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Italia. Padova. Ferrero su muro antispaccio: bene se per smantellare ghetti
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Notizia 
4 settembre 2006 17:31
 
Il muro di Via Anelli non e' la soluzione ottimale, ma forse l'unica in un contesto d'emergenza come il "Bronx" di Padova simile ad altri, pochi, ghetti urbani in Italia. Il ministro Paolo Ferrero, in visita ieri al quartiere padovano dello spaccio, non condanna l'intervento estremo di blindatura di Via Anelli per ostacolare il passaggio continuo di droga. Ma rileva come sia "evidente che l'intervento sui ghetti urbani, che non sono tantissimi e sono sparsi per il Paese, e' risolvibile smantellandoli e distribuendo sul territorio le persone che in larghissima parte lavorano e vivono normalmente".
Il Ministro della solidarieta' sociale e' stato accompagnato dal sindaco Flavio Zanonato e dall'assessore all'immigrazione, Daniela Ruffini nella visita alla zona nel quartiere Stanga dove il Comune ha fatto erigere attorno alle palazzina del complesso Serenissima la cortina d'acciaio, altra tre metri e lunga 100, per contrastare la criminalita'. Dopo il muro antispaccio, dovrebbe essere eretta ad ottobre un'ulteriore recinzione, al di la' del muro, per mettere in sicurezza le tre palazzine del complesso Serenissima gia' sgomberate, alle quali ne seguira' una quarta. Il lavoro delle autorita' e delle forze di polizia sta dando risultati, ma la pressione attorno a Via Anelli ha fatto si' che spaccio e microcriminalita' siano emigrate negli aree vicine.
"L'amministrazione comunale in una situazione degradata come ce ne sono anche altre in Italia -ha osservato Ferrero- sta facendo il migliore lavoro possibile. Certo migliore rispetto a quello di tante altre situazioni analoghe". Ferrero ha ricordato che l'amministrazione patavina sta lavorando "per spostare le persone, non per costruire un altro ghetto, ma per integrare queste persone nel territorio. Mi sembra un modo di affrontare l'emergenza difficile, in condizioni in cui il Comune non ha avuto risorse dallo Stato, per tentare di fare un lavoro che avrebbe risolto il problema alla radice". Il Comune ha speso finora per questi interventi 250 mila euro. Ma Zanonato e la sua giunta di centrosinistra hanno indicato in 10 milioni di euro le risorse necessarie per la riqualificazione del quartiere. "Ad questi soldi non ci sono. Siamo un governo che agisce su una finanziaria fatta dal governo precedente". Pero' il problema della riqualificazione dei ghetti urbani deve essere affrontato. "La mia proposta e' che ci siano i finanziamenti non solo per Padova, perche' di situazioni simili ce ne sono anche a Brescia, Viareggio, Roma e in altri angoli d'Italia. Quindi vanno trovate risorse per risolvere questi problemi". "In Italia i ghetti urbani sono una decina e occorrono dei progetti loro dedicati: questi problemi non possono risolverli le amministrazioni comunali da sole".

"Da un lato, sono convinto che il sindaco Zanonato abbia operato una scelta dopo aver approfondito accuratamente le caratteristiche dei problemi della sua citta', e questo metodo dell'individuazione del problema e della soluzione e' giusto, ma sul passare ad un'esportazione non sono d'accordo. Io qui un muro non saprei dove metterlo e non servirebbe a nulla". Il sindaco di Modena Giorgio Pighi (Ds) commenta cosi' le dichiarazioni del ministro della Solidarieta' sociale Ferrero.
"Qui non ci sono ghetti -spiega Pighi- ma un edificio in via Attiraglio composto da alcune centinaia di miniappartamenti, non degradato esteticamente ma per effetto di frequentazioni di persone che non ci piacciono. Per risolvere il problema abbiamo ottenuto un finanziamento da Governo e Regione insieme a fondi comunali, per un totale di 25 milioni di euro, che servira' alla completa trasformazione dell'edificio".
Nel complesso annuncia infatti il sindaco, sorgeranno "in parte edifici di edilizia residenziale e pubblica, in un'altra zona isolata dal resto, alcuni alloggi per studenti con una portineria propria, una sede della polizia municipale, due scuole e una sede della Croce Rossa". Convinto che questa soluzione possa condurre "a risultati positivi" Pighi esclude, dunque, una declinazione modenese dell'esperienza di Padova e precisa: "Abbiamo lavorato all'interno della citta'". E conclude: "Prima di pensare ad una esportazione, bisogna vedere qual e' il problema: a Modena un muro non starebbe ne' in cielo ne' in terra".

"Noi non vogliamo nessun muro a Bologna". Il sindaco di Bologna Sergio Cofferati ha risposto cosi' alle domande dei cronisti che gli chiedevano sulla possibile esportazione di muri antispaccio in Emilia-Romagna.
 
 
 
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