"Il mio impegno è che non ci sarà nessuna guerra, non vogliamo continuare ad avere altri morti".
Andres Manuel Lopez Obrador, il candidato del Partito della rivoluzione democratica alle elezioni presidenziali del prossimo 1 luglio in Messico, ha concluso la sua campagna elettorale con un impegno solenne. Ma come già fatto dai suoi avversari, ha evitato di pronunciare - oggi come in passato - le due parole tabù nel paese: "cartello" e "trafficanti di droga".
"Vogliamo portare la calma nel paese, non affronteremo la violenza con la violenza, la pace è il frutto della giustizia", ha detto a Città del Messico, secondo quanto si legge sulla stampa messicana.
Davanti a migliaia di sostenitori, riuniti a Piazza della Costituzione, Obrador ha spiegato: "abbiamo lavorato con intensità per vincere. Ci sono eccellenti condizioni, contiamo sul sostegno dei cittadini indipendenti".
Secondo i sondaggi più recenti, in ogni caso, Obrador è costretto a inseguire ad almeno 17 punti percentuali di distanza l'attuale favorito, il candidato del Partito rivoluzionario istituzionale Enrique Peña Nieto.