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 MESSICO - MESSICO - Narcoguerra. Si diffonde il narcoturismo, curioso per la narcocultura
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10 febbraio 2011 8:58
 
Cercano emozioni forti a Ciudad Juarez e sui teatri dei piu' sanguinosi massacri delle bande di narcos che la cronaca continua a proporre. Sono per lo piu' giovani americani e europei cui, oltre a una curiosita' un po' macabra, non manca nemmeno una buona dose di coraggio. In Messico hanno gia' trovato un nome per questo nuovo fenomeno: lo chiamano 'narcoturismo'.
Ad accorgersene, cosi' almeno assicura, e' stato per primo Alejandro Desfassiaux, presidente del 'Grupo Multisistemas de Seguridad Industrial (Gmsi)', una societa' che si occupa di sicurezza e business e che ha effettuato uno studio proprio nelle zone del Messico dove i narcos la fanno da padroni. 'Questo particolare tipo di turismo deriva in parte dalla diffusione della cosiddetta 'narco-cultura', una specie di trend in base al quale i boss dei cartelli della droga vengono presentati come stereotipi di grande ricchezza', ha spiegato.
Secondo lo studio, effettuato anche consultando le imprese che in Messico operano settore del turismo, l'ondata di violenze che ha provocato 34.000 vittime negli ultimi quattro anni ha causato una calo di quello tradizionale ma ha invece spinto al rialzo quello piu' 'morboso'.
Gli antesignani, secondo Desfassiaux, sono stati i cosiddetti 'springbreak' statunitensi ed ed europei giovani 'piu' o meno sui 35 anni e con un alto potere d'acquisto'. 'In pratica - ha aggiunto - amanti di un turismo estremo e senza limiti, in cui si va incontro al pericolo e si provano forti emozioni'. 'Chiedono di fotografare edifici con sui muri i fori delle pallottole o zone dove restano i segni dei regolamenti dei conti tra i killer dei narcos', ha aggiunto.
Secondo Desfassiaux, inoltre, a Citta' del Messico 'sempre piu' turisti chiedono di visitare il famigerato quartiere di Tepito, dove pullulano gli spacciatori di droga e criminali di ogni sorta'.
Nello stato di Hidalgo, nel centro del Paese, e' stato inoltre ideato un singolare 'show' per turisti stranieri, in cui questi ultimi vengono 'inseguiti' da finte guardie di frontiera che, quando li raggiungono, li insultano 'affinche' abbiano un'idea di come vengono trattati gli immigrati clandestini'.
Chi invece vuole visitare un centro di transito per immigrati illegali puo' farlo per 750 dollari alla frontiera tra il Messico e gli Usa. Qui decine di centroamericani sono sempre pronti a parlare con i visitatori delle loro tribolate vicende.
Per 950 dollari, invece, si puo' andare in Chiapas, nel sud del Paese, dove, ormai passati nel dimenticatoio gli zapatisti, si possono visitare le locali comunita' indigene piu' isolate per comprendere, come recitano i depliant, 'l'iniquita' storica in cui vivono'.
Il turismo e' uno dei principali motori economici del Messico e, conclude lo studio del Gmsi, anche con le crescenti entrate per quello estremo quest'anno garantira' introiti per circa 414 milioni di dollari.
 
 
 
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