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 ITALIA - ITALIA - Manconi sull'Unità: cannabis terapeutica, parliamone
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Notizia 
22 gennaio 2010 13:28
 
In un`intervista a Susanna Turco, pubblicata dall’Unità (7 gennaio 2010), racconta come la sua determinazione nel coltivare la "pianta proibita" sia dovuta al fatto che «se non assumo cannabis sto fermo tutto il giorno, sul tappeto o su una poltrona. In carcere facevo ore di yoga: un po` aiuta, a ossigenare le parti più remote del corpo, in mancanza di meglio. Il processo degenerativo è inarrestabile, lo so, ma con la terapia rallenta, si riesce a tamponarlo: e senza terapia non si può stare perché si va incontro alla morte, spiace dirlo». Nonostante si tratti di una terapia clinicamente testata, e validata da ineccepibili e univoche ricerche internazionali, i farmaci a base di cannabinoidi sono di difficilissimo e costoso reperimento in Italia. Da qui la decisione dell`autoproduzione da parte di Pellegrini: «Non mi spiego come una persona bisognosa di cure finisca dentro per due piantine e come la polizia ignori le documentazioni mediche che pure gli mostro ». Dopo la pubblicazione di questa intervista, la redazione del giornale riceve una lettera da Valeria Vaccai, 36 anni, affetta dalla stessa patologia di Pellegrini: «La fibromialgia non è una patologia degenerativa progressiva, non porta alla morte e esistono valide terapie alternative alla cannabis. La patologia si giova dell`esercizio fisico e peggiora con l`immobilità. La cannabis inoltre, se usata smodatamente provoca dipendenza e ha gravi effetti sulla memoria, che è già penalizzata da questa malattia».  Continua...
 
 
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