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 MESSICO - MESSICO - Narcoguerra. Io non mollo: parla Luz del Carmen Sosa, giornalista
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21 aprile 2011 19:58
 
Parla Luz del Carmen Sosa, giornalista in prima linea nel raccontare la guerra fra cartelli e Stato. La via d'uscita alla guerra? Solo la politica può volere la pace

Le pagine dei giornali di mezzo mondo sono piene delle cronache della guerra che sta dilaniando il Messico. Soprattutto il nord del Paese, quello più a stretto contatto con il confine statunitense.
Esecuzioni di massa, omicidi mirati, violenze di ogni tipo. Con questi atteggiamenti i capi delle bande di narco trafficanti hanno conquistato potere. Un potere che gioca sulla paura della popolazione locale.
Ne abbiamo discusso con Luz del Carmen Sosa, importante giornalista del "Diario di Ciudad Juarez" che da anni segue la guerra dei narcos e che più di una volta è stata oggetto di minacce. Per il suo lavoro l'anno scorso ha vinto in Spagna il premio Vasquez Montalban.
D. Gentile Luz alla luce dei fatti quotidiani, lasciano per un momento in disparte la violenza, che succede nel Paese?
R. "Io penso innanzitutto che uno dei principali problemi che si debbano iniziare ad affrontare è quello dell'impunità davanti alla legge di chi commette questo tipo di reati. In ogni coaso la popolazione deve andare avanti" racconta Luz del Carmen dalla redazione del Diario a Ciudad Juarez.
D. Ma è così necessaria la presenza di tutti questi militari nell'area per mettere un freno alle violenze e agli attacchi dei killer dei cartelli?
R. "Sì, per me è in ogni caso molto importante la loro presenza. E poi in ogni caso sono loro le persone deputate alla sicurezza nazionale. Oggi comunque per le strade ce ne sono di meno. La loro presenza è meno visibile anche perché il controllo delle città è ormai nelle mani delle forze federali. Ormai credo che non ci siano più di 7mila soldati. Nelle zone rurali verso il confine con gli Usa è diverso. Lì i soldati fanno più controlli e pattugliamenti".
D. Come è la vita della popolazione scandita quotidianamente dalla paura di essere vittime di un attacco?
R. "Per quello che concerne le mie esperienze posso dire che nell'ultimo periodo ho notato più omertà nella popolazione civile. Secondo il mio punto di vista su questa cosa si potrebbe lavorare e cercare delle soluzioni".
D. E tu come pensi si possa risolvere questa situazione drammatica per il Messico?
R. "L'unica cosa che posso dire è che è la politica che deve risolvere le cose e se non c'è questa volontà la situazione non cambierà mai. Anche la società civile deve avere un ruolo importante nella questione e se lo stato centrale non si rende conto che sta sbagliando allora è compito della società civile farlo notare. Quindi senza la politica, probabilmente interessata a mantenere viva questa situazione, non si risolveranno tanto facilmente le cose".
D. E per il tuo lavoro di giornalista in prima linea hai paura ?
R. "No, no. Non ho paura. Come ogni altro cittadino potrei essere soggetta a un attacco ma fino a questo momento non mi sento di dire che ho paura né per la mia professione né per la mia vita quotidiana" conclude Luz del Carmen.

(Intervista di Alessandro Grandi, dal sito di Peace Reporter)
 
 
 
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