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Italia. Fini e quello spinello in Giamaica
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Notizia 
30 gennaio 2006 12:30
 
Gianfranco Fini, vicepremier, leader di Alleanza Nazionale, nonche' autore della riforma delle leggi sulle droghe ha fumato uno spinello. Intervistato da Fabio Fazio in occasione della puntata di ieri di "Che tempo che fa", ha ammesso: "Una volta ho provato uno spinello e sono rimasto rimbecillito per due giorni. Ero in Giamaica con amici io credo di avere tanti difetti, ma un pregio me lo riconosco, un minimo di coerenza. Ho sempre sostenuto che non esistono droghe buone e droghe cattive. C'è la droga. Fa male e lo Stato non può lavarsene le mani. Ha il dovere di prevenire, recuperare i tossicodipendenti e reprimere duramente lo spaccio perché lo spacciatore dà morte. Drogarsi è illecito".
"Ho raccontato di aver fumato uno spinello anni fa in Giamaica, perché detesto l'ipocrisia. Chi nega è abbastanza ridicolo. Non sono un marziano. E poi non ci trovo nulla di grave", così Fini intervenendo stamani alla trasmissione di Maurizio Costanzo 'Tutte le Mattine' su Canale 5 ha risposto alla domanda del direttore de Stampa Giulio Anselmi che in collegamento telefonico gli chiedeva perché avesse deciso di raccontare quell'episodio. "Non sono un marziano detesto l'ipocrisia. Chi nega è abbastanza ridicolo. E poi non ci trovo nulla di grave".
Il vicepremier ha ribadito la necessità di approvare la legge sulla droga nella quale "si sanziona anche il consumo personale. Il confine non lo definirà la politica, ma il ministero della Salute. Comunque le comunità terapeutiche svolgeranno una funzione importante" in quanto con questa legge "molti tossicodipendenti usciranno dal carcere" poiché chi consuma droga non si recupera con la reclusione".
La confessione di Fini va ad aggiungersi ad altre due recenti che hanno fatto discutere. Il presidente della Camera e leader centrista dell'Udc Pierfedinando Casini, che ha ammesso di aver fumato una volta da giovane uno spinello, contro quella del leader della Margherita e ex radicale Francesco Rutelli che invece sostiene di non aver mai provato alcun tipo di stupefacente.

"E' curiosa la scelta di Gianfranco Fini.", commenta il segretario di radicale e della segreteria della Rosa nel pugno Daniele Capezzone. "Prima vota e impone di votare per sbattere in galera i ragazzi, e poi va in tv a dire che, in uno spinello, non c'è nulla di male. Beh, se non c'è nulla di male, allora non incarceriamo i ragazzi. Altrimenti, l'operazione simpatia di queste ore è solo un modo per nascondere mediaticamente la sostanza liberticida della legge voluta da AN".

