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Messico. Storie di guerra alla droga, Calderon: lotta complicata a causa della corruzione degli agenti Usa
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31 marzo 2009 13:45
 
La guerra al narcotraffico al confine fra Messico e Stati Uniti è complicata dalla corruzione degli agenti e dei funzionari americani: l'accusa giunge dal presidente del Messico, Felipe Calderon, nel pieno dei contrasti con Washington sulla violenza esplosa alla frontiera.

Calderon ha rilasciato una intervista alla Bbc subito prima di partire per Londra dove parteciperà giovedí al vertice del G20.
Appena 5 giorni fa, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton era a Città del Messico, prima tappa di un'offensiva diplomatica sostanziosa. All'inizio di aprile sono previsti incontri con le autorità messicane del ministro per la Sicurezza nazionale Usa Janet Napolitano e del ministro della Giustizia Eric Holder, e lo stesso presidente Barack Obama sarà in Messico prima del Summit delle Americhe a Trinidad and Tobago. Calderon avrà del resto modo di incrociare Obama a Londra.

Il capo dello Stato messicano ha inviato decine di migliaia di uomini sulla lunga frontiera fra Messico e Stati Uniti, teatro di una guerra fra bande sanguinaria che dal dicembre del 2006 ha ucciso oltre 10.500 persone. 6.000 sono morte nel 2008, di cui 1.600 solo a Ciudad Juarez, cittadina di fronte a El Paso in Texas, ad appena un miglio. Ci sono 10.800 uomini fra poliziotti e soldati impegnati a pattugliare la sola Juarez.

Calderon alla Bbc ha detto che la violenza a Juarez peró è crollata del 73% nell'ultimo mese, da quando sono quadruplicati gli effettivi dispiegati. Per il presidente messicano è un successo, ma potrebbe essere solo temporaneo: anche l'anno scorso le stragi a Juarez crollarono con il primo invio di soldati.

Nella città il clan dei Sinaloa sta cercando di conquistare spazio nei traffici del clan Juarez. Il grosso della droga che arriva dal sud America transita per il Messico verso i tossicodipendenti Usa; ma il grosso delle armi usate dai clan viene dall'America del nord. Il governo Calderon quindi rifiuta le colpevolizzazioni e la stessa Hillary Clinton in Messico ha ammesso che la richiesta di droga da parte dei clienti statunitensi è cruciale nell'esplosione della violenza.

Parlando alla Bbc peró Calderon ha detto ben di piú: "C'è traffico in Messico perch, c'è corruzione in Messico" ha affermato, "ma con lo stesso criterio, se c'è traffico in Usa è perch, c'è corruzione... E' impossibile contrabbandare tonnellate di cocaina negli Stati Uniti senza la complicità di alcune autorità americane". Calderon poi ha ribadito che il 90% delle armi usate nei crimini dei narcos viene dagli Stati Uniti, con circa 11.000 negozi di armi nelle città americane sulla frontiera.
 
 
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