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Italia. Morti nei rave party, Giovanardi: perseguire organizzatori
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17 agosto 2009 10:00
 
Gli organizzatori di rave party come quello nel Salento e del Molise, nel corso dei quali due giovani sono morti presumibilmente per overdose, vanno identificati e perseguiti. Lo afferma Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al contrasto delle tossicodipendenze.
'L'ennesimo decesso nell'ambito di un cosiddetto rave party - ha spiegato in una dichiarazione - dimostra quanto sia necessaria una continua opera di prevenzione e di repressione dei fenomeni collegati alla droga. Il sia pur tempestivo intervento delle forze dell' ordine non ha potuto evitare il peggio. Si tratta ora - ha sottolineato Giovanardi - di identificare e di perseguire con la massima severita' gli organizzatori di questi happening, che devono in qualche modo rispondere delle conseguenze derivanti dalla violazione delle regole previste dall'ordinamento, per garantire la sicurezza nei concerti e nelle manifestazioni musicali'.

"I rave party, al di la' di tante chiacchiere ridicole e grottesche sulla liberta' di espressione, vanno semplicemente vietati come, del resto, accade in Francia". Lo chiede il deputato del Pd Giorgio Merlo, che aggiunge: "Ho ripresentato una proposta di legge al riguardo dopo il rave party di Pinerolo di due anni fa. È perfettamente inutile perdere ulteriore tempo. I drammi di questi giorni in Puglia e in Molise non fanno altro che riproporre il filo rosso che lega queste cosiddette manifestazioni di gruppi giovanili e non, comunque molto circoscritti: e cioe', droga e alcol in quantita' e poi ancora alcol e droga. Non capisco perche' non si perseguano con durezza gli organizzatori di questi raduni e contemporaneamente non si vietino. Basta applicare queste due semplici misure e i rave party saranno solo piu' ricordati per i drammi che hanno provocato in questi anni. La proposta di legge che ho presentato punta a disciplinare questi raduni con regolare autorizzazione del prefetto e rigorosi controlli per prevenire ogni forma di violazione delle regole esistenti. In discussione, infatti, non c'e' alcuna volonta' repressiva della liberta' di ognuno, ma solo il rispetto rigoroso delle leggi e delle regole gia' esistenti".

 
 
 
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