"Bastano pochi secondi di verità per far crollare anni di menzogne. Così accade che Gianfranco Fini (sì, proprio lui, quello del "DDL-FINI"!), non sappiamo se per distrazione o per una scelta ponderata, ammetta candidamente in TV di aver provato uno spinello", e' il commento di Marco Contini, Segretario di Antiproibizionisti.it.
"Niente di eclatante (in fondo lo ha fatto, almeno una volta nella vita, una parte consistente della popolazione italiana), se non fosse per il fatto che è stato proprio lui, per anni, a fare di un gesto come questo uno spartiacque sul quale costruire una durissima e violenta propaganda ideologica, culminata qualche giorno fa nell'approvazione da parte del Senato di una delle più illiberali riforme concepite nella storia della Repubblica. «La droga è droga» dice, e su questo non ci piove. Ma è anche vero che le bugie sono bugie, che il vero è il vero e che il falso è il falso. Se si afferma che in questo Paese «non esiste la libertà di drogarsi», lo si fa solo in ragione del fatto che le libertà non sono appannaggio di tutti, ma sono ormai ridotte a privilegio per quei pochi in grado di godersi la propria Giamaica personale (dentro o fuori dei confini nazionali). Chi sostiene che «non esiste il diritto di farsi del male», dovrebbe tentare di mettere in pratica questo principio (e questo vale anche nei confronti della nicotina, della caffeina, dell'alcol, non solo delle altre sostanze di abuso), ma se proprio non ci riesce, potrebbe almeno limitarsi a non fare del male agli altri. Arrestare un adolescente per qualche grammo di fumo è fargli del male, e tanto. Il Presidente di Alleanza Nazionale, che più di una volta ha ribadito che «la droga è morte», oggi ci rivela di averla provata. Eppure ci appare vivo e vegeto, e in forma smagliante. Perché? Ha forse dei super-poteri? E soprattutto, li ha solo lui? Se fosse vero ciò che egli ha sempre sostenuto, ovvero che lo spinello è l'anticamera obbligata della siringa, sarebbe lecito pensare che il nostro Vice-Presidente del Consiglio, passata la fase preliminare, ormai si fa le pere. Non lo pensiamo, ma solo per il fatto che è l'assunto di partenza ad essere falso. Siamo ancora in tempo per evitare che una della leggi più brutte e più cattive di tutti i tempi venga licenziata in via definitiva. Chiediamo a tutti i nostri Deputati di fermarsi a riflettere qualche secondo, prima di votare. Pensate a quel che state per fare, poi visualizzate il volto di Gianfranco Fini e affidatevi alla vostra coscienza".
Contini inoltre ricorda "in Giamaica, in base alla vigente legislazione in materia di droghe (tra cui vi sono la cannabis e i suoi derivati), è illegale non soltanto la coltivazione, ma anche il consumo. Basandoci esclusivamente sulle sue affermazioni, dobbiamo dunque ritenere che il nostro Ministro degli Esteri sia uso andare all'estero per violare la legge. La prossima volta che ha intenzione di andare in vacanza, prima di partire, gli consigliamo di visitare il sito dell'ACI:
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Marco Contini, continua ancora:
Appare in evidente difficoltà il Vice-Presidente del Consiglio da quando ha deciso di raccontare la sua esperienza giamaicana. Lo confermano anche le dichiarazioni rilasciate questa mattina nel corso della trasmissione di Maurizio Costanzo Tutte le Mattine, in onda su Canale 5: «Ho raccontato di aver fumato uno spinello anni fa in Giamaica, perché detesto l'ipocrisia», ha affermato il ministro, rispondendo a una domanda del direttore de la Stampa, Giulio Anselmi. «Chi nega è abbastanza ridicolo. Non sono un marziano. Non ci trovo nulla di grave».
È vero, non c'è nulla di grave nell'atto in sé e Fini non ha fatto nulla di diverso rispetto a ciò che fanno ogni giorno centinaia di migliaia (se non addirittura qualche milione) di cittadini italiani. Quindi non è un marziano. È semplicemente un ipocrita e probabilmente anche un bugiardo.
Se è vero quanto affermato dal portavoce di Alleanza Nazionale e riportato dal quotidiano Il Messaggero, il fattaccio è avvenuto nel 1982 (ovvero dieci anni prima che Fini si lanciasse nell'agone della grande politica con la sfida per il Campidoglio).
Peccato che questo non combaci con quanto lo stesso Fini, allora Segretario MSI, diceva - intervistato dal settimanale L'Europeo - nel 1988, quindi dopo quella data (lo riporta fedelmente un articolo di Maria Volpe sul Corriere di oggi), che alla medesima domanda rispondeva «Mai».
La forza che deriva dalla verità è incommensurabile, se si fa della trasparenza una regola. Quando però si tenta di usarla a giorni alterni, rischia di diventare una grande debolezza. Per cose del genere, nelle grandi democrazie occidentali, si dimettono i Presidenti. Non ci aspettiamo nulla del genere da un ministro della nostra Repubblica, ma che cerchi almeno di essere consequenziale a posteriori, questo sì. Questo è doveroso.
Onorevole Fini, per amore della verità e della giustizia, è evidente che questa legge non convince neanche Lei: faccia una cosa saggia e la rinneghi.

"I racconti giamaicani di Fini non avrebbero nulla di stupefacente se non fossero il segno di una palese schizofrenia", dal momento che "dopo aver ammesso di aver fumato marijuana in Giamaica, il nostro attuale Ministro degli Esteri ha detto che non ci trova nulla di grave": così Mauro Bulgarelli dei Verdi commenta le parole del vicepresidente del Consiglio. "Davvero incredibile se si pensa quanto il "suo" provvedimento, che di fatto equipara cocaina e spinelli, rischia di rovinare la vita dei molti italiani che non si possono permettere viaggi in Giamaica". "Le cose sono due, o il consumo è grave, allora Fini avrebbe meritato la Comunità terapeutico-rieducativa, oppure questo provvedimento è folle. Naturalmente Fini, che non è un marziano, sa che è assurdo sbattere in Comunità un fumatore, eppure il suo cinismo politico non sembra scalfito. Evidentemente cerca i voti dei marziani".

"Fini ha detto che da giovane ha fumato uno spinello: poteva dire il contrario, nessuno gli avrebbe detto bugiardo. Credo che Fini abbia fatto uno sforzo di sincerità da apprezzare". Così il ministro della salute Francesco Storace ha commentato la rivelazione di Fini fatta ieri sera alla trasmissione di Fabio Fazio "Che tempo fa". "Mi incuriosisce sapere che Rutelli ha detto che mai ha fumato uno spinello -ha detto Storace- Lui che ha frequentato ambienti radicali. Mi preoccupa la reazione della sinistra alla legge Fini perché sostiene che la droga è un diritto, mentre é un delitto contro sé stessi e contro la società".

