, don Armando è parroco di Perignano, Quattro Strade, Lavaiano e Gello, tutti paesi del pisano. Entrato in seminario a 14 anni e ordinato sacerdote a 24, nel 1990 fonda la comunità terapeutica per persone tossicodipendenti di Usigliano e nel 1993 entra nel Cnca. Sempre nel 1990 conosce Madre Teresa di Calcutta (che ha, poi, fatto visita alla parrocchia di Perignano) e, l'anno successivo, fonda l'associazione Bhalobasa per organizzare azioni di aiuto in favore delle comunità del Sud del mondo. Don Armando è attivo anche all'interno di "Libera".
"Il mio impegno come presidente del Cnca - afferma - si concentrerà su tre obiettivi fondamentali. Il primo è il rafforzamento della Federazione come soggetto politico e culturale. la ragione stessa per cui siamo nati: essere un punto di riferimento dei nostri associati nel pensare nuovi modelli di società e di sviluppo, nell'interlocuzione con gli attori politici e istituzionali, i sindacati, le altre forze della società civile e nel rielaborare la cultura e i modelli di intervento dei servizi sociali e sociosanitari. In secondo luogo, dobbiamo continuare a 'dare voce a chi non ha voce', a ricordare al paese che ci sono persone e gruppi i cui diritti e bisogni non sono riconosciuti. Non si tratta solo degli 'ultimi', ma di fasce sempre piú ampie di popolazione che sperimentano un progressivo impoverimento, una lontananza delle istituzioni dalle loro esigenze e dalle nuove domande sociali.
Infine, dobbiamo suscitare nei cittadini un vero e proprio sdegno per le ingiustizie e le iniquità, risvegliare le persone intorpidite dalla cultura negativa e distruttiva del malaffare, dell'egoismo, dell'opportunismo. Ognuno di noi puó fare molto per produrre una 'controcultura' che getti le basi per un mondo migliore e piú giusto. Se non si crea una reazione, una speranza, non ci sarà cambiamento".
 
 
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