"Io sono una fobica, ho persino paura delle aspirine. Figurarsi la marij uana...". La leader di Alternativa Sociale Alessandra Mussolini rivela di "non aver mai fatto uso di marijuana, mai neppure in un gruppo di amici". "Sono contraria per principio - spiega - all'uso di sostanze che alterano lo stato di coscienza. Le ho studiate e ne conosco gli effetti perché sono laureata in medicina. Ma ne sarei terrorizzata". Cionostante la Mussolini non esprime un giudizio negativo sul vicepremier Gianfranco Fini, che ha rivelato di aver fumato una volta uno spinello. "Il suo 'spinello giamaicano' - spiega - mi lascia indifferente. Sono scelte personali, Fini fa quello che crede".

"Gianfranco Fini è stato sincero" nel rivelare di aver fumato, una volta sola, uno spinello, "e per questo andrebbe premiato". Tuttavia le dichiarazioni del vicepremier "possono essere banalizzate e assunte a facile giustificazione. Non si dovrebbe mai mischiare esperienze private e ruolo pubblico". Lo dice il vicepresidente dei deputati di An Teodoro Buontempo. "Quanto a me posso tranquillamente dare la mia parola d'onore: non ho mai assunto né uno spinello né qualsiasi altro elemento esterno che servisse a risolvere i miei problemi interiori". "Anche se nella vita ho conosciuto alti e bassi, momenti di entusiasmo e di depressione mai ho fatto ricorso alla droga. E' stata proprio la passione politica a tenermi su, a sorreggermi. Ed anzi, ci sono centinaia di persone che possono testimoniare come io, da dirigente della destra giovanile romana, ho sempre cercato prima di recuperare e poi di espellere dal partito i giovani che facevano uso di droghe". Buontempo ricorda come "quando ai Parioli circolava voce che c'era qualcuno che spacciava e noi organizzavamo le squadre di giovani per individuare gli spacciatori ai quali davamo il 'foglio di via': li invitavamo, cioé, a non mettere mai più piede nel quartiere". A proposito della nuova disciplina sulla droga, Buontempo osserva che "finalmente stabilisce un principio che è in netto contrasto con i valori e la cultura della sinistra, e cioé che in Italia è vietato drogarsi. Non è però vero che per uno spinello si finisce in galera". "La quantità personale sarà definita da altri provvedimenti adottati in collaborazione con medici e operatori".

Maurizio Gasparri, di An, definisce "uno spot anti-spinello" l'ammissione in televisione da parte di Gianfranco Fini, di aver fumato uno spinello nel 1982 in Giamaica, peraltro con conseguenze non felici. "Credo - ha detto Gasparri, intervistato da Radio Radicale - che si debba distinguere un'esperienza personale che Fini ha descritto molto criticamente nella sua confessione, dalla posizione coerente che An ha sempre assunto essendo promotrice di una legge che vuole dissuadere ogni tipo di consumo di droga con sanzioni graduate". Per Gasparri, "non c'é nulla di grave in una esperienza limitata come quella descritta, mentre altro è un uso abituale che crea delle conseguenze di carattere fisico. In questo senso intendo l'affermazione di Fini che non ci trova nulla di grave. Dopodiché siamo convintissimi della necessità di una normativa diversa da quella in vigore che lascia impuniti consumi abituali di sostanze che assunte nel tempo determinano conseguenze". Dopo aver sostenuto che quello di Fini "é stato un atteggiamento di sincerità che va sempre apprezzata", Gasparri ha aggiunto che "ci sono politici che hanno avuto questo tipo di esperienze, ci sono politici che non ne hanno avute e siamo in tanti, ci sono forse politici che fanno uso abituale di sostanze stupefacenti, e certamente Fini non fa parte di questa categoria".

"Sì anche io una volta ho provato, ma credo che non vi sia alcun bisogno di farsene un vanto": a 'confessare' di aver fumato una canna questa volta è la responsabile Giustizia dell'Udc Erminia Mazzoni, che sottolinea che si è trattato "di un solo episodio goliardico". Al contrario del vicepresidente del Consiglio Fini, Mazzoni non ricorda "conseguenze devastanti" ma è ugualmente convinta della nuova legge. "E' giusto che lo Stato detti regole di comportamento più severe perché deve fissare le linee generali in maniera adeguata ad una vita normale, senza con questo costringere le libertà". E, poi, si tratta di "una legge importante perché punisce lo spacciatore e suggerisce una linea di vita al cittadino".

"Non condanno chi si le fa, ma io una canna non me la sono mai fatta", troppo spaventata dall'idea di perdere "il controllo": Chiara Moroni, portavoce del Nuovo Psi di Gianni De Michelis, l'hash ish o la marijuana non li ha mai avvicinati come non ha mai toccato "neanche una sigaretta". A tenere lontano la deputata dalle tentazioni è però stata soprattutto la paura: "Lo so che può sembrare strano affermare di non aver mai neanche provato - dice Moroni - ma devo dire che l'idea non mi ha mai attirato, anche perché quella di perdere il controllo invece mi spaventava".
 
 
 
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